Сronologia 4

testo tradotto in italiano da Claudio dell'Orda

This Italian translation of the fragments of the 4-st volume by Anatoly Fomenko was done by Claudio dell'Orda from the English edition: 
A. T. Fomenko, T. N. Fomenko, V. V. Kalashnikov, G. V. Nosovskiy
History: " Fiction or Science?"
THE CHRONOLOGY OF RUSSIAN HISTORY.
NEW CHRONOLOGY AND CONCEPTION OF BRITISH HISTORY. ENGLAND AND RUSSIA (OR THE HORDE).
THE CHRONOLOGY AND GENERAL CONCEPTION OF ROMAN AND BYZANTINE HISTORY

Parte 2:
LA NUOVA CRONOLOGIA E LA CONCEZIONE DELLA STORIA BRITANNICA. L’INGHILTERRA E LA RUSSIA (O L’ORDA).

 

Introduzione

 

La seconda parte del nostro libro riguarda l’analisi della versione di Scaligero della cronologia “antica” e medievale della Britannia.

Il risultato della nostra ricerca dimostra che la storia britannica è stata molto probabilmente estesa arbitrariamente dai cronologisti medievali del XVI-XVII secolo, e anche in modo pesante. La storia realmente documentata dell’Inghilterra è parecchio più breve; lo stesso succede alla storia reale di tutti gli altri paesi.

Gli eventi britannici “antichi” e medievali descritti dalle fonti storiche che hanno raggiunto i nostri giorni, devono essere trasposte “dall'antichità” all’epoca che inizia col X-XI secolo d.C. Molti di questi eventi appaiono reali, ma appartengono alla storia di Bisanzio o del Grande Impero "Mongolo" nell’epoca del XI-XVI secolo.

Inoltre, la nuova idea di storia che proponiamo rende la posizione dell’Inghilterra, tra i paesi europei occidentali del XVI secolo, assai più importante di quanto si intenda normalmente.

Cominciamo a comprendere perché i re medievali inglesi elencavano un certo numero di paesi continentali europei, oltre all’Inghilterra, come appartenenti a loro: la Francia, per esempio, come è noto, e anche la Spagna, secondo un certo numero di fonti: “Regina d’Inghilterra, Francia e Iberia = Spagna (?)” ([639], pag. 122).

La ricostruzione della storia inglese che suggeriamo, corrisponde bene con un simile “accorciamento della storia” di un certo numero di altri paesi: Italia, Grecia, Egitto, ecc, vedi le altre precedenti pubblicazioni sul tema. Ulteriori ricerche possono naturalmente introdurre un certo numero di alterazioni nella storia dell’Inghilterra, ma senza intaccare l’idea principale, come esporremo più avanti.

 

 

Capitolo 15: Breve schema della storia inglese nella versione di Scaligero.

 

1. Le più antiche cronache inglesi.

1.1. La Cronaca Anglo-Sassone.

Crediamo che i lettori siano più o meno a conoscenza della versione di Scaligero della storia romana e bizantina, almeno entro i confini medi del corso universitario. D'altra parte, siamo consapevoli del fatto che la versione scaligeriana "dell’antica” storia Inglese non sia così ben conosciuta da tutti. Perciò, nel presente paragrafo forniremo una breve descrizione della struttura del libro di testo scaligeriano "sull’antica” storia dell'Inghilterra.

Potremmo naturalmente riferirci a qualche libro del XX secolo; tuttavia, sono tutti testi di natura secondaria, cioè, resoconti di precedenti libri di storia inglese, spesso di qualità scarsa. Siamo maggiormente interessati ai documenti medievali del XVI-XVII secolo, sui quali sono basati quei libri di testo. Queste cronache sono cronologicamente più vicine al periodo in cui la versione scaligeriana della cronologia globale fu creata e solidificata, il XVI-XVII secolo, il che le rende molto più preziose per quanto riguarda la storia reale riferita, nonostante il fatto che questi testi siano stati pesantemente ritoccati dagli storici scaligeriani.

Le principali cronache che abbiamo scelto come base per la nostra analisi sono le seguenti: la famosa Cronaca Anglo-Sassone ([1442]), la Storia dei Britanni di Nennio ([577]) e il libro con lo stesso titolo scritto da Goffredo di Monmouth ([155]). Nella fig. 15.1 riproduciamo una fotografia di una pagina dal manoscritto del libro di Nennio. Crediamo che questo manoscritto sia databile al massimo al XVII secolo d.C.

Il lavoro sopra menzionato serve di fatto come base per supportare l’intera concezione moderna della storia inglese “antica” e medievale. Ripetiamo che questa concezione dipende strettamente dalla cronologia di Scaligero. Una cronologia alterata, altererà radicalmente la nostra percezione delle cronache.

Infine, abbiamo utilizzato anche le famose Tabelle Cronologiche di J. Blair ([76]), compilate nel tardo XVIII, primi del XIX secolo, e che comprendono tutte le principali epoche storiche come venivano percepite dai cronisti europei alla fine del XVIII secolo.

