PARTE 2: LA CAMPAGNA DI ERMAK-CORTES E LA RIVOLTA DELLA RIFORMA TRA LA FINE DEL XVI E L’INIZIO DEL XVII SECOLO, ATTRAVERSO GLI OCCHI DEGLI “ANTICHI” GRECI.
CAPITOLO 5: IL RE PERSIANO-EGIZIO CAMBISE È UN RIFLESSO DELLO ZAR KHAN IVAN IL TERRIBILE DEL XVI SECOLO.
5. IL RE PERSIANO CAMBISE O CIRO È IVAN IL TERRIBILE O IVAN IL GIOVANE, MENTRE L'EGIZIANA NITETI È ESTER = ELENA VOLOSHANKA.
- PADRE; FIGLIO, AMANTE.
Nella storia di Ester compaiono due uomini. Si tratta di PADRE E FIGLIO. Inoltre, nelle diverse versioni, la giovane Ester = Elena Voloshanka era moglie o amante di uno dei due, o di entrambi, vedi sopra e “La Rus' biblica” (cap. 7).
Un quadro del tutto analogo lo vediamo nella storia persiana, secondo Erodoto. Anche qui si parla continuamente di Ciro, che sarebbe il padre, e di Cambise, che sarebbe il figlio. Erodoto si confonde riguardo di chi fosse la concubina o la moglie, la straniera Niteti. Non si capisce se fosse del padre, cioè Ciro, o del figlio, cioè Cambise. Fonti diverse affermavano cose diverse.
- PERSIA = P-RUS’ = RUS' BIANCA.
Secondo Erodoto, gli eventi che riguardano la “concubina straniera” si svolgono in PERSIA.
Secondo la Bibbia, la storia di Ester si svolge sotto il re persiano Artaserse. È proprio lui che prende in moglie la straniera Ester. Come abbiamo già sottolineato, la Persia “antica” è il riflesso della P-Rus', cioè della Rus' Bianca = Bielorussia. Come abbiamo già capito, la storia originale di Ester si svolse nella Rus' dell'Orda della metà del XVI secolo. Prima a Novgorod = Yaroslavl, poi a Mosca, nella nuova capitale dell'Impero della Rus' dell'Orda.
- LA MOGLIE LEGITTIMA VIENE ALLONTANATA, AL SUO POSTO SUBENTRA LA GIOVANE AMANTE.
Erodoto dice che la moglie legittima del re Cambise o Ciro viene messa in disparte da Niteti, la straniera arrivata da lontano, dall'Egitto. Il re inizia a provare disprezzo per la sua ex moglie e “porta in braccio” la nuova arrivata, la quale è diventata o la sua concubina, o sua moglie.
Davanti a noi abbiamo una riproduzione quasi esatta della storia di Ester. Ella giunse alla corte di Ivan il Terribile, spodestò la legittima moglie Sofia Paleologa, nella presunta versione del XV secolo, e divenne di fatto la nuova moglie del re. La precedente consorte cadde in disgrazia. Lo stesso racconto è riportato nella Bibbia, nel libro di Ester.
- IL MEDICO ECCELLENTE È UN COSPIRATORE.
Secondo Erodoto, un ruolo importante nella “storia di Niteti = Ester” fu svolto da un medico egiziano inviato alla corte del re Cambise o Ciro. Questo medico, considerato uno dei migliori, odiava il re egiziano per il suo viaggio forzato in Persia e propose di mandare al monarca persiano una giovane concubina, la figlia di Amasi, per provocare un conflitto.
Nella storia russa = persiana si racconta una storia molto simile. In una versione si tratta dell'illustre MEDICO E. Bomey, che era astrologo, medico e assassino. Giunse alla corte di Ivan il Terribile e vi svolse un ruolo estremamente oscuro, vedi sopra e “La Rus' biblica” cap. 7. In un'altra versione si tratta del famoso medico ebreo Sakharia, il fondatore dell'eresia dei giudaizzanti nella metropoli dell'Impero, vedi sopra. Una terza versione ritiene che si trattasse del famoso medico Leo Zhidovin di Venezia, chiamato alla corte di Ivan III il Terribile. Si ritiene che Leo Zhidovin abbia curato senza successo Ivan il Giovane, figlio di Ivan il Terribile, causandone la morte [778], p. 116. Il famoso medico italiano fu decapitato.
- IL MEDICO CHE CURAVA GLI OCCHI.
Ci si chiede perché il famoso medico “antico”, che ha svolto un ruolo così importante nella “storia di Ester” di Erodoto, sia chiamato OCULISTA. Dopotutto, un oculista dovrebbe curare gli occhi o qualcosa che riguarda gli occhi. Di cosa si tratta in realtà? La storia russa del XVI secolo sembra fornire una risposta. Ricordiamo che i personaggi principali della versuone russa della “storia di Ester” sono:
- Ivan IV il Terribile, al posto del suo sosia Ivan III il Terribile,
- il suo giovane figlio Ivan Ivanovich, al posto di Ivan il Giovane,
- la moglie di Ivan Ivanovich, Elena, al posto di Elena Voloshanka.
Qui, come nella versione del presunto XV secolo, assistiamo alla morte del figlio del re a causa della moglie, in seguito a qualcosa di losco tra il re-padre e la moglie del figlio. “L'ultima lite del re (Ivan IV - Aut.) con il figlio (Ivan - Aut.) scoppiò nell'insediamento di Aleksandrovskaya... Un giorno il Terribile sorprese la nuora, la principessa ELENA, in camicia su una panca in una stanza surriscaldata... Uccise la nuora... Ivan Ivanovic cercò di difendere la moglie, afferrò il padre per le braccia, ma questi uccise anche lui... Il principe fu ferito gravemente alla testa con un bastone... L'inglese Jerome Horsey... descrive la MORTE DELL'EREDE in modo leggermente diverso. Secondo lui, Ivan il Terribile, in preda alla rabbia, colpì il figlio con un bastone all'orecchio... questi si ammalò di febbre e morì il terzo giorno” [776], p. 235.
