A. T. Fomenko, G. V. Nosovskiy

COM'E' ANDATA VERAMENTE - I MIRAGGI DELL'EUROPA

(Giovanna d'Arco, Enrico IV, Riccardo III, La Guerra dei Cent'Anni, La Guerra delle due Rose, Vasily Bogomil, Giovanni Italo)

testo tradotto in italiano da Claudio dell’Orda

Capitolo 5: Giovanna d'Arco di Francia è un riflesso fantasma di Elena Voloshanka della Rus' dell'Orda del XVI secolo. Altri riflessi sono le bibliche Ester, Giuditta, Debora, Giaele e la regina scozzese Maria Stuarda.

 

8. La storia russa del XVI secolo sulle pagine del libro di Giuditta.

8.1. Riassunto del libro di Giuditta dell'Antico Testamento.

Per prima cosa evidenzieremo solo lo scheletro degli eventi, quindi richiameremo alcuni dettagli di cui abbiamo bisogno ora.

1) Il re assiro Nabucodonosor, regnante a Ninive, entra in guerra contro il re Arfacsad e lo sconfigge in battaglia. Sembra una guerra civile.

2) Allo stesso tempo, Nabucodonosor è arrabbiato con i suoi ex alleati occidentali, i quali non lo temono più, iniziano a considerarlo più o meno uguale a loro e mostrano segni di indipendenza.

3) Nabucodonosor sta pianificando una grandiosa campagna militare verso ovest per pacificare l'orgoglio dei re occidentali e restituire le loro terre al regno di Assiria.

4) Il generale Oloferne viene nominato capo dell'esercito assiro. Innanzitutto si prevede di conquistare il paese e la città di Betulia. Gli Assiri invadono i possedimenti di Betulia.

5) Una ricca vedova, l'ebrea Giuditta, decide di salvare il suo paese dall'invasione nemica. Si infiltra nell'accampamento di Oloferne, usa l'astuzia per guadagnare la sua fiducia e lo seduce. Rimasta sola con lui, lo uccide, tagliandogli la testa con una spada.

6) L'esercito assiro è demoralizzato e fugge. Gli israeliti attaccano gli assiri e li spingono a Damasco; distruggono la città, la saccheggiano e si arricchiscono.

Come abbiamo mostrato in precedenza, il Libro di Giuditta descrive la storia russa ed europea del XVI secolo. Stiamo parlando degli eventi dell'epoca di Ivan III = IV il Terribile. Lo abbiamo già identificato con il re assiro Nabucodonosor. Inoltre, nella storia di Giuditta appaiono chiaramente le caratteristiche della già nota storia di Ester. Una straniera, un'ebrea, entra alla corte del re “persiano”, diventa sua moglie o “una persona intimamente vicina”. Di conseguenza, il figlio o il parente più stretto, il co-sovrano del re, muore tragicamente. Segue poi lo sterminio dei “persiani” da parte degli ebrei.

 

8.2. Il tentativo dei re occidentali di “staccarsi” dal re Nabucodonosor è la Riforma nell’Europa occidentale. L'ira dello zar.

1) Il Libro di Giuditta. "Ma gli abitanti di tutte queste regioni disprezzarono l’invito di Nabucodonosor, re degli Assiri, e non volevano seguirlo nella guerra, perché non avevano alcun timore di lui, che agli occhi loro era come un uomo qualunque." Quello che segue è un lungo elenco di altre nazioni alle quali Nabucodonosor comandò di entrare in guerra con lui. La numerazione stessa mostra che si tratta di vasti territori, tra i quali vengono nominati, prima di tutto, i popoli e i re occidentali. Nella nostra ricostruzione, questa è l'Europa occidentale del XV-XVI secolo.

La Bibbia dice: "Ma gli abitanti di tutte queste regioni disprezzarono l’invito di Nabucodonosor, re degli Assiri, e non volevano seguirlo nella guerra, perché non avevano alcun timore di lui, che agli occhi loro era come un uomo qualunque. Allora Nabucodonosor si accese di sdegno terribile contro tutte queste regioni e giurò per il suo trono e per il suo regno che si sarebbe vendicato, devastando con la spada i paesi della Cilicia, di Damasco e della Siria, tutte le popolazioni della terra di Moab, gli Ammoniti, tutta la Giudea e tutti gli abitanti dell’Egitto fino al limite dei due mari."  (Giuditta 1:11-12).

2) Il desiderio dell'Europa Occidentale del XVI secolo, di uscire dall'influenza della Rus' dell'Orda. Il passaggio della Bibbia riportato sopra, descrive la situazione del XVI secolo nell'impero “mongolo” e nelle sue province dell'Europa Occidentale. L’Europa Occidentale cerca di staccarsi dalla Rus' dell’Orda e di “liberarsi dal giogo”. La nobiltà e i governatori locali dell'Orda imperiale mostrano segni d'indipendenza. Questa è la famosa era della Riforma nell'Europa occidentale, quando la lotta politica per l'indipendenza iniziò sotto slogan religiosi. L'enciclopedia Cristianity riporta, ad esempio: "Nel 1552, i principi (protestanti - Autore) pubblicarono un manifesto, annunciando che avrebbero preso le armi per liberare la Germania dalla schiavitù delle bestie" [936], vol. 2, p. 480.

Nel Medioevo gli Sciti erano chiamati bestie. Da qui deriva il nome Scott, cioè scozzese, vedi Il Mistero della Storia Russa, capitolo 6:11, e L'Impero. Pertanto, la "schiavitù delle bestie" è semplicemente la "schiavitù degli Sciti", cioè il potere dell'Impero di cui volevano sbarazzarsi.

Lo zar della Rus' dell'Orda, Ivan IV “Il Terribile”, è ovviamente preoccupato per queste tendenze e sta pianificando una campagna militare in Occidente per mettere pace nell'Europa ribelle. Questi piani hanno inorridito gli europei.

 

8.3. La preparazione della campagna punitiva di Nabucodonosor è la preparazione della campagna livoniana di Ivan il Terribile.

1) Il Libro di Giuditta. Il re assiro Nabucodonosor concepì una grandiosa campagna punitiva in Occidente per ripristinare il suo potere scosso e punire i ribelli. "Nell’anno diciottesimo, il giorno ventidue del primo mese, corse voce nel palazzo di Nabucodonosor, re degli Assiri, che egli avrebbe fatto vendetta contro tutte quelle regioni, come aveva detto. Radunò tutti i suoi ministri e tutti i dignitari, tenne con loro consiglio segreto e decise egli stesso la distruzione totale di quelle regioni. Essi decisero di sterminare tutti quelli che non si erano allineati con l’ordine da lui emanato. 4Quando ebbe finito la consultazione, Nabucodonosor, re degli Assiri, chiamò Oloferne, generale supremo del suo esercito, che teneva il secondo posto dopo di lui, e gli disse: "Questo dice il grande re, il signore di tutta la terra: “Ecco, partito dalla mia presenza, tu prenderai con te uomini di indiscusso valore: centoventimila fanti e un contingente di dodicimila cavalli con i loro cavalieri; quindi marcerai contro tutti i paesi di occidente, perché quelle regioni hanno disobbedito al mio comando. A costoro comanderai di preparare terra e acqua, perché con collera io piomberò su di loro e coprirò tutta la faccia della terra con i piedi del mio esercito e li darò in suo potere per il saccheggio." (Giuditta 2:1-7).

Partito dalla presenza del suo signore, Oloferne convocò tutti i comandanti, gli strateghi e gli ufficiali dell’esercito assiro; quindi, come gli aveva ordinato il suo signore, contò gli uomini che aveva scelto per la spedizione in numero di centoventimila, più dodicimila arcieri a cavallo, e li dispose come si usa schierare la truppa per la guerra. Prese poi cammelli e asini e muli in dotazione alle truppe, in numero grandissimo, e ancora pecore e buoi e capre, in quantità innumerevole per il loro vettovagliamento. Provvide ancora razioni in abbondanza per ciascun uomo e gran rifornimento d’oro e d’argento dal Tesoro del re. Poi lui e tutte le sue truppe si misero in marcia, per precedere il re Nabucodonosor e coprire tutta la faccia della terra di occidente (! - Autore) con i loro carri, i cavalieri e la fanteria scelta. Con loro si mise in cammino una moltitudine varia, numerosa come le cavallette e come la polvere del suolo, che non si poteva contare per la grande quantità.  (Giuditta 2:16, 2:19-20). Come abbiamo scoperto in precedenza, la Bibbia chiama i cannoni, “carri”. La campagna è iniziata dalla capitale, da Ninive. Si dice di Oloferne: "Ma egli demolì tutti i loro templi e tagliò i boschi sacri, perché aveva ordine di distruggere tutti gli dèi della terra, in modo che tutti i popoli adorassero solo Nabucodonosor e tutte le lingue e le tribù lo invocassero come dio."  (Giuditta 3:8).

