Сronologia 4

testo tradotto in italiano da Claudio dell'Orda

This Italian translation of the fragments of the 4-st volume by Anatoly Fomenko was done by Claudio dell'Orda from the English edition: 
A. T. Fomenko, T. N. Fomenko, V. V. Kalashnikov, G. V. Nosovskiy
History: " Fiction or Science?"
THE CHRONOLOGY OF RUSSIAN HISTORY.
NEW CHRONOLOGY AND CONCEPTION OF BRITISH HISTORY. ENGLAND AND RUSSIA (OR THE HORDE).
THE CHRONOLOGY AND GENERAL CONCEPTION OF ROMAN AND BYZANTINE HISTORY

Capitolo 6: La battaglia di Kulikovo.

 

“H. Fren riuscì a leggere quanto segue sulle monete del Gran Principe Vassily Dmitrievich e di suo padre (Dmitriy Donskoi): 'Sultano Tokhtamysh Khan, possano i suoi anni durare a lungo'” – A. D. Chertkov, “Antiche monete russe: descrizione” (Mosca, 1834; pagina 6).

 

1. La lotta di fine XIV secolo all’interno dell’Orda. Demetrio del Don è Tokhtamysh Khan.
La battaglia di Kulikovo e la conquista di Mosca. Panoramica generale.

 

Il presente capitolo si basa in gran parte sulle tante osservazioni importanti fatte da T. N. Fomenko, nonché su una serie di concetti da lei espressi. Oltre a ciò, la sezione sulla storia del Monastero Donskoi e i suoi collegamenti con la battaglia di Kulikovo.

Dopo la formazione del Grande Impero nella prima metà del XIV secolo, in seguito alle conquiste di Batu Khan (questo personaggio storico ci è noto anche come Ivan Kalita = Califfo), lo Stato si divise nelle seguenti tre parti:

- il Regno del Volga, o l'Orda d'Oro,

- la Russia Bianca, o Orda Bianca, e

- la Severskaya Zemlya = Ucraina.

Diciamo quanto segue riguardo alla parola “severskaya”: è legata alle parole Siberia e sever (“Nord”). Tuttavia, la parola in questione non si riferisce necessariamente al nord come direzione (tenete anche presente che molte mappe erano invertite rispetto a quelle odierne: avevano il Nord in basso e il Sud in alto (vedi Cronologia1 per ulteriori esempi).

Verso la fine del XIV secolo ci fu un grande conflitto nell'Orda d'Oro, ossia nel Regno del Volga. Nei 20 anni trascorsi tra il 1359 e il 1380, il paese fu governato da circa 25 khan. La contesa si concluse con la famosa battaglia di Kulikovo, dove Demetrio Donskoi (noto anche come Tokhtamysh Khan, secondo la nostra ricostruzione) schiacciò le truppe di Mamai, il comandante militare e il governatore de facto dell'Orda. Ci rifiutiamo di entrare negli intricati dettagli della lotta per il potere nell'Orda, che precedettero la battaglia di Kulikovo.

In Cronolgia5 parleremo a lungo riguardo al libro dello storico medievale Mavro Orbini intitolato “Il Regno degli Slavi…” pubblicato nel 1601 e tradotto in russo nel 1722. Orbini, nella sua descrizione della battaglia di Kulikovo, scrive quanto segue: “Nell'anno 6886 dalla Genesi (secondo la cronologia russa), Dmitriy, il Gran Principe di Russia, aveva sconfitto Mamai, il re dei Tartari. Tre anni dopo mise nuovamente in rotta le truppe del re: Herberstein ci racconta che i cadaveri dei soldati ricoprivano la terra intorno al campo di battaglia, per 13 miglia” ([1318], pagina 90; anche [617]). È tuttavia noto che le truppe di Mamai furono schiacciate da Tokhtamysh tre anni dopo la battaglia di Kulikovo. Ciò concorda bene con la nostra ricostruzione, che identifica Demetrio Donskoi e Tokhtamysh Khan come lo stesso personaggio storico.

Passiamo alla famosa battaglia di Kulikovo. Innanzitutto e soprattutto, va notato che, secondo le cronache russe, il motivo della battaglia fu una disputa di confine tra il principe Demetrio del Don di Novgorod la Grande e i principi di Ryazan e di Lituania Oleg e Holgerd. Questi cospirarono per allontanare Demetrio dalle terre di Mosca, Kolomna, Vladimir e Murom, convinti che Mosca fosse lituana di diritto, mentre Kolomna, Vladimir e Murom appartenessero al principato di Ryazan. Invitarono lo zar Mamai a mettere in atto questo piano (vedi “Il Racconto della Battaglia con Mamai” ([635], pagine 136-137).

Pertanto, le cronache descrivono la battaglia di Kulikovo come una disputa territoriale tra Mosca, Kolomna, Murom e Vladimir. I principi (ovvero i khan) stavano progettando di scacciare Dmitriy Donskoi “da Novgorod la Grande, da Beloozero e dalla Dvina” ([635], pagine 134-135). Come ricorderete, secondo la nostra ipotesi, Novgorod la Grande si identifica con Yaroslavl, mentre le regioni di Beloozero e della Dvina sono le vicine settentrionali di Yaroslavl. La nostra ricostruzione suggerisce anche che la capitale di Demetrio fosse a Kostroma, che è vicina di Yaroslavl, vedi sotto. Tutto diventa perfettamente chiaro: i due principi hanno complottato per ricacciare Demetrio nella sua vecchia capitale.

Come sappiamo, la battaglia fu vinta da Demetrio del Don, che in seguito conquistò il Principato di Ryazan e la parte orientale della Lituania, stabilendosi a Mosca in modo permanente.

 

2. La battaglia di Kulikovo.

 

2.1. La vera posizione del campo di Kulikovo.

Prendiamo in considerazione i resoconti storici della famosa battaglia avvenuta sul campo di Kulikovo nel 1380. Oggi si presume che il campo di Kulikovo si trovi tra i fiumi Nepryadva e Don (attualmente la regione di Kurkinskiy nella provincia di Tula, vedere in [797], pagina 667), vale a dire, circa 300 chilometri a sud di Mosca. Si suppone che abbia avuto luogo qui la battaglia più famosa della storia russa, quando le truppe di Demetrio Donskoi incontrarono l'esercito tartaro e mongolo guidato da Mamai.

Tuttavia è risaputo che su questo campo di “Kulikovo” vicino a Tula, non sono state trovate tracce della famosa battaglia. Ci si potrebbe chiedere sulla sua reale ubicazione; dopo tutto, non sono state trovate armi o tumuli funerari da nessuna parte nelle vicinanze di Tula e questo, a sua volta, porta anche a chiedersi se gli storici e gli archeologi moderni abbiano effettivamente scelto il sito corretto per gli scavi.

Il 6 luglio 1995, la “Rossiyskaya Gazeta” ha pubblicato un articolo di Nikolai Kireyev intitolato “Dove sei, campo di Kulikovo?” in cui racconta la lunga e futile storia degli scavi nella regione di Tula, condotti dagli archeologi alla ricerca delle reliquie della famosa battaglia, smarrite da queste parti dagli storici pro Romanov. Citiamo le conclusioni a cui arriva l'autore dell'articolo:

“I membri della spedizione archeologica di Tula, insieme ai colleghi del Museo statale di storia, conducono scavi nel campo di Kulikovo dal 1982. Sono stati scoperti e studiati più di 350 reperti archeologici. È stata ricostruita la visione generale del campo così com'è stata negli ultimi duemila anni [? – Aut] … la flora e la fauna della regione, così come il suolo … è stata studiata dagli specialisti un'area di 70 chilometri … per questo scopo, hanno utilizzato la fotografia geomagnetica, oltre a numerosi altri metodi. Furono scavate moltissime trincee; la zona venne letteralmente setacciata da soldati e scolari. Ci sono stati anche diversi tentativi di utilizzare l'ESP per la ricerca dei manufatti. Tuttavia, anni e anni di ricerca non ci hanno lasciato un solo oggetto che ci permetta di affermare che la battaglia in questione fu combattuta nella parte settentrionale del campo, tra il fiume Smolka e il villaggio di Khvorostyanka... Tuttavia, questa volta gli archeologi erano dotati di metal detector all'avanguardia, prodotti dal Fisher Research Laboratory negli Stati Uniti. Questi strumenti possono trovare il metallo fino a una profondità di 30 centimetri e rilevarne il tipo. I risultati non impiegarono molto tempo: già la prima settimana venne trovata una punta di freccia nella regione di Zelyonaya Doubrava, e altre punte di freccia furono trovate vicino al villaggio di Khvorostyanka; una di quelle apparteneva a una freccia perforante, e diversi pezzi di cintura, che facevano parte degli armamenti standard. Gli scavi continuano”.

Per cui, sul sito sono stati rinvenuti solo alcune punte di freccia e di numerosi pezzi di cinture: troppo pochi artefatti per un enorme campo di battaglia.