Si presume che la cosiddetta leggendaria storia dell’Inghilterra cominci con la Guerra di Troia, ossia nel presunto XII-XIII secolo a.C. Il millennio che si presume sia intercorso tra la Guerra di Troia e l’epoca di Giulio Cesare, il supposto I secolo d.C., che viene normalmente conosciuto come “i secoli bui”. Nella versione cronologica di Scaligero e Petavio, creata nel XVI-XVII secolo e utilizzata come base per ogni libro moderno sulla storia “antica” e medievale, la storia documentata dell’Inghilterra incomincia con l’anno 60 a.C., che si presume sia l’anno in cui le Isole Britanniche furono conquistate da Giulio Cesare. Gli storici stessi riconoscono il fatto che la prima prova scritta risale a circa l'anno 1 d.C., ovvero il regno di Ottaviano Augusto. La Cronaca Anglo-Sassone inizia nello stesso anno, il presunto primo anno della nuova era ([1442], pag. 4).


Figura 15.1.
Fotografia di una pagina della “Historia Brittonum” di Nennio.
Presa da [155], pagina 220.

 

Infatti, la Cronaca Anglo-Sassone è una collazione di diversi manoscritti separati, cioè:

Manoscritto A – La Cronaca di Parker, che copre l’epoca tra il presunto 60 a.C. e il 1070 d.C.

Manoscritto B - La Cronaca di Abigdon I, che copre l’epoca dei presunti anni 1-977 d.C.

Manoscritto C - La Cronaca di Abigdon II, che copre l’epoca presunta del 60 a.C. e 1066 d.C.

Manoscritto D – La Cronaca di Worcester, che copre l’epoca dei presunti anni 1-1079 d.C.

È seguita da un addendum che si presume risalga al XII secolo; copre i presunti anni 1080-1130 d.C.

Manoscritto E – La Cronaca di Laud (Peterborough), che copre i presunti anni 1-1153 d.C.

Manoscritto F – L’Epitome Bilingue di Canterbury, che copre i presunti anni 1-1058 d.C.

Gli storici credono che tutte queste cronache siano duplicati di un singolo originale. In altre parole, si presume che esse coprano la stessa sequenza di eventi, differendo solo per la quantità dei dettagli contenuta. Questo è il motivo per cui venivano sistemate parallelamente l’une alle altre in [1442], il che è molto utile e dà l’opportunità di comparare i differenti rapporti sugli eventi che risalgono allo stesso anno, È possibile che tutti i manoscritti sopra riportati siano diverse versioni delle stesse cronache o differenti copie. La Cronaca Anglo-Sassone copre l’epoca tra il presunto anno 60 a.C. e il XII secolo d.C. Il Manoscritto E termina all’improvviso con la descrizione degli eventi che si presume siano avvenuti nel 1153 d.C. La storia di Scaligero ci assicura che tutte queste cronache sono state scritte intorno al XI-XII secolo d.C. Comunque, uno studio critico dimostra che questa è solo un’ipotesi basata sulla cronologia scaligeriana, presumibilmente conosciuta a priori. Per esempio, il Manoscritto A esiste solo in due “copie”, entrambe create nel XVI secolo d.C. ([1442], pag. xxxiii). Una copia precedente del manoscritto (l’originale di entrambe) si dice sia stato distrutto in un incendio. La storia di tutti gli altri manoscritti compresi nella Cronaca Anglo-Sassone, è riportata in [1442], e anche in modo piuttosto vago. Per esempio, apprendiamo che non c’è una ragione particolare perché fossero datati come è stato fatto.

Si ha l’impressione che gli storici abbiano impiegato il seguente metodo per datare le cronache in questione: se le cronache terminavano con la narrazione di eventi del presunto XI-XII secolo, le copie esistenti di queste cronache dovevano risalire alla stessa epoca. tuttavia, questa “semplice considerazione” implica che gli eventi descritti nelle cronache siano datati correttamente. Altrimenti, la datazione delle cronache cambia automaticamente.


Figura 15.2.
La datazione di Scaligero degli eventi descritti
dai famosi cronisti inglesi medievali:
Goffredo di Monmouth e Nennio. Vedere [577] e [155].

Dobbiamo segnalare che i problemi nella ricostruzione delle origini reali delle antiche cronache inglesi, sono ben conosciuti e gli storici inglesi ne parlano apertamente. Per esempio, lo storico Dom David Knowles si è sentito obbligato a fare la seguente affermazione: “Il problema dell’origine e delle rispettive dipendenze tra le differenti versioni [della Cronaca Anglo-Sassone] è così complesso che ogni tipo di discussione sul tema implica l’uso della matematica avanzata” ([1442], pag. xxxi; vedi anche Commento 1 alla fine di Parte 2). Dobbiamo aggiungere che lo storico ha segnalato, forse involontariamente, una valida considerazione. La ricerca scientifica moderna nel campo della cronologia è impossibile senza l’uso della matematica.

G. N. Garmonsway riporta più avanti che ogni analisi moderna della Cronaca Anglo-Sassone è invariabilmente basata sulla revisione della sua pubblicazione iniziale (Giovanni Earle, 1865) fatta da Charles Plummer nel 1892-1899. Secondo la cauta osservazione di Garmonsway, i manoscritti A ed E sono “associati” ai nomi delle figure del XVI secolo, cioè l'Arcivescovo Parker (1504-1575) e l’Arcivescovo Laud (1573-1645). Risulta che gli altri manoscritti della Cronaca “erano appartenuti a Sir Robert Cotton (1571-1631), e sono attualmente parte della collezione di manoscritti Cotton conservata nel British Museum” ([1442], pag. xxxi; vedi Commento 2).

Perciò, arriviamo all’ipotesi che i manoscritti della Cronaca Anglo-Sassone che abbiamo a nostra disposizione oggi, siano stati scritti davvero nel XV-XVI secolo come minimo. Perché oggi sono datati al XI-XII secolo?