2) La preparazione della campagna punitiva di Ivan IV il Terribile nell'Europa Occidentale. Sigismund Herberstein, contemporaneo di questi eventi, scrive: “Nel gennaio 1567 correva voce generale che il Granduca di Mosca avesse già preparato, per l'anno seguente, una campagna contro la Lituania e i paesi adiacenti (! - Autore). A causa delle tante campagne e delle gesta gloriose, il nome dei moscoviti metteva tanta paura a tutti i popoli vicini e anche a quelli che vivevano nelle terre germaniche” [161], p.78.

L'inizio della ribellione nell'ovest dell'Impero, cioè nell'Europa occidentale, a quanto pare risale agli anni quaranta del Cinquecento. Riguardava il desiderio di alcuni governatori dell'Europa occidentale, i principi protestanti, di separarsi dall'Impero e diventare indipendenti. A quel tempo, il giovane Ivan IV era imperatore. È questa la ribellione che viene descritta nel libro di Giuditta.

 

8.4. L'Occidente va in panico alla notizia dell'inizio della campagna punitiva dell'Assiria = Rus' dell'Orda.

1) Il Libro di Giuditta. - L'assiro Oloferne intraprende la campagna. Comincia schiacciando le prime zone ribelli, saccheggiandole e bruciandole. L'Occidente è preso dal panico: "Allora la paura e il terrore di lui si diffusero fra tutti gli abitanti della costa, quelli che si trovavano a Sidone e a Tiro, gli abitanti di Sur e di Okinà e tutti quelli di Iàmnia; anche gli abitanti di Azoto e di Àscalon furono presi da grande terrore. Gli inviarono perciò messaggeri con proposte di pace: "Ecco, noi, servi del grande re Nabucodònosor, ci mettiamo davanti a te; fa’ di noi quanto ti piacerà." "Anche le nostre città e i loro abitanti sono tuoi servi; vieni e trattale come ti è gradito." Si presentarono dunque a Oloferne quegli uomini e si espressero con lui in questo tono.  (Giuditta 2:28-3:2, 3:4-5).

2) L'Europa Occidentale va in panico alla notizia della campagna pianificata da Ivan IV il Terribile. Questo può essere giudicato dalle parole di un contemporaneo degli eventi: “Il nome dei moscoviti metteva tanta paura a tutti i popoli vicini e anche a quelli nelle terre germaniche", per cui: "C'è il timore che il Signore, a causa dei nostri grandi peccati e crimini... ci sottoporrà a grandi prove per mezzo dei moscoviti ... ed Egli ci punirà severamente" [161], p.78.

 

8.5. L'invasione assira di Betulia è l'invasione russa della Lituania, cioè dell'Europa occidentale, nel XVI secolo.

1) Il Libro di Giuditta. "Egli scese allora con il suo esercito lungo la costa e pose presìdi nelle città fortificate, poi prelevò da esse uomini scelti come ausiliari." "Inoltre Ioakìm, sommo sacerdote a Gerusalemme in quel tempo, scrisse agli abitanti di Betulia ..." (Giuditta 3:6, 4:6). Non è molto chiaro se Betulia sia solo una città o un intero paese.

Oloferne inizia l'assedio di Betulia (Giuditta 7). La Bibbia dice: "Assur venne dai monti, giù da settentrione, venne con migliaia dei suoi armati; la loro moltitudine ostruì i torrenti, i loro cavalli coprirono i colli."  (Giuditta 16:3).

Il nome biblico Betulia è probabilmente una lettura inversa del nome Lituania o Livonia, Latinia. La Lituania è veramente un paese costiero, come dice la Bibbia del paese o della città di Betulia. Le guerre con la Lituania sono uno degli eventi principali sia dell’era di Ivan III il Terribile, che dell’era di Ivan IV il Terribile [362].

 

8.6. Il comandante assiro, cioè russo, Oloferne, muore per mano di una donna, Giuditta.

1) Il Libro di Giuditta. Quando la posizione di Betulia - Lituania?, diventa critica in vista dei successi degli Assiri, appare sulla scena l'ebrea Giuditta. È una vedova ricca (Giuditta 8:2), "Era bella d’aspetto e molto avvenente nella persona" (Giuditta 8:7). A giudicare dalla Bibbia, Giuditta occupava una posizione molto elevata. Infatti, avendo saputo dell'esitazione dei Giudei, già propensi a cedere Betulia agli Assiri, "Subito mandò la sua ancella che aveva in cura tutte le sue sostanze a chiamare Cabrì e Carmì, che erano gli anziani della sua città." (Giuditta 8:10). Ubbidirono e vennero immediatamente. Rimproverando “gli anziani di Betulia” (Giuditta 8:11) per la loro debolezza, Giuditta dichiarò che intendeva salvare personalmente gli ebrei dalla sconfitta. Questa trama è analoga alla storia di Ester, che iniziò gli sforzi attivi per salvare gli ebrei dalle macchinazioni del malvagio Aman = Avan.

Come Ester, anche Giuditta appare nell'accampamento nemico: lei stessa si reca dagli Assiri e chiede di essere portata dal comandante in capo Oloferne. Ricordiamo che Oloferne è nominato nella Bibbia come la seconda persona dopo il re Nabucodonosor (Giuditta 2:4). Ma poiché Nabucodonosor è un riflesso di Ivan il Terribile, la “seconda persona” dopo di lui è probabilmente suo figlio Ivan Ivanovich, ossia Giorgio, il fratello minore e co-sovrano di Ivan IV. Nella versione del XV secolo, questo è Ivan il Giovane. Si scopre che una ricca e bella vedova ebrea arriva alla seconda persona dell'impero assiro. Ciò corrisponde esattamente agli eventi della storia di Ester, quando Ester-Elena diventa la moglie del figlio del “re”. Come già sappiamo, "la seconda persona dell'Impero" subito dopo muore tragicamente, a causa di una donna. Ivan il Giovane morì presumibilmente nel XV secolo. Anche Ivan Ivanovic morì nel XVI secolo. È naturale supporre che Oloferne debba presto morire a causa di Giuditta.

La nostra previsione è giustificata. A Oloferne piaceva Giuditta e la avvicinò a sé. Proprio come Ivan III o Ivan IV avvicinò a sé l'insidiosa Elena-Ester. Infine, la storia di Giuditta ha lo stesso tema sessuale della storia di Ester. “Allora Giuditta venne e si sdraiò. Il cuore di Oloferne si mosse verso di lei, e la sua anima era agitata: desiderava fortemente unirsi a lei e cercava un'occasione per sedurla... Solo Giuditta rimase nella tenda con Oloferne, che cadde sul letto perché era ubriaco fradicio" (Giuditta 12:16; 13:2).

Giuditta prende la spada e taglia la testa di Oloferne. Quindi è a causa di una donna straniera che muore la “seconda persona” del Regno Assiro = Russo. La Bibbia afferma specificatamente: “Il Signore l'ha colpito per mano di una donna” (Giuditta 13:15)

Quindi, nel libro di Giuditta, si ripete effettivamente la trama del libro di Ester, cioè i drammatici eventi del XVI secolo durante l'era di Ivan IV il Terribile, o il suo riflesso fantasma: Ivan III il Terribile del XV secolo. A quanto pare, la biblica Ester è descritta sotto il nome di Giuditta, e sotto il nome del comandante assiro Oloferne, che morì a causa sua, c'è Ivan Ivanovich, cioè il figlio defunto di Ivan IV il Terribile, o Ivan il Giovane, il figlio defunto di Ivan III il Terribile.