Figura 6.1.
Cotta di maglia presumibilmente trovata
sul campo di Kulikovo nell'oblast di Tula.
Gli storici stanno cercando di convincerci
che questa cotta di maglia abbia circa seicento anni,
il che è altamente dubbia:
seicento anni sottoterra l'avrebbero trasformata
in una massa solida di metallo arrugginito,
molto difficile da ricostruire nella sua forma originale.
Tratta da [974].

Molti dei libri scritti sulla battaglia di Kulikovo contengono fotografie della cotta di maglia che si dice sia stata trovata sul campo di Kulikovo nella regione di Tula, vedi la fig. 6.1. Tuttavia, le sue eccellenti condizioni sono altamente sospette per un manufatto di 600 anni. Ci è stato detto che questa cotta di maglia è formata da raffinati anelli metallici, che hanno trascorso 600 anni sepolti nel terreno solo per essere ritrovati, spiegati e portati al museo, con pezzi di terra bagnata rimossi delicatamente. Tuttavia, nel corso di così tanti anni si sarebbe trasformata in un grumo di roccia e metallo che non avrebbe permesso nemmeno di separare i singoli anelli dalla massa incrostata. Siamo del parere che la cotta di maglia in questione sia di origine relativamente recente e presentata come “antica” al fine di fornire l'unico manufatto militare presumibilmente trovato sul “campo di Kulikovo” vicino a Tula.

 

2.2. La zona chiamata Kulishki a Mosca e la Chiesa di tutti i Santi costruita sulla Piazza Slavjanskaja di Mosca in onore dei guerrieri uccisi nella battaglia di Kulikovo.

Cominciamo constatando che alcune cronache ci dicono direttamente che il campo di Kulikovo si trovava a Mosca.

Ad esempio, la famosa “Arkhangelogorodskiy Letopisets” descrive l'arrivo a Mosca della famosa icona (Nostra Signora di Vladimir), durante l'invasione di Timur nel 1402, e ci dice che l'icona fu ricevuta a Mosca “sul campo di Kulichkovo”. Il testo completo della citazione è il seguente:

“E il 26simo giorno di agosto l'icona fu portata avanti, e il Metropolita Cipriano radunò una grande massa di gente sul Campo Kulichkovo, dove oggi vediamo una chiesa pietra, la Chiesa della Candelora, in agosto,” ([36], pagina 81).

La chiesa in questione si trova in via Sretenka; nelle vicinanze troviamo la parte di Mosca che è ancora conosciuta con il suo antico nome di Kulishki. L'opinione che Kulishki un tempo fosse un sinonimo del campo di Kulikovo, era popolare a Mosca già nel XIX secolo! Ad esempio, l'almanacco intitolato “La Vecchia Mosca” e pubblicato dalla Commissione per lo Studio della Storia della Città riunita dalla Società Archeologica Imperiale di Mosca ([813]) menziona “l'idea errata secondo cui il nome Kulishki a Mosca deriva dal nome del campo Kulikovo” ([813], pagina 69). Nella stessa pagina è contenuto il passaggio in cui si dice che Kulishki esisteva già prima di Mosca.

Nella regione di Kulishki esiste ancora oggi la Chiesa di Tutti i Santi: “secondo l'antica tradizione fu costruita da Demetrio Donskoi in commemorazione dei soldati morti sul campo di Kulikovo” ([841], pagina 143). Viene citata nel modo seguente: “la chiesa in pietra di Tutti i Santi a Kulishki, come menzionata in una fonte scritta del 1488. L'edificio è sopravvissuto fino ai giorni nostri” (ibid). Il suo nome è rimasto lo stesso: “La Chiesa di Tutti i Santi a Kulishki” (vedi fig. 6.2); la chiesa si trova proprio di fronte all'uscita inferiore della stazione della metropolitana Kitai-Gorod di Mosca, sulla piazza oggi conosciuta come Slavjanskaja, vicino al fiume Moscova e alla via Solyanka, un tempo conosciuta come “Kulizhki” o “Kulishki” ([284], pagina 53).

Si presume che “la parola Kulizhki significasse “paludi” ([284], pagina 62). A parte questo, nel secondo il dizionario di V. Dahl ([223]), la parola “kulizhka” si traduce con “terreno disboscato e bonificato per la lavorazione”. Apprendiamo anche che “la maggior parte dell'area di Kulishki a Mosca era coperta da frutteti” ([841], pagina 143). La regione di Kulishki comprendeva anche la piazza della Porta Pokrovskiye; la porta in questione una volta era conosciuta come Kulishskiye.

Secondo la nostra concezione, in questa parte di Mosca si svolse la famosa battaglia di Kulikovo; il risultato fu la sconfitta delle truppe di Mamai provenienti dalla Russia occidentale, da Ryazan e dalla Polonia, da parte di Demetrio Donskoi, noto anche come Tokhtamysh Khan. La presenza dei soldati polacchi nelle truppe “mongole” di Mamai, potrebbe sorprendere i lettori; tuttavia, viene affermato abbastanza esplicitamente nelle cronache, vedi CCRC, volume 25, Mosca e Leningrado, 1949, pagina 201; vedere anche [363], volume 5, pagina 462.


Figura 6.2.
La Chiesa di Tutti i Santi a Kulishki. Secondo la nostra ricostruzione,
le truppe di Dmitriy Donskoi si trovavano qui prima della battaglia di Kulikovo.
Fotografia scattata nel 2013.

La versione consensuale sostiene che le truppe di Mamai furono sconfitte due volte nello stesso 1380, la prima volta da Dmitriy Donskoi e la seconda da Tokhtamysh Khan. La nostra ipotesi li identifica entrambi come un unico personaggio storico, il che rende la seconda “sconfitta” un mero duplicato fantasma. La “seconda sconfitta” di Mamai è avvenuta “a Kalki”. Come abbiamo già accennato, “kalki” o “kuliki” sono un'altra versione dello stesso nome Kulishki, ossia il Campo di Kulikovo. L'etimologia della parola può essere fatta risalire alle parole kulachki, kulak e ragazzo kulachniy, rispettivamente pugni, pugno e scazzottata; significava “luogo per i tornei di scazzottate”. A proposito, Mamai-Khan è chiamato Tetyak nel “Racconto della Battaglia di Kulikovo”: “L'empio re Tetyak, che era chiamato il diavolo in carne e ossa, iniziò a tremare di terrore” ([666], pagina 300). Tetyak potrebbe essere una variazione del nome Tokhta. I successivi estensori del “Racconto” devono aver già confuso Demetrio Donskoi = Tokhta Mysh = Tokhta Meshech, ossia Tokhta di Mosca, con il suo nemico, e quindi hanno usato il nome Tokhta per riferirsi a Mamai. Un altro fatto poco noto che dobbiamo sottolineare, è che il nome Mamai è un nome cristiano e si trova ancora oggi nel calendario ecclesiastico. Sembra essere una leggera corruzione della parola mama (madre) o mamin (della madre). Il russo antico aveva due nomi di origine simile: Batiy (Batu) derivato da batka (padre) e Mamiy, ossia Mamai, “figlio della mamma”. Nella fig. 6.3 vediamo un bassorilievo georgiano del presunto XI secolo, raffigurante il santo cristiano Mamai.


Figura 6.3.
San Mamai. Goffratura medievale georgiana.
Fotografia dall'articolo del Prof. V. Beridze
nella rivista “Nauka i Zhizn”, numero 12, 1966.

Quanto sopra si traduce come segue: Demetrio Donskoi combatte contro un capo militare con un nome cristiano! Infine, dobbiamo anche dire che il nome “Kulichkovo”, vedi sopra, viene letto costantemente, dagli storici pro Romanov, come “Campo di Kuchkovo” (vedi [284], per esempio, o pagina 143 di [841], dove si legge che “il campo di Kuchkovo era situato vicino all'odierna Porta Sretenskiye”. Quale potrebbe essere il problema? Perché gli storici non possono fornirci una citazione letterale della cronaca che chiama il campo in questione Kulichkovo, e in modo molto sfacciato? La possibile spiegazione potrebbe essere la loro riluttanza a dare ai lettori anche solo l'opportunità di tracciare l'evidente collegamento tra il campo di Kulichkovo e il famoso campo di Kulikovo, il campo di battaglia di Demetrio Donskoi. Questa riluttanza può essere di natura inconscia, tuttavia riteniamo che ciò sia stato fatto in assoluta consapevolezza dello scopo e delle conseguenze, almeno nel XVII-XVIII secolo, quando venne alla luce la falsa interpretazione della storia russa, che portò anche a nuove localizzazioni geografiche di alcuni eventi importanti della storia russa.

 

2.3. Informazioni sulla battaglia di Kulikovo: origini e condizione attuale.

Per un motivo o per l'altro, la fonte principale dei dati relativi alla storia della battaglia di Kulikovo, è la Zadonshchina. Secondo gli storici pro Scaligero, “si hanno tutte le ragioni per credere che la Zadonshchina fu creata nel 1480, subito dopo la battaglia di Kulikovo, quando Demetrio Donskoi era ancora vivo” ([635], pagina 544).

