La Conquista dell’America


di  Ermak-Cortés e la ribellione della Riforma agli occhi degli “antichi” greci

A. T. Fomenko – G.V. Nosovskiy

Nuove informazioni sulla battaglia di Kulikovo, su Ivan il Terribile e la storia di Ester, sulla famosa campagna del conquistatore atamano Ermak-Cortés e sul Periodo dei Torbidi nell’Impero del XVI-XVII secolo. Queste testimonianze costituiscono una parte significativa delle opere “antiche” di Erodoto, Plutarco e Tucidide.

Nuova edizione del 2013-2015

testo tradotto in italiano da Claudio dell’Orda

PARTE 2: LA CAMPAGNA DI ERMAK-CORTES E LA RIVOLTA DELLA RIFORMA TRA LA FINE DEL XVI E L’INIZIO DEL XVII SECOLO, ATTRAVERSO GLI OCCHI DEGLI “ANTICHI” GRECI.

CAPITOLO 6: IL “FALSO” DIMITRI DELLA STORIA DELLA RUS' DELL'ORDA DI INIZIO XVII SECOLO NELLE PAGINE DI ERODOTO. L'INIZIO DEL PERIODO DEI TORBIDI NELLA RUS' DELL'ORDA ATTRAVERSO GLI OCCHI DEI “CLASSICI ANTICHI”.

1. ERODOTO TORNA ALLA STORIA DI DIMITRI, LO ZAREVICH DELLA RUS' DELL'ORDA CHE È STATO ASSASSINATO. L'"ANTICO" SMERDI È DIMITRI, FIGLIO DI ELENA VOLOSHANKA, O DIMITRI L'IMPOSTORE.

Erodoto non riesce proprio a staccarsi dagli eventi della fine del XVI e dell'inizio del XVII secolo. Come abbiamo già detto, ora è chiaro il perché. Si tratta della storia di Ester e del Periodo dei Torbidi che avvenne all'inizio del XVII secolo. I cronisti dell'Europa occidentale parlavano con particolare piacere di questo periodo a loro caro. La penna dei cronisti riformatori era guidata dalla gioia sincera per la liberazione dal dominio della metropoli, la Rus' dell'Orda. Inoltre, non pagavano più il tributo all'Orda. Il denaro rimaneva finalmente in Occidente. Con esso era possibile reclutare un proprio esercito.

E così, Erodoto torna per la seconda volta al racconto della morte di Smerdi. Questa volta, però, riferisce dell'apparizione di SMERDI, cioè dell'uomo che prese il nome del defunto Smerdi = Dmitrij, fratello di Cambise = il Terribile.

Ecco il racconto di Erodoto, che riportiamo quasi integralmente, data la sua importanza. Omettiamo solo gli abbellimenti letterari.

“Mentre Cambise soggiornava in Egitto dando segni di pazzia, due Magi, due fratelli, decisero di ribellarglisi. Uno dei due era stato lasciato nella reggia in veste di sovrintendente; decise di ribellarsi quando venne a sapere della morte di Smerdi e di come Cambise la tenesse nascosta; sapeva che ben pochi Persiani ne erano al corrente, che quasi tutti lo credevano ancora vivo; pertanto ideò un piano per impadronirsi del regno. Aveva un fratello, suo compagno nella rivolta, come ho detto, che somigliava moltissimo a Smerdi (il figlio di Ciro fatto uccidere da suo fratello Cambise). Gli somigliava già molto nell'aspetto, per giunta si chiamava Smerdi a sua volta. Dopo averlo persuaso che avrebbe fatto tutto lui, il Mago Patizeite lo installò sul trono e inviò araldi un po' ovunque, e in particolare in Egitto, invitando l'esercito a obbedire da allora in poi agli ordini di Smerdi, figlio di Ciro, e non più a quelli di Cambise.” [163], p. 157.

