CAPITOLO 11: IL RACCONTO BIBLICO DEL “CORPO TAGLIATO A PEZZI” E DELLA GUERRA TRA ISRAELE E LA TRIBU’ DI BENIAMINO, È IL FAMOSO ESILIO DEGLI EBREI DALLA SPAGNA ALLA FINE DEL XV SECOLO.
1. IL LIBRO DEI GIUDICI SUL “CORPO TAGLIATO A PEZZI”.
Sviluppando l'idea espressa alla fine del capitolo precedente, continuiamo il nostro movimento attraverso il Libro biblico dei Giudici. Probabilmente, anche le seguenti storie in esso contenute si riveleranno essere dei riflessi di alcuni eventi ben noti nella storia dell'Inquisizione del XV-XVI secolo. La nostra ipotesi è giustificata. Dopo Sansone e Dalila, la Bibbia parla brevemente di Michea (Giudici 17-18). Per ora salteremo questa storia e andremo direttamente alla famosa storia del “corpo tagliato a pezzi”, che fu la causa della grande guerra di Israele con la tribù di Beniamino. Questa guerra pone fine al Libro dei Giudici.
Ecco la storia dell'Antico Testamento.
“In quel tempo, quando non c'era un re in Israele, un levita, che dimorava all'estremità delle montagne di Èfraim, si prese per concubina una donna di Betlemme di Giuda. Ma questa sua concubina provò avversione verso di lui e lo abbandonò per tornare alla casa di suo padre, a Betlemme di Giuda, e vi rimase per un certo tempo, per quattro mesi. Suo marito si mosse e andò da lei, per parlare al suo cuore e farla tornare. Aveva preso con sé il suo servo e due asini. Ella lo condusse in casa di suo padre; quando il padre della giovane lo vide, gli andò incontro con gioia. Il padre della giovane, suo suocero, lo trattenne ed egli rimase con lui tre giorni; mangiarono e bevvero e passarono la notte in quel luogo.
Il quinto giorno egli si alzò di buon'ora per andarsene e il padre della giovane gli disse: "Ristorati prima". Così indugiarono fino al declinare del giorno e mangiarono insieme. Quando quell'uomo si alzò per andarsene con la sua concubina e con il suo servo, il suocero, il padre della giovane, gli disse: "Ecco, il giorno ora volge a sera: state qui questa notte. Ormai il giorno sta per finire: passa la notte qui e riconfortati. Domani vi metterete in viaggio di buon'ora e andrai alla tua tenda".
Ma quell'uomo non volle passare la notte in quel luogo; si alzò, partì e giunse di fronte a Gebus, cioè Gerusalemme, con i suoi due asini sellati, la sua concubina e il servo.
Quando furono vicino a Gebus, il giorno era molto avanzato e il servo disse al suo padrone: "Vieni, deviamo il cammino verso questa città dei Gebusei e passiamo lì la notte". Il padrone gli rispose: "Non entreremo in una città di stranieri, i cui abitanti non sono Israeliti, ma andremo oltre, fino a Gabaa". E disse al suo servo: "Vieni, raggiungiamo uno di quei luoghi e passeremo la notte a Gabaa o a Rama". Così passarono oltre e continuarono il viaggio; il sole tramontava quando si trovarono nei pressi di Gabaa, che appartiene a Beniamino.
Deviarono in quella direzione per passare la notte a Gabaa. Il levita entrò e si fermò sulla piazza della città; ma nessuno li accolse in casa per la notte. Quand'ecco un vecchio, che tornava la sera dal lavoro nei campi - era un uomo delle montagne di Èfraim, che abitava come forestiero a Gabaa, mentre la gente del luogo era beniaminita -, alzati gli occhi, vide quel viandante sulla piazza della città. Il vecchio gli disse: "Dove vai e da dove vieni?". Quegli rispose: "Andiamo da Betlemme di Giuda fino all'estremità delle montagne di Èfraim. Io sono di là ed ero andato a Betlemme di Giuda; ora mi reco alla casa del Signore, ma nessuno mi accoglie sotto il suo tetto. Eppure abbiamo paglia e foraggio per i nostri asini e anche pane e vino per me, per la tua serva e per il giovane che è con i tuoi servi: non ci manca nulla".
Il vecchio gli disse: "La pace sia con te! Prendo a mio carico quanto ti occorre; non devi passare la notte sulla piazza". Così lo condusse in casa sua e diede foraggio agli asini; i viandanti si lavarono i piedi, poi mangiarono e bevvero. Mentre si stavano riconfortando, alcuni uomini della città, gente iniqua, circondarono la casa, bussando fortemente alla porta, e dissero al vecchio padrone di casa: "Fa' uscire quell'uomo che è entrato in casa tua, perché vogliamo abusare di lui". Il padrone di casa uscì e disse loro: "No, fratelli miei, non comportatevi male; dal momento che quest'uomo è venuto in casa mia, non dovete commettere quest'infamia! Ecco mia figlia, che è vergine, e la sua concubina: io ve le condurrò fuori, violentatele e fate loro quello che vi pare, ma non commettete contro quell'uomo una simile infamia". Ma quegli uomini non vollero ascoltarlo. Allora il levita afferrò la sua concubina e la portò fuori da loro. Essi la presero e la violentarono tutta la notte fino al mattino; la lasciarono andare allo spuntar dell'alba.