Una fonte successiva è “Il Racconto della Battaglia con Mamai”, che “è molto probabile che sia stato scritto nel primo quarto del XV secolo” ([635], pagina 552). Presumibilmente, si basa sulla Zadonshchina; siamo anche venuti a sapere che “Il Racconto della Battaglia con Mamai contiene alcuni passaggi della Zadonshchina; furono inseriti nel testo originale di quest'opera, così come nelle edizioni successive” ([635], pagine 549-550). L'implicazione è che la Zadonshchina sia la fonte principale. Studiamo il suo testo reale.

Ci sono sei copie della Zadonshchina che sono sopravvissute fino ai nostri giorni; la prima è di fatto una versione condensata della prima metà del libro. Per il resto, “il testo delle altre copie è stato stravolto piuttosto pesantemente dagli scribi… Ogni singola copia della Zadonshchina contiene un numero enorme di difetti e distorsioni, rendendo una pubblicazione basata su di una sola copia, incapace di dare ai lettori un’impressione del testo completo dell'opera, da cui l'antica tradizione di ricostruire il testo della Zadonshchina dopo un’analisi comparativa di tutte le copie esistenti” ([635], pagina 545). Tutte le copie risalgono al XVI-XVII secolo; l'unica eccezione è quella più antica, che contiene solo la metà della Zadonshchina e risale alla fine del XV secolo ([635], pagina 545).

L'edizione fondamentale della Zadonshchina ([635]) attira immediatamente la nostra attenzione per la sua propensione a utilizzare il corsivo per un gran numero di località geografiche, indicando che tutti questi frammenti furono ricostruiti dagli storici successivi, a seguito di un confronto di copie differenti, come viene apertamente affermato a pagina 545 di [635]. Si è anche scoperto che i nomi geografici originali venivano spesso sostituiti da qualcosa di completamente diverso. Spesso vediamo i nomi Don e Nepryadva in corsivo, e questo ci porta alle seguenti domande: quali erano i nomi originali forniti nelle fonti, e perché furono sostituiti da Don e Nepryadva?

 

2.4. Il quartier generale di Mamai sul Krasniy Kholm (Colle Rosso) vicino al Campo di Kulikovo contro il Krasniy Kholm, il Ponte Krasnokholmskiy e il Lungofiume Krasnokholmskaya a Mosca.

Sarebbe opportuno che i lettori si procurassero una mappa di Mosca per usarla come ulteriore riferimento. Secondo le fonti russe, durante la battaglia di Kulikovo il quartier generale di Mamai era situato su un certo Colle Rosso (Krasniy Kholm), vedi [183], volume 1, pagine 98 e 101. “Diversi giorni prima della battaglia, le “guardie” russe di Melik furono spinte, dalle truppe tartare, verso Nepryadva e il Colle Rosso, che offriva una vista unica dell'intera area circostante” ([183], Volume 2, pagina 98). Durante la battaglia, “Mamai dava ordini ai suoi soldati dal suo quartier generale sul Krasniy Kholm, accompagnato da tre principi” ([183], Volume 1, pagina 101). “Lo Zar Mamai e i tre principi malvagi arrivarono in cima a un'alta collina e lì si fermarono per osservare lo spargimento di sangue” ([362], Commento 76 al volume 1, pagina 29). Visto che c'era un Colle Rosso vicino al campo di Kulikovo, avrebbe senso cercare un nome simile nelle vicinanze di Kulishki a Mosca. Riusciamo a trovarne uno?

A dir il vero, riusciamo. C'è un colle molto alto proprio accanto a Kulishki; una volta era conosciuto come Krasniy Kholm. La sua sommità è la famosa piazza Taganskaya, vicino alla Porta Yaouzskiye. È possibile che il quartier generale di Mamai si trovasse qui? Inoltre, proprio in questa zona si possono ancora trovare il famoso Lungofiume Krasnokholmskaya sulla Moscova e il Ponte Krasnokholmskiy. L’attuale Krasniy Kholm non è indicato formalmente su nessuna mappa; tuttavia, c'è una Krasnaya Gorka (un'altra parola russa per “collina”) vicino al Cremlino, dove si trova il vecchio edificio dell'Università Statale di Mosca ([284], pagina 52). Il campo Kulishki a Mosca è circondato da diverse colline, una delle quali ospita la Piazza Rossa e il Cremlino; questa collina potrebbe essere stata conosciuta come “Krasniy Kholm”. È possibile che, durante la battaglia di Kulikovo, il quartier generale di Mamai fosse situato proprio su questa collina.

 

2.5. Il villaggio di Kuzmina Gat nella battaglia di Kulikovo e i dintorni di Kuzminki a Mosca.

Le truppe di Mamai si fermarono a Kuzmina Gat prima della battaglia vera e propria, vedi [635], pagina 163.

Qualsiasi moscovita riconoscerà immediatamente questo posto come il quartiere di Kuzminki a Mosca. Al di là del fiume Moscova, troviamo il vasto quartiere di Nagatino, la cui toponomastica deriva dalle parole russe na gati, ovvero “sull'ostacolo”, un luogo paludoso con strade di tronchi che altrimenti sarebbe impossibile percorrere.

La nostra ricostruzione è la seguente. Mamai si stava avvicinando da est a Kulishki, ossia al centro dell'odierna Mosca, sulla riva sinistra del fiume Moscova, quella dove avrebbe dovuto essere combattuta la battaglia.

Demetrio si stava avvicinando al campo di battaglia da sud, e si trovava sulla riva destra della Moscova. Dovette forzare un passaggio prima della battaglia.

I due eserciti si incontrarono proprio nel centro dell'odierna Mosca, a Kulishki, vicino a piazza Slavjanskaja e via Sretenka, vedi la mappa nelle figg. 6.4 e 6.5.

Un altro dettaglio per completare l'immagine è il fatto che le truppe di Demetrio trascorsero la notte prima della battaglia “sul Berezouy” - il nome può essere tradotto con “banchina” (mentre le truppe di Mamai si accamparono a Kuzmina Gat, vedi [635], pagine 160-161).

Va detto che gli storici non riescono a trovare nessuna traccia di Kuzmina Gat in qualsiasi parte della regione del Don; ogni singola versione da loro proposta contraddice i dati della cronaca. Gli storici finiscono per accusare gli scribi di ignoranza e incapacità di interpretare la storia, scrivendo

cose del tipo: “si incontrano diverse gravi contraddizioni... A quanto pare, l'identificazione di Kuzmina Gat suggerita dai ricercatori non è corretta, o in alternativa, l'autore del 'Racconto' aveva un'idea molto vaga degli itinerari di entrambi gli eserciti” ([631], pagina 215). Il testo che citiamo proviene da un voluminoso documento di ricerca ([631]) sotto la direzione generale dell'accademico B. A. Rybakov.


Figura 6.5.
Il luogo della battaglia di Kulikovo, ovvero Kulishki a Mosca. Si possono vedere ancora moltissimi monumenti legati alla battaglia di Kulikovo, a Demetrio del Don e al nome Kulishki.

2.6. L’identificazione di Kolomna come punto di partenza della marcia di Demetrio verso il Campo di Kulikovo.

Secondo la cronaca, l'esercito di Demetrio partì da Kolomna, dove si recò per incontrare i suoi alleati. Oggi, la località in questione viene identificata come la cittadina di Kolomna, a circa 100 chilometri da Mosca. Questo è possibile; non bisogna però scartare un’altra possibilità, e cioè che la Kolomna in questione si identifichi con la famosa città di Kolomenskoye, che oggi fa parte di Mosca. Ricordiamo ai lettori che una volta, in questo luogo esisteva il gigantesco palazzo in legno degli zar. Questa ipotesi è confermata anche dalle seguenti prove raccolte nel “Racconto della Battaglia con Mamai”. “Quando Demetrio venne a conoscenza della battaglia imminente, ordinò ai suoi alleati di dirigersi verso Mosca, dove arrivarono prontamente” ([635], pagine 140-141). La stessa cronaca riporta l'ordine perfettamente identico dato da Demetrio, nominando questa volta Kolomna come punto d'incontro ([635], pagine 142-143). A quanto pare, ciò che vediamo sono due duplicati dello stesso ordine: gli alleati di Demetrio dovevano riunirsi a Kolomenskoye, che si trova a Mosca. Lo stesso frammento è entrato nella cronaca due volte.

La cronaca continua a sovrapporre continuamente Kolomna a Mosca: ad esempio, dopo averci appena parlato del raduno delle truppe a Kolomna, lo scriba procede scrivendo che l'esercito di Demetrio partì da Mosca ([635], pagine 144-145). Vediamo ancora un'altra identificazione di Kolomna con la famosa Kolomenskoye di Mosca. Inoltre, Tikhomirov riferisce che “Mosca era stata il centro dove si radunavano le truppe provenienti da altre regioni della Russia: ‘… moltissimi eserciti si diressero verso Mosca, ascoltando la chiamata del principe’. C'erano truppe di Beloozero, Yaroslavl, Rostov e Ustjug. I moscoviti costituivano la maggioranza dell'esercito russo, come si vede dal rapporto sulla disposizione del reggimento a Kolomna e al Campo di Kulikovo” ([841], pagina 47). Riteniamo quindi che Demetrio Donskoi sia partito proprio da questo luogo, che oggi è il quartiere Kolomenskiy di Mosca. Dov'è finito il suo esercito?