I commentatori moderni aggiungono che “lo stesso è riportato nell'iscrizione di Behistun di Dario. Il mago Gaumata, il falso Smerdi, fu proclamato re in assenza di Cambise e godeva del sostegno dell'INFLUENTE CASTA DEI MAGI E DELLA NOBILTA' DELL'OCCIDENTE” [163], p. 516, commento 36.

Torniamo da Erodoto: “I vari araldi diffusero il proclama: il messo inviato in Egitto, che aveva trovato Cambise e il suo esercito a Ecbatana in Siria, annunciò i provvedimenti del Mago stando in mezzo ai soldati. Cambise udì ogni parola e, credendo che dicesse la verità e quindi di essere stato tradito da Pressaspe (che cioè, mandato per uccidere Smerdi, non l'avesse fatto), si rivolse a quest'ultimo e gli disse: "Pressaspe, è così che hai eseguito l'incarico che ti avevo affidato?". E quello rispose: "Signore, non è assolutamente vero che tuo fratello Smerdi si sia ribellato a te, né mai fastidio alcuno potrà venirti da lui, né grande né piccolo. Ho eseguito personalmente i tuoi ordini e l'ho seppellito con queste mie mani. Se ora i morti resuscitano, allora aspettati anche che insorga il Medo Astiage; ma se tutto va come è sempre andato, nessuna rivoluzione germoglierà da quell'uomo. Secondo me bisogna far inseguire l'araldo, interrogarlo e stabilire per ordine di chi è venuto a intimarci di obbedire a re Smerdi" …

Piacquero a Cambise le parole di Pressaspe, l'araldo fu immediatamente raggiunto e portato al cospetto del re; appena arrivò, Pressaspe gli chiese: "Amico, tu affermi di essere venuto qui messaggero di Smerdi, figlio di Ciro. Ora dicci la verità e potrai andartene tranquillamente: questi ordini te li ha dati Smerdi personalmente, faccia a faccia, o qualcuno dei suoi?". Rispose il messaggero: "Io non ho più visto Smerdi figlio di Ciro da quando Cambise è partito contro l'Egitto; gli ordini me li ha dati il Mago, quello nominato da Cambise sovrintendente della reggia, affermando che Smerdi figlio di Ciro ci ingiungeva di riferirveli". La risposta dell'araldo non conteneva alcuna menzogna, e Cambise disse: "Pressaspe, tu hai agito onestamente eseguendo i miei comandi: non ti accuso di nulla. Ma chi può essere questo ribelle persiano che usurpa il nome di Smerdi?". Pressaspe rispose: "Mio re, io credo di comprendere quanto è accaduto: sono stati i Magi a ribellarsi, quello che tu hai lasciato ad amministrare la tua reggia, Patizeite, e suo fratello Smerdi" …

Allora Cambise, udendo il nome di Smerdi, rimase molto colpito da come le parole di Pressaspe corrispondessero al suo antico sogno; aveva sognato che qualcuno veniva ad annunciargli che Smerdi, seduto sul trono regale, toccava il cielo con la testa. Comprese di aver inutilmente fatto uccidere suo fratello e pianse molto il nome di Smerdi. Dopo molti lamenti e molte amare considerazioni sulla propria disgrazia, balzò sul cavallo con l'intenzione di guidare al più presto un esercito su Susa, contro il Mago. Ma mentre balzava a cavallo, gli si staccò il puntale dal fodero della spada e la lama, non più inguainata, gli trafisse la coscia; ferito nello stesso punto in cui aveva colpito il dio egiziano Api, Cambise ritenne mortale la ferita …

Cosicché, quando ebbe inteso grazie alle sue domande il nome di Ecbatana, doppiamente abbattuto dalla vicenda del Mago e della sua ferita, tornò lucido di colpo e comprendendo l'oracolo disse: "Qui è stabilito che si spenga Cambise figlio di Ciro" …

