Сronologia 4

testo tradotto in italiano da Claudio dell'Orda

This Italian translation of the fragments of the 4-st volume by Anatoly Fomenko was done by Claudio dell'Orda from the English edition: 
A. T. Fomenko, T. N. Fomenko, V. V. Kalashnikov, G. V. Nosovskiy
History: " Fiction or Science?"
THE CHRONOLOGY OF RUSSIAN HISTORY.
NEW CHRONOLOGY AND CONCEPTION OF BRITISH HISTORY. ENGLAND AND RUSSIA (OR THE HORDE).
THE CHRONOLOGY AND GENERAL CONCEPTION OF ROMAN AND BYZANTINE HISTORY

Capitolo 21: La storia della chiesa

 

1. Storia delle religioni.

Secondo la nostra ricostruzione, la Chiesa cristiana mantenne la sua integrità all'interno dell'Impero, fino al XV secolo. Naturalmente, la tradizione religiosa variava da una parte all'altra dell'Impero, ma lo scisma formale tra le chiese risale solo al XV secolo. Nella versione di Scaligero, l'epoca del cristianesimo come l'unica religione, è datata all'epoca precedente al 1054, che è l'anno che segna lo scisma tra i rami ortodosso e cattolico della Chiesa cristiana. Secondo la nostra ricostruzione, questo scisma risale realmente al XV-XVII secolo. Inoltre, la Chiesa cristiana si è divisa in quattro rami e non in due: ortodosso, cattolico, musulmano e giudeo. Ci è noto dalla storia delle religioni, che i riti e i canoni della Chiesa cristiana nei primi secoli del cristianesimo, ovvero il XI-XIV secolo, secondo la nostra ricostruzione erano drasticamente diversi da quelli a cui siamo abituati oggi. Inoltre, sembra che alla fine. il giudaismo non si sia cristallizzato come una religione indipendente. Pertanto, secondo la nostra ricostruzione, l'epoca del XV-XVI secolo segna lo scisma della chiesa cristiana, precedentemente unita in tre rami: cristianesimo ortodosso, cattolicesimo ed ebraismo. L’islam divenne indipendente dalla tradizione ortodossa anche più tardi, nel XVI-XVII secolo. Pertanto, le fonti occidentali medievali che ci parlano di “musulmani”, “agariani” e “saraceni”, si riferiscono spesso ai cristiani ortodossi, ai russi in particolare, poiché l’islam e il cristianesimo ortodosso erano ancora un’unica religione.

 

 

2. Il Cristo di Antiochia.

Ecco un frammento da un libro di storia attuale: “Cristoforo, patriarca di Antiochia, battezzato Isa alla nascita, fu ucciso ad Antiochia, durante una rivolta anti-bizantina, il 22 maggio 967 d.C."([465], pagina 196). Fu trafitto da una lancia, come Cristo, come sottolineano numerose cronache. Tenete presente che si credeva che la lancia che trafisse il corpo di Cristo sulla croce, fosse conservata ad Antiochia dai soldati della Prima Crociata. Naturalmente, Isa Cristoforo è una versione del nome Gesù Cristo. Ovviamente, non troveremo alcun resoconto evangelico della crocifissione e della risurrezione nella biografia di Isa Cristoforo, altrimenti gli editori e i cronologi più recenti lo riconoscerebbero immediatamente come il Cristo e daterebbero gli eventi in questione al I secolo d.C. Tuttavia, anche qui sono presenti molti dettagli del racconto evangelico, ad esempio l'eclissi solare, che secondo i Vangeli e numerosi altri testi ecclesiastici, avrebbe accompagnato la crocifissione di Cristo. Un'eclissi totale di sole molto appropriata, è menzionata nella cronaca bizantina del 968, molto vicina all'omicidio di Cristoforo” ([465], pagina 187, Commento 72). Dobbiamo sottolineare che un'eclissi totale di sole osservabile da un unico luogo popolato, è un evento molto raro.