 

2.7. Kotly nella battaglia di Kulikovo e Kotly a Mosca.

Secondo la cronaca, Demetrio partì in marcia verso “Kotyol” ([635], pagine 150-151). Riusciamo a trovare questo nome in qualche parte di Mosca? Date un'occhiata alla mappa e noterete immediatamente il fiume Kotlovka vicino a Kolomenskoye, Mosca, così come la stazione ferroviaria di Nizhniye Kotly, che si trova anch'essa nelle vicinanze. A proposito, se Demetrio avesse effettivamente marciato in questa direzione, sarebbe dovuto arrivare nelle vicinanze del monastero di Novodevichij, che si trova sull'altra sponda del fiume Moscova. Vediamo se la cronaca lo confermerà.

 

2.8. L'ispezione prima della battaglia al campo di Devichye, vicino al monastero di Devichye, e il monastero di Novodevichij sul campo di Devichye in Russia.

Demetrio organizzò un'ispezione delle sue truppe “sul campo di Devichye”. Si riporta quanto segue: “più di 150mila cavalieri e fanti erano in formazione, e Demetrio si rallegrò nel vedere un esercito così grande mentre cavalcava verso il vasto campo di Devichye” ([362], Volume 5, Capitolo 1, pagina 37; anche [635], pagine 154-155). Inoltre, “Il Racconto della Battaglia con Mamai” ci dice esplicitamente che “al mattino il Gran Principe ordinò che tutte le truppe convergessero sul campo vicino al Monastero di Devichij” ([635], pagina 155).

La nostra ricostruzione implica che dovremmo trovare il campo di Devichye da qualche parte nel territorio dell'odierna Mosca. Non ci mettiamo molto tempo: lo possiamo identificare immediatamente con il grande campo nell’ansa del fiume Moscova e il monastero di Novodevichy situato lì vicino. Questo campo è piuttosto vasto e una volta era ufficialmente conosciuto come Campo Devichye, vedi [554], pagina 246. Alcuni dei vecchi nomi sono sopravvissuti fino ai giorni nostri: Campo Guida di Devichye, in precedenza solo Campo di Devichye, il Lungofiume di Novodevichya e il Viale Novodevichy. Vediamo il Monastero di Devichiy su un vecchio disegno di Mosca risalente al 1707 circa, intitolato “Una veduta di Zamoskvorechye con il ponte Kamenniy” ([550], pagina 163, vedi le figure 6.6 e 6.7). Nella fig. 6.8 si vede un'antica incisione che risale al 1702 con una vista del Monastero di Novodevichy e dei suoi dintorni, com'erano all'inizio del XVIII secolo ([9], pagina 407). Possiamo vedere chiaramente un grande campo; rimase libero da ogni costruzione fino agli inizi del XVIII secolo.


Figura 6.6.
Una vista da Zamoskvorechye con il Ponte Kamenniy. Frammento di un'incisione di P. Picart risalente al 1707 circa.
Tratto da [550], pagine 162-163.


Figura 6.7.
Ingrandimento di un frammento dell'incisione sopra con il "Monastero di Devichiy".
Tratto da [550], pagine 162-163


Figura 6.8.
Incisione del 1702 con una veduta del monastero di Novodevichy e i suoi dintorni.
Tratto da [9], pagina 407).

Per cui, possiamo vedere che Demetrio Donskoi partì da Kolomenskoye, attraversò la Moscova e arrivò al campo di Devichye, dove fece l'ispezione delle sue truppe. La cronaca chiama questo guado del fiume il “passaggio sul Don”; si ha l'ovvia idea che il nome Don un tempo fosse stato un semplice sinonimo della parola “fiume”. Ricordiamo ai lettori che, secondo la nostra ricostruzione, Mosca non era ancora stata fondata; quindi il fiume potrebbe anche essere stato chiamato diversamente; potrebbe essere che Don fosse l'antico nome della Moscova, o semplicemente un sinonimo di “fiume”. Di seguito approfondiremo l'argomento.

È spettacolare constatare che la Zadonshchina si stia ovviamente riferendo alla Moscova con il nome di Don: “La principessa Marya si trovava in cima alle mura di Mosca, lamentandosi: 'O Don, tu fiume che scorri veloce... riportami il mio signore e marito Mikoula Vasilyevich'” ([635], pagina 105). Pertanto, il fiume Don, come menzionato nella cronaca, un tempo attraversava Mosca e può quindi essere identificato con la Moscova; la nostra ipotesi è confermata dai dati di cronaca.

 

2.9. Il Monastero Devichiy, il Babiy Gorodok e la Polyanka sulla riva destra della Moscova e la possibilità di identificarli con il Campo Devichye e il luogo dove Demetrio del Don ispezionò le sue truppe.

Oggigiorno il campo Devichye si trova sulla riva sinistra del fiume Moscova. Tuttavia, è più probabile che Demetrio abbia ispezionato le sue truppe mentre si trovavano sulla riva destra del fiume, prima di attraversarlo (questo è il modo in cui “Il Racconto della Battaglia con Mamai” riporta questo evento, vedi in [635], pagina 155, e la fig. 6.4. In questo caso, l'ispezione ebbe luogo nelle vicinanze dell'odierna Polyanka, di fronte al Cremlino, che non esisteva ancora all'epoca di Dmitriy Donskoi. Il Cremlino fu costruito solo nel XVI secolo, vedi sotto e anche in Cronologia6. La cosiddetta Babiy Gorodok (“città della fanciulla”) era situata proprio in questo sito ([803], volume 2, pagina 587). Potrebbe essere stata conosciuta anche come Devichiy Gorodok (in russo, la prima parola significa anche “fanciulla”). Nelle vicinanze si trova anche il viale Babyegorodskiye, la cui toponomastica è oggi considerata nebulosa:

“Il viale Babyegorodskiye prende il nome da Babiy Gorodok, un luogo conosciuto fin dal XVII secolo... la parola “gorodok” [che oggi si traduce come “piccola città, villaggio” – Trad.] a quei tempi indicava una “fortificazione”. La leggenda della battaglia tra i Tartari e le donne che presumibilmente costruirono la fortificazione nel 1382, non è confermata da alcun dato documentale”. Citazione secondo [825], pagina 65. Quindi il luogo in questione ha qualche relazione con la leggenda della battaglia contro i Tartari del 1382, più o meno nello stesso periodo in cui ebbe luogo la battaglia di Kulikovo. La cosa non ci sorprende, dal momento che questa leggenda riflette proprio la battaglia di Kulikovo, o un suo duplicato fantasma che finì nel 1382 (vedi più avanti).

V. V. Nazarevskiy, sulla “battaglia con i Tartari” del 1382 e sulla possibile toponomastica di Babiy Gorodok, riporta quanto segue: “C'era una leggenda su diverse centinaia di contadine che fuggivano dai Tartari e imploravano di entrare al Cremlino. A causa della carestia, fu rifiutato loro l'ingresso nella fortezza, così costruirono una fortificazione di legno sulla riva destra della Moscova e si difesero saldamente; si presume che il nome della località derivi da questo” ([568], pagina 68). Molto probabilmente, questo aneddoto si riferisce ad un accampamento militare e non ad una semplice fortificazione in legno.

Gli storici moderni hanno inventato un gran numero di spiegazioni teoriche sul nome; tuttavia, il punto di vista ufficiale è che “l'esatta toponomastica del nome [Babiy Gorodok – Aut.] rimane sconosciuta. Una versione suggerisce che una volta qui c'era una fortificazione, costruita da donne che cercavano di difendersi dai nemici; un'altra riflette sulla possibilità che i Tartari possano aver scelto delle schiave sulle rive della Moscova… la spiegazione più popolare è che la riva del fiume fosse fortificata (fortificare = “gorodit” in russo) con pali piantati con l'ausilio di martelli detti 'baby'” (citazione secondo [735], pagine 298-301. Siamo dell'opinione che il nome in questione non abbia nulla a che fare con ogni tipo di martello, ed è più probabile che rifletta la partecipazione delle donne guerriere (le amazzoni) nella battaglia di Kulikovo.

Nelle vicinanze troviamo anche il Monastero della Natività di Nostra Signora; ricordiamo ai lettori che la battaglia di Kulikovo ebbe luogo il giorno della Natività di Nostra Signora, per cui, secondo la nostra ricostruzione, avrebbe potuto essere commemorata con la costruzione di un monastero con tale nome, proprio come la Chiesa della Natività di Nostra Signora sull'attuale campo di Kulikovo (Kulishki a Mosca), vedi la fig. 6.9.

“C'è una voce della cronaca del 1472, che menziona l'ubicazione del cortile Goloutvinskiy in queste vicinanze; apparteneva al Monastero della Natività di Nostra Signora a Goloutvino, dove si trova il famoso confessionale di Ivan III del 1504. Si sa che la Chiesa Parrocchiale della Natività di Nostra Signora esisteva dal 1625”. Citazione secondo [13], nr.107.