Quella donna sul far del mattino venne a cadere all'ingresso della casa dell'uomo presso il quale stava il suo padrone, e là restò finché fu giorno chiaro. Il suo padrone si alzò alla mattina, aprì la porta della casa e uscì per continuare il suo viaggio, ed ecco che la donna, la sua concubina, giaceva distesa all'ingresso della casa, con le mani sulla soglia. Le disse: "Alzati, dobbiamo partire!". Ma non ebbe risposta. Allora il marito la caricò sull'asino e partì per tornare alla sua abitazione.
Come giunse a casa, si munì di un coltello, afferrò la sua concubina e la tagliò, membro per membro, in dodici pezzi; poi li spedì per tutto il territorio d'Israele. Agli uomini che inviava ordinò: "Così direte a ogni uomo d'Israele: "È forse mai accaduta una cosa simile da quando gli Israeliti sono usciti dalla terra d'Egitto fino ad oggi? Pensateci, consultatevi e decidete!"". Quanti vedevano, dicevano: "Non è mai accaduta e non si è mai vista una cosa simile, da quando gli Israeliti sono usciti dalla terra d'Egitto fino ad oggi!" (Giudici 19).
Per cui, in breve l'essenza della storia biblica è questa. La moglie litiga con il marito, lo lascia, poi lui la ritrova e la riporta a casa, ma durante il tragitto la donna viene violentata e muore. SUO MARITO TAGLIO' IL SUO CORPO IN DODICI PEZZI (!) e li mandò a tutte le tribù d'Israele. La storia dello smembramento di un corpo umano è unica nella Bibbia; non c'è nient'altro di simile. La trama è memorabile. Dietro ad essa c'è probabilmente qualche evento straordinario del Medioevo.
In Giuseppe Flavio, il racconto “con pezzi del corpo” è posto prima del racconto su Debora = Giovanna d'Arco [878], vol 1, pp. 228-234. Vale a dire che non viene dopo la storia di Sansone e Dalila, ma prima di essa e addirittura prima di Debora, seppure sia accanto a entrambe.
È impossibile non notare le notevoli stranezze della trama presentata. Probabilmente. stanno a indicare che in realtà qui si nasconde qualcosa che è diverso da ciò che gli autori della Bibbia volevano dire. Oppure, loro stessi non hanno capito bene cosa dicevano gli antichi documenti frammentari del XV secolo che giunsero nelle loro mani. Riflettiamo. Il marito è “APPASSIONATAMENTE INNAMORATO DI SUA MOGLIE per la sua bellezza”, come scrive Giuseppe Flavio [878], vol 1, p. 228. Il marito la segue, pregandola di tornare. L'uomo felice torna a casa con la moglie. Poi, lo stesso giorno, consegna personalmente la donna amata agli stupratori. Poi va a letto. Dorme profondamente tutta la notte, disinteressandosi di ciò che accade dietro le porte. Al mattino si alza, si stiracchia ed esce, dirigendosi verso casa. È sorpreso di vedere una donna sdraiata sulla soglia di casa. Le dice: “Andiamo. Ma è morta. La mette su un asino, la porta a casa e lì la fa lentamente a pezzi con un coltello. Impacchetta ogni pezzo del corpo in un pacco e invia dodici inquietanti messaggi “a tutti i confini di Israele”. L'interpretazione biblica della storia difficilmente può essere riconosciuta come naturale dal punto di vista del senso comune. Certo, si può dire che “nei tempi antichi” la gente era diversa. Ma a noi sembra che non sia affatto così.
2. ANCHE NELLA STORIA DELL’INQUISIZIONE DEL XV SECOLO È STATO ANNOTATO UNO STRANO RACCONTO CHIAMATO “L’ARTE DEL TAGLIO”. SI TRATTA DELLA STORIA DI ENRICO D’ARAGONA.
Pertanto, facendo passare l’Antico Testamento, ci siamo imbattuti nel racconto unico del “corpo fatto a pezzi”. Appare nella Bibbia poco DOPO la storia di Sansone. La domanda è: troveremo un episodio simile anche nella storia dell'Inquisizione europea? Si scopre che esiste una trama del genere. Inoltre, cosa importante, alcuni ricercatori dell'Inquisizione la collocano anch'essa DOPO la storia francese di Gilles de Rais, il duplicato del biblico Sansone. La nostra analisi precedente è stata basata soprattutto sulla famosa opera di Henry Charles Lee “Storia dell’Inquisizione” [330]. Viene quindi naturale rivolgerci nuovamente a lui e riprendere la nostra indagine, seguendo il filo del suo racconto. Ricordiamo che ci siamo fermati in quella parte del lavoro di H.C Lee in cui riporta Gilles de Rais = Sansone. Passando alla sezione successiva del libro [330], volume 2, senza fare letteralmente alcuna interruzione, ci imbattiamo subito in una storia un po' strana, simile a quella che ci ha appena raccontato il Libro dei Giudici.
Scrive Henry Charles Lee: “Un'altra fase nello sviluppo della credenza popolare nella stregoneria, appare nella storia di Don Enrico d'Aragona, comunemente chiamato il Marchese di Villena. Nacque nel 1384 e aveva il sangue reale di Castiglia e Aragona... Parlava diverse lingue... Divenne famoso per la sua capacità di predire e interpretare i sogni... Era grasso e amava appassionatamente le donne... Ridevano delle sue conoscenze astrologiche, dicendo che sapeva meglio cosa succedeva in cielo di quel che capitava sulla terra. Abbandonò la moglie e rinunciò alla contea di Tineo per diventare Gran Maestro dell'Ordine di Calatrava... Morì nel 1434, all'età di cinquant'anni. Dopo la sua morte i suoi libri furono esaminati, per ordine del re Giovanni II, da suo fratello Lope de Barrientos... Frate Lope bruciò pubblicamente alcuni di questi libri nella piazza del convento domenicano di Madrid, dove il marchese era sepolto...