Così parlò allora; una ventina di giorni dopo convocò i più illustri Persiani presenti e pronunciò loro un discorso: "Persiani", disse, "le circostanze mi obbligano a rivelarvi un segreto che avrei voluto tenere nascosto più di ogni altro. Quando mi trovavo in Egitto ebbi nel sonno una visione e meglio sarebbe stato non averla avuta: mi pareva che un messaggero venisse ad annunciarmi dal palazzo che Smerdi, insediato sul trono regale, toccava il cielo con la testa. Temendo di vedermi sottrarre il potere da mio fratello, agii in modo più frettoloso che saggio: non era certo possibile a un essere umano stornare da sé il destino: e io, sciocco, mandai Pressaspe a Susa a uccidere mio fratello. Dopo un delitto tanto efferato vivevo ormai tranquillo: non avrei mai pensato che, eliminato Smerdi, un giorno un altro Smerdi potesse ribellarsi contro di me. Ma tutte le mie previsioni sul futuro erano sbagliate e ho assassinato mio fratello invano, perché ora io vengo lo stesso privato del mio regno. Lo Smerdi che il dio mi indicava nel sogno come ribelle era il Mago. Ormai il delitto io l'ho commesso e voi sappiate che Smerdi figlio di Ciro non è più vivo; del palazzo reale si sono impadroniti i Magi, quello che vi avevo lasciato come sovrintendente è suo fratello Smerdi …

Colui che più di ogni altro avrebbe dovuto vendicarmi per l'affronto dei Magi è morto di una empia morte per mano dei suoi parenti più stretti; e ora che lui non c'è più, Persiani, diventa per me assolutamente necessario, chiudendo la mia esistenza, affidare a voi, in secondo luogo fra quanti mi restano, il compito di eseguire le mie ultime volontà: io raccomando a voi, invocando gli dèi che proteggono i re, a tutti voi e in particolare agli Achemenidi presenti, di non permettere che il potere passi di nuovo ai Medi. E se ora lo detengono per averlo riconquistato con l'inganno, con l'inganno vi esorto a sottrarglielo; e se hanno adoperato la forza anche voi dovete usare tutta la forza possibile per recuperarlo …

Terminato il discorso, Cambise ruppe in lacrime piangendo la propria sorte …

I Persiani, come videro il loro re piangere, presero tutti a stracciarsi le vesti che indossavano, abbandonandosi a un lamento senza fine. In seguito Cambise morì, il figlio di Ciro: l'osso era andato in cancrena e la cancrena si era estesa rapidamente alla coscia; aveva regnato in tutto per sette anni e cinque mesi e non aveva lasciato neppure un figlio, né maschio né femmina.” [163], p. 157-159.

Riflettiamo sul racconto di Erodoto.

 

 

2. LA CORRISPONDENZA CON LA STORIA RUSSA DELLA FINE DEL XVI - INIZIO XVII SECOLO.

Probabilmente qui Erodoto ci racconta di Dmitrij, figlio di Elena Voloshanka, che con l'inganno salì al potere in Russia, e anche di Dmitrij Samozvanec = il “Falso Dmitrij”, famoso personaggio dell'inizio del XVII secolo. In questa sezione delle “Storie” di Erodoto, il persiano Cambise riunisce in sé sia i tratti di Ivan il Terribile che quelli dello zar-khan Boris Godunov. Giudicate voi stessi.

- Come abbiamo già detto, nella versione russa del XVI secolo il giovane principe Dmitrij era considerato un pretendente al trono. Dopo la morte di Ivan il Terribile, gli alti funzionari prestarono giuramento a Fëdor, mentre l'adolescente Dmitrij, insieme alla madre e a Nagim, fu esiliato a Uglic. Le cronache romanoviane affermano che Dmitrij ostacolava l'ascesa al trono di Boris Godunov. Per questo, secondo loro, Godunov ordinò di uccidere Dmitrij a Uglich, inviando degli assassini guidati da Bityagovskij. A quel tempo regnava ancora Fedor. Nella fig. 6.1 è raffigurata un'antica icona russa del XVII secolo intitolata “Il principe Dmitrij e Roman di Uglich”.