Per esempio, il fatto che il monastero di Goloutvino sia stato fondato per commemorare la battaglia di Kulikovo è menzionato da V. G. Bryussova: “È noto che Demetrio Donskoi costruì diverse chiese per commemorare la sua vittoria sul campo di Kulikovo: i monasteri di Doubenka, Goloutvino e Stromynka, e portò a termine la costruzione della chiesa di Kolomna [è molto probabile che la chiesa in questione sia stata costruita nella zona Kolomenskoye di Mosca e non nella città di Kolomna – Aut.]; la Chiesa di Tutti i Santi a Kulishki fu costruita in onore di tutti i guerrieri uccisi nella battaglia” ([100], pagina 121).


Figura 6.9.
Via Solyanka e la Chiesa della Natività di Nostra Signora a Kulishki, situata su questa strada. Vediamo il campo di Kulikovo dalla stessa prospettiva delle truppe di Dmitriy Donskoi. Il colle Taganskiy (Colle Rosso), dove si trovava il quartier generale di Mamai, può essere visto in lontananza. A sinistra vediamo i ripidi pendii del colle, dove avvenne l'imboscata di Vladimir Andreyevich. La Chiesa della Natività di Nostra Signora a Kulishki si trova proprio nel punto in cui ci fu l'imboscata contro Mamai. La battaglia di Kulikovo ebbe luogo nel giorno della Natività di Nostra Signora, motivo per cui la chiesa fu costruita qui per commemorare questo particolare giorno sacro.
Fotografia scattata nel 1997.

Bisogna dire che la vicinanza del Babiy Gorodok era ideale per effettuare un'ispezione militare; oggi qui troviamo la piazza Oktyabrskaya, così come le vie Polyanka e Bolshaya Polyanka, i cui nomi implicano l'esistenza di un grande campo in questa regione.

Occorre ricordarsi che l'ispezione militare in questione ebbe luogo sul campo di Devichye. Sopra abbiamo già suggerito che questo campo può essere identificato come i dintorni del monastero di Novodevichy. Tuttavia, il monastero in questione è un po' più a monte della corrente del fiume Moscova, per cui Demetrio avrebbe dovuto fare una deviazione per attraversare il fiume qui, vedere la fig. 6.4. È molto probabile che Demetrio avesse usato il Guado Krimskiy, che troviamo proprio accanto all'odierno Cremlino: qui l’acqua era bassa, per cui era molto più facile attraversare il fiume Moscova. Si è scoperto che il primo convento di Mosca un tempo si trovava proprio qui, vicino al luogo in cui il fiume Chertoriy confluiva nella Moscova (vedi [62], pagina 187). Il vecchio modo di riferirsi al convento è “devichiy monastyr”, ossia “monastero delle fanciulle”. Il luogo in questione si identifica nell'area attorno alla stazione Kropotkinskaya della metropolitana di Mosca. L. A. Belyaev riporta quanto segue:

“Vediamo la 'Chiesa di Sant'Alessio, il venerato servitore di Nostro Signore, nel monastero della vergine vicino a Chertoriy' menzionata nell'elenco degli edifici del 1514 compilato da Aleviz Noviy … Uno dei candidati per l'elezione tenutasi al Concilio del 1551, proveniva da 'Chertoriy, dal convento di Alessio'... un nuovo monastero con il nome di Zachatyevskiy fu costruito su questo sito nel 1584” ([62], pagine 187-188). Vedi anche [331], Volume 1, Allegato al Volume 1, Commento 93. Possiamo quindi vedere che il primo convento (devichiy monastyr) a Mosca si trovava proprio accanto al campo Devichye, dove Demetrio Donskoi aveva svolto l'ispezione militare delle sue truppe.

 

2.10. L’attraversamento della Moscova.

Le truppe di Demetrio Donskoi molto probabilmente hanno attraversato la Moscova, che nelle cronache viene chiamata “Don”, esattamente nello stesso punto in cui oggi troviamo il moderno ponte Krymskiy, dove un tempo c'era un guado chiamato Stariy (Vecchio) o Krimskiy (Crimea), vedi [803], volume 2, pagina 407. Gli storici sono dell'opinione che una volta qui ci fosse una strada maestra, che collegava Kiev e Smolensk con Vladimir, Suzdal e Rostov la Grande. Attraversava la Moscova dove oggi si vede il Ponte Krymskiy e si dirigeva verso il Cremlino, oltrepassando i villaggi e i prati sulla sponda della Moscova, per poi proseguire verso nord-ovest ([803], Volume 2, pagina 407). Potrebbe trattarsi dello stesso guado utilizzato da Demetrio Donskoi per attraversare il Don, ovvero il fiume Moscova.

 

2.11. Berezouy e il Lungofiume Bersenyevskaya a Mosca.

Prima di attraversare il fiume, Demetrio Donskoi e il suo esercito si trovavano in un luogo chiamato Berezouy ([635], pagine 160-161). È degno di nota il fatto che il lungofiume della Moscova vicino al ponte Bolshoi Kamenniy, proprio accanto al Cremlino, che sembra essere il luogo in cui l'esercito di Demetrio aveva attraversato il fiume, da tempi immemorabili si chiama Bersenyevskaya. Bersenyevka è un nome moscovita molto antico; si presume risalga al XIV secolo: “queste sono le zone paludose dove un tempo sorgeva il monastero Nikolskiy di Bersenyevka, noto anche come 'Il Vecchio Nikola'. Se ne parla in alcune frasi di una cronaca risalente al 1390 e al 1404”. Citazione data secondo [13], nr. 24 e 76.

È abbastanza facile notare che le parole Berezouy e Bersen (Berzen) possono essere versioni diverse di uno stesso nome, osservate in cronache diverse. Bisogna anche dire che gli storici pro Romanov non riescono a trovare alcun luogo con un nome simile, da nessuna parte nella regione dell'odierno Don; ogni loro suggerimento contraddice i dati contenuti nelle cronache e nel “Racconto”. Si può sapere di più su questa lunga e infruttuosa discussione in [631], pagina 214.

 

2.12. Il fiume Don e la sua relazione con la Battaglia di Kulikovo. Lo scalo Podonskoye a Mosca.

Secondo le cronache, le truppe russe attraversarono il Don dirette al campo di Kulikovo, vedi CCRC, volume 37, pagina 76. Demetrio, il vincitore, così come suo fratello, si erano definiti “Donskoi - del Don”.

Al giorno d'oggi si presume che il fiume in questione sia quello che conosciamo con lo stesso nome; tuttavia, l'odierno fiume Don, nel Medioevo veniva spesso chiamato Tanais; così lo chiamavano gli autori stranieri del XV-XVII secolo quando scrivevano della Moscovia (vedi Stranieri sull'Antica Mosca. La Mosca del XV-XVII secolo ([314]). Gli autori conoscevano i nomi della maggior parte delle città russe, fiumi ecc..., menzionati nelle loro note di viaggio, dai loro interlocutori russi, poiché figurano quei nomi russi che sono rimasti gli stessi fino ai giorni nostri (tuttavia, si può osservare una certa somiglianza tra i nomi Don e Tanais (a quanto pare, Tanais era la parola usata dai russi quando parlavano con gli stranieri, vedere [314], pagine 23 e 59, e così via). A proposito, anche al fiume Volga era stato dato uno pseudonimo: Ra ([314], pagina 23).

La domanda ovvia da porsi è la seguente: qual era la posizione medievale del fiume russo Don? Oggi questo nome è associato ad un solo fiume; tuttavia, apprendiamo che un tempo, questo nome in russo era sinonimo della parola “fiume” ed è rimasto tale in molte altre lingue fino ai giorni nostri.

Quanto detto sopra è un fatto noto. Il Dizionario Etimologico di M. Fasmer ([866], Volume 1, pagina 553) riporta che i nomi Don e Dunai (Danubio) significavano “fiume” in molte lingue antiche, non solo nello slavo, ma anche nel turco, nell'antico indiano, nello Zend et al. La parola Dunai, che è il nome russo del Danubio, in alcuni dialetti russi significa ancora “torrente”, mentre in polacco significa “fiume profondo dalle sponde ripide”. In lettone, dunavas indica una sorgente o un piccolo fiume ([866], Volume 1, pagina 553). Inoltre, anche i nomi di altri due grandi fiumi europei, il Dnepr e il Dniester, derivano dalla parola “Don”, poiché iniziano con la stessa radice senza vocali DN. Per quanto riguarda Dunai (Danubio), si vede chiaramente che si tratta di un'altra versione del nome Don ([866], Volume 1, pagina 518).

Pertanto, “Don” significa “fiume”; quindi, qualsiasi fiume potrebbe chiamarsi con questo nome. Poiché secondo la nostra ipotesi il campo di Kulikovo si trovava sul territorio dell'odierna Mosca, ci si potrebbe chiedere dove si trova il fiume Don, che ovviamente può essere identificato con la Moscova. M. B. Plyukhanova ci dice anche che “la parola Dunai era ampiamente usata nel folclore slavo per riferirsi a grandi fiumi: il Don, il Dnepr, la Moscova ecc…” ([661], pagina 18). Questo fatto alla fine venne dimenticato.

