Capitolo 5. Osservazioni di A.S. Khomyakov
5.1. Aleksey Stepanovich Khomyakov
La lettura del presente paragrafo potrebbe provocare un certo disagio psicologico in quanto il contenuto confuta tutto quanto ci è stato inoculato dall'infanzia riguardo ai rapporti fra oriente e occidente, che in modo triviale ma piuttosto veritiero possiamo riassumere nell'opposizione fra l' occidente illuminato e LIBERO e l'oriente regresso e SCHIAVIZZATO, nel quale in genere viene compresa anche la Rus'.
Questa versione della storia è ERRATA ALLA RADICE. Risolvendo gli enigmi della storia antica e medievale ci si rende conto del fatto che sarebbe più corretto assumere in realtà il punto di vista opposto, quello che in genere viene considerato dagli storici ridicolo e paradossale.
Ci riferiamo in particolare all'opinione degli slavofili russi del XIX sec, o almeno di alcuni di loro. L'esempio più eclatante è l'opera del famoso A.S. Khomyakov.
«Aleksey Stepanovich Khomyakov nacque a Mosca, sulla via Ordynka, il 1 maggio 1804. Veniva da un'ANTICHISSIMA FAMIGLIA DELLA NOBILTA' RUSSA, nella quale venivano devotamente conservati i diplomi degli avi e le storie di famiglia «fino a duecento anni prima». Degli antenati, che… dal XV sec. … dall'ERA DI BASILIO III SERVIRONO FEDELMENTE I SIGNORI DI MOSCA COME CACCIATORI E CUOCHI» [20], pg.5.
A.S. Khomyakov ricevette una brillante istruzione. I suoi professori erano illustri studiosi dell'epoca [20], pg.6. «La sua prima opera risale al 1819, la TRADUZIONE DELLA 'GERMANIA' DI TACITO (pubblicata poi nelle «Opere della società degli amanti delle lettere russe presso l'università di Mosca»)» [20], pg.6.
Fu uno studioso e un ricercatore poliedrico. «Si interessava di ingegneria e tecnica, inventò una macchina a vapore con 'una pressione eccezionale' (e la fece anche brevettare in Inghilterra), e durante la guerra di Crimea un fucile a lunga gittata e ingenosi strumenti di artiglieria. Si occupò di medicina e diede molti contributi alle pratiche omeopatiche… Scoprì nuove ricette di distillazione e di raffinazione dello zucchero, scoprì dei minerali nella regione di Tula» [20], pg.4.
«Prima della rivoluzione vennero pubblicate tre RACCOLTE DELLE OPERE di Khomyakov (l'ultima, in otto spessi volumi, uscì nel 1900-1910 e più volte VENNE RISTAMPATA e integrata), uscirono ricerce monografiche su di lui… dopo la rivoluzione apparve solo una raccolta dell'eredità poetica di Khomyakov (1969) e un volume dei suoi saggi critico-letterari (1988)».
Negli ultimi quarant’anni in occidente sono usciti almeno una ventina di libri dedicati a Khomyakov, si legge nell’introduzione all’edizione di V.A. Koshelev [20], pg.5.
«I suoi ammiratori entusiasti e i NUMEROSI OPPOSITORI erano assolutamente d'accordo su una cosa: Khomyakov era 'un enciclopedista' (A.N. Pleshcheev), dotato di 'una straordinaria capacità di fascinazione LOGICA' (A.I. Herzen). 'Che intelletto eccezionale, che vitalità, che ricchezza di pensiero… quante conoscenze, le più svariate… C'era qualcosa che non conosceva?' (M.P. Pogodin). Ad altri, maldisposti nei suoi confronti, tale BRILLANTE ERUDIZIONE sembrava superficiale e sommaria» [20], pg.3.
La personalità più ostile a Khomyakov era IL PIU' AUTOREVOLE STORICO DEL MOMENTO, S.M. Solovev, di cui abbiamo già parlato ne «La Nuova Cronologia della Rus'». La famosa opera di storia russa di Solovev non è altro, secondo noi, che UNO DEI PIU' SPESSI STRATI DI STUCCO, o forse anche di calcestruzzo, sotto i quali giace la vera storia della Rus'.