Come ricordato precedentemente, la risposta può essere molto semplice. La Cronaca termina la sua narrazione con gli eventi del XI-XII secolo, secondo la datazione scaligeriana, da qui la presunzione che gli autori della Cronaca siano vissuti nel XI-XII secolo. Comunque, in primo luogo, gli eventi del XI-XII secolo possono benissimo essere stati descritti da un autore più tardo, vissuto nel XV, XVI o persino nel XVII secolo. Secondariamente, la datazione scaligeriana della Cronaca dipende dalle date degli eventi di cui tratta. Se risultasse che questi eventi sono in realtà avvenuti in un’epoca diversa, la datazione del testo che abbiamo oggi dovrebbe anch’essa essere modificata.

Il fatto che queste cronache usino datazioni a.C. / d.C., dice già molto sulla loro origine più tarda. È conoscenza comune, persino tra gli scaligeriani, che la cronologia fu introdotta nel tardo Medio Evo ([76]). Più avanti citeremo un certo numero di fatti che provano che gli autori della Cronaca Anglo-Sassone erano già familiari con la versione scaligeriana della cronologia globale dell’antichità. Questa versione fu creata nel XV-XVII secolo d.C., il che è un’ulteriore prova del fatto che la versione della Cronaca da noi conosciuta oggi sia di origine piuttosto tarda.

Perché i ricercatori fanno così tanta attenzione alla Cronaca Anglo-Sassone per la ricostruzione della storia inglese? La spiegazione è molto semplice. La cronaca in questione si presume sia il primo testo storico scritto in inglese e che utilizzi la cronologia degli “Anni di Grazia” (vedi [1442], pag. xxiv; anche Commento 3). Dobbiamo fare il seguente commento per quanto riguarda la trascrizione delle date utilizzate nella Cronaca Anglo-Sassone: Si presume che la datazione “Anno Domini” fosse conosciuta come “Anni dall’Incarnazione di Nostro Signore” nell’Inghilterra medievale. Un’altra presunzione è che questo fosse equivalente a “Anni di Grazia”. Questa supposta equivalenza delle due antiche ere, richiede un’analisi speciale e noi ce ne occuperemo più avanti. Per il momento segnaliamo la similarità fonetica tra le parole “Grazia” e Grecia.

È possibile che gli “Anni di Grazia” si traducesse realmente come gli “Anni della Grecia”, implicando una cronologia che è in qualche modo collegata alla Grecia o alla fede greca. È anche possibile che la parola “Grazia”, “Grecia” e “Cristo”, siano tutte in qualche modo collegate. L’associazione oggi potrebbe essersi persa. Se questo si provasse vero, la fede greca sarebbe un altro alias per la religione cristiana. Ricordiamo ai lettori che, secondo la nostra ricostruzione, Cristo è vissuto a Zar Grad sul Bosforo, la capitale bizantina; questo è il posto dove fu anche crocifisso, vedi nella tabella qua sotto ([517]).


Figura 15.3.
Il parallelismo tra la storia medievale dell'Inghilterra
e quella di Bisanzio, scoperto nel corso della
nostra ricerca con l'applicazione dei
metodi formali matematici e statistici.

Facciamo subito un chiarimento: non consideriamo i paralleli linguistici e fonetici come prove di nulla fuori dal contesto. Possono solo servire come considerazioni ausiliarie, diventano significativi dentro un parallelismo, o una sovrapposizione che copra un periodo di diversi secoli. Quando simili nomi si manifestano simultaneamente in entrambe le correnti, che vengono rigidamente confrontate, si può considerare credibile anche il parallelo.

La Cronaca Anglo-Sassone è scritta in un linguaggio piuttosto arido. È separata in capitoli che corrispondono a singoli anni. Va da sé che ci sono vuoti e omissioni. Si presume che la Cronaca Anglo-Sassone descriva gli eventi che ebbero luogo tra il I secolo d.C. e il XI-XII secolo d.C. (vedi figg. 15.2 e 15.3). L’asciuttezza del testo e la mancanza di abbellimenti letterari, potrebbe indicare che il documento in questione sia davvero importante, probabilmente edito nel XVII secolo, ma basato tuttavia su prove antiche. La correttezza delle datazioni degli eventi di cui la Cronaca parla come “Anni di Grazia”, riferite dai cronisti più tardi nel XVII-XVIII secolo, è un problema completamente differente.

 

1.2. La Storia dei Britanni di Nennio.

Questa cronaca è relativamente breve, di 24 pagine, da [577]. Più di 30 manoscritti di questo lavoro sono conosciuti oggi [577]. I moderni commentatori riportano: “I primi manoscritti datano tra il IX e il X secolo d.C., mentre gli ultimi, intorno al XIII o anche XIV secolo. L’autore di alcuni manoscritti pare essere Gildas. Nennio viene spesso menzionato come l'autore dell’opera. Quello che abbiamo a nostra disposizione è probabilmente una compilazione… Il testo originale non è sopravvissuto, ma abbiamo una traduzione irlandese del XI secolo” ([577], pag. 269). Il testo è dato in concordanza con la pubblicazione intitolata “Nennio e la Storia dei Britanni” (Paris, 1934). Alcuni dei manoscritti si concludono con pagine dagli “Annali della Cambria”, un manoscritto che si presume datare intorno al 954 d.C. Il lavoro di Nennio non ha una separazione annuale e nessuna indicazione cronologica di alcun tipo, ad eccezione dei seguenti due frammenti. All’inizio della cronaca c’è una breve tabella intitolata “Sulle Sei Ere del Mondo”, che indica intervalli, in anni, tra un certo numero di eventi biblici, in accordo con la versione di Scaligero e Petavio, il che è da sottolineare. Il Capitolo 16 contiene una “validazione cronologica” con intervalli approssimati tra certi eventi della storia inglese, caratterizzata da un’estrema brevità.