Don Enrico era indubbiamente un uomo di eccezionale sviluppo mentale... Ma non era un semplice stregone... Se si fosse dedicato seriamente alle scienze segrete, difficilmente avrebbe scritto “L'ARTE DEL TAGLIO”, stampato nel 1766. In questo libro non si limita a dare le istruzioni più meschine su come tagliare le diverse varietà di carne, uccelli, pesci e frutta, ma propone seriamente di fondare una scuola in cui i giovani di nobili origini avrebbero imparato la scienza (!? - Aut.) necessaria per loro, e i più abili avrebbero ricevuto ricompense, privilegi e onori...
Da questo scienziato, estraneo al mondo... la fantasia popolare non ha mancato di farne uno stregone, dotato di poteri miracolosi. La leggenda su di lui è cresciuta a tal punto che non c'è espressione così strabiliante che non gli sia stata attribuita. Dopo speciali incantesimi, costringeva se stesso a essere fatto a pezzi e messo in una bottiglia per ottenere l'immortalità; poteva rendersi invisibile.... ha regalato la sua ombra al diavolo. In breve, gli furono attribuiti tutti i trucchi della stregoneria; diede materiale inesauribile a commediografi e narratori, e rimane tuttora l'incantatore preferito del palcoscenico spagnolo" [330], vol.2, pp.487-488.
Quindi, le tracce del parallelismo sono le seguenti.
Innanzitutto, nell’Antico Testamento la storia del “corpo tagliato” si trova ACCANTO alla storia di Sansone. Allo stesso modo, nella storia dell'Inquisizione del XV secolo, la storia del “corpo tagliato” SI TROVA ACCANTO alla storia di Gilles de Rais, il duplicato di Sansone
In secondo luogo, nella Bibbia, il marito e la moglie litigarono e si separarono. Allo stesso modo, nella storia dell'Inquisizione, ENRICO D'ARAGONA E SUA MOGLIE litigarono e si separarono.
In terzo luogo, entrambe le storie - in cui un uomo “fa a pezzi un corpo” (suo o della moglie) e poi mette i pezzi insanguinati “in una bottiglia” o in pacchi da spedire - sono uniche sia nella Bibbia che nella storia dell'Inquisizione. In quest'ultima ci sono esattamente DUE racconti particolarmente noti, che parlano del "taglio dei corpi”. [330]. La prima l'abbiamo già descritta (Enrico d'Aragona). La seconda, come mostreremo più avanti, è anch'essa direttamente collegata alla storia biblica che stiamo studiando.
Prestiamo attenzione al libro di Enrico d'Aragona "L'arte del taglio". Oggi ce lo descrivono in modo umoristico, assicurando che il marchese scrisse la sua opera per insegnare ai giovani l'arte di tagliare carne e la frutta per le necessità della tavola. Forse è così. Ma poiché la vicenda di Enrico d'ARAGONA si colloca nella storia dell'Inquisizione spagnola, è opportuno ricordare che proprio ad ARAGONA, come mostreremo più avanti (e non solo lì), i tribunali giudiziari condannavano all'esecuzione, tra cui spiccava il taglio del corpo a pezzi. Inoltre, il corpo poteva essere vivo o morto, ma in ogni caso, tali esecuzioni richiedono carnefici professionisti. Tagliare un corpo non è così facile. Si tratta di un'operazione chirurgica dove è richiesta la conoscenza dell'anatomia. Il libro del marchese Enrico d'Aragona non conteneva, nella sua forma originale, un manuale per i carnefici dell'Inquisizione? Vale a dire, come smembrare con competenza e rapidità il corpo umano. Presumibilmente, i carnefici venivano formati in scuole speciali, dove venivano insegnate le basi della medicina e della chirurgia. Il libro di Enrico d'Aragona potrebbe essere stato uno dei libri di testo per queste scuole. Naturalmente, l'autore avrebbe potuto includere in appendice anche i consigli su come tagliare la frutta. Poi, quando il libro fu pubblicato (o ripubblicato) nel 1766, si decise di eliminarne i “capitoli per cruenti”, poiché l’epoca era cambiata e la morale si era leggermente ammorbidita. A quanto pare, quei capitoli del libro avrebbero potuto scioccare i lettori del XVIII secolo, rivelando loro la spiacevole “cucina” dell'Inquisizione. Per cui, il taglio della carne doveva limitarsi al taglio di animali e pesci per scopi gastronomici. Gli editori hanno notevolmente ampliato i paragrafi sulla frutta. È vero, per qualche ragione, è rimasta la raccomandazione - che ora è diventata un po' inappropriata - di creare scuole speciali per insegnare la difficile arte del taglio e di lodare soprattutto quelli di talento con premi e privilegi.
Il quadro è più chiaro? Per dirla senza mezzi termini, per ora no. Certo, si è rivelato più interessante, perché è diventato palese che qui sta emergendo un certo parallelismo. Tuttavia, la situazione reale rimane nebbiosa. Pertanto, continuiamo a studiare la questione e torniamo all'Antico Testamento.
3. NELLA BIBBIA, L'AGGRESSIONE DEL MARITO LEVITA E LA MORTE DELLA DONNA PORTANO ALLA GUERRA DI TUTTA ISRAELE CONTRO LA TRIBÙ DI BENIAMINO. NELLA SPAGNA DEL XV SECOLO, L'ATTACCO E L'ASSASSINIO DELL'INQUISITORE PIETRO D’ARBUES PROVOCA LA DIFFUSA PERSECUZIONE DEGLI EBREI.