Che cosa aveva S.M. Solovev da obiettare a Khomyakov? Le sue “argomentazioni scientifiche” si limitavano al semplice tacciarlo: «Lo storico S.M. Solovev … riteneva Khomyakov un 'autodidatta' e un 'dilettante'» [20], pg.3. Quando mancano gli argomenti il discorso si riduce alla diffamazione.
L'irritazione di S.M. Solovev nacque con tutta probabilità dal fatto che A.S. Khomyakov ebbe il coraggio di scrivere sulla storia russa cose che andavano completamente a contraddire l'opinione degli storici ufficiali dei Romanov, a cui apparteneva anche S.M. Solovev.
L'interesse di A.S. Khomyakov per la storia fu mosso «da una rumorosa polemica scoppiata negli anni 20 del XIX sec. riguardante la 'Storia dello stato russo' di Karamzin. Questa polemica coinvolse QUASI TUTTE LE SFERE DELL'INTELLIGHENZIA RUSSA, e una delle questioni PRINCIPALI fra quelle poste riguardava… l'AMMISSIBILITA' di un approccio letterario alla storia» [20], pg.8.
Ora è chiaro che il problema non fosse la «letterarietà». L'uscita del libro di Karamzin divulgò quella versione fasulla della storia russa che poco tempo prima Schlözer, Bayer, Miller e altri avevano elaborato.
Per molti russi questa versione era alquanto inattesa, e assolutamente INAMMISSIBILE. Fra l'alta società russa erano ancora diffusi ricordi della propria antica discendenza DINASTICA. Khomyakov apparteneva esattamente alla classe sociale che aveva questo tipo di ricordi, e le sue eredità famigliari non coincidevano in nessun modo con la versione di Schlözer, Miller e Karamzin.
Sorse una contraddizione, e non solo in Khomyakov. Probabilmente fu qui che ebbe origine la disputa, famosa nella storia russa, fra FILOCCIDENTALI (in altre parole i seguaci di Schlözer e Miller) e gli SLAVOFILI.
Dalla parte dei sostenitori dell'OCCIDENTE si trovava anche la dinastia a quell'epoca al potere, quella dei ROMANOV. Gli oppositori, cioè gli SLAVOFILI, non vennero ammessi nelle file ufficiali della scienza accademica, che veniva mantenuta dalle casse dello stato e per questo era completamente controllata dalle autorità. Al contrario dei filoccidentali gli slavofili, non occupando posizioni accademiche e lontani dalle critiche a cui queste ultime erano esposte, potevano permettersi di essere più liberi nelle proprie teorie. Tuttavia venivano spesso tacciati di dilettantismo e l'accesso agli archivi accademici e statali veniva loro ostacolato.
Un punto debole della posizione degli slavofili era anche il suo essere prevalentemente confutativa. Smentivano la versione di Miller, Schlözer e Karamzin, segnalando le contraddizioni dei loro punti di vista ma senza tuttavia riuscire a proporre una PROPRIA TEORIA DELLA VERA STORIA RUSSA.
Fra gli slavofili c'era anche lo stesso A.S. Khomyakov. «La storia mondiale divenne il campo delle sue ricerche… Khomyakov era cosciente della difficoltà del compito… Sapeva a memoria centinaia di testi di storia, di filosofia e di teologia… Khomyakov dichiarava: la scienza storica affermata non è in grado di stabilire… quali siano le vere cause della storia» [20], pg.8-9.
5.2. Khomyakov e la distorsione della storia da parte degli autori occidentali
A.S. Khomyakov affermò che «non esiste popolo tanto isolato, non esiste un avvenimento talmente insignificante da non poter diventare… oggetto di studio di molti studiosi tedeschi… Solo una stirpe ha attirato poco la loro attenzione su di sè… QUELLA SLAVA. Appena si arriverà agli slavi, gli ERRORI dei critici tedeschi risulteranno tanto EVIDENTI, le loro MANCANZE TANTO RIDICOLE, LA LORO CECITA' TANTO COLOSSALE che non si saprà a che cosa imputare questo STRANO FENOMENO…
I popoli sono soggetti tanto quanto gli uomini a vizi poco nobili. Potrebbe essere che nell'istinto del popolo tedesco si nasconda un'ostilità che loro stessi non riescono a confessare, che nasce dalla paura del fututo o da RICORDI DEL PASSATO, da offese inflitte o subite IN TEMPI IMMEMORI.