Inoltre, come nel caso di Cristo, “l’eclissi di Cristoforo” fu accompagnata da un potente terremoto e da una pioggia, che molti credevano annunciassero un nuovo diluvio: “Una pioggia strana, che aveva fatto temere ai bizantini che potesse annunciare un nuovo diluvio , cadde il 5 giugno 968” ([465], pagina 186, Commento 57; anche pagina 39). L'omicidio di Cristoforo fu seguito da un assedio di tre anni di Antiochia da parte delle truppe romane, ovvero bizantine, dell'imperatore Niceforo (il Vittorioso) Foca. Dopo la conquista della città, lì furono ritrovati un gran numero di oggetti sacri, tutti associati a Cristo ([465], pagine 41 e 46). Leone Diacono, lo storico bizantino, ci dice esplicitamente che l'imperatore Niceforo aveva lanciato una campagna militare in Palestina ([465], pagina 40). È difficile non riconoscere questa campagna, come quella lanciata in Palestina dall'imperatore Tiberio subito dopo la Crocifissione, menzionata in numerose cronache ecclesiastiche medievali considerate oggi apocrife (vedi ad esempio la “Lettera di Pilato a Tiberio” nella “Passione di Cristo”).

Citiamo il commento di uno storico moderno, che riguarda i dati relativi alla campagna palestinese di Niceforo: “Le truppe di Niceforo non raggiunsero mai la Palestina; potrebbe essere menzionato per far sì che le campagne raggiungano un simbolismo religioso... Sebbene le idee delle crociate non fossero poi così popolari a Bisanzio, Niceforo, per esempio, ne fu fortemente influenzato molto tempo prima dei crociati occidentali” ([465], pagina 186, commento 63). C'è anche uno strano racconto, riferito da Leone Diacono nella sua descrizione della campagna di Niceforo: riflette l'effettiva crocifissione. Ci racconta cioè che un certo ebreo di Antiochia aveva conservato nella sua casa un'icona raffigurante il Cristo crocifisso. Un giorno, infiammato dall'odio per quell'icona, la trafisse con un oggetto appuntito (cfr. la “lancia antiochena”). Ciò, fu seguito da un miracolo che fece fuggire terrorizzati, sia lui che i Giudei che lo circondavano ([465], pagine 39-41). Questo racconto è facile da riconoscere come una versione della famosa storia della crocifissione evangelica. La trama è praticamente la stessa: i Giudei odiano Cristo, lo crocifiggono e gli trafiggono il fianco con una lancia, ma l'eclissi solare e il terremoto che ne seguirono li fecero disperdere per la paura, come è descritto nei Vangeli. Questo è un eccellente esempio di come gli eventi evangelici siano stati modificati, quando emersero nelle posizioni cronologiche sbagliate. Il testo originale finì nelle mani di qualche storico del XVI-XVII secolo, il quale fu abbastanza diligente da mantenere intatta la storia “dislocata” di Cristo, limitandosi ad alterare il testo nel modo più semplice che potesse immaginare, sostituendo Cristo con un’icona di Cristo, i sacerdoti della Giudea di Gerusalemme con alcuni giudei anonimi ecc.

La versione cronologica di Scaligero fa risalire la storia di Cristoforo alla fine del X secolo. Tuttavia, c'è uno spostamento di 100 anni inerente alla cronologia bizantina di Scaligero, che fa sì che molti degli eventi che precedono l'XI secolo nella storia bizantina, riflettano eventi che ebbero luogo un secolo dopo. Ecco perché la storia di Cristo necessita di essere trasposta di 100 anni in avanti, il che la collocherebbe nel 1060, che è l’epoca stessa di Cristo, secondo la nostra ricostruzione. Alla fine dell'XI secolo, che è l'epoca della Prima Crociata, riemerge la Lancia Antiochena. I crociati cercarono di mettere le mani su questa sacra reliquia, durante tutto il lungo assedio di Antiochia nel 1098 ([287], pagine 83-95). Gli storici moderni diffidano della convinzione condivisa dai crociati, cioè che la lancia che aveva trafitto il costato di Gesù fosse conservata nell'Antiochia assediata. I crociati, avrebbero potuto avere ragione?