 

2.13. Il fiume Mecha sul campo di Kulikovo diventa il fiume Moscova (o, in alternativa, uno dei suoi affluenti chiamato Mocha).

Secondo la cronaca, la battaglia di Kulikovo infuriò per un giorno intero, al termine del quale le truppe di Mamai iniziarono la fuga e furono spinte verso il fiume Mecha, “dove molti Tartari annegarono” (CCRC, Volume 37, pagina 76). Lo stesso Mamai sopravvisse, accompagnato da diversi guerrieri. Pertanto, il fiume Mecha deve essere abbastanza grande da consentire ad un essere umano di annegarvi ed essere situato vicino al campo di battaglia, poiché tutti gli eventi ebbero luogo nello stesso giorno. Dove potrebbe essere questo fiume? Al giorno d'oggi si può trovare un piccolo fiume chiamato Krasivaya Mecha nella regione di Tula, dove si presume abbia avuto luogo la battaglia.

Bisogna però tenere presente che in questa zona non sono state rinvenute tracce della battaglia; il nome stesso potrebbe essere apparso qui molto più tardi, quando gli storici onniscienti decisero che la battaglia di Kulikovo fu combattuta nella regione di Tula. Ciò portò alla costruzione di un monumento agli eroi di Kulikovo nel 1848-1850 e alla fondazione di un museo da queste parti ([797], pagina 667). Il nome Krasivaya Mecha potrebbe essere stato coniato nello stesso periodo, in modo che i turisti avessero cose da vedere.

Tuttavia, se la battaglia di Kulikovo fu combattuta sul territorio della moderna Mosca, dove possiamo trovare il fiume Mecha? La risposta è semplice: o è la Moscova, o la Mocha, il suo affluente lungo 52 chilometri ([841], pagina 8). I nomi Mecha e Mocha sono quasi identici. Tuttavia, l'affluente in questione sfocia prima nel fiume Pakhra, che a sua volta sfocia nella Moscova; l'odierna Mocha si trova ad una certa distanza da Mosca.

Tuttavia è molto probabile che la cronaca si riferisca alla Moscova stessa, un grande fiume vicino al campo di Kulishki. Le truppe sconfitte di Mamai furono spinte verso la Moscova e lì un gran numero di guerrieri avrebbe potuto annegare. Il nome Mecha potrebbe anche essere una variazione della parola Moskva. Il fatto è che il nome Moskva deriva dal nome Mosokh, o Meshech, vedi sopra: MSCH senza vocalizzazione. Tenete inoltre presente che molte cronache russe provengono dalla Polonia, da Königsberg ecc... (vedi sopra).

 

2.14. Il fiume Nepryadva sul Campo di Kulikovo e il fiume Naprudnaya sul campo di Kulishki a Mosca. Il fiume Neglinka a Mosca.

La battaglia di Kulikovo ebbe luogo sul fiume Nepryadva (CCRC, volume 37, pagina 76). Questo fiume è menzionato in molte cronache che scrivono sulla battaglia di Kulikovo; a quanto pare era piccolo e scorreva attraverso il campo di battaglia, e alcuni guerrieri si fermavano a combattere nel fiume. Possiamo individuare un fiume con un nome simile a Mosca?

Si. Il fiume Naproudnaya, noto anche come Samoteka, scorre proprio attraverso il campo di Kulishki ([284], pagina 54). Si ha la netta impressione che il nome Nepryadva non sia altro che un'altra versione del nome Naprudnaya (deriva dal russo na prudu o na prudakh, rispettivamente “vicino a uno stagno” o “circondato da stagni”).

Inoltre, il fiume Naprudnaya scorre attraverso Kulishki a Mosca, ovvero lo stesso campo di Kulikovo. Infatti, apprendiamo quanto segue: “L'area principale elevata segue... il corso del fiume Naprudnaya (Samoteka), e poi il fiume Neglinnaya, fino al Cremlino... poi lungo le strade Sretenka e Lubyanka (l'antico campo di Kuchkovo) fino a Kitai-Gorod” ([284], pagina 54). Tutto quanto sopra comprende il grande campo di Kulikovo a Mosca.

Il nome Naprudnaya (Nepryadva) è proprio quello che ci aspettiamo di incontrare qui, poiché a Mosca ci sono sempre stati molti stagni. I nomi correlati che sono sopravvissuti fino ad oggi, includono le vie Naprudniye (la prima e la seconda), il viale Naprudniy, la via Prudovaya, corso Prudovoy e così via ([858]).

Inoltre, a nord del Cremlino, sul fiume Yaouza, c'era un villaggio chiamato Naprudskoye ([841], pagina 125). I nomi Nepryadva e Naprudnaya sono simili: la facilità di trasformazione è evidente anche in un altro nome correlato allo stagno (via Prudovaya). Il fiume chiamato Naprudnaya avrebbe potuto eventualmente diventare Naprudovaya e poi Nepryadva.

Tenete presente che il nome Nepryadva è scritto in corsivo, in alcune edizioni moderne della Zadonshchina (sebbene si possa vedere anche il nome senza corsivo). In questo caso particolare, la scritta in corsivo significa che il nome è stato “ricostruito” da qualcuno.

Un altro fiume che un tempo scorreva attraverso Kulishki a Mosca è il Neglinka, che sfociava nella Moscova. È un piccolo fiume. Un altro nome di Kulishki era “Campo Kuchkovo a Neglinnaya” ([841], pagina 51). Il prefisso “NE” nel nome di un fiume è raro; i nomi dei due fiumi potrebbero essere stati confusi a causa dell'esistenza di uno sbarramento e di uno stagno sul Neglinnaya, proprio accanto al Cremlino. Così Sigismund Herberstein descriveva la zona nel XVI secolo: “la sorgente della Neglima (Neglinnaya) si perde nelle paludi; c'è uno sbarramento sul fiume vicino alla città, proprio accanto alla solida cittadella [il Cremlino - Aut.]; forma un bacino idrico, riempie i canali prima della cittadella... e sfocia nella vicina Moscova” ([314], pagina 15).

 

2.15. L'imboscata di Vladimir Andreyevich al campo di Kulikovo e la chiesa di San Vladimir a Mosca.

L'esito della battaglia di Kulikovo fu deciso dai soldati che presero parte all'imboscata, guidati dal principe Vladimir Andreyevich e dal suo comandante militare Dmitriy Bobrok. La battaglia fu stata vinta grazie alla loro partecipazione; il loro impegno nell'azione militare segnò un punto di svolta nel corso della battaglia, ed è raccontato nei dettagli nel “Racconto della Battaglia con Mamai” ([635], pagine 177-179). Sarebbe naturale aspettarsi che qualche ricordo dell'imboscata sopravviva ancora nelle vicinanze del campo di battaglia. Troviamo infatti la famosa chiesa di “S. Vladimir ai Vecchi Giardini” su una delle colline vicino a Kulishki, Mosca; la si può vedere ancora oggi in viale Starosadskiy, vedi la fig. 6.10, 6.10a e 6.10b. Questo deve essere il luogo in cui si trovavano i soldati dell'imboscata di Vladimir Andreyevich: è il versante meridionale della collina; un tempo era coperto da una fitta vegetazione e successivamente in questo sito c'erano dei giardini. Da qui il nome Starosadskiy, ossia Viale dei Vecchi Giardini, che lo si vede anche nel nome della chiesa.


Figura 6.10.
Chiesa di S. Vladimir presso
il Monastero di Ivanovo
(“San Vladimir ai Vecchi Giardini”)
Fotografia del XIX secolo.
Tratta da [330:1], p.122.



Figura 6.10a.
Chiesa di S. Vladimir ai Vecchi Giardini.
Foto del 2003.

Figura 6.10b.
Chiesa di San Vladimiro ai Vecchi Giardini,
posta in al colle che scende verso
il campo di Kulikovo = Kulishki di Mosca.
Qui, sul pendio boscoso meridionale della collina,
si nascose l'imboscata di Vladimir Andreevich,
che decise l'esito della battaglia di Kulikovo.
Foto del 2003.

2.16. Il “Fiume Chura a Mikhailov” accanto al campo Kulikovo, opposto al fiume Chura e le otto corsie del Viale Mikhailovskiy a Mosca.

Usiamo gli artefatti del Ciclo di Kulikovo ([631]), una raccolta di diversi resoconti che trattano la battaglia di Kulikovo. Il “Racconto di Dmitriy Ivanovich, il Principe Giusto, e del Famigerato Mamai, Re degli Elleni” ([631], pagine 137-194) ci parla di un guerriero chiamato Foma che faceva la guardia vicino al fiume Chura a Mikhailovo. Ebbe una visione dall'alto e la raccontò al principe: “la stessa notte il guerriero chiamato Foma, famoso per il suo valore, ricevette l'ordine dal Gran Principe di stare di guardia contro i perfidi nemici sul fiume Chura a Mikhailovo” ([631], pagine 172-173). Nella fig. 6.11 riportiamo un'antica illustrazione di questo passaggio, presa dalla “Leggenda della Battaglia di Kulikovo” (il testo e le miniature sono tratte dalla Litsevoy Svod del XVI secolo, vedere [666]). Il fiume Chura può essere visto nella miniatura in basso a sinistra.