Ad ogni modo, spiegava Khomyakov, non è possibile spiegare perchè L'OCCIDENTE INTENZIONALMENTE TACCIA TUTTO QUELLO CHE VIENE IDENTIFICATO COME SLAVO» [20], pg.57.
Khomyakov continuava: «sui popoli artificiosamente riportati alle origini germaniche gli studiosi hanno scritto e scrivono innumerevoli volumi. I vendi (slavi!, n.d.a.) invece è COME SE NON FOSSERO MAI ESISTITI. I VENDI già all'epoca di Erodoto si stabilirono sulle meravigliose coste dell'Adriatico… In seguito accolsero i greci sulle fredde rive del Baltico… i VENDI (veneti) occuparono i pittoreschi pendii delle Alpi Liguri. I VENDI commbatterono con Cesare sulle onde burrascose dell'Atlantico, ma questo fatto NON ATTRASSE L'ATTENZIONE DI NESSUNO… e non si trattava si tribù sparse, senza contatti fra loro, ma di una catena ininterrotta di genti, che attraversava META' DELL'EUROPA.
«Fra i territori della Pomerania dei VENDI del Baltico e i VENEDI dell'Illiria si trovavano i GRANDI VENEDI… poi VUDINI RUSSI, poi VENDI AUSTRIACI (Vindobona)» [20], pg.57.
Nelle proprie opere Khomyakov elencò DECINE di testimonianze della tribù slava del VENDI, tuttora rimaste sui territori di tutta l'Europa occidentale. Ci limitiamo a citare, fra tutte, la città di VIENNA, il lago di VELENCE (Venezia in ungherese n.d.t.) , vecchia denominazione del Lago di Costanza, la VANDEA francese.
Nelle annotazioni di Khomyakov si legge: «Nella terra dei VENDI i fiumi e le città portano il nome di Sebra, Sevra, Sava… ben QUINDICI CITTA' E VILLAGGI sono chiamati con il nome di 'Bellegarde' (ossia CITTA' BIANCA, BEL-GOROD, n.d.a.), che non si trova nel resto della FRANCIA, e che è tradotto in 'albi' (dal latino 'albus', BIANCO, n.d.a.)» [20], pg.58.
«Nei GOTI e nei DACI vogliono vedere popolazioni germaniche, NONOSTANTE I BASSORILIEVI, nei quali così CHIARAMENTE E' RICONOSCIBILE LA FISIONOMIA SLAVA» [20], pg.59.
Non siamo in grado di riportare nemmeno la minima parte della quantità di testimonianze storiche e geografiche raccolte da A.S. Khomyakov. Rimandiamo perciò il lettore direttamente alle sue opere.
Traendo le conclusioni A.S. Khomyakov affermò che secondo gli storici occidentali «dovremmo semplicemente arrivare a convincerci che «Nell'antichità gli slavi non esistevano da nessuna parte, e come siano apparsi e come si siano poi MOLTIPLICATI è un grande mistero della storia» [20], pg.59.
«I critici sono più benevoli, continuava Khomyakov, riconoscono che gli slavi abbiano degli antenati, rigorosamente NOMADI e SENZA TERRA. Nemmeno uno fra i toponimi dei luoghi abitati dagli slavi può avere un significato comprensibile in slavo: i lessici europei e asiatici devono ricorrere alle RADICI PIU' ASTRUSE PER SOSTITUIRE IL SIGNIFICATO DI UNA SEMPLICE PAROLA. I POPOLI NON SONO STATI CANCELLATI, MA TENTANO DI TOGLIERE LORO LA TERRA DA SOTTO I PIEDI» [20], pg.59.