Figura 15.4.
Dipinto proveniente dai Musei Vaticani.
Risale all'incirca al 1425 d.C. Vediamo l'Annunciazione,
che viene consensualmente datata al presunto I secolo d.C.
Tuttavia l'ambientazione e gli abiti sono evidentemente medievali.
Tratto da [713], pagina 96.

Perciò, l’autore del testo è incerto e nessun originale è sopravvissuto. La traduzione risale al XI secolo. Lo stesso testo non contiene una scala cronologica indipendente, il che rende il problema ancor più decisivo, se i manoscritti della Cronaca Anglo-Sassone siano datati correttamente. A proposito, il testo di Nennio è scritto in una maniera letteraria libera, con molti abbellimenti retorici. Questo fatto, da solo, tradisce che il testo appartenga a una ben sviluppata tradizione letteraria, che ha richiesto tempo ed esperienza. È una possibile indicazione dell’origine tarda della cronaca, il XVI-XVII o anche il XVIII secolo.

Si presume che Nennio descriva eventi distribuiti attraverso l’intervallo storico che inizia dalla Guerra di Troia (il presunto XII o XIII secolo a.C.) e termina con il IX o il X secolo d.C. Gli storici scaligeriani hanno allungato il testo piuttosto conciso di Nennio, su un gigantesco intervallo di duemila anni. Questo ha portato a grandi lacune nella datazione, vista dal punto di vista scaligeriano. Nelle figg. 15.2 e 15.3 forniamo una rappresentazione schematica, dell’epoca presumibilmente descritta da Nennio, con una linea punteggiata. Se dovessimo credere alla cronologia di Scaligero, Nennio avrebbe sbrigativamente omesso interi secoli, creando enormi vuoti senza nemmeno darci peso e continuando imperturbato con la sua narrazione.

 

1.3. La Historia Brittonum di Goffredo di Monmouth.

La cronaca in questione si presume risalga intorno agli anni 1130 o 1140 ([155], pag. 196). Goffredo si dice abbia basato il suo lavoro sul testo di Nennio, ripetendo in parte gli errori” di quest’ultimo ([155], pag. 231, commenti al Capitolo 17; anche pag. 244).

Il libro di Goffredo è un’opera voluminosa che comprende qualcosa come 130 pagine in [155]. A differenza della Cronaca Anglo-Sassone, il testo non contiene alcuna divisione cronologica annuale.

Il linguaggio di Goffredo è di alto livello, con un gran numero di abbellimenti retorici e assai moraleggiante. Si presume persino che Goffredo non sia stato solo uno storico, ma anche un poeta. Il suo libro davvero sembra sostituire quello di Nennio, che è esattamente quello che sostiene la tradizione Inglese. Si dice anche che Goffredo abbia basato il suo lavoro sulla “Storia Ecclesiastica degli Angeli” di S. Beda il Venerabile ([155], pag. 244).

È da notare che gli storici moderni segnalano “L’orientamento chiaramente manifestato di Goffredo verso l’antica tradizione” ([155], pag. 207). Egli non solo si riferisce agli “antichi” temi ma emula anche lo stile degli “antichi” autori ([155], pag. 207). È come se Goffredo mentre scriveva il libro fosse completamente immerso nell’atmosfera della “antichità”. Gli specialisti moderni presumono che Goffredo abbia preso in prestito alcune delle sue storie da “antichi” autori, Stazio, per esempio, senza menzionarlo apertamente ([155], pag. 236).

I commentatori moderni scrivono che il lavoro di Goffredo fosse estremamente popolare nel Medio Evo: “Ci sono circa duecento [sic! - Aut.] copie della “Storia” esistenti… fatte negli scriptoria tra il XII e il XV secolo, che è quando apparve la prima edizione stampata” ([155], pag. 228). La prima edizione stampata apparve a Parigi nel presunto anno 1508, cioè, come minimo nel XVI secolo.

Nelle figg. 15.2 e 15.3 forniamo una rappresentazione schematica dell’epoca storica presumibilmente descritta da Nennio, secondo la datazione scaligeriana. Essa copre virtualmente lo stesso intervallo storico del lavoro di Nennio, tra la Guerra di Troia del presunto XII o XIII secolo a.C. e il presunto VIII secolo d.C. Sebbene il libro di Goffredo sia molto più dettagliato di quello di Nennio, non può tuttavia coprire completamente tutto questo lungo periodo, e contiene enormi lacune. Comunque, Goffredo non sembra notarlo, va avanti con la sua narrazione senza problemi e senza troppa fretta, senza accorgersi che, secondo gli scaligeriani, salta intere epoche storiche.


Figura 15.5.
Dipinto di Piero della Francesca, artista medievale italiano
(presumibilmente risalente al 1420-1492 d.C.).
Il titolo è il seguente: “Battaglia tra l'imperatore Costantino e Massenzio”.
Famoso tema “antico” della storia de "l'antico" Impero Romano
(il presunto IV secolo d.C.). I personaggi e l'ambientazione
sembrano tipicamente medievali e, per di più,
provenienti dal tardo Medioevo. Tratto da [16], pagina 39.