3.1. LA VERSIONE BIBLICA DEGLI EVENTI.
Il Libro dei Giudici prosegue così: “Allora tutti gli Israeliti uscirono, da Dan fino a Betsabea e al territorio di Galaad, e la comunità si radunò come un sol uomo dinanzi al Signore, a Mispa. I capi di tutto il popolo e tutte le tribù d'Israele si presentarono all'assemblea del popolo di Dio, in numero di quattrocentomila fanti che maneggiavano la spada. I figli di Beniamino vennero a sapere che gli Israeliti erano venuti a Mispa. Gli Israeliti dissero: "Parlate! Com'è avvenuta questa scelleratezza?". Allora il levita, il marito della donna che era stata uccisa, rispose: "Io ero giunto con la mia concubina a Gàbaa di Beniamino, per passarvi la notte. Ma gli abitanti di Gàbaa insorsero contro di me e circondarono di notte la casa dove stavo. Volevano uccidere me; quanto alla mia concubina, le usarono violenza fino al punto che ne morì. Io presi la mia concubina, la feci a pezzi e mandai i pezzi a tutti i territori dell'eredità d'Israele, perché costoro hanno commesso un delitto e un'infamia in Israele. Eccovi qui tutti, Israeliti: consultatevi e decidete qui". Tutto il popolo si alzò insieme gridando: "Nessuno di noi tornerà alla tenda, nessuno di noi rientrerà a casa. Ora ecco quanto faremo a Gàbaa: tireremo a sorte e prenderemo in tutte le tribù d'Israele dieci uomini su cento, cento su mille e mille su diecimila, i quali andranno a cercare viveri per il popolo, per quelli che andranno a punire Gàbaa di Beniamino, come merita l'infamia che ha commesso in Israele".
Così tutti gli Israeliti si radunarono contro la città, uniti come un solo uomo.
Le tribù d'Israele mandarono uomini in tutta la tribù di Beniamino a dire: "Quale delitto è stato commesso in mezzo a voi? Consegnateci quegli uomini iniqui di Gàbaa, perché li uccidiamo e cancelliamo il male da Israele". Ma i figli di Beniamino non vollero ascoltare la voce dei loro fratelli, gli Israeliti.
I figli di Beniamino uscirono dalle loro città e si radunarono a Gàbaa per combattere contro gli Israeliti.” Giudici 20:1-14).
Successivamente, l'Antico Testamento descrive la grande guerra tra tutto Israele e la tribù israelita di Beniamino. I Beniaminiti furono sconfitti e sottoposti a diffuse persecuzioni.
“Allora gli Israeliti tornarono indietro e gli uomini di Beniamino furono presi dal terrore, vedendo il disastro piombare loro addosso.
Voltarono le spalle davanti agli Israeliti e presero la via del deserto; ma i combattenti li incalzavano e quelli che venivano dalla città piombavano in mezzo a loro massacrandoli. Circondarono i Beniaminiti, li inseguirono senza tregua, li incalzarono fino di fronte a Gàbaa, dal lato orientale. Caddero dei Beniaminiti diciottomila uomini, tutti valorosi.
I superstiti voltarono le spalle e fuggirono verso il deserto, in direzione della roccia di Rimmon e gli Israeliti ne rastrellarono per le strade cinquemila, li incalzarono fino a Ghìdeom e ne colpirono altri duemila.” (Giudici 20:41-45).
“Intanto gli Israeliti tornarono contro i figli di Beniamino, passarono a fil di spada nella città uomini e bestiame e quanto trovarono, e diedero alle fiamme anche tutte le città che incontrarono.” (Giudici 20:48).
Quindi, si scopre che in realtà i figli di Beniamino hanno attaccato il marito e volevano ucciderlo. Inoltre il marito era un levita, cioè un sacerdote. Purtroppo, la Bibbia non riporta il suo nome, chiamandolo semplicemente il LEVITA o il SIGNORE, e riferendo che aveva dei servi.
3.2. LA VERSIONE SPAGNOLA. L’ISTITUZIONE DELLA NUOVA INQUISIZIONE E L’ASSASSINIO DEL GRANDE INQUISITORE DI SARAGOZZA PIETRO D’ARBUES.
Ricordiamo che alla fine del XV secolo in Spagna, sotto il re Ferdinando il Cattolico, Fig.11.1, Figura 11.1a, e sua moglie, la regina Isabella la Cattolica, Fig.11.2, Figura 11.2a, fu istituita la cosiddetta Nuova Inquisizione. Il famoso Torquemada fu nominato grande capo inquisitore, Fig.11.3.
S.G. Lozinsky scrive: “Emergendo in un forte stato centralizzato durante il regno della coppia cattolica, la Spagna era piena di grandi pericoli... doveva inghiottire le enormi masse della popolazione ebraica e musulmana” [330], vol 3, p 39. Si tenevano battesimi di massa. Ricordiamo che gli ebrei battezzati si chiamavano Maranos, mentre i musulmani battezzati si chiamavano Moriscos. “Nel 1449, a Toledo avvenne il primo massacro diretto contro i Maranos… Nel luglio 1467, nella stessa Toledo avvenne il secondo massacro dei Maranos… L’esempio di Toledo fu seguito nel 1473 da Cordoba” [330], vol.3, pag.41-42.