 

8.7. La sconfitta dell'Assiria = Rus' dell'Orda alla fine del XVI secolo.

1) Il Libro di Giuditta. La morte di Oloferne porta il panico nell'accampamento assiro e la loro sconfitta. Allo stesso tempo, la Bibbia dice una frase interessante: "Una sola donna ebrea ha gettato la vergogna sulla casa del re Nabucodonosor!" (Giuditta 14:18).

A prima vista, non sembra tanto fuori posto. Dopotutto, fu ucciso il comandante assiro, che qui nella Bibbia non viene menzionato come parente diretto del re Nabucodonosor. Anche se la Bibbia dice che Oloferne è la “seconda persona” nel Regno assiro dopo Nabucodonosor, cosa c'entra la “casa del re”, cioè la sua famiglia, i suoi parenti? Ma se ricordiamo la storia di Ester, questa frase diventa naturale. Secondo la nostra analisi, la donna ebrea Ester entrò nella casa del “re capo” come moglie del suo parente più prossimo o come seconda moglie del “re capo”. Quindi la frase che abbiamo citato dal libro di Giuditta è ben spiegata dalla nostra ricostruzione, secondo cui la storia di Giuditta e la storia di Ester non sarebbero altro che versioni diverse che descrivono gli stessi eventi.

La Bibbia continua: "Oloferne eccolo a terra, ed è privo della testa". I comandanti dell’esercito assiro, appena udirono questo annuncio, si stracciarono i mantelli e rimasero terribilmente sconvolti nel loro animo; entro l’accampamento si elevarono altissime le loro grida e le urla di dolore." (Giuditta 14,18-19). E ancora: "Tutti quelli che erano nelle tende, appena seppero dell’accaduto, restarono allibiti e furono presi da paura e terrore, e nessuno volle più restare a fianco dell’altro, ma tutti insieme, disperdendosi, fuggivano per ogni sentiero della pianura e della montagna." "Appena gli Israeliti udirono ciò, tutti compatti piombarono su di loro e li fecero a pezzi ... Quelli che abitavano in Gàlaad e nella Galilea li accerchiarono colpendoli terribilmente, finché giunsero a Damasco e nel suo territorio." (Giuditta 15:2-3; 15:5-7).

2) Il massacro dei "persiani", secondo il libro di Ester, è la sconfitta della Rus' dell'Orda nella Guerra di Livonia del XVI secolo, seguita dal Periodo dei Torbidi in Russia, l'intervento straniero e la presa di Mosca da parte degli invasori. Nella descrizione del libro di Giuditta si può riconoscere il massacro dei “persiani” organizzato dagli ebrei, in seguito alla vittoria di Ester nella lotta interna di palazzo.

A proposito, il libro di Giuditta parla dei nemici assiri e il libro di Ester parla dei nemici persiani. Tuttavia, uno sguardo più attento rivela che il libro di Giuditta collega la vittoria di Israele sull'Assiria, contemporaneamente alla vittoria, per così dire, sui Persiani. Nel canto di lode dedicato a Giuditta, la Bibbia dice questo: "I Persiani rabbrividirono per il suo coraggio" (Giuditta 16,10). Non c'è nulla di sorprendente qui. Nella Bibbia, l'Assiria e la Persia sono strettamente intrecciati, poiché sono praticamente la stessa cosa. A proposito: Assiria = Rus', Russia (se letta al contrario), Persia = P-Rus' = Russia bianca = Bielorussia = Prussia.

 

9. Il Libro di Ester è uno sguardo dall'interno della corte reale, mentre il Libro di Giuditta è uno sguardo da lontano agli stessi eventi accaduti nell'Impero Russo dell'Orda alla fine del XVI secolo.

Nella Bibbia, i libri di Giuditta ed Ester sono consecutivi. E questo è comprensibile, visto che parlano, in generale, della stessa cosa. Tuttavia, non si ripetono, ma si completano a vicenda. Il Libro di Ester è una veduta dalla capitale dell'Impero. Gli autori di questo libro non si preoccupano tanto degli eventi alla periferia del regno, nell'Europa occidentale, ecc., quanto ai dettagli degli intrighi alla corte del Gran Khan nella capitale dell'Impero, ossia Novgorod la Grande = Yaroslavl, Suzdal = Susa.

Il libro di Giuditta, invece, ci offre uno sguardo sugli stessi avvenimenti, ma visti da lontano, dall'Europa occidentale, che allora faceva ancora parte dell'Impero. Da lontano era difficile discernere i dettagli degli intrighi di palazzo. Un'altra cosa era considerata la più importante: si aspettavano e si temevano le persecuzioni, ovvero l'apparizione delle truppe punitive dell'Impero. Se l'autore di Ester si occupò principalmente della carriera di Ester e Mardocheo alla corte del gran zar, l'autore di Giuditta si occupò del destino di tutta l'Europa occidentale.

Questa differenza si riflette nella scelta del nome della donna: Ester e Giuditta. Ester è Aster, dalla parola astrologia. È importante per l'autore del libro di Ester, che sia un'astrologa e una maga. Era, per così dire, una "specialità di corte", che nel Medioevo era parte integrante degli intrighi di corte. Ed è improbabile che un cronista che viveva lontano dalla grande corte metropolitana, ne fosse interessato, se non addirittura ignorante, riguardo gli hobby astrologici del circolo di corte. Per lui era importante che la donna fosse ebrea. La questione della religione interessava molto, perché la guerra imminente aveva, tra l'altro, una connotazione religiosa. Questo probabilmente spiega la scelta del nome: Giudea, o semplicemente Giuditta.

Ricordiamo anche che le storie dell'Antico Testamento della profetessa e guerriera Debora, così come quelle di Giaele, sono un'altra coppia di duplicati di Giuditta ed Ester, cioè Elena Voloshanka.

Passiamo ora a Giovanna d'Arco.

 

10. Il confronto tra la vita di Giovanna d'Arco e quella della biblica Debora, rivela una sorprendente corrispondenza. Queste due storie sono la stessa cosa.

 

10.1. Giovanna e Debora erano considerate profetesse.

La storia della profetessa e guerriera Debora è raccontata nei capitoli 4-5 del libro dei Giudici dell'Antico Testamento. Non ripeteremo l'analisi svolta nel libro Il mito occidentale, ma richiameremo subito i paralleli che abbiamo scoperto.

Si dice di Giovanna d'Arco che “ricevette la fama di una profetessa ispirata” [330], vol. 2, p. Viene costantemente sottolineato che era guidata da “voci”, secondo lei, Santa Caterina e San Michele [330], vol. 2, p. Prevede eventi, profezie e le sue previsioni si avverano. “La sua posizione tra i soldati era basata esclusivamente sull'influenza morale che le avevano dato le sue imprese miracolose e la fede nella divinità della sua missione” [330], vol. 2, p.

La Bibbia dice quasi la stessa cosa di Debora: "In quel tempo era giudice d'Israele una donna, una profetessa, Debora, moglie di Lappidòt." (Giudici 4:4). Inoltre, prima dell’inizio della campagna militare, Debora predice al suo comandante Barak, che non sarà lui a ricevere la gloria, ma la donna: “[Sappi che] però non sarà tua la gloria sulla via per cui cammini, perché il Signore consegnerà Sìsara nelle mani di una donna".  (Giudici 4:9).

Così, sia Giovanna che Debora sono presentate sulle pagine delle antiche cronache come messaggere, profetesse e sante di Dio.

 

10.2. Giovanna d'Arco e la biblica Debora erano guerriere, generali che vinsero la guerra.

Giovanna d'Arco guidò personalmente le truppe di Carlo VII e diresse la guerra. Conquistò Orleans e alcune altre città della Francia. Il cronista: “Cristina parla di lei come di un capo famoso” [330], vol. 2, p. Grazie esclusivamente alle vittorie della Pulzella d'Orleans, Carlo VII fu incoronato a Reims. “Una serie continua di successi dimostrò che lei fu veramente mandata da Dio a salvare il paese; nessuno dubitava che gli invasori sarebbero stati cacciati dalla Francia in brevissimo tempo” [330], vol. 2, p.