In sostanza, qui viene raccontata la stessa scena del libro biblico di Ester, nel presunto XV secolo. Il padre-re e il figlio-coreggente si ritrovano al capezzale della giovane moglie del figlio. A proposito, a quanto pare, anche nella Bibbia Ester è la moglie del figlio, poiché Aman è chiamato il “nostro secondo padre” (Ester 3:13). Scoppia una lite, a seguito della quale il figlio muore.
Notiamo ancora una volta che il giovane Ivan Ivanovich ricevette dal padre un colpo con un bastone IN FACCIA, alla tempia. Inoltre, la Bibbia di Ostrog, raccontando dell'ira del re Artaserse contro Aman, a seguito della quale Aman morì, scrive direttamente una frase esplicita: “IL VOLTO di Aman CAMBIÒ” [621]. Nel canone moderno questo passaggio suona un po' diverso: "E posero un velo sulla FACCIA di Aman" (Ester 7:8). Qualcosa è successo al viso. I successivi redattori della Bibbia non capirono più di cosa si trattasse esattamente e perciò scrissero diversamente, vedere "La Rus' biblica", cap. 7.
Molto probabilmente. il medico di corte fu chiamato d'urgenza per curare lo zarevich Ivan Ivanovich, gravemente ferito. Un colpo forte venne sferrato al suo viso, o all'orecchio, o alla tempia, cioè non lontano dagli occhi. È abbastanza comprensibile il motivo per cui un cronista successivo, ovvero Erodoto, decise che qui era necessario un OCULISTA. Questo è ciò che ha scritto nelle sue "Storie".
- L’INGANNO.
Secondo Erodoto, tutta la storia della sostituzione della prima moglie del re con una nuova alla corte persiana, era basata su un inganno. In primo luogo, un medico astuto spinse Amasi a mandare in Persia una nuova concubina. In secondo luogo, invece della figlia di Amasi, come inizialmente previsto, fu mandata in Persia un'altra ragazza, figlia dell'ex re. La vestirono con abiti regali e la fecero passare per la figlia di Amasi, ingannando i persiani. All'inizio il segreto fu mantenuto, e solo in seguito Niteti rivelò a Cambise o a Ciro che non era affatto colei che lui credeva.
Se si confronta questa storia con quella di Ester, tutto diventa più chiaro e comprensibile. Si trattava in realtà della religione della nuova concubina-moglie. Ester era segretamente ebrea e questo fatto fu inizialmente tenuto nascosto a Ivan il Terribile. Qui si nascondeva un inganno palese, poiché, secondo quanto riferito, la chiesa imperiale dell'epoca considerava la corrente religiosa giudaica che stava nascendo nella Rus' come un'eresia. E questo era ben noto a tutti i partecipanti stranieri al dramma, giunti alla corte dell'Orda mongola. Da qui il mistero.
6. LA VITTORIOSA CAMPAGNA DI CAMBISE IN EGITTO È LA CONQUISTA DI ZAR GRAD NEL 1453 O LA CONQUISTA DI KAZAN NEL 1552.
6.1. IL RACCONTO DI ERODOTO.
Abbiamo già citato Erodoto, il quale riporta che il giovane principe persiano Cambise promise a sua madre di “mettere a soqquadro l'Egitto” non appena fosse diventato adulto. Il racconto prosegue così:
“E così, ricordando questa promessa, Cambise, una volta diventato adulto e salito al trono, partì in guerra contro l'Egitto” [163], p. 139.
Si dice poi che tra gli egiziani c'era un traditore, il famoso guerriero Fane, che passò dalla parte di Cambise e rivelò i segreti militari degli egiziani.
“Cambise si apprestava a marciare contro l'Egitto, ma era in difficoltà per la scelta del percorso dovendo attraversare il deserto; Fane, sopraggiunto, gli fornì varie notizie sulla situazione di Amasi e soprattutto descrisse l'itinerario da seguire: consigliò di mandare a chiedere al re degli Arabi di permettergli un passaggio sicuro.” [163], p. 139.
L'esercito persiano di Cambise parte per la campagna. Le truppe egiziane si muovono contro di loro.
“Per aspettare Cambise, Psammenito, figlio di Amasi, pose il suo accampamento alla foce del ramo Pelusico del Nilo. In effetti, quando Cambise invase l'Egitto, non trovò più vivo Amasi; Amasi era morto dopo 44 anni di regno senza aver mai patito gravi sciagure in tale lasso di tempo …
Quando i Persiani, attraversato il deserto, erano ormai alle frontiere dell'Egitto pronti ad attaccare, i mercenari d'Egitto, Greci e Cari, pieni di rancore verso Fane perché aveva guidato sull'Egitto un esercito straniero, progettarono una terribile vendetta contro di lui …
Gli Egiziani smisero di combattere e fuggirono nel massimo disordine. Quando si furono asserragliati in Menfi, Cambise mandò a risalire il fiume una nave di Mitilene con a bordo un messaggero persiano, per invitare gli Egiziani a una trattativa. Ma essi, quando videro la nave avvicinarsi a Menfi, si rovesciarono compatti fuori delle mura e la distrussero, fecero letteralmente a pezzi il suo equipaggio e ne portarono i resti all'interno della città. Poi gli Egiziani furono stretti d'assedio e col tempo finirono per arrendersi. I vicini Libici, spaventati per gli avvenimenti d'Egitto, si consegnarono senza opporre la minima resistenza, si imposero un tributo volontario e inviarono anche dei doni. Lo stesso fecero i Cirenei e i Barcei, timorosi quanto i Libici. Però Cambise, se gradì i doni provenienti dai Libici, rimase insoddisfatto di quelli giunti da Cirene, secondo me perché erano un po' scarsi: i Cirenei avevano inviato 500 mine di argento, Cambise con le sue mani prese questo denaro e lo gettò ai soldati …
Nove giorni dopo aver espugnato le mura di Menfi, Cambise fece sedere con altri Egiziani in un sobborgo della città, per dileggio, il re Psammenito, sovrano dell'Egitto per soli sei mesi; voleva metterne alla prova la forza d'animo così: mandò in vesti da schiava la figlia di Psammenito a prendere acqua con una brocca; e con lei molte altre ragazze, scelte fra le figlie degli Egiziani più insigni e tutte conciate come la figlia del re. Quando le ragazze gridando e piangendo passarono accanto ai loro padri, tutti risposero con grida e pianti a vedere così ridotte le figlie; invece Psammenito, scorta e riconosciuta la sua, abbassò a terra lo sguardo. Allontanatesi le portatrici d'acqua, come seconda prova Cambise gli mandò il figlio con altri duemila Egiziani coetanei, tutti legati con una fune intorno al collo e con la bocca serrata intorno a un morso; venivano condotti a morte per vendicare i Mitilenesi fatti a pezzi a Menfi con la nave; i giudici del re avevano appunto deciso di uccidere per rappresaglia dieci Egiziani fra i più ragguardevoli per ogni marinaio di Mitilene …
Gli incaricati non trovarono più vivo il figlio: era stato ucciso per primo; Psammenito invece lo fecero alzare da dove si trovava e lo condussero alla corte di Cambise, dove trascorreva il resto dei suoi giorni senza subire alcuna violenza. E se avesse evitato di intrigare, avrebbe anche riavuto in veste di governatore l'Egitto, dato che i Persiani di solito riservano tale onore ai figli dei re …
Invece Psammenito tramava guai e ne fu ripagato: fu colto mentre cercava di sobillare gli Egiziani e, una volta denunciato a Cambise, fu costretto a bere sangue di toro e morì subito. Questa fu la sua fine.” [163], pp. 140-143.