E ancora: “Dopo che Isabella e Ferdinando salirono al trono di Castiglia, papa Sisto IV si rivolse loro indicando la necessità di introdurre l’Inquisizione in Castiglia” [330], vol 3, p. 45. “L’Inquisizione, la cui istituzione stavano cercando di stabilire Ferdinando e Isabella, differiva sotto molti aspetti dall’antica Inquisizione, da quella che esisteva nel Medioevo in quasi tutti gli stati europei e la cui introduzione era tanto auspicata dai sommi sacerdoti romani... I negoziati tra la Castiglia e Roma si conclusero con il trionfo del potere secolare, sancito in una bolla del 1° novembre 1478. Questa bolla, che EBBE UN'INFLUENZA FATALE SULL'ULTERIORE DESTINO DELLA SPAGNA; parlava dell'esistenza di FALSI CRISTIANI nel paese e la richiesta a Ferdinando e Isabella di porre fine a questo male” [330], vol. 3, p. 46-47.
L'effettiva attuazione della bolla, cioè del “testamento” del 1478, risale al 1480 e al 1481, quando finalmente “fu costituito il tribunale inquisitorio... Il 6 febbraio 1481 ebbe luogo la prima solenne auto da fé, durante la quale furono bruciate sei persone” [330], vol. 3, pp. 49-50. “Il primo Grande Inquisitore fu Tommaso Torquemada” [330], vol 3, p. 68. La fase attiva della sua attività iniziò nel settembre 1483 [330], vol 3, p. 70. Nel 1484 “il panico si impadronì del paese, per cui molti marrani e persone che in genere non si sentivano del tutto sicure, cominciarono a lasciare i confini dell'Aragona, e il 4 novembre Ferdinando diede un ordine severissimo affinché le persone religiosamente inaffidabili non potessero uscire il paese” [330], vol. 3, p. 109. Particolare tensione sorse in una delle principali città spagnole dell'epoca: Saragozza. Parliamo di questi eventi in modo più dettagliato, perché, come vedremo, si riflettono nell'Antico Testamento nella storia dell'attacco al marito levita, che portò alla guerra e alla persecuzione della tribù israelita di Beniamino.
“La brutale repressione delle rivolte di Teruel provocò un estremo malcontento a Saragozza, dove i convertiti (Maranos – Aut.) erano relativamente forti e numerosi. Poiché l'aperta resistenza all'Inquisizione era impotente, fu elaborato un piano per uccidere l'inquisitore più attivo e costringere l'Inquisizione all'inattività per paura. Pedro d'Arbues godeva di una pessima reputazione a Saragozza... Pedro d'Arbues introdusse nel sistema un compenso per la denuncia, infiammando così le passioni più vili.... La situazione della città era grave e l'idea di uccidere Arbues raccoglieva ogni giorno più adesioni. Alcuni uomini di alto rango... erano segretamente favorevoli all'idea di uccidere Arbues, sostenendo che con questo mezzo l'Inquisizione sarebbe stata distrutta in ARAGONA; tra i tanti, di questa opinione c'era un certo Gabriel Sanchez, TESORIERE DI FERDINANDO. Le voci del complotto giunsero al re e il 29 gennaio 1485 Ferdinando scrisse al governatore d'Aragona che i Nuovi Cristiani stavano raccogliendo del denaro e che stavano preparando qualcosa di molto malvagio.... Nella primavera del 1485 ebbe luogo il PRIMO attentato alla vita di ARBUES, che non ebbe successo.... (Poi - Aut.) la notte del 15 settembre dello stesso anno, mentre Arbues era in ginocchio a pregare, il cospiratore Durango lo trafisse da dietro nel collo con un pugnale, in un punto che non era protetto dalla corazza. Arbues si alzò per prendere Durango per un braccio, ma un altro cospiratore, La Badia, lo pugnalò al braccio e un terzo cospiratore, Mateo Ram, gli conficcò un pugnale nel petto. Gli assassini fuggirono dalla chiesa ...... Il 17 settembre Arbues morì e fu sepolto con grandi onori”. [330], vol.3, p.113.
L'assassinio di Pietro d'Arbues provocò una reazione eccezionalmente forte in Spagna. Per ordine di Ferdinando e Isabella, sul luogo dell'omicidio di Arbues fu eretta una statua in pietra con l'iscrizione: "Il venerabile Petrus de Epila, canonico di questa chiesa, fu ucciso in questo luogo dagli eretici il 15 settembre 1485, mentre compiva i suoi doveri inquisitori contro gli eretici" [330], vol. 3, p. 114.
Allo stesso tempo, Arbues occupava un posto unico nell’Inquisizione; risultava essere IL CONFESSORE PERSONALE DI ISABELLA [330], vol 3, p. 114. Quindi, la regina rimase particolarmente sensibile al suo omicidio. Ecco perché Isabella ordinò l'erezione di un altro monumento ad Arbues con la seguente iscrizione: "La regina Isabella, come segno eterno della sua speciale pietà, ordinò che questo monumento fosse eretto al SUO CONFESSORE, o meglio, al martire Pietro d'Arbues" [330], volume 3, pag. 114.
Nel 1664, Pietro d'Arbues fu beatificato, "e canonizzato sotto papa Pio IX, il 29 giugno 1867... L'Inquisizione lo considerava un santo da tempo... Già nel 1603, il Consiglio Supremo diede alcune istruzioni circa la celebrazione del giorno di San Pedro Arbues, e nei documenti del XVII e XVIII secolo dell’Inquisizione, si trovano spesso riferimenti alla festa di San Pietro” [330], vol. 3, p. 114.