Figura 6.11.
Foma Katsibey fa la guardia al fiume Chura vicino a Mikhailov.
Tratto da [666], pagina 155 (80).

Altre versioni della leggenda ci dicono la stessa cosa; alcune menzionano i soprannomi di Foma (Katsibey, Khabycheyev e Khetsibeyev, vedere [631], pagine 217, 242 e 359). Pertanto, l'esercito di Demetrio Donskoy si trovava vicino al fiume Chura a Mikhailovo, prima della battaglia stessa. Esiste un fiume con un nome simile a Mosca? La risposta è positiva; inoltre esiste fino ai giorni nostri con lo stesso nome (questo fatto ci è stato segnalato da I. B. Menshagin). Nelle fig. 6.12, 6.13 si vede un frammento di una mappa moderna di Mosca, con sopra indicato il fiume Chura; confina con il Monastero Danilovskiy vicino al Viale Leninskiy e scorre attraverso il cimitero musulmano che un tempo era conosciuto come il Cimitero Tartaro ([143]). Il nome Chura è molto antico e lo troviamo sulle prime mappe di Mosca. Nelle vicinanze vediamo Nizhniye Kotly, un luogo che l'esercito di Demetrio attraversò nel suo cammino verso il nemico.

E ora il fatto più interessante: perché la “Leggenda” sottolinea che l’esercito si trovava “vicino al fiume Chura a Mikhailovo”? Nel suo percorso il fiume deve aver superato un villaggio chiamato Mikhailovo, o qualche luogo dal nome simile. Ne troviamo uno nella zona che ci interessa? Si. Dando uno sguardo superficiale alla mappa di Mosca nella fig. 6.14, si vede un intero agglomerato di strade e vicoli che portano il nome di Mikhailovskiy, proprio accanto al fiume Chura e al cimitero musulmano; le otto corsie del Viale Mikhailovskiy Superiore, attraversate dalla corsia trasversale. Infine, ci sono anche il 1° e il 2° Viale Mikhailovskiy Inferiore ([858], pagina 200). Questi ultimi non sono indicati sulla mappa in questione, ma si trovano nel libro di consultazione delle Strade di Mosca ([858]). Pensiamo che una volta da queste parti ci fosse un villaggio chiamato Mikhailov o Mikhailovo. Inoltre, il Chura è un fiume molto corto, e il doppio riferimento al Chura e a Mikhailovo ha perfettamente senso. Questo agglomerato è l'unico di questo tipo a Mosca. Il libro di consultazione ([858]) non menziona nulla del genere da nessun'altra parte. Abbiamo quindi appena scoperto alcune prove fattuali, eccellenti per la nostra ricostruzione. Nelle figg. 6.15, 6.16, 6.17 e 6.18 potete vedere il fiume Chura ai nostri giorni.

Figura 6.12.
Il fiume Chura e i suoi dintorni.
Vediamo il Nizhniye Kotly proprio lì vicino.
Tratto da [551], mappa 60.



Figura 6.14.

Frammento di una mappa di Mosca dove possiamo
vedere chiaramente l'agglomerato dei cinque Viali
Mikhailovskiy proprio accanto al Chura,
con gli altri due (per un totale di otto) che non sono indicati sulla mappa,
ma possono essere trovati nel libro di consultazione ([858], pagina 200).
Pertanto, questa parte di Mosca potremmo
benissimo chiamarla “il Chura presso Mikhailov”,
come ci racconta la cronaca.
Tratto da una mappa elettronica di Mosca.

Figura 6.15.
Il fiume Chura a Mosca. Fotografato a monte,
di fronte all'odierno viale Leninskiy.
Il cimitero musulmano è sulla destra.
Fotografia scattata da T. N. Fomenko nel gennaio 2001.

Figura 6.16.
Il fiume Chura a Mosca.
Vediamo grandi lavori di costruzione in corso,
con gli escavatori sulla sinistra. Stanno costruendo un'autostrada;
l'intero territorio presto avrà un aspetto diverso.
Il fiume scomparirà o dovrà scorrere attraverso dei tubi.
Siamo riusciti a fotografare il fiume negli ultimi mesi della sua esistenza.
Fotografia scattata nel gennaio 2001.


Figura 6.17.
Una vista del fiume Chura dalla riva sinistra e dai piedi
di un grande colle.
Alle sue pendici troviamo il cimitero musulmano (ex tartaro).

Fotografia scattata nel gennaio 2001



Figura 6.18.
Una vista del colle e del cimitero musulmano
dalla riva destra del fiume Chura.
Secondo l'antica miniatura riprodotta sopra,
Foma Katsibey, prima della battaglia di Kulikovo,
era di guardia non lontano da qui.
Fotografia scattata nel gennaio 2001.

Cosa ci dicono gli storici di Mikhailovo e del fiume Chura nella regione di Tula? Si scopre che incontrano molte complicazioni, poiché non c'è né il Chura, né Mikhailovo nelle vicinanze; questo potrebbe essere il motivo per cui alcuni storici propongono di cercare le tracce di un villaggio chiamato Chur Mikhailov, invece di un fiume (anche questo non dà alcun risultato). Ci dicono in modo piuttosto nebuloso che “secondo l'opinione di K. V. Koudryashov, Chur Mikhailov si trovava vicino al luogo in cui il fiume Kochura sfocia nel Don, circa 50 chilometri a valle, vicino all'estuario del Nepryadva” ([631], pagina 106). Ammettono anche quanto segue, riguardo al passaggio della cronaca che suggerisce di cercare un villaggio al posto di un fiume: “la frase non è chiara a causa degli errori e di una successiva interpretazione errata del testo, che ne oscura il significato” ([631], pagine 106 e 120). Siamo dell'opinione che i venerabili storici stiano semplicemente cercando nel posto sbagliato.

 

2.17. Il fiume Sosna e la strada Brasheva (Borovitskaya) verso il campo di Kulikovo, vengono identificati come il fiume Sosenka e la vecchia strada Borovitskaya che porta verso il centro di Mosca.

Il “Racconto di Dmitriy Ivanovich, il Principe Giusto, e il famigerato Mamai, Re degli Elleni” ([631], pagine 137-194) riporta che Dmitriy Donskoi e Vladimir Andreyevich inviarono un piccolo gruppo di esploratori nella regione del fiume Sosna, con l'ordine di riportare indietro un prigioniero per interrogarlo. Una delle versioni chiama il fiume Bystraya Sosna (vedi [631], pagina 147).
Demetrio procedette verso il campo di Kulikovo, prendendo la strada di Kotly, mentre l'esercito di Vladimir Andreyevich si era avvicinato al campo di battaglia da un'altra direzione, utilizzando la Via Brashev ([631], pagina 354). In un'altra cronaca leggiamo quanto segue: “Ci fu un grande rumore, forte come un tuono, al mattino, quando il principe Vladimir stava attraversando la Moscova diretto a Borovitz, sul suo principesco traghetto dorato” ([631], pagina 235). Vediamo che le cronache si riferiscono allo stesso luogo, con i nomi di Brashev e Borovitz; pertanto, la Via Brashev è un'altra via della Strada Borovitz. Ancora una volta troviamo entrambi i nomi caratteristici della toponomastica moscovita: c'è il fiume Sosenka (forma affettuosa di Sosna, letteralmente “pino”) alla periferia sud-orientale di Mosca, proprio accanto al villaggio Sosenki, vedi le fig. 6.19 e 6.20, vicino all'autostrada circolare intorno a Mosca. In questa zona troviamo anche l'ex strada Borovskaya, oggi conosciuta come autostrada Borovskoye, vedi la fig. 6.19. I nomi delle strade quasi coincidono; anche i nomi Borovskaya e Brasheva sono simili, tenendo presente la frequente flessione di Sh e S (Ts). Il nome Sosenki è evidenziato nelle figg. 6.19 e 6.20; l'autostrada Borovskoye può essere vista nella fig. 6.19, nell'angolo in alto a sinistra. Tenete a mente anche la Porta Borovitskiye del Cremlino.
Diventa perfettamente chiaro il motivo per cui la cronaca parla del gruppo di esploratori inviato sul fiume Sosna = Sosenka, quando menziona lo spostamento del principe Vladimir attraverso la strada Borovskaya: questa strada è infatti adiacente al fiume Sosenka, vedi la fig. 6.19.
A proposito, il nome “Sosna” citato nella cronaca, potrebbe anche avere un'altra relazione con la battaglia di Kulikovo: una volta c'era un tratto chiamato “Pod Sosenkami”, ossia (“sotto i pini”); oggi lì c'è il Viale Podsosenskiy. Dalla storia di Mosca si sa quanto segue: “Il vicolo Podsosenskiy... si trova sul sito di un vecchio tratto noto come 'Pod Sosenkami'” ([312:1], pagina 195). Non è tuttavia chiaro se nelle vicinanze sia mai esistito un fiume.
Secondo la nostra ricostruzione, l'esercito di Demetrio Donskoi si mosse nel modo seguente (usiamo la mappa chiamata “Manufatti Archeologici della Seconda Metà del XIII-XIV Secolo sul Territorio dell'Odierna Mosca”, presente in [331], Volume 1, Allegati). L’esercito di Demetrio procedette verso Kotyol seguendo la Via Ordynskaya, conosciuta anche come Via Kolomenskaya, vedi nella mappa (fig. 6.21). Le truppe di Vladimir Andreyevich presero la strada Borovskaya = Borovitskaya oltre il fiume Sosenka, vedi la fig. 6.21. Entrambe conducono verso il campo Kulikovo nel centro di Mosca. Gli esploratori vennero inviati verso Sosenka per accertarsi che il percorso scelto non nascondesse ostacoli. Infatti, Vladimir Andreevic attraversò la Moscova, come menzionato nella cronaca sopra citata. Le truppe di Mamai si erano posizionate a sinistra del fiume, sull’altra sponda.