5.3. «Don» e «rona», antichi sostantivi slavi per indicare «fiume»
A.S. Khomyakov constatò molto prima di noi che per capire gli annali storici è fondamentale accettare che in slavo antico Don fosse seplicemente il sostantivo per indicare genericamente «fiume». Spiegò: «Il nostro DON placido, natio, slavo, non è altro che la radice di quasi tutti i nomi dei fiumi russi, Dnepr, Dnestr, Dvina, Desna (Tsna), Danubio (in russo «Dunay», n.d.t.), dei dieci o più Dunajec, dei numerosi Donec» [20], pg.60.
A.S. Khomyakov notò anche che il famoso fiume RODANO (����, «rona» in russo, n.d.t.) dell'Europa occidentale prima si chiamava ERIDANOM, in altre parole ���� ��� (yary don, «fiume impetuoso», n.d.t.) [20], pg.60. Anche il nome di RODANO (����, «rona» in russo, n.d.t.) perciò, secondo Khomyakov, risulta essere SLAVO. Questa sua osservazione completa la nostra ipotesi secondo la quale RONA è il sostantivo in slavo arcaico con il quale veniva indicato un CORSO D'ACQUA, un FIUME. Da qui «������ �����» (ronyat' slezy, «versare lacrime», n.d.t.) ed altre espressioni simili (cfr. [18]).
Evidentemente il Rodano, che nasce dall'attuale Lago di Ginevra, anticamente veniva chiamata ���� ��� (yary don), «fiume impetuoso» o «fiume rapido». Solo successivamente arrivò ad essere chiamato Rodano, ossia «corso d'acqua».
Lo stesso Lago di Ginevra tuttora nella sua regione viene chialato LEMAN, un nome che ha una certa assonanza con un sostantivo di uso comune in Russia e in Ucraina: ����� (liman), che indica «GOLFO».
A.S. Khomyakov commentò dicendo che «Questo fatto, assolutamente evidente all'occhio non viziato dalla lettura, costituirebbe anche l'ennesima dimostrazione che gli abitanti delle foci del Danubio, del Timok, del Po e del Rodano appartenevano ad un unico CEPPO TRIBALE, casomai questa verità necessitasse di ulteriori prove» [20], pg.61.
5.4. Chi erano i bulgari?
Citiamo A.S. Khomyakov “Come argomento della teoria della RIGENERAZIONE dei popoli vengono generalmente citati i BULGARI, affermando: ‘i bulgari ora parlano in slavo, assomigliano a slavi, in una parola, sono assolutamente SLAVI. Nell’antichità venivano invece collocati fra le popolazioni TURCHE, TIBETANE, o alle genti gialle. SONO RINATI. Guardiamo da vicino le cause di tale considerazione: alcune tribù bulgare sono stanziate in Europa, al confine con l’impero Bizantino, sconvolto dalla loro burrascosa moltitudine. Sembrano in qualche modo simili agli AVARI e agli UNNI, ai quali spesso VENGONO ASSIMILATI, senza tuttavia essere ne avari ne unni. In alcuni aspetti sono simili agli slavi, ma sono autoctoni dei territori slavi sul Danubio… I BULGARI GIUNSERO DAL VOLGA: E' UN FATTO EVIDENTE» [20], pg.61-62.
Khomyakov esplicava in questo modo il punto di vista degli storici. Di seguito cercò di risolvere le contraddizioni in cui gli storici incorrevano, tuttavia non sempre libero dalle influenze della cronologia scaligera, nella quale credeva. Khomyakov scriveva: «Nestor era a conoscenza della GRANDE POTENZA DEI BULGARI sul Volga… così i bulgari del Danubio, provenienti dalle rive del Volga, erano anche imparentati con i TURCHI. Nestor scrisse non prima del XI sec., mentre i bulgari abitavano le valli del Danubio già nel IV sec, e presentavano tutti gli aspetti distintivi di un popolo slavo [20], pg.62.
Dalla nostra ricostruzione risulta tutto piuttosto chiaro.
I BULGARI erano con tutta probabilità i VOLGARI, ossia RUSSI DEL VOLGA, che partirono alla conquista dell'Europa prima nel XIV sec, poi di nuovo nel XV sec nelle file dell'Orda della Rus' con le truppe ottomane, per poi stanziarsi definitivamente nei Balcani.
Detti anche AVARI.
Detti anche UNNI.