6.2. LA CAMPAGNA DI KAZAN DI IVAN IL TERRIBILE È LA CAMPAGNA IN EGITTO DEL RE “ANTICO” CAMBISE.
- CAMBISE VA IN EGITTO, MANTENENDO LA PROMESSA FATTA IN GIOVENTÙ. IL GIOVANE ZAR IVAN IV IL TERRIBILE INIZIA UNA GUERRA CONTRO KAZAN.
Secondo Erodoto, il giovane Cambise promise a sua madre che, una volta diventato grande, avrebbe messo a soqquadro l'Egitto. Dopo un po' di tempo, Cambise mantenne la promessa e dichiarò guerra. Le truppe si misero in marcia.
La campagna di Ivan IV contro Kazan nel 1552 è un evento famoso nella storia russa. La campagna contro Kazan fu annunciata dal zar nel 1545 a causa delle continue incursioni dei kazani nel regno [578], libro 2, pag. 378. Da notare che a quel tempo Ivan il Terribile era ancora piuttosto GIOVANE: aveva circa 15 anni, essendo nato nel 1530. I preparativi per la campagna durarono a lungo, la guerra infuriò per diversi anni e, infine, Kazan cadde nel 1552, quando Ivan aveva 22 anni. Tuttavia, ventidue anni sono ancora un'età giovane.
In entrambe le versioni viene sottolineata la GIOVINEZZA del re-zar che dichiara una grande campagna contro un regno potente. E alla fine ne esce vincitore.
- L'EGIZIANO FANE E IL PRINCIPE ANDREY KURBSKY.
Erodoto dice che un ruolo importante nel successo della campagna di Cambise fu svolto dall'egiziano Fane, che passò dalla parte dei persiani e aprì loro un passaggio sicuro verso l'Egitto. Inoltre, secondo Erodoto, senza un consigliere come Fane, i persiani avrebbero avuto grosse difficoltà, poiché Cambise «NON SAPEVA come attraversare il deserto arido», vedi sopra.
Nella campagna di Kazan del 1552, un ruolo importante fu svolto dal famoso principe Andrej Kurbskij, che divenne un caro amico dello zar Ivan IV il Terribile. Molte fonti russe parlano del suo ruolo eccezionale nella guerra di Kazan.
“Durante l'assedio di Kazan, Kurbsky comandava la DESTRA DI TUTTO L'ESERCITO e, insieme al fratello minore, dimostrò un coraggio eccezionale” [988:00], ‘Kurbsky’.
Karamzin scrive che “il principe Andrej Kurbskij, altrettanto coraggioso e prudente” [362], vol. 8, colonna 104, fece molto per il successo della campagna. Karamzin dedica addirittura a Kurbskij una sezione speciale intitolata “Il valore di Kurbskij”. In particolare, dice quanto segue: “Il principe Andrej Kurbskij con duecento guerrieri sbarrò loro (ai nemici - Aut.) la strada; li trattenne nelle vie strette, sui pendii ripidi; rese difficile ogni loro passo; diede tempo ai nostri di colpire le retrovie del nemico e si fermò alle porte Zbojlivye, dove si unirono a lui altre centinaia di russi...
I giovani principi Andrej e Roman Kurbski, con un piccolo gruppo di amici riuscirono a salire a cavallo, aggirarono il nemico, lo attaccarono, si fecero strada in mezzo alla folla, calpestando e trafiggendo i nemici [362], vol. 8, colonna 112.
E più avanti: “Dell'esercito di Kurbsky caddero in città 98 uomini, i migliori. La battaglia continuò per cinque ore...
Questo raro coraggio di Kurbsky è attestato anche da altri cronisti” [362], vol. 8, commenti 331, 334, colonne 49-50.
Quindi, in entrambe le versioni, nell'esercito dei Persiani-Russi spicca un guerriero che ha svolto un ruolo particolarmente importante nella vittoria. Per Erodoto si tratta di FANE, nelle cronache russe è il PRINCIPE KURBSKY.
A proposito, non è escluso che il nome FANE, menzionato da Erodoto, sia una leggera distorsione della parola KNYAZ (principe).
- I PERSIANI SALPARONO VERSO MENFI LUNGO UN FIUME. LE TRUPPE DI IVAN IL TERRIBILE SALPARONO VERSO KAZAN LUNGO IL VOLGA. LA PARTECIPAZIONE PERSONALE DELLO ZAR ALLA CAMPAGNA.