Si presume che Antiochia sia stata conquistata esclusivamente dai crociati dell'Europa occidentale, senza la partecipazione delle truppe romane (ossia "bizantine"). Tuttavia, ci sono i documenti storici della città di Tiro, che si trova proprio accanto ad Antiochia, presa dalle truppe egiziane nel 1094, anch'essa dopo un assedio di 3 anni: “Nel 1094, l’esercito fatimide [fatimidi è il nome che gli storici usano per la dinastia che presumibilmente governò ad Alessandria in quell'epoca; in realtà, l'esercito in questione apparteneva agli imperatori romei, ovvero gli imperatori romani, detti anche faraoni – Aut.] marciò verso nord, ponendo questo porto marittimo [Tiro – Aut.] sotto assedio e prendendolo d'assalto 3 anni dopo, saccheggiando completamente la città” ([287], pagina 34). Ricordiamo anche il fatto che “Tiro” si traduce come “Zar”, ossia “Zar Grad”; per cui, Tiro è stata una capitale, così come Antiochia. Molto probabilmente, Antiochia e Tiro non sono altro che due nomi diversi di un'unica città: ad esempio, Costantinopoli era conosciuta anche come Zar Grad. Molto probabilmente, la conquista di Costantinopoli nel 1098 e la conquista di Tiro da parte degli egiziani nel 1094, sono lo stesso evento risalente all'epoca della Prima Crociata.

 

 

3. I resoconti degli eventi dell'XI secolo trovati nelle cronache russe.

La datazione di Scaligero del Battesimo della Russia, ossia il 989 d.C., secondo le cronache russe è molto vicina alla datazione di Scaligero degli eventi evangelici antiocheni, con una differenza di soli 20 anni. Le cronache russe menzionano un terribile terremoto a Zar Grad, così potente che è ricordato nel Menaion (vedi sotto il 26 ottobre [vecchio stile], le memorie di Demetrio di Tessalonica). Questo terremoto venne descritto anche nelle cronache bizantine: gli storici lo datano al 989 d.C. ([465], pagine 91 e 222). Riportiamo il racconto di questo terremoto, fornito dallo storico bizantino Leone Diacono: “Gli osservatori delle comete erano pieni di stupore… Ciò che il popolo aspettava, avvenne… La sera del giorno in cui ricordiamo San Demetrio Megalomartire, un grande terremoto senza eguali a nessuno che si ricordasse, abbatté al suolo le guglie di Bisanzio, distrusse molte case, che divennero tombe per i loro abitanti, e spazzò via completamente i villaggi vicini... avendo scosso e distrutto anche la cupola e il muro occidentale della grande chiesa... Fu seguito da un'orribile carestia, malattie, siccità, inondazioni e uragani... Questo è proprio il momento in cui la colonna vicino a Eutropio fu distrutta dalle onde, e il monaco che stava su di essa incontrò una terribile destino nel mare in tempesta. L'infertilità della terra e tutti gli altri flagelli, avvennero dopo la caduta della stella. Tuttavia, gli storici futuri saranno in grado di spiegare tutto” ([465], pagina 91).

Quando leggiamo questo racconto, facciamo fatica a scacciare il pensiero che l'edizione iniziale della “Storia” di Leone Diacono, quella che non è sopravvissuta, conteneva il ben noto racconto evangelico di tutti i disastri che avevano accompagnato la crocifissione di Cristo. È solo l'edizione giunta ai nostri tempi, che come possiamo capire, fu compilata in Europa occidentale nel XVI-XVII secolo, ad avere la colpa di aver trasformato il testo di Leone Diacono in qualcos'altro, più in linea con la cronologia scaligeriana. Tuttavia, vediamo ancora un riferimento diretto a Gesù Cristo!

Il monaco che morì in cima alla sua colonna, come menzionato in [465], pagina 91, è molto probabilmente il sostituto di Gesù Cristo crocifisso, che identificherà anche la stella menzionata da Diacono come la Stella di Betlemme. Inoltre, i Vangeli greci non si riferiscono a una “crocifissione”, ma piuttosto a una morte in cima a un palo o a una colonna (vedi [123], colonna 1151). Se dovessimo fornire una traduzione letterale dei Vangeli greci, troveremo una descrizione di Cristo che muore in cima a una colonna, che è esattamente ciò che vediamo nel testo di Diacono.

I commentatori moderni sono completamente perplessi riguardo all’identità del “monaco” menzionato da Leone Diacono. Non è menzionato in nessuna agiografia ([465], pagina 223, commento 75). E che dire del suo misterioso riferimento agli "storici futuri", che sembra essere completamente fuori contesto? Vedere [465], pagina 223, commento 76). Tuttavia, se Diacono si riferisce a Gesù Cristo, è abbastanza facile capire cosa intende dire: allude alla Seconda Venuta nel consueto stile medievale.