Figura 15.6.
Frammento del dipinto di Piero della Francesca intitolato
“Battaglia tra l'imperatore Eraclio e Cosroè
(presumibilmente risalente al 1420-1492).
Il tema risalirebbe al VII secolo d.C.
Ciò che vediamo realmente è un gruppo di cavalieri
tardo medievali che indossano armature a piastre pesanti;
in testa indossando elmetti con visiere.
Tratto da [16], pagina 43.

 

1.4. Le numerose altre cronache inglesi “antiche”.

Nella nostra ricerca abbiamo utilizzato altre cronache inglesi del presunto IX-XIII secolo, comprese quelle collezionate da V. I. Matouzova, nella sua compilazione intitolata Le Fonti Medievali Inglesi ([517]). Ci asterremo da dare le caratteristiche in dettaglio di queste cronache. Invece, presenteremo ai lettori una più notevole tabella che abbiamo compilato in concordanza con i materiali collezionati nel libro della Matouzova, che sono basati sulle sue analisi delle cronache inglesi (vedi la sezione seguente).

 

 

1.5. I nomi delle città, dei gruppi etnici e dei paesi a noi noti oggi, che si riflettono nelle cronache inglesi medievali.

Alcuni dei lettori potrebbero pensare che le cronache medievali si riferiscano a Londra come Londra, Kiev come Kiev, la Russia come la Russia e così via. Questo succede occasionalmente nei testi relativamente recenti che risalgono al XVIII-XIX secolo. Comunque, questa è un’eccezione piuttosto che la regola per le prime cronache primordiali del XV-XVI secolo. Le antiche cronache spesso usano nomi completamente differenti; in questo caso c’è bisogno di una ricerca particolare, che è spesso tutt’altro che semplice, per cercare di capire la reale identità dei nomi in questione. I testi medievali spesso utilizzano nomi molto diversi per riferirsi agli stessi paesi e nazioni che normalmente non hanno nulla in comune con i nomi che utilizziamo oggi. In altre parole, i nomi delle antiche città e nazioni conosciuti da noi oggi, sono quelli resi immortali dalla storia scaligeriana nel XVII-XVIII secolo.

Tuttavia, risulta che altre opinioni su queste materie fossero piuttosto comuni nel Medio Evo e spesso differivamo in modo drastico da quelle consensuali. Sarebbe molto interessante vedere come le fonti medievali inglesi si riferivano alle città e nazioni che noi pensiamo oggi siano familiari. Evidentemente, gli autori medievali hanno spesso aderito a concezioni completamente differenti della storia antica e medievale. È proprio per questa ragione che gli storici moderni spesso accusano i cronisti medievali di ignoranza, di confondere le differenti epoche storiche, incollare “l'antichità” al Medio Evo e così via. Forniamo diversi esempi tipici di come gli artisti medievali vedevano “l'antichità” nelle figg. da 15.4 a 15.6. È perfettamente ovvio che, nel loro resoconto, “l'antichità” è l’epoca medievale del XIV-XVI secolo.

La tabella che abbiamo compilato mostra i nomi geografici usati dalle antiche cronache inglesi al posto dei loro presunti equivalenti moderni. L'identificazione di questi nomi medievali è stata fatta da V. I. Matouzova ([517]).

 

La tabella dei nomi e i loro equivalenti medievali
(secondo le antiche cronache inglesi)

 

Il Mare di Azov = i laghi della Meozia, la palude di Meotedisc, Maeotidi lacus, Maeotidi paludes, palus Maeotis, paludes Maeotis, paludes Maeotidae e Paluz Meotidienes.

Alania = Valana, Alania, Valves, Polovtsy [sic! - vedere sotto] e l’Albania.

Albanesi = Liubene, Albani, Alania, Albion = Gran Bretagna e Albania sulle rive del Mar Caspio (l’Iran moderno?); anche Albania come provincia della Grande Asia, bagnata dal Mar Caspio a est [sic!] e dall'Oceano Artico a nord.

Amazzonia = Maegda Land, Maegda londe e Amazonia.

Bulgari = Wlgari, Bulgari, Bougreis e Bulgari del Volga.

Fiume Bug = Armilla.

I Vandali = Wandali, Slavi Baltici.

Ungheria = Hungaria, Hunia, Ungaria e Ungaria Minore.

Bisanzio = Grecia o Graecia; Constantinopoli = Constantinopolis.

I Valacchi = Coralli, Blachi, Ilac, Blac, e i Turchi [sic! - vedi sotto].

Valacchia = Balchia.

Volga = Ethilia, o Ithil.

I Galli = Galichi.

La Russia di Galitsk e di Volynsk - Galacia, Gallacia e Galizia.

Germania = Gothia, Mesia, Teutonia, Germania, Allemania e Jermaine.

L’Oceano Iberniano = Il Canale Inglese e l’Oceano Ibernico.

Ibernia = Irlanda [sic!]

Gothia = Germania, Isola Gotland, Scandinavia e Tauris.

I Daci = Danes, Dani, Danesi, Daciani, Deni [abitanti della Regione del Danubio?].

Danimarca = Denemearc, Dacia, Dania e Desemone.

I Dani = Daci, Dani, Norddene e Denen.

Lo Stretto dei Dardanelli = Stretto di S. Giorgio (branchium Sancti Georgii).

Lo Stretto di Derbent = Cancello di Alessandro, Alexandres herga, Porta ferrea Alexandri e claustra Alexandri.

Dnepr = Aper.

I Dogi = i Russi, vedi sotto.

Don = Danai, Thanais e Tanais.