Dal testo di Erodoto si evince che L'ESERCITO PERSIANO NAVIGAVA SU UN FIUME, presumibilmente il Nilo africano, avvicinandosi a Menfi, dove erano accampate le truppe egiziane. Nello specifico, si legge quanto segue: “Quando si furono asserragliati in Menfi, Cambise mandò a risalire il fiume una nave di Mitilene con a bordo un messaggero persiano, per invitare gli Egiziani a una trattativa.” [163], p. 141. In precedenza, i persiani si erano mossi via terra e avevano già sconfitto parte dell'esercito egiziano. Da notare che il re persiano Cambise guidò PERSONALMENTE la campagna in Egitto.
Torniamo ora alla storia dell'Orda. Le cronache russe riportano che parte dell'esercito di Ivan il Terribile navigava sul Volga per raggiungere Kazan. Le pesanti armi da fuoco per l'assedio, furono trasportate su barche a remi. “Una parte delle truppe era stata radunata già nel maggio 1552 e, dopo essere stata ispezionata dal re, era stata INVIATA SU NAVI insieme alle grandi macchine da assalto lungo l'Oka e il Volga verso Sviyazhsk; qui si dirigevano anche le truppe, SEMPRE SU NAVI, da nord-est LUNGO IL FIUME KAME. Il grosso dell'esercito doveva marciare insieme al sovrano via terra” [578], libro 2, parte 4, p. 412.
Va detto che Sviyazhsk è una città sul Volga, letteralmente vicino a Kazan, fig. 5.14. Nella famosa Collezione Illustrata delle Cronache è riportata una miniatura che mostra l'esercito di Ivan il Terribile che naviga verso Kazan su navi, insieme ai grandi cannoni d'assedio, fig. 5.15.
Come Cambise, Ivan il Terribile guidò PERSONALMENTE la campagna contro Kazan. Tra l'altro, la campagna di Kazan iniziò già nel 1547, quando “Ivan decise di partire personalmente nella campagna contro Kazan. Partì nel dicembre 1547 da Mosca alla volta di Vladimir e ordinò di portare lì anche i cannoni. L'inverno era mite... quando il 2 febbraio 1548 il sovrano partì da Nizhny, il ghiaccio sul Volga si sciolse e molti archibugi e cannoni affondarono” [578], libro 2, pag. 389. Il trasporto delle armi russe sul ghiaccio è raffigurato in un'antica miniatura tratta dalla Cronaca Imperiale, fig. 5.16.
Nel 1548 Ivan fu costretto a tornare a Mosca, ma nel 1552 le truppe avanzarono e lo stesso sovrano guidò di nuovo PERSONALMENTE la campagna contro Kazan.
Inoltre, ricordiamo che sia l'antica Menfi che la Kazan medievale sono descritte come capitali situate su un grande fiume.
6.3. L'ASSASSINIO DEGLI AMBASCIATORI PERSIANI DA PARTE DEGLI “ANTICHI” EGIZIANI E L'ASSASSINIO DEI PRINCIPI BOIARDI RUSSI GIUNTI A KAZAN. LA VENDETTA DEI PERSIANI E DEI RUSSI.
Secondo Erodoto, quando l'esercito persiano si avvicinò alla città egiziana di Menfi, Cambise inviò lungo il fiume, sulla nave di MITILENE, il suo messaggero con la richiesta agli egiziani di arrendersi. Tuttavia, gli egiziani, una volta incontrata la nave, catturarono gli ambasciatori, li fecero a pezzi e trascinarono i loro corpi in città, come descritto sopra. Si deve supporre che l'uccisione degli ambasciatori abbia provocato un'esplosione di indignazione nell'esercito persiano. Cambise assediò Menfi e iniziò un assedio che si rivelò lungo. Tuttavia, alla fine la città cadde.
Cosa ci raccontano le cronache russe? A quanto pare, non solo conoscono questo evento “antico” del 1552 d.C., ma riportano anche interessanti dettagli aggiuntivi.
Nel gennaio del 1552, la guerra di Ivan il Terribile contro Kazan si placò per un po'. Inoltre, I KAZANI COMINCIARONO PERFINO A PENSARE DI PASSARE “SOTTO IL DOMINIO DI IVAN”.
"Nel mese di febbraio (del 1552 - Aut.) Aleksei Adashev partì nuovamente per Kazan' per sconfiggere Shig-Alei; insieme a lui giunsero anche i tartari che erano stati inviati come ambasciatori a Mosca con le condizioni per il passaggio di Kazan' sotto il dominio di Ivan.
Il 6 marzo Shig-Alei lasciò la città e il principe boiardo Semen Mikulinsky inviò lo stesso giorno un messaggio in cui comunicava che era stato nominato governatore del principe su richiesta dei cittadini di Kazan e invitava i loro migliori uomini a recarsi a Sviyazhsk per prestare giuramento.
Il giorno seguente gli abitanti di Kazan mandarono a Sviyazhsk i loro migliori uomini, che lì prestarono giuramento, dopodiché il principe Mikulinsky MANDÒ IL SUO CONVOGLIO IN CITTÀ (Kazan - Aut.) CON I FIGLI DEI BOIARDI, I COSACCHI e 72 archibugieri; questo contingente entrò tranquillamente a Kazan e Mikulinsky stesso si stava avvicinando alla città con il resto dell'esercito, sicuro che tutto fosse tranquillo, quando improvvisamente la situazione prese una piega inaspettata: tre nobili, nemici di Shig-Alei, riuscirono a fomentare gli abitanti di Kazan contro i russi, assicurando loro di ucciderli tutti. Il popolo, già scontento per il passaggio sotto il dominio del re ortodosso, si armò e cominciò a chiudere le porte proprio mentre le truppe del principe Mikulinsky stavano arrivando. In seguito, Mikulinsky, dopo aver atteso invano per una settimana e mezzo alle porte di Kazan, tornò a Sviyazhsk e inviò un rapporto al sovrano, in attesa di istruzioni per le azioni successive.