 

 

4. La versione orientale del Cristianesimo.

Secondo la nostra ricostruzione, il Cristianesimo arrivò in India, Cina e Giappone durante la Grande Conquista Mongola del XIV-XV secolo. A proposito, qui ci sono alcune somiglianze fonetiche: Krishna e Cristo, Delhi e Delfi ecc. Molti esperti di storia delle religioni hanno notato i parallelismi tra il cristianesimo e il buddismo, a partire dal XIX secolo (vedi [918] e [919]). Gli storici moderni fanno risalire la vita del primo Buddha, ovvero del principe indiano Sakyamuni, a tempi immemorabili. Tuttavia, sappiamo fin dal XIX secolo, che la sua biografia è quasi una resa letterale dell'agiografia di San Joasaph, il principe della Grande India (vedi il Menaion del 19 novembre, vecchio stile).

Questa sorprendente somiglianza è stata discussa da molti specialisti, ma non è mai stata menzionata al di là della letteratura speciale ([665]). Tuttavia, l'agiografia di Joasaph, principe della Grande India, oggi quasi dimenticata, faceva parte di un'opera letteraria ecclesiastica molto popolare. del XV-XVI secolo, ovvero “Il racconto di Barlaam e Joasaph”. Basti dire che i manoscritti di quest'opera ci sono pervenuti “in più di 30 lingue europee, asiatiche e africane: uno in Pehlevi, cinque in arabo, uno in persiano e uno in Ouigour; due versioni georgiane... una versione greca... due versioni latine, traduzioni in slavo ecclesiastico, armeno ed etiope... nove manoscritti italiani, altri otto in francese antico, cinque in spagnolo, altri in provenzale, retoromanzo, portoghese, tedesco, ceco, polacco , inglese, irlandese, ungherese e olandese” ([665], pagina 3).

Gli storici ritengono che l'agiografia di San Joasaph sia stata scritta per la prima volta in greco nell'XI secolo d.C. Inoltre, “Le sacre reliquie del santo principe Joasaph divennero note al pubblico nel XVI secolo. Inizialmente erano stati conservati a Venezia; tuttavia, nel 1571 Luigi Mocenigo, il doge veneziano, li diede in regalo a Sebastiano, re del Portogallo” ([665], pagina 11).

Potrebbe il corpo di Cristo essere stato portato via da Costantinopoli nel 1204?

I frontespizi della maggior parte dei manoscritti greci del “Racconto di Barlaam e Joasaph” (ce ne sono circa 150 conosciuti fino ad oggi) dicono che la storia fu “portata dall’India, un paese dell’Etiopia, alla Città Santa di Gerusalemme, da Giovanni il Frate” ([665], pagina 7). A questo proposito, citiamo anche alcune testimonianze di uno strano evento datato al presunto anno 1122. “C'è una notizia anonima di un certo Patriarca indiano Giovanni, in visita a Roma quell'anno… Il Patriarca era inizialmente venuto in Occidente per ricevere il pallio arcivescovile a Bisanzio, per confermare il suo grado, che gli era stato conferito dopo la morte del suo predecessore. Tuttavia, i bizantini gli dissero che la capitale del mondo era a Roma” ([722], pagina 249).

Ciò che vediamo qui è una traccia delle controversie sull'ubicazione di Roma, ovvero la vera capitale del mondo. Apparentemente, non era ovvio per la gente di quell'epoca e richiedeva una discussione. La teoria mistica della metempsicosi, che di solito viene considerata puramente orientale e inerente alla tradizione buddista, era tuttavia abbastanza comune per la tradizione ecclesiastica cristiana del XIV-XVII secolo, molto prima del XIX secolo, cioè quando gli europei fecero la loro prima conoscenza delle religioni orientali.

La teoria della metempsicosi era considerata eretica; si presumeva avesse avuto origine in Grecia e fosse attribuita a Pitagora. Ad esempio, l'opera intitolata Una Breve Revisione di Tutte le Eresie di sant'Epifano, vescovo di Creta, che era stata inclusa anche nei principali almanacchi ecclesiastici, menziona la metempsicosi fin dall'inizio:

“I Pitagorici, detti anche Peripatetici, rifiutano l’unità e la volontà del Signore, e proibiscono anche i sacrifici agli dei. Pitagora aveva predicato che nessun essere vivente può essere mangiato, e che bisogna anche astenersi dall'alcol... [luogo poco chiaro] ... Pitagora aveva anche insegnato che le anime si incarnavano nei corpi di altri esseri viventi, dopo aver lasciato i corpi morenti” ([430]). Questa descrizione potrebbe essere applicata anche alla tradizione buddista. Ciò rende probabile che anche il buddismo fosse di origine bizantina.