Secondo Erodoto, il re Cambise = il Terribile aveva un fratello di nome Smerdi, di cui Cambise temeva la rivalità. Per questo motivo Cambise mandò da lui l'assassino Pressaspe. Smerdi fu ucciso.

- Secondo Erodoto, dopo qualche tempo apparve un IMPOSTORE che portava il nome di Smerdi, si proclamò re e pretese che tutti gli giurassero fedeltà. Lo chiamarono il Falso Smerdi.

Analogamente, qualche tempo dopo l'assassinio del principe Dmitrij, compare un pretendente al trono russo che si fa chiamare pure lui Dmitrij. Le cronache romanoviane ci assicurano che si trattava di un impostore. Tuttavia, come abbiamo dimostrato nel libro “Nuova cronologia della Rus'”, molto probabilmente si trattava del vero Dmitrij Ivanovič, che in realtà non era stato ucciso. Ma ora non è necessario approfondire queste circostanze, poiché, come vedremo, IL PUNTO DI VISTA DI ERODOTO È MOLTO VICINO A QUELLO DEI ROMANOV. Probabilmente, l'europeo occidentale Erodoto utilizzò la versione inventata dai Romanov sia per uso interno che esterno. Pertanto, confronteremo il racconto di Erodoto con quello dei Romanov.

- Quindi, l'impostore di Erodoto si chiamava SMERDI, esattamente come Smerdi, il fratello ucciso del re Cambise.

Nella versione dei Romanov, l'impostore prese il nome di DIMITRI, cioè il nome del principe ucciso. Tra l'altro, Erodoto dice che il falso Smerdi ASSOMIGLIAVA MOLTO a Smerdi. Probabilmente qui è sfuggita la verità storica. Infatti, noi affermiamo che il “falso” Dmitrij era semplicemente il vero Dmitrij Ivanovič. Non sorprende quindi che “assomigliasse molto” a sé stesso.

A proposito, nelle figg. 6.2 e 6.3 sono riportati il sigillo minore e quello medio del “falso” Dmitrij. È improbabile che si tratti dei sigilli autentici.

- Secondo Erodoto, l'impostore Smerdi, cioè il falso Smerdi, viene proclamato re.

Analogamente, nella versione romanoviana dell'impostore Dmitrij, cioè del “falso” Dmitrij, viene proclamato zar della Rus'. È opportuno ricordare che nella versione russa del XV secolo, Dmitrij, figlio di Elena Voloshanka = Ester, fu anch'egli incoronato zar. Anche lui era considerato da molti uno zar illegittimo, vedi “La Rus' biblica”, cap. 7.

- Nella versione greca “antica”, il falso Smerdi viene portato al potere dal mago Patizeite, che è una sorta di forza trainante, l'anima della rivolta.

Analogamente, nella versione russa del XV secolo, il falso Dmitrij viene portato al potere con l'attivo sostegno della Polonia e in particolare di Sigismondo. A quel tempo la Polonia era attivamente intervenuta negli affari interni della Russia. Nella versione biblica del libro di Ester, il potere in Persia finisce nelle mani del giudeo Mardocheo. Egli è il riflesso dell'impostore Dmitrij.

- La versione “antica” sostiene che il falso Smerdi fosse sostenuto dall'influente CASTA DEI MAGHI e dai governanti OCCIDENTALI.