Fra loro c'erano anche gli UNGHERESI, originari della «Grande Ungheria», che secondo le testimonianze degli storici medievali si trovava sui territori russi (cfr. «La Nuova Cronologia della Rus'» e «La Rus' e l'Orda»).
Dopo la conquista ottomana-atamana del XV sec. gli antenati dei BULGARI contemporanei si stabilirono sul Danubio, i TURCHI-OTTOMANI in Turchia. Queste due popolazioni giunsero contemporaneamente nei Balcani, proveniendo dalle stesse truppe ottomane-atamane partite tempo prima dalla Rus'. Questo è il motivo per cui gli storici oggi fanno fatica ad individuare la provenienza dei bulgari, se erano turchi, avari, unni o slavi.
5.5. A.S. Khomyakov sulle tracce della conquista slava dell'Europa occidentale
A.S. Khomyakov nel proprio libro riferì interessanti osservazioni riguardanti i popoli europei occidentali. Potrebbero certamente sembrare soggettive e inutili alla dimostrazione di qualsivoglia teoria, nonostante questo la preziosità dei punti di vista di Khomyakov sta nell'essere osservazioni personali di uno studioso-enciclopedista, di un aristocratico russo interessato alla storia dei popoli e alle lingue europee, che conosceva fluentemente. La sua preparazione gli permetteva di cogliere quanto ad altri, non altrettanto colti o liberi nei propri pensieri, sfuggiva. La sua opinione costituisce la preziosa testimonianza storica di quanto pensava una parte della società russa oggi ormai definitivamente scomparsa, la vecchia aristocrazia.
Parlando di Russia, Khomyakov riferiva: «Il sistema della schiavitù (solo recentemente introdotto dall'autorità statale) non provocava nei proprietari disprezzo nei confronti dei propri servi-contadini… sospetto … i contadini di servizio VENIVANO EQUIPARATI non solo DALLA LEGGE, MA ANCHE DAGLI USI e dall'OPINIONE PUBBLICA, AI DISCENDENTI DEL FONDATORE DELL'IMPERO. Su quella stessa terra (la Russia, n.d.a.) gli schiavi che non fossero contadini, ma servi, ispiravano un sentimento diverso. Tali differenze non erano codificate dalla legge, ma erano evidenti ad un attento osservatore. Il contadino proveniva originariamente dalla stessa stirpe del proprietario terriero, erano fratelli di sangue. L'antenato del SERVO invece era un PRIGIONIERO DI GUERRA. Per questo colui che lavorava la terra veniva chiamato CONTADINO e gli altri SERVI DELLA GLEBA. In questo impero (in Russia, n.d.a.) NON CI SONO TRACCE DI CONQUISTA» [20], pg.52.
«Contrapponendo la Russia all'Europa occidentale, A.S. Khomyakov continuava: «in un altro paese un FRANCO ALTEZZOSO continuerebbe a chiamare il lavorante 'vilian' (1. Villano, contadino 2. Schifoso, vile, spregevole, rozzo, becero, cafone, n.d.a.), 'roturier' (1. Raznochinets – di origine non nobiliare, 2. Zotico, n.d.a.) et al. Non c'era merito o virtù che potesse uguagliare un RAZNOCHINETS a un ARISTOCRATICO (si parla della Francia, n.d.a.). La legge non prevedeva ne schiavitù ne oppressione, tuttavia negli usi, negli atteggiamenti, nei sentimenti l'ODIO era profondo e il DISPREZZO INDELEBILE. IL RETAGGIO DELLA CONQUISTA ERA EVIDENTE E ANCORA CALDO… Sono tutte sottigliezze di cui non parlano ne le grammatiche, ne gli annali, ne le statistiche» [20], pg.52-53.
A.S. Khomyakov attestava così che, secondo le sue osservazioni, ancora nella Rus’ del XIX sec. non era stata dimenticata la CONSANGUINEITA’ FRA L’ARISTOCRAZIA E LA SOCIETA’ CONTADINA. Coloro che lavoravano la terra venivano eguagliati con l'alta società. In Europa occidentale non esisteva tale parentela. l'aristocrazia europea era formata dai discendenti dei conquistatori, che disprezzavano profondamente la popolazione locale e che in nessun caso si sarebbero paragonati ad essa.