Citiamo le “quattro eresie primarie” elencate da Epifano:

1) Le Barbarie, o assenza di tradizione religiosa.

2) L' Eresia Scita, ovvero il culto degli spiriti ancestrali e animisti.

3) L'Eresia Ellenistica, o politeismo.

4) L'Ebraismo, ovvero la negazione del Nuovo Testamento.

La cosa strana dell’elenco è che Epifano usa i termini per riferirsi alle confessioni religiose in contrapposizione ai gruppi etnici, che è il modo in cui siamo abituati a trattarli. Il contesto del suo lavoro rende evidente che stava descrivendo le religioni contemporanee, il che rende i Barbari, gli Elleni e gli Sciti, dei gruppi religiosi medievali.

 

 

5. La creazione del canone biblico e la sua cronologia.

 

5.1. La storia esoterica dei canoni biblici.

La Bibbia, come regola è divisa cronologicamente in due parti: l'Antico Testamento, ovvero i libri scritti prima di Cristo, e il Nuovo Testamento, ovvero i libri scritti dopo Cristo. Da qui l'opinione che Cristo non può essere menzionato da nessuna parte nell'Antico Testamento, poiché il concetto stesso di Cristianesimo non poteva esistere in quell'epoca. Molti esempi biblici smascherano questa opinione come palesemente errata, come menzioneremo di seguito.

Uno dei principali risultati della cronologia statistica (come riportato da A. T. Fomenko in Cronologia1 e Cronologia2) afferma che l'Antico e il Nuovo Testamento della Bibbia si riferiscono cronologicamente alla stessa epoca. I due testamenti riflettono le due tradizioni che avevano convissuto e si erano sviluppate fianco a fianco. Inoltre, per un po' erano rimaste la stessa tradizione, che in seguito si divise in due.

In Cronologia1 e Cronologia2 dimostriamo che i libri storici dell'Antico Testamento, tipo i Libri dei Giudici, Samuele, i Re e le Cronache, si riferiscono alla storia europea del XI-XVI secolo d.C. È risaputo che la Bibbia è composta da due parti: l’Antico e il Nuovo Testamento. Si presume che l'Antico Testamento sia stato creato all'interno della tradizione ebraica, molto prima della nuova era, mentre il Nuovo Testamento sarebbe stato scritto dai cristiani dopo l'avvento di Cristo. Per cui, nella cronologia consensuale queste due parti della Bibbia sono separate da diversi secoli.

Questa concezione piuttosto comune della storia biblica è per la maggior parte corretta; tuttavia, è errata cronologicamente. È vero che i libri disponibili, inclusi nell’Antico Testamento, furono scritti nell’ambito della tradizione giudaica, mentre il Nuovo Testamento fu scritto dai cristiani, tuttavia, entrambe le tradizioni sono posteriori all’XI secolo, ossia alla vita di Gesù Cristo. Non si può sfuggire alla seguente domanda. Se l'Antico Testamento è stato scritto dopo Cristo, e poi redatto dai rappresentanti della tradizione giudaica, considerata ostile dai cristiani, come avrebbe potuto diventare parte della moderna Bibbia cristiana? La risposta è semplice: non faceva parte della Bibbia fino alla fine del XVI secolo. Il canone moderno della Bibbia è stato formato da singoli libri e canonizzato come tale dal Concilio del Tridente della Chiesa Cattolica Romana, al più presto nella seconda metà del XVI secolo. Era questo il periodo in cui la tradizione cronologica di Scaligero era già divenuta consensuale in Occidente; questa tradizione aveva creduto che la tradizione biblica giudaica e il cristianesimo fossero separati da un intervallo di diverse centinaia di anni. Pertanto, nessuno credeva che questa tradizione fosse ostile al cristianesimo o si interrogasse sulla possibilità di includere il canone giudaico nella Bibbia cristiana.