La Bibbia dice più o meno le stesse parole riguardo alla profetessa Debora. Lei comanda il generale Barak: “Ella [Deborah] mandò a chiamare Barak” (Giudici 4:6). E inoltre: “Io attirerò a te ... Sisara, capo dell'esercito di Jabin, con i suoi carri e la sua gente [esercito] che è numerosa, e lo consegnerò nelle tue mani. Barak le rispose: "Se vieni anche tu con me, andrò; ma se non vieni, non andrò". Rispose: "Bene, verrò con te; però non sarà tua la gloria sulla via per cui cammini, perché il Signore consegnerà Sìsara nelle mani di una donna". Debora si alzò e andò con Barak a Kedes."  (Giudici 4:7-9).

Debora e Barak sconfiggono il nemico. Il Signore sconfisse, davanti a Barak, Sìsara con tutti i suoi carri e con tutto il suo esercito; Sìsara scese dal carro e fuggì a piedi. Barak inseguì i carri e l'esercito fino a Caroset-Goìm; tutto l'esercito di Sìsara cadde a fil di spada: non ne scampò neppure uno." (Giudici 4:15-16). Notiamo che la Bibbia non descrive nessun'altra donna che avrebbe guidato un esercito e avrebbe partecipato personalmente alla guerra come comandante. Debora è l'unico personaggio biblico con queste caratteristiche. Anche la biblica Giuditta sconfigge i suoi nemici, ma non sul campo di battaglia, bensì decapitando astutamente il comandante nella sua tenda.

È curioso che Giovanna d'Arco divenne il ​​capo di un esercito di diecimila soldati e vinse la battaglia di Orleans [204], p.212. La Bibbia nomina esattamente lo stesso numero di soldati: diecimila, al comando di Debora e Barak: "Diecimila uomini lo seguirono (Barak - Autore), e Debora andò con lui" (Giudici 4:10). Giuseppe Flavio dice la stessa cosa: “Mandato a chiamare Barak, Debora gli ordinò di scegliere diecimila giovani guerrieri valorosi: non era richiesto un numero maggiore di guerrieri, perché il Signore Dio predisse in anticipo la vittoria dei Giudei” [878], vol.1, pag.238. E infatti, ben presto Debora e Barak sconfissero Sisara.

Molto probabilmente, la Bibbia e le cronache medievali francesi raccontano lo stesso evento.

Vale anche la pena notare che sia Giovanna d'Arco che Debora dell'Antico Testamento, richiedevano categoricamente un attacco immediato. Jeanne “ha insistito affinché le azioni offensive contro gli invasori, venissero intraprese immediatamente” [330], vol. 2, p. Riguardo a Debora, Giuseppe Flavio dice questo: “Gli Israeliti e Barak furono presi dalla paura alla vista di tanti nemici, e stavano per ritirarsi, ma furono trattenuti dal farlo da Debora, la quale pretese che combattessero gli Assiri in quel giorno.” [878], vol. 1, p. 239.

Quindi, entrambe le versioni sottolineano la raccomandazione categorica di Giovanna-Debora, di iniziare la battaglia il prima possibile.

 

10.3. L'inglese Lord Talbot, famoso avversario della comandante donna Giovanna d'Arco, viene ucciso in battaglia dall'esercito di Giovanna. L'assiro Sisara, avversario della biblica Deborah, viene ucciso da una donna. Il condottiero Oloferne viene ucciso da Giuditta.

Le truppe inglesi che si oppongono a Giovanna d'Arco a Orleans sono guidate dal famoso comandante Talbot (Talbot) [330], vol. 2, p. Lord Talbot, in seguito conte di Shrewsbury, riceve molta attenzione nelle pagine della tragedia di Shakespeare "Enrico VI", che parla in dettaglio della Pulzella d'Orleans e della guerra tra Francia e Inghilterra. Nella prima parte della tragedia, Shakespeare parla molto e rispettosamente di Lord Talbot. Al contrario, parla di Giovanna in modo estremamente negativo. Sottolinea la sua comunicazione con gli spiriti maligni, mettendole in bocca le parole: “Oh, aiuto, incantesimi, talismani, voi, spiriti scelti... (Tuono. Appaiono gli spiriti maligni) ... Oh, spiriti vicini a me - dall'oltretomba gli eletti” [491], vol. 5, p. 48.

Gli artisti successivi raffigurarono attentamente la comunicazione di Giovanna con gli spiriti maligni, vedi Fig. 62, Fig. 63. In generale, secondo le antiche fonti inglesi, Giovanna era una strega, una libertina, che traeva il suo potere dagli spiriti maligni. Maggiori dettagli al riguardo li troverete di seguito.

Figura 62. "Giovanni d'Arco e gli spiriti maligni".
Disegno di Gilbert. Tratto da [971], vol.5, p.49.


Figura 63. "Giovanni d'Arco e gli spiriti maligni".
Dipinto di Hamilton (W.Hamilton, R.A.). Piccola Galleria Boydel.
Tratto da [971], vol.5, pag.51.


Lord Talbot muore nella battaglia contro le truppe della donna Giovanna d'Arco [971], vol. 5, scena 7, p. Anche suo figlio, John Talbot, muore nella stessa battaglia. Secondo Shakespeare, Giovanna, osservando il campo di battaglia, pronuncia alcune parole sui corpi di Lord Talbot e John Talbot. La morte del padre e del figlio di Talbot nella battaglia con le truppe di Giovanna, fu rispettosamente rappresentata dagli artisti, vedi, ad esempio, la Fig. 64. La mano di Lord Talbot ucciso, abbraccia il figlio John morto.

Si ritiene, e a quanto pare giustamente, che i drammi e le tragedie storiche di Shakespeare siano basati su cronache storiche reali, che ha raccontato in modo letterario, preservando attentamente il contorno degli eventi.

Come possiamo vedere, la controparte biblica di Talbot è il generale assiro Sisara. Il nome Sisara, molto probabilmente significa semplicemente Re, Kaiser, Cesare, cioè è un titolo e non un nome proprio nel senso moderno. Il generale Sisara, nemico di Debora e Barak, cerca di fuggire dal campo di battaglia e muore per mano della donna Giaele (Giudici 4:17, 4:21-22).

Vale la pena notare che in entrambe le versioni, quella francese e quella biblica, quando si descrive la morte del comandante o di suo figlio, il nemico di Giovanna-Debora, viene enfatizzata la sua fuga dalla profetessa guerriera. La Bibbia parla della fuga dell'assiro Sisara con le seguenti parole: Sìsara scese dal carro e fuggì a piedi. Barak inseguì i carri e l'esercito ... Intanto Sìsara era fuggito a piedi verso la tenda di Giaele ... " (Giudici 4: 16-17). Qui Sisara muore per mano di una donna, così come Oloferne morì per mano di Giuditta.


Figura 64.
 "Talbot il Vecchio e Talbot il Giovane", uccisi, secondo Shakespeare,
nella battaglia con le truppe di Giovanna d'Arco. Disegno di Gilbert.
Tratto da [971], vol.

Ecco come Shakespeare parla della morte di John Talbot. La Pulzella d'Orleans: "Ho detto: lascia che la Vergine prevalga sul giovane vergine!" Ma lui mi ha risposto, pieno di rabbia e orgoglio: "Non sono nato per essere conquistato da una moglie dissoluta!" Lo sfido, egli scappò da me nel bel mezzo della battaglia" [971], vol. 5, p. 45. Sia il padre Talbot che suo figlio muoiono in battaglia “contro una donna”.

Davanti a noi, molto probabilmente, ci sono due diverse descrizioni della stessa trama. La narrativa francese e l'Antico Testamento.

Ricordiamo che la storia di Sisara e Giaele è già stata discussa da noi in relazione alla storia di Giuditta-Ester, vedere La Rus' Biblica, capitolo 8:13. Il fatto è che la storia biblica dell'assiro Sisara (re), che fu ucciso dalla donna ebrea Giaele "con un paletto nel tempio", è robabilmente uno dei riflessi della morte dell'assiro Oloferne per mano di Giuditta, una donna ebrea, ovvero la morte dello zarevic Ivan il Giovane “a causa della donna” Ester = Elena Voloshanka nella storia russa del XV-XVI secolo, vedere La Rus' Biblica, capitoli 7-8.