L'immagine di Pietro d'Arbues, "il primo grande inquisitore di Saragozza", mostrata nella Fig. 11.4Fig. 11.4, è piuttosto tardiva e molto condizionante. Vedere anche la Fig. 11.5.
Abbiamo trovato quindi la seguente corrispondenza.
- La Bibbia parla di un LEVITA, cioè di un SACERDOTE. Anche i documenti spagnoli parlano del SACERDOTE Pedro d'Arbues.
- L'Antico Testamento racconta che ci fu un attentato alla vita di un marito levita, che intendevano ucciderlo: “E GLI ABITANTI DI GABAA INSORSERO CONTRO DI ME, E CIRCONDARONO DI NOTTE LA CASA DOVE STAVO. VOLEVANO UCCIDERE ME” (Giudici 20:5). Inoltre, nella versione spagnola, contro Pedro d'Arbues ci fu un primo TENTATIVO FALLITO, e solo il secondo si concluse con il suo omicidio. Pertanto, molto probabilmente la Bibbia inizia il suo racconto come fu veramente: con il PRIMO TENTATIVO FALLITO contro il sacerdote levita. Mentre il secondo attentato alla vita di Pietro d'Arbues, stavolta riuscito, viene raccontato nella Bibbia con la morte della “moglie del levita”.
- La Bibbia nota che accanto al marito levita c’era la “sua concubina” che morì al suo posto. Pedro d'Arbues fu effettivamente ucciso nel secondo tentativo. Come già accennato, le cronache antiche a volte confondevano gli uomini con le donne. Abbiamo fornito molti esempi in precedenza. Tuttavis, qui possiamo anche ricordare che nei documenti antichi la chiesa veniva talvolta identificata come una MOGLIE, una DONNA. Ad esempio, nell’editto di Ferdinando e Isabella si usa la formula “Chiesa Madre” [330], vol 3, p.164. Quindi, può essere che la Bibbia, quando parla della MOGLIE, vuole intendere la “moglie” dell'INQUISIZIONE, probabilmente anche la Chiesa stessa, come se fosse stata insultata, “uccisa e violentata” nella persona del suo ministro Arbues, uno dei principali gerarchi della chiesa di Spagna. In ogni caso, dal punto di vista di molti, l'omicidio del famoso grande inquisitore di Saragozza, confessore personale della stessa regina Isabella, ha inflitto un insulto mortale all'intera Inquisizione e a tutta la Chiesa cattolica.
- Probabilmente, la città di Gàbaa dell'Antico Testamento, in questo luogo del Libro dei Giudici è identificata con la Saragozza spagnola. Il nome di Saragozza veniva talvolta scritto così: Caesar Augusta. È in questa forma che è presente, ad esempio, nell'iscrizione lapidea sul monumento a Pietro d'Arbues, eretto a Saragozza per ordine di Ferdinando e Isabella [330], vol 3, p. 114. Ma poiché la U latina veniva spesso scritta come una V, allora forse il nome AVGVSTA suona come la biblico GAVA. La parola AVGV-sta potrebbe talvolta essere percepita come AVGV-stand (ad esempio, dal latino a-stutio = mettere accanto, stabilire) o AVGV-stan, cioè “città di AVGV” o “città di GAVA”.
- L'inquisitore Pedro d'Arbues fu ucciso di NOTTE [330], vol 3, p.113. Anche la moglie-concubina del levita morì di NOTTE, prima dell'alba: “Quella donna sul far del mattino venne a cadere all'ingresso della casa dell'uomo...” (Giudici 19:26). Fonti spagnole dicono che furono MOLTI gli assassini di Arbues [330], vol 3, p. 113. Anche il Libro dei Giudici riporta anche che c'erano MOLTI stupratori: "Essi la presero e la violentarono tutta la notte fino al mattino" (Giudici 19:25).
3.3. L’ASPETTO VIVIDO DEL RACCONTO BIBLICO DEL “CORPO TAGLIATO A PEZZI” NELLA STORIA DELLA MORTE DEL GRANDE INQUISITORE SPAGNOLO PEDRO D’ARBUES.
C’è da aspettarsi che, continuando a muoverci attraverso la storia dell’Inquisizione spagnola, ci imbatteremo nel racconto dell’Antico Testamento che parla del “corpo tagliato a pezzi”. La previsione è giustificata. Nell’intera enorme opera in tre volumi “Storia dell’Inquisizione” [330] in due, e solo due posti, si parla di come tagliare a pezzi i corpi umani. Si scopre che entrambe le trame sono direttamente correlate alla storia biblica. Abbiamo già parlato della prima trama spagnola. Si tratta della storia di Enrico d'Aragona. La trama è interessante perché lo stesso Enrico d'Aragona, cercò personalmente di fare a pezzi il suo corpo. Mentre nella Bibbia, è il marito STESSO che, personalmente, “fa a pezzi la sua concubina”.
Presenteremo ora la seconda e ultima trama di questo tipo nel libro [330]. Nella storia spagnola, segue immediatamente la morte di Pietro d'Arbues e viene presentata come un atto di vendetta contro i Maranos da parte dell'Inquisizione.