I Kazani in quel periodo presero come loro re il principe astrakhano Yedige; IL DESTINO DEI FIGLI DEI BOIARDI, GIUNTI IN CITTÀ CON IL CONVOGLIO DEL PRINCIPE MIKULINSKO, FU TRISTE: “Quei giovani nobili”, racconta il cronista, ”furono accolti a Kazan, dove furono tutti uccisi e costretti con lusinghe ad abiare la fede cristiana e ad abbracciare quella dei barbari, promettendo loro grandi onori... Ma essi (i figli dei boiardi - Aut.) gridarono tutti insieme con una sola voce: “Dio non permetta a noi di rinunciare alla fede cristiana e calpestare il santo battesimo per voi, uomini empì e pagani”, dopodiché FURONO SOTTOPOSTI A CRUDELISSIME TORTURE E GIUSTIZIATI (fig. 5.17 - Autore).
Venuto a conoscenza dell'accaduto, Ivan inviò in aiuto del principe Mikulinsky a Sviyazhsk suo cognato Danilo Romanovich Zakharin-Yuryev... poi, in aprile, il sovrano riunì il consiglio per discutere la grande campagna contro Kazan... Ivan, ritenendo che fosse giunto il momento di porre fine una volta per tutte al regno di Kazan, DECISE DI PARTIRE PERSONALMENTE CON GRANDI FORZE E INIZIÒ A RADUNARLE" [578], libro 2, pagg. 408-410.
Davanti a noi abbiamo una chiara corrispondenza tra il racconto di Erodoto e la cronaca russa. Infatti.
- ERODOTO: Menfi è la capitale del potente regno egizio. Un grande esercito persiano si sta muovendo verso Menfi.
STORIA RUSSA: Kazan è la capitale del potente regno di Kazan, che si trova in uno stato di guerra sempre più acuta con la Russia.
- ERODOTO: A capo dell'esercito persiano c'è lo stesso re Cambise.
STORIA RUSSA: Allo stesso modo, l'esercito russo è guidato dallo zar Ivan Vasil'evič il Terribile in persona.
- ERODOTO: Un messaggero persiano arriva a Menfi via fiume su una nave di Mitilene, insieme al suo equipaggio. Gli ambasciatori persiani vogliono proporre agli egiziani di cedere Menfi.
STORIA RUSSA: Il distaccamento russo del principe Mikulinsky si avvicina a Kazan. A proposito, i nomi MITILENE e MIKULINSKY sono piuttosto simili. Se il principe Mikulinsky avesse navigato su una nave, allora alcuni cronisti, ad esempio Erodoto, avrebbero potuto parlare della "nave di Mikulinsky". Ecco perché è stato leggermente distorto in "nave di Mitilene". Inoltre, come nella versione “antica”, stiamo parlando della possibile subordinazione di Kazan allo zar Ivan il Terribile. Vale a dire la fine della resistenza e la resa della città.
- ERODOTO: Gli egiziani catturano gli ambasciatori persiani in arrivo, li uccidono brutalmente, "li tagliano a pezzi" e poi portano i corpi in città.
STORIA RUSSA: Quasi la stessa cosa accade nella guerra di Kazan. Gli abitanti di Kazan attaccano inaspettatamente il distaccamento russo dei principi boiardi e cosacchi, che poco prima erano entrati a Kazan in modo pacifico e amichevole. Tutti vengono sottoposti alle torture più brutali e poi uccisi. La Fig. 5.18 mostra la vecchia miniatura “Prigionieri a Kazan”.
Le cronache russe prestarono notevole attenzione al messaggio di Ivan il Terribile al popolo di Kazan, con la proposta di sottomissione: "Lo zar decise di recarsi immediatamente a Kazan stessa; nello stesso tempo, incaricò Shig-Alei di scrivere una lettera al nuovo zar Ediger con la proposta di SOTTOMETTERSI VOLONTARIAMENTE SENZA VERSARE SANGUE; lettere simili furono inviate al popolo di Kazan e al suo clero.
Il 16 agosto (1552 - Aut.) le truppe iniziarono a essere trasportate vicino a Sviyazhsk, attraverso il Volga verso la parte dei prati, e il 20, Ivan stesso aveva già attraversato il fiume Kazanka e RICEVUTO QUI LA RISPOSTA DI EDIGER, PIENA DI MALEDIZIONI E UNA SFIDA A COMBATTERE" [578], libro 2, p. 416.
Confrontando le Storie di Erodoto con le cronache russe, dopo aver scoperto le sovrapposizioni, iniziamo a comprendere molto meglio i turbolenti eventi del 1552.
- ERODOTO: A quel punto gli eventi diventano irreversibili. L'esercito di Cambise avanza verso Menfi, circonda la città e, dopo un lungo assedio, la prende d'assalto. La capitale è completamente distrutta.
STORIA RUSSA: L'assassinio dei principi boiardi provoca un'esplosione di indignazione. Lo zar Ivan il Terribile convoca un grande consiglio, nel quale viene presa la decisione di sferrare il colpo di grazia a Kazan. Il re guida personalmente un grande esercito diretto verso la città ribelle. Kazan è sotto assedio. Dopo un lungo e tenace assedio, la città fu presa e sottoposta a un pogrom catastrofico.
C'è un'eccellente corrispondenza tra la versione “antica” e quella russa.
6.4. L'ASSEDIO E LA DISTRUZIONE DI MENFI - L'ASSEDIO E LA DISTRUZIONE DI KAZAN.
Secondo Erodoto, dopo che gli egiziani ebbero massacrato gli ambasciatori persiani, il re Cambise diede ordine di assediare e assaltare Menfi. In seguito a un LUNGO ASSEDIO, Menfi fu presa, vedi sopra. La caduta di Menfi e dell'intero regno egiziano sconvolse i popoli circostanti. Erodoto aggiunge che, ad esempio, i Libici, i Cirenei e i Barcei, che erano vicini dell'Egitto, erano così spaventati che non attesero la comparsa delle truppe persiane ai loro confini. Riconobbero immediatamente l'autorità del re persiano, si imposero volontariamente delle tasse e inviarono subito ambasciatori con dei doni a Cambise. Da ciò risulta evidente che l'assedio e la caduta di Menfi furono considerati da tutti un evento molto importante di quell'epoca, dalle conseguenze di vasta portata. Che è meglio sottomettersi subito piuttosto che resistere.