Khomyakov riportò un'interessante osservazione sui SERVI DELLA GLEBA dell'inizio del XIX sec. nella Rus'. Com'è noto ora, dopo l'eliminazione del sistema di servitù della gleba i loro discendenti si trasferirono nei centri urbani, dove dimenticarono come si lavorava la terra e diventarono il «proletariato». Coloro che non lo fecero rientrarono nella «povertà rurale», che alla fine degli anni 20-30 del XX sec. presero parte attiva alla distruzione del mondo agricolo. Di fatto si trattava di due diversi popoli, che convivevano sullo stesso territorio ma non si mescolavano. Secondo la testimonianza di Khomyakov la servitù nella Rus' ancora durante la prima metà del XIX sec. costituiva uno strato sociale A SE', che non aveva nulla in comune con i contadini. Le persone avevano un approccio diverso nei confronti degli uni o degli altri. Verso i servi l'atteggiamento era come quello nei confronti dei discendenti dei prigionieri di guerra e degli schiavi.
Portando l'esempio della Francia Khomyakov osservò che a differenza della Russia, dove il contadino poteva essere eguagliato all'alta società, in Europa occidentale fra i due strati sociali esisteva un abisso insuperabile. Gli aristocratici francesi si rapportavano a TUTTI gli altri connazionali COME AD AUTOCTONI SOTTOMESSI. Nell'immaginazione degli aristocratici francesi di quel periodo il baratro fra loro e i 'locali' era assolutamente incolmabile, anche nel caso la parità sociale fosse stata riconosciuta da una sentenza. A.S. Khomyakov lo spiegava con il fatto che l'aristocrazia occidentale era costituita dai discendenti dei CONQUISTATORI, giunti dall'esterno dei confini europei. In altre parole, come sappiamo ora, dei conquistatori slavi del XIV sec e di quelli ottomani-atamani del XV sec, provenienti sempre dalla Rus'.
A.S. Khomyakov osservò che la differenza fondamentale fra l'aristocrazia russa e quella europea stava proprio nella provenienza dell'aristocrazia russa dalla stessa società agricola.
Si tratta di osservazioni molto acute, che Khomyakov trasse da REGOLE TACITE della società, probabilmente più radicate di quelle scritte.
Non possiamo evitare di sottolineare la corrispondenza fra le osservazioni di A.S. Khomyakov e la nostra ricostruzione. Nel lontano QUATTORDICESIMO SECOLO la Rus' dell'Orda conquistò e colonizzò l'Eurasia e l'Africa settentrionale, spingendosi anche in zone praticamente disabitate. Ritirandosi, l'onda della conquista lasciò dietro di sé i posteri dei conquistatori slavi. Furono loro a diventare poi gli antenati dell'aristocrazia europea del XIV-XIX sec.
Il baratro fra vinti e vincitori durò a lungo, fino a tutto XIX sec, nonostante con il tempo i conquistatori avessero iniziato a mescolarsi alle popolazioni locali.
Nella Rus' tale baratro non era mai esistito, visto che l'impero non aveva mai subito alcuna conquista. La servitù della gleba russa, come testimoniò A.S. Khomyakov, era uno strato isolato degli eredi dei servi esportati dai paesi conquistati: in altre parole, discendenti di prigionieri di guerra.
L'opinione di A.S. Khomyakov ad alcuni oggi potrebbe sembrare troppo estremo. Non ci accingiamo a valutare la veridicità delle sue osservazioni. La vecchia aristocrazia russa, alla quale lo stesso Khomyakov apparteneva, è ormai completamente scomparsa dalla scena storica. Ci accontentiamo del fatto che la loro voce sia in qualche modo giunta a noi, e non solo nelle opere di A.S. Khomyakov. Il suo punto di vista non è nemmeno il più estremista. Khomyakov ricordò «l'opera scritta da Y.I. Venelin 'I bulgari antichi e contemporanei nella loro relazione politica, culturale, storica e religiosa nei confronti dei russi' (Mosca, 1829-1841, in due tomi)» [20], pg.63 e 546. Venelin «che addirittura i FRANCHI ERANO SLAVI» [20], pg.63.