L’antica Russia = Susie, Russie, Ruissie, Rusia, Russia, Ruthenia, Rutenia, Ruthia, Ruthena, Ruscia, Russcia, Russya e Rosie.

Danubio = Danubius, Hister, Danuvius, Damaius, Deinphirus, Don, Danai e Thanais.

Il Cancello di Ferro (vedi Derbent).

Irlanda = Hibernia o Hybernia, Ibernia.

Islanda = Ysolandia.

Caucaso = Tauris, Tauride, beorg Taurus e Caucasus.

Mar Caspio = Caspia garsecge e mare Caspium.

Cassaria = Cazaria [sic! - vedi sotto].

Kiev = Chyo [sic!], Cleva [sic!] e Riona [sic!].

I Cinesi = Cathaii, Catai.

I Coralli = Valacchi, vedi sopra, e i Turchi, vedi sotto.

Mar Rosso = mare Rubrum.

Il Canale Inglese = Hibernicum occeanum.

Marburg = Merseburg.

Moesia = Germania, qv sopra.

Narva = Armilla.

I Tedeschi = Germanici, Germani, Teutonici, Theutonici e Allemanni.

Olanda = Friesia, Frisia e Frise.

I Normanni = Nordmenn.

Oceano = garsecg, Oceano, Oceanus, Occeanus e Ocean.

I Peceneghi = Getae.

I Polovtsy = Planeti, Captaci, Cumani, Comani, Alani, Values e Valani.

Prussia = Prutenia [sic! - P-Ruthenia = PRussia].

I Prussiani = Prateni, Pruteni, Pructeni, Prusceni, Praceni e Pruceni.

Riona = Kiev, qv sopra.

I Rugi = Russi e Slavi Baltici, qv sotto.

Le Montagne Ruhr = Rithean, o Montagne Ural (Hyperboree).

I Russi = Russii, Dogi [sic!], Rugi [sic!], Rutheni [sic!] e Rusceni.

I Ruteni = Russi, qv sopra.

Oceano Artico = Oceano Scita, Sciffia garsecg, Occeanus Septentrionalis emare Scythium.

Sithia = Scizia, qv sotto.

Gli Scandinavi = i Goti (Gothi).

Scizia = Sithia.

Gli Sciti = Scithes, Scythae, Cit [sic!], Scithia, Scizia, Sice [sic!] e Barbaria (barbari).

Gli Slavi Baltici, o Sclavi = Winedas, Wandali e Roge.

Taurus = Caucasus, qv sopra.

Tauride = Gothia [sic!].

Tanais = Don, qv sopra.

I Tartari (e i Mongoli) = Tartareori, gens Tartarins, Tartari, Tartariti, Tartarii, Tattari, Tatari, Tartarei e Thartarei.

Mar Tirreno = mare Tyrene.

I Turchi = Coralli, Thurki, Turci, Blachi, Ilac e Blac [sic!].

I Monti Urali = Riffeng beorgum, montes Riph(a)eis, Hyperborei montes.

Francia = Gallia.

Friesia = Olanda, qv sopra.

Cazaria = Cassaria e Cessaria [sic!].

I Cazari = Chazari, Kazari.

Chyo = Kiev, qv sopra.

Il Mar Nero = Euxinus, Pontius, mare Ponticum, il Grande Mare, o mare, e Majus.

Scozia = Scotia e Gutlonde.

Genghis-Khan = Cingis, Churchitan, Zingiton, Chirkam, Cliyram, Gurgatan, Cecarcarus, Inghischam, Tharsis [sic!], David [sic!] e Prete Gianni o Presbyter Johannes [sic!].

Yaroslav Vladimirvich il Saggio, Gran Principe di Kiev = Malesclodus, Malescoldus, Julius Clodius e Jurius Georgius.

 


Abbiamo qualcosa da dire sull’identità di Yaroslav il Saggio. Come possiamo vedere, le cronache medievali Inglesi si riferiscono a lui come Malescoldus. Tuttavia, M. P. Alexeyev cita altri nomi di questo monarca utilizzati nella tradizione storiografica dell’Europa occidentale in [14]. Uno di questi nomi è Jurisdoht; contiene ovviamente il nome Youri (Juris, o Jurius). Un altro nome di Yaroslav è Julius Claudius, o Juliusclodius, nientemeno. Questo è il nome che Guglielmo di Jumieges, un cronista della Normandia del presunto XII secolo, utilizza per riferirsi a Yaroslav il Saggio. L’autore inglese Orderico Vitale utilizza lo stesso nome per Yaroslav: Julius Claudius ([14]).

Questo è ciò che troviamo scritto in alcuni antichi testi inglesi: “Fuggì nel Regno dei Dogi, che noi preferiamo chiamare Russia. Quando Malescoldus, il re di questo paese, scoprì chi era, lo ricevette con tutti gli onori” ([1068] and [1010]). L’originale latino dice: “Aufugit ad regnum Dogorum, quod nos melius vocamus Russiam. Quern rex terrae Malescoldus nomine, ut cognovit quis esset, honeste retinuit” ([1068]).

Ora immaginiamo lo stesso testo senza il commento del cronista, che il Regno dei Dogi fosse di fatto la Russia. Si leggerebbe così: “Fuggì nel Regno dei Dogi. Quando Malescoldus, il re di questo paese, scoprì chi era, lo ricevette con tutti gli onori”.