Inoltre, le fonti "antiche" parlano delle esecuzioni di massa a Menfi, perpetrate dai Persiani. Erodoto dedica un'intera pagina alla descrizione delle sofferenze dei Menfi [163], p. 142.
Un quadro del tutto simile emerge dalle pagine delle cronache russe, che raccontano della presa di Kazan da parte delle truppe di Ivan il Terribile. Ricordiamo brevemente come avvenne la conquista di Kazan.
Il 24 agosto 1552 i reggimenti russi presero le posizioni loro assegnate. "Presto Kazan fu circondata da ogni parte dalle nostre truppe, tra le quali regnava il massimo ordine, o, come si dice oggi, disciplina; Nessuno osava intraprendere alcunché senza un decreto reale. Ovunque eressero torri (Fig. 5.19 - Aut.) o costruirono recinti, e poi vennero posizionati i cannoni: cannoni grandi o "da cavalcatura" che lanciavano palle di pietra, e cannoni più piccoli, ma molto lunghi, detti "da fuoco", poiché sparavano palle roventi e provocavano incendi nella città (Fig. 5.20 - Aut.); Oltre ai cannoni, a Kazan vennero utilizzati anche i grandi pishchal, fucili lunghi fino a un braccio che sparavano palle di cannone di ferro tramite supporti. In tutto avevamo circa centocinquanta cannoni e grandi archibugi. Il nemico fece continue sortite contro di noi e combatté disperatamente per il posizionamento delle torri, ma fu respinto con successo ovunque (Fig. 5.21 e Fig. 5.22 - Aut.)" [578], libro 2, pp. 421-422.
L'assedio di Kazan durò a lungo. Ivan il Terribile inviò un'altra lettera al popolo di Kazan offrendogli la resa. Altrimenti promise di uccidere tutti i prigionieri già catturati. Gli assediati non risposero. Poi tutti i prigionieri, circa 340, furono uccisi proprio di fronte alle mura della città, sotto gli occhi del popolo di Kazan.
Poi venne dato l'ordine di scavare dei tunnel sotto le mura della città per poi farli saltare in aria con la polvere da sparo, Fig. 5.23. "Quindi lo zar ortodosso ordina a un certo medico di nome Razmysl di scavare un tunnel sotto le mura per distruggere la città." Quindi, dopo aver saputo che gli abitanti di Kazan prendevano l'acqua da una sorgente segreta vicino a una delle porte, alla quale giungevano attraverso un percorso sotterraneo, ordinò ad Adashev e al suo allievo di scavare un altro tunnel sotto questo percorso sotterraneo, vicino alla torre di pietra Dairova, occupata dai nostri cosacchi. Entro il 4 settembre il tunnel sotto il nascondiglio era pronto; Lo stesso principe Serebrjany vi entrò e udì le voci delle persone che andavano a prendere l'acqua; il sovrano ordinò che 11 barili di polvere da sparo fossero posizionati nel tunnel e il deposito venne fatto saltare in aria, uccidendo molte persone in città a causa delle pietre e dei tronchi lanciati. Una parte del nostro esercito, approfittando del buco provocato dall'esplosione, fece irruzione a Kazan e uccise un gran numero di persone. Dopo questo, un grande sconforto si diffuse nella città, privata dell'acqua, ma nessuno pensò di arrendersi; I Tatari cominciarono a scavare intensamente il terreno in diversi punti per trovare acqua" [578], libro 2, p. 424.
Gli assediati trovarono diverse sorgenti, ma l'acqua in esse contenuta era putrida. L'assedio divenne sempre più brutale, nonostante incontrasse una feroce resistenza da parte degli assediati. Gli abitanti di Kazan eressero anche grandi torri di terra, ricoperte di legno, di fronte a tutte le porte della città. Tuttavia, per ordine di Ivan il Terribile, vennero tutte fatte saltare in aria, Fig. 5.24. "Questa esplosione avvenne il 30 settembre, e con una forza terribile; molte persone furono uccise dai tronchi che volarono via... Approfittando di ciò, i comandanti dello zar costruirono torri di fronte a tre porte, e le nostre truppe entrarono in città e, dopo un violento spargimento di sangue, occuparono la torre di Arsk e parte delle mura cittadine... Il giorno dopo, il 1° ottobre, Ivan ordinò a tutti i nostri cannoni di sparare ininterrottamente sulla città e di costruire passaggi attraverso i fossati, riempiendoli di terra e legna (Fig. 5.25 - Aut.). Entro sera, le mura cittadine in molti punti erano già state rase al suolo. Il grande tunnel su cui stava lavorando Razmysl era già pronto, e vi furono portati 48 barili di polvere da sparo. Era giunto il momento per l'attacco decisivo...
Nei reggimenti russi, a tutti i soldati veniva ordinato di confessarsi e di prendere la comunione; Ivan stesso trascorse parte della notte con il suo confessore (vedi Fig. 5.26 - Aut.)" [578], libro 2, pp. 426-427.
Tralasciando numerosi particolari, riportiamo qui di seguito solo l'essenza degli eventi.
Mentre Ivan il Terribile pregava in chiesa, si udì la prima potente esplosione. Poco dopo, la carica principale, mostruosa, venne fatta esplodere sotto le mura di Kazan. Una grande sezione del muro era crollata. “Molti cittadini di Kazan erano visibili PER ARIA, tagliati a metà e con le braccia e le gambe strappate” [578], libro 2, p. 428. Le truppe si mossero per attaccare e irruppero a Kazan, Fig. 5.27. Iniziò la furiosa battaglia finale. Gli abitanti di Kazan sopravvissuti furono respinti nel palazzo reale, dove il Khan Ediger si era chiuso dentro. L'assalto al palazzo durò circa un'ora e mezza. Infine gli assediati chiesero pietà in cambio della resa del Khan Ediger. Dopo averlo tradito, alcuni cittadini di Kazan tentarono di fuggire immediatamente, ma il distaccamento di Andrei e Roman Kurbsky li intercettò. Quasi tutti i fuggitivi furono uccisi. La resistenza dei difensori della fortezza fu spezzata. "A Kazan stessa, non rimase vivo uno solo dei suoi difensori. Ivan ordinò che tutti gli uomini armati fossero uccisi, risparmiando solo donne e bambini. Così cadde Kazan" [578], libro 2, p. 430. Nella Fig. 5.28 presentiamo l'antico stemma del Regno di Kazan.