Gli autori e i redattori del libro dei Giudici dell'Antico Testamento collocano correttamente il racconto della morte di Sisara = Oloferne per mano della donna Giaele = Elena-Ester, alla fine del racconto della profetessa guerriera Debora. Si tratta di due duplicazioni della trama. In effetti, in entrambi i casi, un eccezionale comandante eroe muore “a causa di una donna”.

Va detto che oggi gli storici, confrontando i vari testi successivi, sono confusi nella biografia del padre e del figlio di Talbot, offuscando il quadro chiaro descritto da Shakespeare. Vedi l'articolo di Wikipedia "Talbot, John, 1° conte di Shrewsbury". Secondo loro, Lord Talbot fu solo ferito nella battaglia con Giovanna d'Arco del 1429, e morì più tardi, presumibilmente nel 1453, nella battaglia di Castillon, vedi Fig. 65. Tuttavia, bisogna fidarsi di più di Shakespeare, che era più vicino nel tempo agli eventi descritti, rispetto ai commentatori successivi. Lord Talbot, “l'intimidatore dei francesi”, è il personaggio principale della prima parte dell'opera di Shakespeare, che fu rappresentata al Rose Theatre il 3 marzo 1592 [491], vol.5, p.1.


Figura 65. "Morte di Talbot nella battaglia di Castillon. Miniatura da "Veglie sulla morte del re Carlo VII".
Presumibilmente 1484. Tratto da Wikipedia, "Talbot, John, 1° conte di Shrewsbury".

Come ora comprendiamo, le biografie dell'inglese Talbot (nella storia di Giovanna) e del biblico assiro Oloferne (nella storia di Giuditta) sono duplicati, un riflesso di eventi reali del XVI secolo, durante la guerra di Livonia tra la Rus' dell'Orda e la ribelle Europa occidentale. Quindi Shakespeare, che lavorò all'inizio del XVII secolo (o anche più tardi), non era molto lontano nel tempo dalla Guerra dei Cent'anni tra Francia e Inghilterra, collocata erroneamente dagli storici circa 100 anni nel passato, al XV secolo, invece che al XVI secolo.

Ora diventano chiari anche i seguenti fatti. Martin Le Frank (Lefran) nella sua opera "Defender of Ladies" elogia i risultati di varie donne eccezionali. “Questo elenco delle più degne dame del passato si concludeva con i nomi delle eroine bibliche: Debora, che non solo amministrò un giusto processo, ma guidò anche un esercito, Giaele, che uccise Sisara, e, infine, Giuditta, che distrusse Oloferne. Fu dopo questa escursione nella storia antica che Martin Le Frank collocò la storia di Giovanna d'Arco, accanto a tutte le eroine elencate sopra" [843:1], p.234.

A proposito, Shakespeare chiama Giovanna d'Arco “la figlia di Asfreia” [971], vol. 5, p. Ma poiché la lettera Fita veniva letta in due modi, sia come F che come T, il nome Asfreia potrebbe anche suonare come Astrea, che è vicino al nome Ester. Senza vocali abbiamo: Astrea - STR - Ester. Tali osservazioni linguistiche di per sé non provano nulla, ma in questo caso si inseriscono bene nel tessuto del parallelismo degli eventi.

 

10.4. Gli autori medievali “paragonarono” direttamente Giovanna d'Arco alla biblica Debora.

È molto significativo che il parallelismo da noi scoperto tra Giovanna d'Arco e Debora dell'Antico Testamento fosse, a quanto pare, parzialmente noto ad alcuni autori de XVI-XVII secolo. Oggi si ritiene che abbiano "paragonato solo filosoficamente" Giovanna d'Arco a Debora, cioè le abbiano identificate "in senso letterario". Ma capiamo già che questa “teoria dei confronti” scaligeriana si sviluppò solo nel XVIII-XIX secolo, quando gli storici modificarono tendenziosamente i testi antichi, sostituendo le identificazioni dirette dei personaggi antichi con “confronti” evasivi.

Presentiamo le antiche prove che abbiamo scoperto su questo argomento. Shakespeare, nel suo celebre dramma storico “Enrico VI” cita così le parole di Carlo rivolte a Giovanna d'Arco: “Fermati! Fermati! Sei un'Amazzone! Hai tra le mani la spada di Debora” [971], vol.5 scena 2, pag.13. Qui Giovanna è davvero direttamente identificata con la biblica Debora. Shakespeare, che visse diversi decenni dopo Giovanna d'Arco (ricordate, era del XVI secolo), probabilmente già considerava lei e Debora come personaggi diversi. Tuttavia notò chiaramente l'antica tradizione che gli era giunta, secondo la quale queste “due donne” erano considerate una cosa sola. Stiamo cominciando ora a capire che il termine “come se” dovrebbe essere eliminato.

Molto interessanti sono anche le altre testimonianze medievali. “Cristina da Pizzano, scrittrice di quell'epoca, la paragona (Giovanna d'Arco - Autore) a Ester, Giuditta, Debora, Gedeone e Giosia” [330], vol. 2, p.398 A prima vista, ci sono troppi "confronti": tre donne e due uomini. Tuttavia, in realtà qui non c'è nulla di strano. Inoltre, tutti e cinque i personaggi qui menzionati "hanno colpito nel segno". Di Ester e Giuditta, infatti, abbiamo già parlato sopra. La storia della morte del comandante Sisara-Kaiser-Cesare è posta alla fine della storia di Debora come un altro duplicato: la morte di un importante comandante assiro “a causa di una donna”.

Inoltre, il confronto tra Giovanna d'Arco e Debora concorda proprio esattamente alla corrispondenza da noi scoperta. La menzione, dopo Debora, di altri due giudici israeliani, Gedeone e Giosia (Joash), diventa del tutto chiara se ci rivolgiamo alla Bibbia. Il fatto è che proprio subito dopo la storia di Debora, il libro dei Giudici passa alla storia dei giudici Gedeone e Giosia (Giudici 6:11ss). Pertanto, la scrittrice medievale Cristina da Pizzano, parlando di Giovanna d'Arco, fa semplicemente riferimento ai capitoli 4-7 del Libro dei Giudici, dove si parla di Debora, Gedeone e Giosia! Questo fatto è ben confermato dal parallelismo da noi riscontrato: Debora = Giovanna.

Inoltre: “L'accostamento di Giovanna d'Arco a Debora ... era già presente nelle prime reazioni alla comparsa di una nuova eroina tra le truppe francesi: questo paragone fu utilizzato da Jean Gerson, Heinrich von Gorkum e Cristina de Pizan ...

Quanto alla stessa eroina francese, fu paragonata ai capi degli israeliani sia durante la sua vita che dopo la morte” [843:1], pp. 197, 199. Non senza ragione si nota che “al tempo di Giovanna la vedevano come un'eroina biblica" [651:2], p.120.

"Il paragone con Debora (nell'interpretazione originale di Alessandro di Galeno) e i santi martiri ha permesso, d'ora in poi, di parlare della guerra condotta dall'eroina francese come una lotta per la fede, nella quale i veri cristiani francesi alla fine hanno vinto sui “pagani” inglesi" [843:1], p.191.

Pertanto, la nostra analisi conferma la validità di queste antiche identificazioni di Giovanna e Debora.

 

10.5. La spada di Debora nelle mani di Giovanna e sullo stemma conferito dal re a lei e ai suoi fratelli. I gigli sulla spada sono una versione della croce cristiana.

Numerosi autori scrivono con rispetto della famosa spada di Giovanna. Nella versione accettata oggi, il termine “spada di Debora” non è menzionato, sebbene Shakespeare chiami direttamente la spada di Giovanna in questo modo, vedi sopra. Questa spada ha attirato molta attenzione tra i cronisti.

Ecco cosa riporta V. Raitses: "Della famosa spada di Giovanna è necessario dire qualcosa di particolare. Poco dopo la revoca dell'assedio di Orléans, si diffuse la voce che la Pulzella fosse armata di un'arma miracolosa. "Ha trovato in qualche chiesa un'antica spada, che si dice sia stata segnata da nove croci; e non ha nessun'altra arma", dice una lettera privata inviata da Bruges a Venezia il 9 luglio ..... Diverse cronache menzionano questo episodio, tra cui la più antica, la Cronaca di Larochelle.... Secondo Giovanna, quando si trovava a Tours o a Chinon, si recò all'abbazia di Santa Caterina di Fierbois per prendere una spada di cui le avevano parlato le "voci".