S.G. Lozinsky continua: “Il risultato dell'omicidio di Arbues fu l'opposto di ciò su cui contavano i nemici dell'Inquisizione: gli inquisitori non avevano affatto paura di questo ATTO TERRORISTICO, ma lo usarono abilmente nell'interesse della loro causa. Tra la gente si sparse la voce che ebrei, musulmani e marrani avevano deciso di uccidere i santi della Chiesa cristiana, e che quest'ultima era in grave pericolo. La folla fanatica credette a questa leggenda, e mescolò la Chiesa con l'Inquisizione, "URLA DI VENDETTA ... CI FU UN RADUNO DEI PIÙ IMPORTANTI ABITANTI DI SARAGOZZA, SI DICHIARÒ IMMEDIATAMENTE L'ASSEMBLEA NAZIONALE (la Bibbia dice la stessa cosa - Aut.), in cui si decise che tutti i ranghi spirituali e secolari dovevano prendere le misure più rigorose per punire i colpevoli, a prescindere dai privilegi. La città promise di dare 500 ducati a chi avesse indicato gli assassini; i giudici notificarono agli stati stranieri la necessità di RITROVARE I COLPEVOLI (confrontate con la Bibbia - Autore), e Ferdinando dichiarò che non avrebbe badato a spese pur di trovare gli assassini.
Fu pubblicato uno speciale proclama (! - Autore), che scomunicava dalla Chiesa chiunque sapesse qualcosa della congiura contro Arbues... Papa Innocenzo VIII pubblicò addirittura una bolla il 3 aprile 1487, in virtù della quale TUTTI I REGNANTI, SIGNORI E I GIUDICI DEL MONDO CRISTIANO, sotto la direzione dell'Inquisizione spagnola, dovevano consegnare alla Spagna i fuggitivi nascosti nei loro paesi entro trenta giorni, SOTTO LA PENA DELLA SCOMUNICA e con l'accusa di promuovere l'ERESIA. L'Inquisizione quindi, secondo questa bolla, DIVENNE INTERNAZIONALE, e gli inquisitori spagnoli potevano controllare la vita degli abitanti di Parigi, Colonia o Vienna, da Siviglia o Saragozza...
Alcuni dei partecipanti alla cospirazione contro Arbues fuggirono dall'inseguimento degli inquisitori a Tudela, una città di confine della Navarra. Il 27 gennaio 1486, Ferdinando chiese gentilmente al magistrato di Tudela di estradare i criminali a Saragozza, e quando Tudela glielo rifiutò, Ferdinando ripeté la sua richiesta nel maggio dello stesso anno, minacciando di dichiarare guerra alla Navarra... Ma nel nel frattempo gli eretici fuggitivi riuscirono a lasciare Tudela, e il 2 marzo 1488, secondo la bolla pontificia del 3 aprile 1487, IL MAGISTRATO DI TUDEL, NELLA PERSONA DI 8 FUNZIONARI, FU SOTTOPOSTO AD AUTO-DA-FE' A SARAGOZZA per aver assistito gli eretici e gli assassini di Arbues.
Dopo la morte di Arbues, la persecuzione degli eretici assunse a Saragozza proporzioni terribili... Le Cortes e le autorità locali ricevettero l'ordine di reprimere senza pietà ogni resistenza alla confisca dei beni degli eretici... Con tanta energia da parte dei Inquisizione, non fu difficile... trovare le tracce degli assassini di Arbues. A Lleida fu arrestato uno dei cospiratori, il francese Durango, che iniziò a tradire i principali complici. Il 30 giugno 1486 ebbe luogo a Saragozza il primo auto da fé degli assassini di Arbues...
A Durango, che tradì gli assassini, GLI FURONO TAGLIATE LE MANI CHE VENNERO INCHIODATE ALLE PORTE DEL PALAZZO DEL MAGISTRATO; quando morì, il suo corpo fu trascinato sulla piazza del mercato, gli fu staccata la testa e poi fu tagliato a pezzetti, che vennero sparsi per le strade della città (confrontate con la Bibbia! - Autore). Agirono più duramente nei confronti di Esperandeu: lo trascinarono vivo nella cattedrale, PRIMA GLI TAGLIARONO LE MANI, poi gli tagliarono la TESTA in piazza e I PEZZI DELLE SUE MEMBRA FURONO SPARSI IN GIRO PER LA CITTÀ. Il 28 luglio ebbe luogo il secondo auto da fé dei sei autori dell'omicidio di Arbues. Gaspar de Santa Cruz fuggì in tempo a Tolosa, dove morì... e suo figlio... dovette andare a Tolosa, dissotterrare le ossa di suo padre, bruciarle e consegnare a Saragozza un protocollo sull'incendio delle ossa di suo padre. Tutto questo fu fatto esattamente da Geronimo (figlio di Gaspar - Autore). La MOGLIE di Gaspar fu bruciata... Maria Labida fu bruciata viva per aver partecipato alla cospirazione contro la vita di Arbues...
Il 29 novembre furono bruciate 11 persone... 9 persone furono punite. Un partecipante alla congiura contro Arbues, La Badia... dopo aver rotto la lampada della sua cella di prigione, cominciò a ingoiare piccoli pezzi della lampada rotta finché non rese il suo spirito in una terribile agonia. Il suo corpo venne trascinato per le strade di Saragozza, poi le sue mani furono mozzate e tagliate in piccoli pezzi... Il 15 febbraio, 6 persone sono state sottoposte a un nuovo auto da fé e il 15 marzo uno degli assassini di P. Arbues, Mate Ram, fu bruciato dopo che GLI VENNERO TAGLIATE LE MANI... Il 18 agosto, nella piazza del mercato, fu tagliata LA TESTA DI uno dei responsabili dell'assassinio dell'inquisitore di Saragozza, Mossen Lusis Santangel. LA SUA TESTA FU FISSATA SU UN PALO e il suo corpo fu bruciato” [330], vol. 3, pp. 116-117.