Purtroppo, la presa di Menfi = Kazan è descritta da Erodoto molto scarsamente, per cui non è ancora possibile sviluppare e approfondire la corrispondenza che abbiamo scoperto in questo punto. In particolare, Erodoto non riporta nulla riguardo a un dettaglio così eclatante come l'uso dei cannoni durante l'assedio di Kazan. Tuttavia, non c'è da sorprendersi. Dopotutto, Erodoto scrisse una “Storia dell’Orda” in generale, cioè una storia di diversi secoli. È semplicemente impossibile citare tutte le trame sorprendenti in un solo libro. In questo senso, Tucidide ebbe la vita più facile. Si concentrò solo sulla guerra di Troia e sulla battaglia di Kulikovo. Per questo motivo, Tucidide ebbe modo di parlare delle armi da fuoco. Come sappiamo, lo raccontò in modo molto vivido.
Abbiamo già notato che la descrizione di Erodoto della guerra con l'Egitto e della presa di Menfi avrebbe potuto includere anche l'assedio e la presa di Costantinopoli da parte degli atamani ottomani nel 1453. Ecco perché l'Egitto africano compare sulle pagine di Erodoto come un paese situato vicino al Bosforo, Costantinopoli. E dove erano incluse parzialmente le descrizioni della cattura di Kazan sul Volga. A proposito, durante l'assalto di Zar-Grad nel 1453, gli atamani ottomani fecero ampio uso dell'artiglieria pesante. È stato grazie a essa che riuscirono a conquistare la capitale.
Come abbiamo già visto, la presa di Menfi da parte dei Persiani fu considerata un evento molto importante. La presa di Kazan da parte dello zar Ivan il Terribile viene valutata in modo simile. Scrivono: “La conquista del regno di Kazan fu, naturalmente, il più grande evento nella storia russa dopo la battaglia di Kulikovo” [578], libro 2, p. 434.
6.5. IL DESTINO DEL RE EGIZIANO PSAMMENITO RIFLETTE IL DESTINO DEL KHAN EDIGER DI KAZAN, CATTURATO DA IVAN IL TERRIBILE.
- SEI MESI DI REGNO.
Secondo Erodoto, il sovrano egiziano Psammenito salì al trono SOLO SEI MESI prima della caduta di Menfi, vedi sopra. Fu catturato da Cambise durante la presa della capitale del regno. Cambise ordinò di "mettere in disgrazia il re egiziano Psammenito nei sobborghi", dopodiché iniziò a sottoporre il coraggio e la forza del re a varie prove. Prima venne umiliata la figlia, poi Cambise mandò a morte il figlio di Psammenito e 2.000 dei suoi pari con un cappio al collo e dei pezzi infilati nelle loro bocche [163], p.142. Psammenito sopportò tutto questo con fermezza, cosa che stupì Cambise. Alcuni di quelli che circondavano Cambise cominciarono addirittura a piangere. Allora «anche lo stesso Cambise si commosse e ordinò subito che il figlio del re fosse perdonato e che lo stesso Psammenito fosse condotto dal luogo [presso la porta] del sobborgo dove era seduto" [163], p. 142.
Tuttavia non fu possibile salvare il figlio: era già stato giustiziato. Lo stesso Psammenito fu liberato dalle sue catene e rimase a vivere alla corte di Cambise e, come sottolinea Erodoto, il re egiziano "in futuro non tollerò alcun insulto". Inoltre, si dice che AVREBBE POTUTO RIAVVIARE IL GOVERNO DELL'EGITTO se non si fosse impegnato in intrighi e inganni alla corte di Cambise. Poiché Psammenito cominciò a "tramare il male", ricevette una punizione. Cambise gli ordinò di BERE sangue di toro, cosa che causò la morte del re egiziano.
Vediamo quali eventi dell'Orda accaduti a metà del XVI secolo, sono riflessi in questa triste storia. Poiché il Psammenito egiziano è già stato sovrapposto al Khan Ediger di Kazan, sorge subito il pensiero che la corrispondenza vada ricercata proprio nella “biografia” di Ediger. Alcune cose sono immediatamente evidenti.
In primo luogo, come Psammenito, Ediger divenne re letteralmente alla vigilia dell'assedio e della conquista della capitale del regno. Infatti, all'inizio del 1552, gli abitanti di Kazan odiavano a tal punto il loro ex zar Šig-Alej che decisero di sottomettersi al governatore di Mosca, informando Ivan il Terribile. Il 6 marzo 1552 il principe Semën Mikulinskij fu nominato viceré del sovrano. Subito dopo, il popolo di Kazan prese come loro zar il principe di Astrakhan Ediger [578], libro 2, pp. 408-409. Si scopre che Ediger salì al trono di Kazan nel marzo 1552. L'assedio e la cattura di Kazan ebbero luogo tra settembre e inizio ottobre 1552. La città cadde il 2 ottobre [578], libro 2, pp. 426-427. Pertanto Ediger fu re solo per circa SEI MESI, da marzo a settembre del 1552.
Ciò corrisponde esattamente al resoconto di Erodoto secondo cui l'"antico" re egizio Psammenito regnò solo SEI MESI, dopodiché fu catturato.
Notiamo una buona corrispondenza tra le cronache "greche antiche" e quelle russe.
- LO ZAR PRIGIONIERO VISSE ALLA CORTE DEL VINCITORE SENZA ALCUNA OPPRESSIONE E RICEVETTE, O AVREBBE POTUTO RICEVERE, PERSINO UN GRANDE POTERE.