Questa spada è stata trovata poco in profondità nel terreno, dietro l'altare; era tutta arrugginita e aveva cinque croci incise sopra. I monaci la ripulirono dalla ruggine e la mandarono a Tours, dove gli realizzarono un doppio fodero in velluto scarlatto e tessuto dorato. Successivamente, Giovanna ordinò di realizzare un altro fodero in pelle resistente. Questa spada rimase con lei fino al giorno in cui lasciò Parigi ... Secondo la Cronaca di Larochelle, la spada non fu ritrovata nel terreno, ma in una cassa che non era stata aperta da vent'anni...


Figura 66. Giovanna d'Arco bacia la sua spada.
Dante Gabriele Rossetti, 1863.
Museo d'Arte Moderna di Strasburgo, Strasburgo.
Tratto da Wikipedia.

Le voci associavano i successi militari di Giovanna, alla spada. Lo storiografo reale ufficiale Jean Chartier affermò che la fortuna le si allontanò dal momento in cui ruppe la spada, “che tutti credono sia stata ritrovata grazie a un miracolo” [722:0], p.66.

Come abbiamo già detto, si presume che il re concesse a Giovanna e ai suoi fratelli uno stemma, che raffigurava una spada (Debora) con in cima una corona su sfondo blu con due gigli su entrambi i lati. Montaigne la riportò in [722:0], p.10. La Figura 44 mostra un'immagine moderna di questo stemma. Lo stesso stemma è raffigurato sulla veste di Giovanna nella Fig. 49. Non abbiamo trovato un'immagine antica dello stemma.

Secondo Shakespeare, Giovanna d'Arco afferma che sulla sua spada erano raffigurati cinque gigli: "Ecco una spada affilata, su entrambi i lati sono visibili cinque gigli" [971], vol. 5, scena 2, p.13 Allo stesso tempo, alcuni autori medievali affermano che “la spada (di Giovanna d'Arco - Autore) ... era contrassegnata da cinque croci” [330], vol. 2, p. 400, commento 2. Ne consegue che giglio reale francese era solo una delle antiche forme della croce cristiana. Cioè, entrambi i messaggi sono corretti. Non c'è contraddizione.

A proposito, abbiamo già riscontrato più volte questo fatto. La Fig. 67 mostra il giglio francese e la Fig. 68 alcune forme della croce cristiana. La Figura 69 mostra una delle antiche lapidi russe con questa forma di croce, la "psi", da cui, tra l'altro, deriva il famoso simbolo del "tridente", fig. 70.

L'alone di miracolo attorno alla spada di Giovanna ora diventa chiaro: a quel tempo si ricordava ancora che la biblica Debora era Giovanna d'Arco. La Fig. 66 mostra un'immagine tarda, un disegno "della testa", di Giovanna che bacia la sua leggendaria spada (la spada di Debora).


Figura 67. "La croce biforcuta cristiana si trasformò nel "giglio francese".
“In una miniatura allegorica della fine del XV secolo...
Madame France e le sue dame di corte sono
vestite con mantelli con sopra dei gigli” [643:2], p.267, ill.4.

Figura 68. "Antica croce cristiana forcuta a forma di lettera PSI.
Questa è semplicemente una delle forme della mezzaluna con la stella,
cioè, ancora una volta, la stessa croce cristiana.
Da qui deriva anche il simbolismo dell’aquila bicefala.

Figura 69. La croce a quattro punte su un'antica lapide russa ricorda la lettera PSI.
Si differenzia dalla comune forma a croce a quattro punte sulle lapidi cristiane odierne.
Monastero della Natività della Madre di Dio Luzhetsky a Mozhaisk.
La foto è stata scattata dagli autori nel 2000.

Figura 70.
 Il tridente sugli scudi delle città greche.
Tratto da [304:1], vol.1, pag. 235.

 

10.6. Il Canto Guerriero di Debora e la Lettera-Manifesto Guerriera di Giovanna d'Arco.

Giovanna d'Arco è considerata l'autrice di numerose lettere e documenti, che ha inviato sia ai suoi avversari che ai suoi compagni. Tra questi messaggi si conoscono: la sua lettera e una lettera al re inglese Enrico VI, tre lettere al reggente Bedford, una lettera al conte di Armagnac [330], vol. 2, pp. 394, 401.

In [735:3a], p.25, viene fornito il testo completo del primo messaggio manifesto di Giovanna agli inglesi. Non lo citeremo per intero, mostreremo solo l'essenza.

"Gesù Maria. Re d'Inghilterra e tu, Duca di Bedford, che ti dici reggente del Regno di Francia... ascolta la ragione, ascolta il Re dei Cieli. Dona alla Vergine, mandata qui da Dio, il Re dei Cieli, le chiavi di tutte le buone città che hai catturato e distrutto in Francia... Lei è pronta a fare la pace se ammetti che ha ragione, purché tu ritorni in Francia... E ti scongiuro in nome di Dio, voi tutti, arcieri, soldati, nobili e altri che siete di fronte alla città di Orleans: uscite dal vostro paese... Se non fate questo, allora io, diventerò il capo dell’esercito.... li costringerò ad andarsene... ordinerò di ucciderli tutti. Sono stata mandata da Dio, il Re dei Cieli... Il Regno di Francia non ti apparterrà per volontà di Dio, il Re dei Cieli. il figlio della Santa Vergine Maria; ma apparterrà al re Carlo... La Vergine glielo ha annunciato [a Carlo], ed egli entrerà nella città di Parigi insieme a persone degne se non vuoi credere ... ti puniremo e ... combattiamo una battaglia come non se ne vedeva in Francia da mille anni... Il Re dei Cieli farà scendere sulla Vergine e sui suoi buoni soldati una forza maggiore di quella contenuta in tutti i tuoi guerrieri. ... Se non lo fai, pensa alle grandi pene che dovrai sopportare." Vedi anche [651:2], p.26.

Ora apriamo la Bibbia. È molto interessante che il famoso "Canto di Debora" bellicoso (Giudici 5) sia incluso nel libro dei Giudici dell'Antico Testamento. Ecco alcuni frammenti: "Ci furono capi in Israele per assumere il comando; ci furono volontari per arruolarsi in massa: benedite il Signore! Ascoltate, o re, porgete l'orecchio, o sovrani; io voglio cantare al Signore, voglio cantare inni al Signore, Dio d'Israele! ... Era cessato ogni potere, era cessato in Israele, finché non sorsi io, Dèbora, finché non sorsi come madre in Israele. Il mio cuore si volge ai comandanti d'Israele, ai volontari tra il popolo: benedite il Signore! ... Déstati, déstati, o Dèbora, déstati, déstati, intona un canto! Sorgi, Barak, e cattura i tuoi prigionieri, o figlio di Abinoam! Allora scesero i fuggiaschi per unirsi ai prìncipi; il popolo del Signore scese a sua difesa tra gli eroi. ... Così periscano tutti i tuoi nemici, Signore! Ma coloro che ti amano siano come il sole, quando sorge con tutto lo splendore".    (Giudici 5:2-3, 5:7-9, 5:12-13, 5:31).

Oggi, "Il Canto di Debora" è considerato il monumento più antico dell'antica epopea družina israeliana della fine del XII secolo a.C. [878], vol. 1, p. 536, commento 74. La Bibbia esplicativa dice che il Canto di Debora “rappresenta l'opera più bella della poesia ebraica” [845], vol. 1, libro dei Giudici, p.166.

Qui è tutto corretto tranne la data. E' sbagliata. L'errore degli storici è di circa duemilaseicento anni. È tantissimo! Il XII secolo a.C. dovrebbe essere sostituito con il XVI secolo d.C. Ripetiamo: nella nuova era.

Confrontando il Canto di Debora con le versioni medievali dei messaggi di Giovanna d'Arco che ci sono pervenuti, vediamo che nell'essenza e nello spirito si tratta dello stesso testo. Il Canto di Debora è la Canzone di Giovanna d'Arco. La canzone dell'eroina del XVI secolo.