Poiché siamo abituati alla versione scaligeriana della storia, interpreteremo probabilmente questo passaggio come una descrizione di eventi inglesi, pensando ai Dogi come qualche nazione in Inghilterra e Scozia, e a Malescoldus, il re di Scozia e Inghilterra. Questa interpretazione inizialmente ci potrebbe apparire perfettamente logica. In realtà, la cronaca inglese usa il nome Dogi per riferirsi ai Russi.

Ci si confronta con un altro problema di grande interesse. Chi erano i famosi re scozzesi che portavano il nome di Malcolm? Abbiamo Malcolm I (presunti anni 943-958), Malcolm II (presunti anni 1004-1034), e Malcolm III (presunti anni 1057-1093). Potrebbero questi nomi nascondere l’identità degli Zar Sciti (Khan) o dei loro rappresentanti nell’epoca dell’Impero “Mongolo”?

Il glossario dei sinonimi, o duplicati, presentato qui, si dimostrerà estremamente utile nella nostra analisi della storia inglese.

 

 

2. La cronologia di Scaligero della storia britannica.

 

2.1. Scozia e Inghilterra: due correnti dinastiche parallele.

Nelle figg. 15.2 e 15.3 vediamo uno schema approssimativo della storia inglese nella sua versione consensuale. Inizia con il presunto I secolo d.C., ovvero la conquista della Britannia da parte di Giulio Cesare. Le cronache inglesi continuano con quello che di fatto è un resoconto della storia scaligeriana di Roma, menzionando occasionalmente questo o quell’altro imperatore romano che visita l’Inghilterra. Secondo queste cronache, nessun monarca indipendente è esistito ancora nell’epoca dei presunti 1-400 d.C. (le isole Britanniche sembra che furono parte del Grande Impero "Mongolo" per i primi quattro secoli, ossia nel XIII-XVI secolo d.C.). Al fine di semplificare, considereremo la cronologia scaligeriana della Britannia come appare nel lavoro di J. Blair che risale alla fine del XVIII secolo ([76]). Le “correzioni” fatte dagli storici del XIX-XX secolo non modificano il quadro generale e sono perciò poco importanti per noi. Utilizziamo le virgolette attorno alla parola “correzioni” per indicare che le alterazioni minori di un quadro palesemente errato, non hanno alcun senso.

Nel presunto V secolo d.C. Roma perde potere sulla Britannia e cominciano a nascere i primi monarchi indipendenti. Da questo momento in avanti, la storia inglese viene divisa in due: la storia dell’Inghilterra e la storia della Scozia.

In altre parole, il presunto V secolo d.C. segna la nascita di due correnti dinastiche: quella inglese e quella scozzese. Entrambe le correnti sembrano muoversi parallelamente lungo la linea del tempo, fondendosi nel 1603 e incominciando la corrente dinastica singola della Gran Bretagna.

Nel presunto anno 404 d.C., Fergus I, Re di Scozia, fonda una lunga dinastia di sovrani scozzesi, che continua ininterrottamente fino al 1603 d.C. Nel 1603, sotto Jacob I (1603-1625), nasce il Regno Unito di Gran Bretagna. Bisogna notare che la sequenza dei sovrani scozzesi è ben ordinata e non ha praticamente alcun co-regnante. La dinastia reale di Scozia copre l’intero intervallo di 1200 anni tra i presunti anni 404 e 1603, in modo uniforme e senza sovrapposizioni. Questo è un esempio di “storia ben scritta”, dove ogni re occupa uno spazio separato sull’asse del tempo (vedi le linee punteggiate nelle figg. 15.2 e 15.3).

La vera storia inglese appare completamente differente.

 

2.2. La storia inglese dei presunti anni 1-445 d.C., ossia l'Inghilterra come colonia romana.

Il periodo tra il presunto anno 60 a.C. e i primi anni della nuova era, è considerato l’epoca della conquista della Britannia, iniziata dalle truppe romane di Giulio Cesare (vedi fig. 15.3).

Il periodo tra il presunto I secolo d.C. e il 445 d.C. è considerato l’epoca in cui i romani dominarono l’Inghilterra, che fu governata "a distanza" dagli imperatori romani. Non ci sono monarchi inglesi indipendenti o governatori locali. Questo periodo della storia Inglese, nel rendiconto della “Cronaca Anglo-Sassone”, è fondamentalmente un racconto della storia imperiale romana tra il presunto I secolo d.C. e la metà del V secolo d.C., nella versione scaligeriana.

Nella sezione che copre gli eventi del presunto anno 409 d.C., la “Cronaca” riporta che i romani furono sconfitti dai goti, fuggirono dall’Inghilterra e non vi regnarono mai più ([1 442, pag. 11), vedi Commento 4.

 

2.3. L'epoca tra i presunti anni 445 e 830 d.C. I sei regni e la loro unificazione.

A partire da presunto anno 445, in Inghilterra, in Inghilterra emersero molti regni e ciascuni di loro possiede una propria corrente dinastica. Ci riferiamo ai seguenti sei regni (eptarchie):

Britanni = Britannia,

Sassoni = Kent,

Sassoni del Sud = Sussex,

Sassoni dell'Ovest = Wessex,

Sassoni dell'Est = Essex,

Mercia = Mercia.

Questi sei regni coesisterono fino al presunto anno 828 d.C., che è quando si fusero in un solo regno di Inghilterra, nel corso di una guerra. Questo accadde sotto Egbert, che divenne il primo sovrano dell’Inghilterra Unita. Secondo [76] e [64], il periodo dell'830 d.C. circa, può essere chiamato la fine dell’eptarchia: “Sotto Egbert, Re del Wessex, tutti i regni Anglo-Sassoni si uniscono nell'unico stato del primo periodo feudale” ([334], pag. 172).