In secondo luogo, come lo Psammenito d'Egitto, il khan Egiger di Kazan, una volta catturato, rimase a vivere alla corte del vincitore, Ivan il Terribile, e non tollerò alcun insulto o oppressione. Inoltre Ediger fu BATTEZZATO e ricevette il nome Simeone. Questo è quanto riporta Karamzin.
Lo stesso Ediger espresse il desiderio di essere battezzato e dichiarò: "Amo Gesù e odio Maometto!" Il rito sacro si svolgeva sulle rive del fiume Moscova, alla presenza dello zar, dei boiardi e del popolo... Ediger, detto Simeone, mantenne il nome dello zar; viveva al Cremlino, in una grande casa speciale; ebbe un boiardo, funzionari, molti servitori... godette sempre del favore del sovrano e dimostrò il suo sincero amore per la Russia, avendo dimenticato, come un vago sogno, sia il suo antico regno che la sua antica fede" [362], v.8, cap.5, colonna 123.
E ancora: "Scrittori stranieri (Margeret, Fletcher, Petreius e altri, anche alcuni dei nostri, tuttavia non odierni) assicurano che lo zar di Kazan Simeone fu allora dichiarato CAPO DELLA ZEMSCHINA e per due anni rappresentò la persona del monarca per la Russia. V. Morozov. Anni. Conte Tolstoj: "Il regno (di Ivan) si divise in due parti: ne separò una per sé e affidò l'altra allo zar Simeone di Kazan; lo zar stesso partì da alcune piccole città, verso una città chiamata Staritsa" ... "e visse lì; e l'altra parte dello zar Simeone era chiamata Zemshchina", e Simeone di Kazan ... morì nell'autunno del 1565: "Il 26 agosto, di domenica, morì lo zar di Kazan Ediger, e nel Santo Battesimo lo zar Simeone Kasayevich" ... Ne abbiamo avuto un altro, lo zar di Kasimov Simeone Bekbulatovich, ma molto più tardi: nel 1572 era ancora chiamato Sain-Bulat ... Simeone solo dal 1574 ... avendo in questo momento accettato la fede cristiana. - Margeret aggiunge che Ivan incoronò persino Simeone, cedendogli il suo trono come re e lasciando per sé solo il nome di Gran Principe" [362], v.9, cap.2, commento 137, colonne 31-32.
Dunque, secondo vecchie fonti, Ediger di Kazan fu battezzato e prese il nuovo nome SIMEONE. A quel punto Ivan il Terribile gli conferì un potere considerevole, dichiarandolo capo della Zemshchina. Così, lo zar-khan di Kazan catturato, non solo visse felicemente alla corte del vincitore, ma acquisì anche grande influenza nello Stato.
Tutto ciò concorda bene con la testimonianza dell'"antico" Erodoto, secondo cui lo sconfitto Psammenito visse alla corte del persiano Cambise e, come si dice, AVREBBE POTUTO ANCHE RIAVERE IL GOVERNO DELL'EGITTO, cioè del suo antico regno. Ma non lo riavette, presumibilmente a causa di un intrigo. Tuttavia, nella storia russa, il prigioniero Ediger ricevette davvero un grande potere (anche se non l'intero regno) dalle mani del suo padrone, Ivan il Terribile.
A proposito, è possibile che nelle fonti antiche ci fosse confusione tra i due Simeoni dell'Orda, ovvero: Simeon-Ediger e il successivo Simeon Bekbulatovich. Di quest'ultimo abbiamo parlato dettagliatamente nel libro "Nuova cronologia della Rus'". Si scopre che questo Zar-Khan dell'Orda è uno dei tanti sovrani dell'"Epoca del Terribile" della seconda metà del XVI secolo, che gli storici dei Romanov definirono come il periodo del regno di un solo Zar, soprannominato Ivan il Terribile. In altre parole, gli storici successivi, per qualche ragione, "incollarono" insieme diversi zar veri per formare un unico zar.
- IL RE PRIGIONERO MORI’ “PER AVER BEVUTO”.
Erodoto racconta che Psammenito, colto in un intrigo, per ordine di Cambise DOVETTE BERE SANGUE DI TORO, e morì (vedi sopra).
Non troviamo nulla di simile nella biografia di Ediger, il khan di Kazan catturato. Ediger-Simeone morì, a quanto pare, in modo pacifico. In ogni caso, la cronaca russa sopra citata registra solamente il fatto della morte di Ediger, senza dire una parola su circostanze particolari. Quindi, a prima vista la corrispondenza tra Ediger e Psammenito risulta qui interrotta.
Tuttavia, ricordiamo che Erodoto era molto probabilmente uno scrittore dell'Europa occidentale del XVI secolo, che guardava la metropoli del Grande Impero da lontano, attraverso gli occhi di uno straniero. I dettagli degli eventi di palazzo che si verificarono alla corte imperiale del Khan potrebbero non essergli stati del tutto noti, se non tramite voci che gli giunsero. Erodoto potrebbe aver confuso eventi ravvicinati nel tempo e collegati a persone diverse. A questo proposito, prestiamo attenzione alla seguente circostanza.
Si scopre che poco prima della presa di Kazan, il precedente khan di Kazan morì in modo molto simile all'"antico" re egizio Psammenito. È noto quanto segue.
"Nel marzo 1549, giunse a Mosca (da Kazan - Aut.) la notizia della morte di Safa-Girey; ESSENDO UBRIACO, SI STAVA LAVANDO LA FACCIA, CADDE E SI RUPPE LA TESTA; secondo il testamento da lui lasciato, il regno di Kazan passò al figlio di due anni Utemish-Girey sotto la tutela di sua madre, la figlia del principe Nogai Yusuf, il bello, intelligente e potente khan Suyunbeki" [578], libro 2, pp. 389-390.
Quindi, in entrambe le versioni, quella "antica" e quella russa, il sovrano nemico muore "per aver bevuto". L'egiziano Psammenito bevve sangue di toro e morì. Mentre il predecessore del Khan di Kazan, Ediger, bevve del vino e morì, presumibilmente a causa della sua stessa negligenza. Tuttavia, anche Psammenito morì a causa della sua negligenza: se avesse agito con più attenzione e in segreto, non sarebbe stato smascherato.