 

11. Citazione: "Anche durante la sua vita, Giovanna fu spesso paragonata alle eroine dell'Antico Testamento, Ester e Giuditta. Nella letteratura del XV secolo, questo confronto era un luogo comune." Si scopre che molti autori antichi "combinarono" Giovanna con Debora dell'Antico Testamento. Questa tradizione visse anche nel XVI-XVIII secolo.

Non per niente abbiamo iniziato questa sezione con la conclusione dello storico V. Raitses dal suo libro “Giovanna d'Arco: fatti, leggende, ipotesi” [722:0], pp. 42-43. A quanto pare, in molti testi antichi, presumibilmente a partire dal XV secolo, lo stesso motivo risuona chiaramente: le gesta e le imprese di Giovanna sono simili alle gesta e alle imprese delle eroine bibliche Ester, Giuditta, Debora, Giaele.

“Non è un caso che in molte opere del XVI-XVII secolo, Giovanna... fu paragonata a personaggi biblici che... meritarono il titolo di veri profeti. Molto spesso tra loro, come negli scritti del XV secolo, il nome di Debora, la comandante dell'esercito israeliano, fu ripetuto più volte" [843:1], p.256.

Ecco, ad esempio, cosa disse la famosa Cristina da Pezzano. Originaria di Venezia, visse quasi tutta la sua vita in Francia e lì divenne famosa come prima poetessa del regno. Si difese per l'unità politica del paese nel 1417... E ora, avendo saputo della vittoria di Orleans, questa vecchia (aveva circa 70 anni) ha preso la penna e ha glorificato l'impresa di Giovanna con una poesia piena di entusiasmo giovanile...

La Francia deve la sua rinascita a Giovanna: “Tu, Giovanna, sei nata in un'ora buona...”. Cristina confronta Giovanna con le eroine della Bibbia: Ester, Giuditta e Debora, scoprendo che la Vergine le supera in valore. Giovanna, agli occhi di Cristina da Pezzano, è una creatura straordinaria. [722:0], p.78.

Heinrich von Gorkum paragonò Giovanna a Ester e Giuditta, discutendo a lungo su quale di loro conservasse meglio la propria femminilità [843:1], p.51. Non c'è da stupirsi che O. Togoeva, autrice del libro L'eretica che divenne santa: le due vite di Giovanna d'Arco, commentando l'opinione di Gorkum, osservi: “Il paragone di Giovanna con i personaggi biblici, in relazione alla sua carriera militare, merita, dal mio punto di vista, un'attenzione particolare”, p.51.

I parallelismi tra la vita di Giovanna e questi duplicati biblici hanno attirato l'attenzione di molti. Gli storici riportano: "Qui, quella menzionata più spesso è Debora, una profetessa a capo delle tribù israeliane e uno dei “giudici d'Israele”. Anche Jean Girard la ricordò in una lettera indirizzata a Jacques Gel, che vedeva nel suo destino una certa somiglianza con la storia di Giovanna d'Arco. Lo stesso Zhelyu scrisse di lei: valutando le azioni di Giovanna vicino a Orleans, notò che il Signore può concedere la vittoria a una donna, "Come si vede nell'esempio di Debora". Gli ha fatto eco Jean Gerson, che ha confrontato l'impresa di Giovanna con le "non meno meravigliose" gesta della profetessa. Heinrich von Gorkum credeva che Giovanna, come Debora, avrebbe salvato il suo popolo. Cristina da Pezzano la pensava allo stesso modo. Jean Dupuis, al contrario, affermava che le imprese militari di Giovanna erano molto più sorprendenti delle azioni dell’eroina biblica" [843:1], pp. 51-52.

Inoltre, la Togoeva aggiunge che nella letteratura dedicata, Giovanna è stata paragonata a Debora, “sebbene la sua immagine sia sempre stata considerata, dagli storici, esclusivamente in combinazione con altre analogie “femminili” selezionate dagli autori medievali per Giovanna d'Arco: Ester e Giuditta. Questo simile paragone era spiegato semplicemente: l'eroina francese era una donna, ma allo stesso tempo avrebbe combattuto e guidato un esercito, e quindi in passato bisognava trovarle una "coppia" adatta, con la quale poteva essere facilmente associata... Così è stata scelta Debora, ideale sotto tutti gli aspetti, dal punto di vista di un personaggio biblico: una donna a cui venivano costantemente date rivelazioni dall'Alto, che non solo predisse la vittoria nella guerra contro gli invasori, ma agì anche a capo dell'esercito", pp. 53-54.

Successivamente, la Togoeva cerca di comprendere le ragioni dei “confronti” medievali di Giovanna con Debora, Ester e Giuditta. Non capendo che in realtà si tratta di più duplicati riflessi dello stesso personaggio, argomenta vagamente quanto segue: "A mio avviso, la componente “femminile” nel paragone tra Giovanna d'Arco e Debora c'è sicuramente, però , non è stata la caratteristica più significativa che ha unito queste due eroine. Molto più importante del sesso della profetessa dell'Antico Testamento, era la natura della guerra che intraprese contro i nemici del suo popolo. La guerra di Debora... era liberatoria, sacra e quindi giusta. Tutti gli eroi dell'Antico Testamento a cui Giovanna d'Arco veniva paragonata, combatterono per le loro terre e per la libertà del proprio popolo.

Era in questa fila, secondo me, che dovrebbe essere considerata Debora, ed è qui che i consiglieri del Delfino francese cercarono di collocare la loro nuova eroina... Jacques Zhelyu ha prestato particolare attenzione a questo problema nella sua Dissertatio. Ha fornito cinque ragioni per cui l'aiuto del Signore, che ha inviato Ester, che era la co-governatrice di suo marito Artaserse ed era percepita come un modello di integrità, è stato contrapposto a Isabella di Baviera, la co-governatrice di Carlo VI, che era famosa per la sua licenziosità. Per cui, il confronto di Giovanna con Ester ha assunto significato nell'ambito della nota profezia sul depravato sovrano di Francia in rovina, che sarà salvato da una certa serva" [843:1], pp. 53-54.

Come riporta ulteriormente la Togoeva, anche Thomas Bazin “paragonò” Debora a Giuditta (così come a diversi altri personaggi), "insistendo sul fatto che Giovanna non fosse diversa da loro, essendo stata inviata dal Signore, per il grande beneficio e la liberazione del regno di Francia dai suoi più antichi nemici."

Jean de Montigny e Martin Berrouyer includevano anche Debora e Giuditta, integrandole con la moglie di Artaserse, Ester. In questa lista, dal mio punto di vista, la più interessante è Debora, una profetessa biblica che non solo ha ricevuto rivelazioni, ma ha anche preso parte personalmente a spedizioni militari. La sua immagine, che fu attivamente utilizzata nei trattati dei teologi e dei giuristi durante il processo di riabilitazione, ricevette ... una lettura del tutto speciale", p.185.

Quindi, Jean de Montigny ha paragonato Giovanna a Debora, Giuditta ed Ester, mentre Robert Cybulle a Debora, Giaele e Giuditta, p.204. Inoltre, Tom Bazin ha paragonato Giovanna a Debora, Giuditta ed Ester, p.205. L'autore del XVI secolo, S. Champier, nella sua La nave delle donne famose (presumibilmente il 1503), parlando di Giovanna d'Arco, menziona anche Debora, Giaele, Ester, Giuditta. Oppure, ecco un altro pittoresco paragone: “La miniatura del manoscritto del poema di Martin Lefran Il difensore delle donne (1440 circa) raffigura “Lady Giuditta e Giovanna la Vergine” [722:0], p.100. C'è da dire che questa antica miniatura attirò l'attenzione di diversi autori. Prestavano attenzione a “Giuditta (accanto alla quale era raffigurata Giovanna d'Arco nella miniatura del Il difensore delle donne del 1451), che difendeva la sua città natale dalle truppe di Oloferne" [843:1], p.244.

Quindi, la Togoeva ritorna ancora una volta alle conclusioni di Tom Bazin e aggiunge: “Bazin dubitava che i meriti di Giovanna dovessero essere direttamente paragonati alle gesta di queste sante, Tuttavia, ad egli stesso piaceva Debora, Giuditta ed Ester” [843:1] , pagina 205.