 

2.4. L'epoca dei presunti anni 830-1040 d.C. he termina con la conquista danese e il declino dell'impero danese.

Iniziando con il presunto anno 830, le cronache inglesi si riferiscono ad una sola corrente dinastica di sovrani, nel regno unito di Inghilterra.

I presunti anni 1016-1040 segnano uno spartiacque nella storia dell’Inghilterra. Nel 1016, Knut (Canuto il Grande, Re dei Dani) conquista l’Inghilterra e diventa re d’Inghilterra, Danimarca e Norvegia. Un antico ritratto di Canuto il Grande e della sua sposa Emma può essere visto nella fig. 15.8., mentre nella fi. 15.8. potete vedere un suo altro ritratto

Si riporta che il regno era piuttosto instabile. Dopo la morte di Canuto, nel presunto anno 1035, l’Impero danese crolla. Nel presunto anno 1042, il trono inglese viene ripreso da Edoardo il Confessore, un rappresentante dell’antica dinastia Anglo-Sassone (1042-1066). Un suo antico ritratto lo si può vedere nella fig. 15.9. Nella fig. 15.3 segnaliamo il 1040 come uno dei più importanti punti di rottura nella storia scaligeriana dell’Inghilterra.


Figura 15.7.
Canuto il Grande, re di Danimarca
(e, più tardi, d'Inghilterra;
regnò presumibilmente nel 1016-1035.
Lui e sua moglie Emma stanno deponendo
una croce su un altare:
"Canuto accetta il titolo greco di Basileus,
dopo essere stato battezzato cristiano"
([328], pagina 119).
Tratto da [328], pagina 119.

Figura 15.8.
Il re inglese Canuto il Grande.
Tratto da [192:1], p.70.

Figura 15.9.
Il sigillo di Edoardo il Confessore
. Vediamo la stessa iscrizione su entrambi i lati:
Sigilium Edwardi Anglorum Basilei.
Questo titolo fu portato anche dai suoi predecessori,
Atelstano (946-955) ed Edgardo (925-940)"
([328], pagina 119). Tratto da [328], pagina 119.

2.5. L'epoca dei presunti anni 1040-1066 d.C. Il regno dell’antica dinastia Anglo-Sassone e la sua fine.

Il regno di Edoardo il Confessore termina nel 1066, che è un altro noto punto di rottura. Secondo la cronologia scaligeriana, in quell'anno accaddero i seguenti eventi importanti: la morte di Edoardo il Confessore, la conquista Normanna dell’Inghilterra da parte di Guglielmo I il Conquistatore (Guglielmo il Bastardo), e la famosa Battaglia di Hastings, nella quale Guglielmo sconfigge il re Anglo-Sassone Aroldo e diventa Guglielmo I, Re d’Inghilterra (1066-1087). Questa importante data (1066) è anche segnalata nella fig. 15.3.

 

2.6. L'epoca tra i presunti anni 1066 e 1327 d.C. La dinastia Normanna seguita dalla dinastia degli Angiò. I due Edoardo.

Quest’epoca inizia con il regno Normanno. L’intera prima parte del periodo storico, tra i presunti anni 1066 e 1327, riguarda il regno della dinastia Normanna ([64], pag. 357) nei presunti anni 1066-1153 (o 1154). La dinastia degli Angiò arriva al potere subito dopo e regna tra i presunti anni 1154 e 1272 ([64], pag. 357). Nel 1263-1267, in Inghilterra scoppia una guerra civile ([334], pag. 260). Alla fine del XIII, inizio del XIV secolo, una monarchia oligarchica emerge in Inghilterra sotto due re della nuova dinastia: Edoardo I (1272-1307) ed Edoardo II (1307-1327). La fine di quest’epoca è segnata dalle guerre di conquista con il Galles, la Scozia e l’Irlanda. La guerra finisce nel 1314, con il partito vittorioso degli Scot. Secondo la nostra valutazione, quest’epoca (gli inizi del XIV secolo) fu l’epoca della Grande conquista “Mongola”. In Cronologia5 dimostriamo che questa conquista ha raggiunto anche l’Inghilterra. Perciò, il fatto che la nuova dinastia sia arrivata al potere in Inghilterra intorno a questo periodo, è perfettamente ovvio. Bisogna anche notare che i primi tre re di questa dinastia portano tutti il nome di Edoardo; il nome suona simile alla parola “Orda”.

 

2.7. L'epoca tra il 1327 e il 1602.

Questo periodo inizia con il regno di Edoardo III (1327-1377), e finisce con la formazione della Gran Bretagna, come risultato dell’unificazione tra Inghilterra e Scozia. Il seguente periodo (1600 e oltre) non sarà considerato ora, poiché non ha rilevanza per la nostra analisi della “antica” storia Inglese.

Sommario: Abbiamo perciò scoperto che la storia scaligeriana dell’Inghilterra contiene un certo numero di importanti punti di rottura, che forniscono una divisione naturale di questa storia in diverse epoche storiche. Testimonieremo che questa divisione è tutt’altro che casuale e si spiega con l’esistenza dei duplicati fantasma e gli slittamenti cronologici all’interno della storia inglese.

NB: Bisogna segnalare che la Ruthenia o Ruthia, come alias della Russia, sono perfettamente comprensibili: derivano dalle parole russe per “esercito” (“orda” o “rat”), come anche “rada”, ovvero “consiglio”.