Figura 6.19.
Frammento di una mappa di Mosca e dei suoi dintorni.
Qui troviamo il fiume Sosenka,
proprio accanto al villaggio di Sosenki.
Nelle vicinanze vediamo l'autostrada Borovskoye,
ovvero la vecchia Strada Borovskaya.
Nella cronaca si riflettono come il fiume Sosna e la Strada Brasheva
(Borovitskaya).
Tratto da [551], mappa 20.


Figura 6.20.

Ingrandimento della mappa di Mosca raffigurante
il fiume Sosenka e il villaggio di Sosenki.
Tratto da [551], mappa 20.


Cosa ci dicono i sapienti di storia sul fiume Sosna e sulla strada Brashev menzionati nelle cronache? Anche questa volta, incontrano molti problemi. Suggeriscono che il fiume Bystraya Sosna è un affluente del Don; tuttavia, loro stessi ammettono che questa versione contraddice altre indicazioni fornite dalla cronaca: “L'autore del 'Racconto' doveva avere un'idea molto vaga del percorso scelto da Mamai… Pertanto, il riferimento agli esploratori inviati a Bystraya Sosna, che si trova molto più a sud rispetto al Mecha, è errato” ([631], pagina 204). Per quanto riguarda la Via Brashev menzionata nelle cronache, apprendiamo quanto segue: “Il riferimento alle truppe che partirono da Kolomna e si mossero lungo la Via Brashev guidate da Vladimir di Serpukhov, contraddice le informazioni fornite in altre cronache… troviamo difficile discutere l'autenticità della fonte in questione e la veridicità delle affermazioni ivi contenute” ([631], pagina 209). Ribadiamo: la ricerca è stata condotta nel posto sbagliato.

Pertanto, abbiamo esaminato tutti i principali nomi geografici, menzionati nelle cronache che descrivono la battaglia di Kulikovo. Si trovavano tutti quanti a Mosca.

 

2.18. Yaroslav e Alexander nella descrizione della battaglia di Kulikovo.

Il Racconto della Battaglia con Mamai” si riferisce costantemente a Yaroslav e Alexander, i famosi signori della guerra, antenati di Demetrio Donskoi. Tuttavia, nessun altro suo famoso predecessore viene menzionato in qualche altra parte della cronaca, il che è piuttosto strano: due dei suoi antenati sono menzionati continuamente, mentre personaggi famosi come Vladimiro il Monomaco, rimangono sepolti nel silenzio. Gli storici moderni presumono che i personaggi in questione si possono identificare con Yaroslav il Saggio del XI secolo e il grande Alexander Nevskiy del XII. Si può naturalmente presumere che il cronista fosse particolarmente affezionato a questi due Gran Principi, vissuti rispettivamente 300 e 100 anni prima degli eventi in questione. La nostra ipotesi rende le cose molto più semplici: Yaroslav è un duplicato fantasma di Ivan Kalita, il padre di Demetrio, mentre Alexander è un riflesso di Simeone il Fiero, fratello e predecessore di Demetrio. Perciò, la cronaca si riferisce agli immediati predecessori di Demetrio e a figure ancestrali non lontane.

 

2.19. Chi ha combattuto e contro chi, sul campo di Kulikovo?

Gli storici moderni cercano di convincerci che le due parti che combatterono sul campo di Kulikovo furono i russi e i tartari, e che i primi sconfissero i secondi. Le fonti originali sembrano essere di diversa opinione: citeremo una loro breve panoramica fatta da Gumilev. Consideriamo innanzitutto l'esercito “tartaro” di Mamai.

Si scopre che “i tartari del Volga erano riluttanti a servire Mamai, e che ce n'erano molto pochi nel suo esercito” ([216], pagina 160). Le truppe di Mamai erano costituite da Polacchi, da Genovesi (o Friagi), dagli Yas e dai Kasog). Mamai fu finanziato niente meno che dai Genovesi!

Ora diamo uno sguardo al complesso etnico dell’esercito russo. “Mosca… ha dimostrato lealtà all'unione con gli eredi legittimi del khan dell'Orda d'Oro, ossia Tokhtamysh, che era il sovranodei Tartari in Siberia e nella regione del Volga” ([216], pagina 160).

Diventa perfettamente chiaro che si sta parlando di una guerra civile all'interno dell'Orda. I Tartari del Volga e della Siberia prestano servizio nell'esercito russo e combattono contro Mamai che guida i Tartari di Crimea, i Polacchi e i Genovesi. Le truppe russe “erano costituite da squadroni di fanteria e cavalleria, nonché da miliziani… La cavalleria… era composta dai Tartari convertiti al cristianesimo, dai Lituani che avevano cambiato lato e dai Russi addestrati a cavalcare in quanto parte della formazione della cavalleria tartara” ([216], pagina 162). Mamai aveva ricevuto aiuto dal principe lituano Jagiello, mentre si dice che Demetrio fosse stato aiutato da Tokhtamysh e dal suo esercito di Tartari Siberiani.

Il fatto che le truppe di Mamai siano chiamate Orda non sorprende nessuno ai nostri giorni; tuttavia, si scopre che anche l'esercito russo era conosciuto come l'Orda, per esempio, molte volte nella famosa Zadonshchina: “Mamai, tu malvagio nemico, perché sei venuto in terra russa? Ora sarai schiacciato dall'Orda di Zalesye” ([635], pagina 108). Ricordiamo ai lettori che la Russia di Vladimir e Suzdal un tempo era conosciuta come la Terra di Zalesye; quindi, in detta cronaca le truppe russe vengono esplicitamente chiamate Orda, proprio come le loro controparti “mongole e tartare”, il che è in perfetta concomitanza con la nostra ricostruzione.

A proposito, i Russi e i Tartari sembrano uguali nelle antiche miniature russe raffiguranti la battaglia di Kulikovo: i vestiti, gli armamenti, i cappelli, gli accessori ecc... Non si riesce distinguere un “russo” da un “tartaro” (vedi le miniature della Litsevoy Svod del XVI secolo, ad esempio, come riprodotte in [635]). Pertanto, anche se aderissimo al punto di vista tradizionale, non potremmo affermare che la battaglia di Kulikovo sia stata combattuta tra i russi e gli invasori tartari. Entrambi sono mescolati a tal punto che non è davvero possibile distinguerli. Secondo la nostra ipotesi, la parola Tartari si riferiva alla cavalleria e non a un gruppo etnico, fungendo da sinonimo del termine Cosacchi. A quanto pare, è stato introdotto al posto di quest'ultimo durante la successiva riedizione tendenziosa.

Pertanto, la battaglia di Kulikovo fu combattuta tra i Cosacchi della Siberia e della regione del Volga guidati da Demetrio Donskoi, e i Cosacchi della Polonia e della Lituania guidati da Mamai.

 

2.20. Breve digressione tra l’architettura russa e quella tartara.

Si presume tradizionalmente che l'architettura russa differisca di molto dalla sua controparte tartara; tuttavia, si possono vedere simultaneamente le sorprendenti somiglianze tra le due. Citiamo solo un esempio tra tanti.

La Torre Krutitskiy esiste ancora a Mosca come reliquia delle Eparchie di Sarskaya e Podonskaya: “La forma architettonica di questa torre la rende caratteristica della fine del XVII secolo; la torre che si vede sopra le porte, è abbellita da ornamenti; nonostante il fatto che la torre sia esplicitamente russa nella forma, soprattutto per quanto riguarda le finestre, lascia l’impressione di un edificio orientale, che ricorda le pareti smaltate della Persia e i minareti del Turkistan” (“Moskovskiy Letopisets”, [554], pagina 254). I nostri avversari potrebbero obiettare che gli invasori mongoli stavano forzando i loro schiavi russi a erigere edifici alla maniera orientale; tuttavia, siamo del parere che nell’architettura russa fino al XVIII secolo, coesistevano diversi stili, addirittura uno di questi oggi lo chiameremmo orientale. La rigida assegnazione degli stili individuali alle singole epoche, esiste solo nella cronologia di Scaligero; oggigiorno vediamo una miscela molto eclettica di stili architettonici praticamente in ogni città e paese: perché avrebbe dovuto essere radicalmente diverso in passato?