Alcuni storici moderni sono sorpresi dai paragoni di Giovanna con queste eroine bibliche, che si sentono così spesso nei testi antichi. A volte i commentatori cercano di mettere in discussione infondatamente i parallelismi esistenti, come se li temessero. Ad esempio, “secondo Colette Bon, la cosa difficile è capire cosa poteva collegare Giovanna d'Arco con la biblica Ester nell'immaginazione dei suoi contemporanei, poiché le loro storie avevano poco a che fare... A quanto sembra (la Togoeva subito giustamente obietta - Aut.), tale collegamento esiste ancora”, p.53.

Successivamente, vengono descritti i primi “ritratti” di Giovanna e viene nuovamente sottolineato il parallelo con Giuditta. "Questa immagine, insieme ad un disegno di Clément de Faucamberg e alle miniature delle "Vigiles de Charles VII" di Marziale d'Auvergne, apparteneva ai primi "ritratti" della Vergine d'Orleans, qui presentata accanto a Giuditta, che esce da una tenda con la testa appena mozzata del comandante militare assiro Oloferne. E sebbene nel brano dedicato all'eroina francese non venga detta una parola sulle somiglianze tra queste due donne, il contesto generale del Libro IV del Difensore delle donne rendeva questo confronto del tutto naturale.

Tale scelta si rivelò tanto più logica in quanto l'autore prestò particolare attenzione alla revoca dell'assedio di Orleans, che in molte fonti francesi del XV secolo veniva chiamata la seconda Betulia. Pertanto, la difensora dell'Antico Testamento della città israeliana e del suo popolo (Giuditta - Autore) era perfettamente adatta, in questo caso, come analogia con Giovanna d'Arco. Questo aspetto è la principale e unica cosa a cui i ricercatori hanno prestato attenzione, considerando volentieri il complesso delle associazioni bibliche che poteva indurre un uomo del XV secolo a confrontare l'eroina francese con la salvatrice dell'Antico Testamento di Betulia e, più in generale, l'intero popolo israeliano. Tuttavia, fino ad ora, per quanto ne so, nessuno ha attribuito molta importanza all'apparizione di Giovanna la Vergine raffigurata accanto a Giuditta. "La pulzella Giovanna", come testimonia la didascalia di accompagnamento" [843:1], p .235.

Ed ecco cosa si diceva nel XVII secolo sulla “somiglianza” di Giovanna con Giuditta e Giaele. "Allo stesso periodo (cioè nel XVII secolo - Autore) risale anche il primo dei panegirici giunti fino a noi, che a partire dal 1429 furono pronunciati a Orleans in onore della sua liberatrice. Ne fu autore Padre Seno, capo del locale ordine oratoriano e uno dei più famosi predicatori della seconda metà del XVII secolo. In un discorso letto nella Cattedrale di S. Croce nel 1672, propose direttamente di abbandonare il discorso eroico nel valutare la personalità di Giovanna d'Arco... Secondo Seno l'attenzione avrebbe dovuto essere rivolta innanzitutto alla “sacra immagine” ... della Vergine, dal suo punto di vista , molto più appropriato per la festa dell'8 maggio... con la quale ogni anno gli abitanti di Orléans onoravano la memoria della loro liberatrice. Analizzando in dettaglio gli atti di Giovanna d'Arco... il panegirista credeva nello status di una vera profetessa... riferendosi agli esempi di Giuditta e della prigione, riteneva che la principale giustificazione per scegliere una donna debole per il ruolo della salvatrice del paese, era la storia della Bibbia" [843:1], p.377 -378.

Allo stesso tempo, abbiamo appreso che la città francese di Orleans, la "città di Giovanna", è stata "paragonata e contrapposta" alla biblica Betulia, la "città di Giuditta". Giusto. Gli eventi della guerra di Livonia furono parzialmente trasferiti (sulla carta) in Francia, a seguito della quale Betulia si “sovrappose” a Orleans.

E ancora: “Nel 1790, in preparazione alla celebrazione del giorno della Bastiglia, il comune di Parigi ricevette una richiesta per onorare la memoria della “eroina francese conosciuta come la Pulzella d'Orleans”, i cui meriti le permettono di essere chiamata la “Giuditta francese”, p.331.

Inoltre, lo storico moderno cerca di capire perché diversi autori hanno insistito tanto sulla "somiglianza" di Giovanna con i personaggi biblici: Ester, Giuditta, Debora, Giaele. I vaghi tentativi di spiegazione-ricostruzione proposti, ad esempio, sono i seguenti: “L'immagine di Debora era ben nota agli autori del XV secolo che scrissero su Giovanna d'Arco. A partire dal 1429, la usarono per enfatizzare il ruolo attivo della ragazza-profeta nel confronto con i nemici del suo paese, così come la natura giusta della guerra che ha intrapreso, la partecipazione personale di Debora alla battaglia contro i Cananei e la leadership che ha effettivamente esercitato in questa battaglia al posto di Barak, che l'ha resa una di quelle con cui Giovanna viene confrontata di più nella sua breve carriera ... L'immagine dell'eroina biblica ... si è arricchita di un significato nuovo e piuttosto inaspettato. Debora si rivelò una donna che indossava abiti da uomo per raggiungere uno scopo più alto, il che, dal punto di vista dei teologi e dei giuristi, spiegava e giustificava la sua somiglianza a Giovanna d'Arco", p.186.

Ma una “spiegazione” così vaga non chiarisce nulla. Vediamo come i commentatori moderni “nuotano” nel mare letterario delle parole, cercando di spiegare a sé stessi e ai lettori gli evidenti parallelismi tra le vite di questi personaggi, forzatamente separati nel tempo dall’errata cronologia di Scaligero. Non capiscono che queste sono semplicemente diverse descrizioni di cronache che parlano della stessa eroina e degli stessi eventi, registrate da cronisti diversi e in luoghi diversi, ma, in generale, sono più o meno la stessa cosa. Lo stile dei cronisti è diverso, il disegno verbale è diverso, ma l'essenza è la stessa.

Inoltre, si scopre che c'erano molti di questi "vecchi paragoni paralleli" di Giovanna con Ester, Giuditta e Debora. Pertanto, è giusto ripetere ancora una volta la conclusione di Reitses: “Nella letteratura del XV secolo, Giovanna veniva spesso paragonata alle eroine del Vecchio Testamento, Ester e Giuditta. Questo paragone era comune ...

Anche la scrittrice de Scudery paragonò la fanciulla a Giuditta, "la cui mano era guidata dal Signore stesso" [722:0], pp. 42-43, 287.

Per cui, gli storici moderni pensano erroneamente che si tratti di analogie puramente letterarie. Ci vengono instillate le seguenti "spiegazioni filosofiche". Dicono che “il pensiero sociale del Medioevo e del Rinascimento si è rivolto a modelli biblici e antichi per comprendere la modernità: l’analogia storica era un mezzo di conoscenza. Confrontando Giovanna con i più grandi eroi dell'antichità, che in questo caso si caratterizzano dal punto di vista della loro “nazionalità”, Alain Chartier ha determinato sia la natura del “fenomeno Vergine” che la scala della sua personalità", p.79.

Non in questo caso! I commentatori successivi, confusi dall'errata cronologia scaligeriana, non capiscono che qui ci imbattiamo in prove felicemente sopravvissute, le quali palesano che nelle cronache, Giovanna d'Arco, Ester, Giuditta, Debora e Giaele, sono solo nomi e soprannomi diversi della stessa donna del XVI secolo, che ha davvero giocato un ruolo importante negli eventi turbolenti della guerra di Livonia e nella lotta di palazzo nella metropoli della Rus' dell'Orda, dove era conosciuta con il nome di Elena Voloshanka. A proposito, le cronache franco-inglesi in seguito iniziarono a chiamarla Maria Stuarda. In altre parole, gli eventi fatali nella metropoli dell'Impero del XVI secolo suscitarono un crescente interesse, e quindi si rifletterono sulle pagine di un'ampia varietà di cronache locali europee. In altre parole, si moltiplicarono (sulla carta) e diedero vita a numerosi e famosi miraggi fantasma.