In effetti, non esiste una sola Bibbia cristiana completa nel significato moderno della parola, che poteva essere pubblicata prima del Concilio del Tridente. Riguarda la Bibbia greca e quella slava ecclesiastica, nonché le loro controparti latine.

Il famoso specialista in storia ecclesiastica, A. V. Kartashev, ci dice quanto segue: “La Bibbia di Ostrog del 1580-1581, è la prima Bibbia stampata in tutto il mondo ortodosso orientale, proprio come la prima Bibbia scritta a mano in Russia... compilata nel 1490 da Gennadio, l'arcivescovo di Novgorod" ([372], Volume 1, pagina 600). Inoltre, risulta che “la prima Bibbia greca stampata in folio fu pubblicata a Mosca solo nel 1821, su iniziativa del Santo Sinodo; questa pubblicazione fu sponsorizzata da due ricchi patrioti greci: i fratelli Zosimadas… Dopo questa iniziativa, il Sinodo della Chiesa greca, riemerso dopo la ribellione del 1821, decise di “copiare” questa Bibbia moscovita in greco, che fu prontamente fatto dalla ricca casa editrice inglese SPCK... nel 1843-1850" ([372], Volume 1, pagina 600).

I pochi manoscritti della Bibbia datati alle epoche precedenti il Concilio del Tridente, furono ritrovati solo nel XIX-XX secolo. Le loro datazioni sono pura propaganda e non hanno nulla a che fare con la realtà (vedi Cronologia6 per maggiori dettagli). La revisione dell'Antico Testamento, per avvicinarlo all'interpretazione ebraica nel senso moderno del termine, continuò fino al XIX secolo (si veda di più al riguardo nei commenti a [845]). Un confronto tra i testi biblici del XVI-XVII secolo e la Bibbia moderna, rivela l'enfasi dei curatori: nel Libro dei Salmi “Cristo” è sostituito da “Unto”, il “vescovo” diventa “l'uomo di potere”, “l'altare”, un “davir” e così via. Gli editori stavano ovviamente rimuovendo il simbolismo e la terminologia cristiana dall'Antico Testamento.

Ad esempio, confrontiamo i rispettivi frammenti che si riferiscono alle decorazioni del Tempio di Salomone a Gerusalemme, secondo il testo della Bibbia di Ostrog, pubblicata da Ivan Fyodorov proprio alla fine del XVI secolo ([621]) con la moderna traduzione sinodale. Vediamo che la descrizione data dalla Bibbia di Ostrog, potrebbe riferirsi anche alle decorazioni di una chiesa cristiana ortodossa. Vediamo riferimenti ad un altare, che è separato dal resto del tempio da un muro, noto anche come iconostasi, il testo descrive un “kiot”, ovvero il luogo dove sono conservate le icone più venerate nei templi ortodossi. Il tempio stesso è chiamato chiesa. Gli autori della traduzione sinodale hanno fatto del loro meglio per rendere la descrizione del tempio di Salomone, somigliante il meno umanamente possibile ad una chiesa cristiana. In generale, i testi di entrambe le Bibbie contengono discrepanze significative. Che l'edizione più recente sia anche la più tendenziosa è del tutto evidente. Vedi di più sulla revisione della Bibbia nel XVI-XVII secolo, in Cronologia 6.

 

5.2. Gli eventi del Vangelo che si sono riflessi nel Vecchio Testamento.

Se analizzassimo la storia della pubblicazione e dell’edizione del canone biblico, vedremmo perché i riferimenti a Cristo nella parte della Bibbia cristiana conosciuta come “Antico Testamento”, sono pieni di animosità e sono stati chiaramente fatti dai Giudei. Se tenessimo presente questo, troveremmo immediatamente diversi passaggi che menzionano Cristo e il Cristianesimo nell'Antico Testamento. Ne elenchiamo alcuni.

 

5.2.1. Il Concilio di Nicea nel Vecchio Testamento.

Le cronache bibliche, ovvero i libri di Samuele, dei Re e le Cronache, pare che contengano una descrizione del Concilio di Nicea sotto Costantino il Grande, che si riflesse nella Bibbia come Roboamo, il re di Israele. Come dovremmo giustamente aspettarci, l'autore giudaico tratta Costantino, ovvero Geroboamo, e il Concilio di Nicea, con il massimo disprezzo.

a. La Bibbia.