Non proseguiamo l'elenco impressionante, poiché il quadro è ormai diventato completamente chiaro: nella storia dell'assassinio dell'Inquisitore Arbues, suona sorprendentemente forte la trama dei PEZZI DI CORPI UMANI TAGLIATI DAI BOIA E SPARSI PER LE STRADE DELLA CITTÀ. Si scopre che questo è esattamente ciò di cui ci racconta il Libro dei Giudici dell'Antico Testamento, quando dice di "fare a pezzi il corpo" e di spargere i pezzi in tutte le direzioni.
S.G. Lozinsky riassume la storia di Arbues con le seguenti parole: “Quindi l'omicidio di Arbues diede all'Inquisizione di Saragozza l'opportunità di rafforzare la sua vigilanza, e invece dell'indebolimento delle attività dell'Inquisizione atteso dai Maranos, iniziò un PERIODO SPECIALE, espresso in numerosi auto-da-fè sia di eretici che di persone coinvolte nella congiura contro Arbues.
Secondo Llorente, a Saragozza più di 200 persone sono state sottoposte a vari tipi di punizioni in relazione all'omicidio di Arbues. Della stessa opinione è Amador de los Rios, il quale sostiene che LA MAGGIOR PARTE DEGLI ACCUSATI E CONDANNATI NEGLI AUTO-DA-FE' PER IL PERIODO DAL 1486 AL 1492, ERA COSTITUITA DA PERSONE COINVOLTE NEL CASO DELL'OMICIDIO (di Arbues - Autore) del 15 Settembre 1485....
Nella cattedrale, vicino all'altare, si trovano anche i pugnali con cui fu ucciso Arbues. Per ordine di Papa Leone X, uno di questi pugnali fu rimosso dalla cattedrale nel 1518, e quando colui che lo portò via morì qualche tempo dopo, questo fu visto come la mano di Dio e un'indicazione dell'erroneità di questo atto.
Così, l'Inquisizione riuscì a reprimere il malcontento in Aragona (a proposito, Enrico d'Aragona, che sapeva tagliarsi il corpo con le mani di qualcun altro, portava anche il soprannome di Aragonese - Autore). La resistenza dei più potenti Marrani fu spezzata per sempre” [330], vol. 3, p. 118.
Riassumiamo questa fase del parallelismo.
- Il Libro dei Giudici dice che un MESSAGGIO SPECIALE fu inviato a tutte le tribù d'Israele, presumibilmente sotto forma dei pezzi del corpo, invitandole a riunirsi e a condannare la malvagità della tribù di Beniamino (Giudici 19:29- 20, 20:6-7). Parallelamente a ciò, le fonti spagnole riportano un messaggio speciale, un PROCLAMA SPECIALE che scomunicava dalla Chiesa tutti coloro coinvolti in una forma o nell'altra nella cospirazione contro Arbues. Papa Innocenzo VIII pubblicò nel 1487 un decreto, in virtù del quale tutti i governanti, sovrani e giudici del mondo cristiano erano tenuti, su indicazione dell'Inquisizione spagnola, a consegnarle i fuggitivi nascosti nei loro paesi [330], vol. 3, pag.114.
- Secondo la Bibbia, tutto Israele si oppose a una delle sue tribù: i figli di Beniamino. Parallelamente a ciò, secondo la versione spagnola, tutto il mondo cristiano dell'epoca fu chiamato a punire i Marrani. Ricordiamo che, secondo i nostri risultati, la parola “Israele” nel XIV-XVI secolo era uno dei nomi del Grande Impero Mongolo, e soprattutto della Rus' dell'Orda. Gli Israeliti = I Combattenti di Dio era il nome con cui veniva chiamata l'Orda militare, le truppe dell'Impero. La Giudea veniva spesso chiamata Ottomania = Atamania, con capitale nella santa Zar-Grad (Eros) = Gerusalemme evangelica. L'Ottomania = Giudea era vista come la patria sacra del cristianesimo del XII secolo.
- L'Antico Testamento dice che "tutta la comunità era riunita come un solo uomo... E I CAPI DI TUTTO IL POPOLO erano riuniti [davanti al Signore] nell'assemblea del popolo di Dio" (Giudici 20:1-2). La versione spagnola dice letteralmente la stessa cosa, vedi sopra.
- Secondo la Bibbia e la versione spagnola, l'ASSEMBLEA DEI GOVERNI ha deciso di perseguire penalmente gli assassini. Chiesero la loro estradizione: “consegnate questo popolo corrotto” (Giudici 20:13).
- Tuttavia gli assassini riuscirono a scappare. Secondo la Bibbia, la tribù di Beniamino si rifiutò di consegnare gli assassini: “Ma i figli di Beniamino non vollero ascoltare la voce dei loro fratelli” (Giudici 20:13). Allo stesso modo, la versione spagnola riporta che alcune città si rifiutarono di consegnare gli assassini di Arbues. Abbiamo già parlato del rifiuto della città navarrese di Tudela. Inoltre, anche il Portogallo rifiutò di consegnare a Saragozza le persone coinvolte nell’omicidio di Arbues [330], vol 3, p. 115.
- Sia l'Antico Testamento che la versione spagnola riportano inoltre l'inizio di una persecuzione su larga scala degli eretici. Secondo la Bibbia, i colpevoli sono la tribù israelita di Beniamino, mentre secondo i dati spagnoli, questi sono i Maranos, cioè gli ebrei battezzati.
- INFINE, IN ENTRAMBE LE VERSIONI SUONA FORTE IL MOTIVO UNICO E SPECIFICO DEI “CORPI UMANI TAGLIATI A PEZZI”.