■b. Il Medio Evo.

1.a. La Bibbia. “Il re [Geroboamo] tenne il consiglio, e fece due vitelli d'oro, e disse al popolo: "Siete andati troppo a Gerusalemme: ecco i tuoi dèi, o Israele, che ti hanno fatto uscire dal paese d'Egitto” (I Re 12:28).

■1.b. Il Medio Evo. Sembra che la Bibbia si riferisca alla famosa disputa medievale sul culto delle icone. Il testo della Bibbia riflette il punto di vista giudaico, secondo il quale le icone, solitamente dipinte su uno sfondo dorato, non potevano essere adorate. Queste controversie continuarono a Bisanzio fino al presunto VII-IX secolo, nella cronologia scaligeriana.

2.a. La Bibbia. "Ne pose uno a Bethel, e l'altro a Dan... E costruì il tempio sulle alture, e costituì sacerdoti tra gli ultimi del popolo, che non erano dei figli di Levi" (I Re, 12:29 e 12:31).

■2.b. Il Medio Evo. La Bibbia si riferisce alla costruzione dei templi ortodossi da parte di Costantino il Grande, ossia Alessio I, in Bitinia, o Betel, e a Dan, ovvero nei Balcani. Ricordiamo ai lettori che nel Medioevo gli slavi erano conosciuti anche come “Dani”. Il Concilio di Nicea revocò la necessità che il sacerdote fosse levita, che è precisamente ciò che ci dice la Bibbia: "Ed egli... costituì sacerdoti tra gli ultimi del popolo, che non erano figli di Levi" (I Re, 12:31).

3.a. La Bibbia. “Geroboamo istituì una festa nell'ottavo mese, il quindicesimo giornoel mese, simile alla festa che si celebrava in Giuda... proprio nel mese che aveva deciso di suo cuore” (I Re, 12,32-33).

■3.b. Il Medio Evo. La Bibbia sembra riferirsi ai termini della celebrazione della Pasqua ideati dal Concilio di Nicea. È noto che la questione di calcolare la data corretta per la celebrazione della Pasqua e della Pesach, era stata estremamente importante nella disputa medievale tra la Chiesa ortodossa ed i Giudei. 4.a. La Bibbia. Geroboamo veniva dall'Egitto e trasferì la capitale da Gerusalemme a Sichem (I Re, 12:2 e 12:25). Sichem è proprio accanto a Betel (I Re, 12:29 e 12:33). Geroboamo aveva riunito sotto il suo potere gran parte di Israele: undici tribù su dodici. Tuttavia, fu costretto a fondare una nuova capitale.

■4.b. Il Medio Evo. Anche Costantino il Grande trasferisce la capitale: dalla Vecchia Roma, presumibilmente in Italia (che è sbagliato), alla Nuova Roma sul Bosforo.

 

5.2.2. Cristo ed Eliseo.

A quanto pare, Cristo si riflesse nell'Antico Testamento come il profeta Eliseo, per cui il profeta biblico Elia lo si può identificare con Giovanni Battista. Matteo chiama direttamente Giovanni Battista, Elia (Matteo 17:11-13).

Anche la Bibbia menziona la risurrezione di Cristo, ma in modo scettico, come una fonte giudaica: “E avvenne, mentre stavano seppellendo un uomo, che ecco, scorsero una banda di uomini; e gettarono l'uomo nel sepolcro di Eliseo; e quando l'uomo fu calato e toccò le ossa di Eliseo, si riprese e si alzò in piedi” (II Re 13:21). Questa è la trasformazione della famosa storia di Cristo che risorge dai morti, che si è trasformata in un racconto bizzarro di come qualcuno sia risorto dal sepolcro di Eliseo. È molto probabile che il personaggio in questione si identifichi con Gesù Cristo. Come ci si dovrebbe giustamente aspettare, la Prima Crociata segue la morte del profeta Eliseo: “Ed Eliseo morì e lo seppellirono. E le bande dei Moabiti invasero il paese all'inizio dell'anno... Ma Cazael, re di Siria, oppresse Israele durante tutta la vita di Ioacaz” (2 Re 13:20 e 13:22). La possibilità che Eliseo e Cristo si identifichino nella stessa persona, è stata sottolineata anche da N. A. Morozov in [544].