Ciò corrisponde esattamente al quadro della fine del XVI - inizio XVII secolo in Russia. Il “falso” Dmitrij era sostenuto dai governanti occidentali, in primo luogo dai polacchi, fig. 6.4. Nella versione russa del XV secolo, Elena Voloshanka e suo figlio Dmitrij erano sostenuti dai protestanti occidentali, i luterani. In questa forma, in Russia a quel tempo apparve per la prima volta l'eresia dei giudaizzanti, che gli autori “antichi” chiamarono, a quanto pare, “casta dei maghi”. Ricordiamo inoltre che Elena Voloshanka = Ester era accusata di praticare l'astrologia e, di conseguenza, di diffondere le scienze MAGICHE, tra cui alcuni includevano l'astrologia. Da qui deriva il termine MAGI che compare nelle pagine di Erodoto. Inoltre, gli eventi si svolsero nella metropoli del Grande Impero Mongolo, chiamato anche regno di Magog, vedi i libri “Nuova cronologia della Rus'” e “Impero”. Le parole MAGOG e MAGI sono molto simili. Per cui, alcuni rappresentanti della turbolenta corte “mongola” che sostenevano il “falso” Dmitrij, potevano benissimo essere chiamati CASTA DEI MAGHI.

- Secondo Erodoto, il mago Patizeite e il falso Smerdi, che avevano preso il potere in Persia; mandarono messaggeri in tutto il regno per informare il popolo e l'amministrazione locale che ora in Persia regnava un nuovo re al posto di Cambise.

Probabilmente si tratta di un riflesso degli eventi dell'inizio del XVII secolo, quando l'ascesa al trono del “falso” Dmitrij fu ampiamente pubblicizzata, soprattutto in Europa occidentale. Il matrimonio tra il “falso” Dmitrij e Marina Mniszech ebbe luogo nel Cremlino di Mosca.

Inoltre, nella versione biblica degli stessi eventi, si dice che dopo la caduta e la morte di Aman, cioè Ivan il Giovane nella versione del XV secolo, gli Ebrei riescono a vendicarsi dei loro nemici e a sconfiggerli. In onore di questo evento viene istituita una festa ebraica speciale chiamata PURIM. Il motivo dell'attacco degli Ebrei ai “Persiani” fu un DECRETO del re Artaserse = Ivan il Terribile, che abrogava il precedente decreto sulla persecuzione degli Ebrei. Il nuovo decreto già lodava gli Ebrei. Il decreto fu diffuso in tutti i confini del regno persiano.

La Bibbia dice: “Il re (Artaserse - Aut.) PERMETTE AI GIUDEI... di sterminare, uccidere e distruggere tutti i potenti del popolo e della regione che sono loro nemici, i bambini e le donne, e di saccheggiare i loro beni” (Ester 8:11). In particolare, saranno giustiziati i figli di Aman, che si era opposto alla crescente influenza dei Giudei alla corte di Artaserse = Ivan il Terribile.

- Torniamo un po' indietro nel tempo nella versione dei Romanov. Quando Boris Godunov venne a sapere della comparsa di Dmitrij Samozvanec, lo zar inizialmente non ci credette, poi si spaventò. Si scrive così: “La notizia della comparsa del falso Dmitrij, ovviamente, terrorizzò Boris. La sua prima reazione fu quella di nasconderla al popolo, per cui, con il pretesto di avvertire della diffusione di una pestilenza proveniente dallo Stato lituano su tutte le strade che conducevano da esso, furono organizzate solide postazioni di frontiera con lo scopo di intercettare tutte le notizie provenienti dalla Lituania sul falso zar ... Boris, come racconta Isaac Massa... in realtà era sempre più terrorizzato” [578], libro 2, p. 742.

In base a queste informazioni, l'antico Erodoto riferisce che il re Cambise iniziò a nutrire sospetti sulla lealtà di Pressaspe, inviato da lui per uccidere Smerdi. Cambise non sapeva più dove fosse la verità e dove la menzogna. Convocò Pressaspe e gli chiese una risposta chiara. Alla fine dell'inchiesta si scopre che Pressaspe non ha ingannato Cambise e che il vero Smerdi è stato davvero ucciso.

Analogamente, nella versione dei Romanov, dopo la comparsa del “falso” Dmitrij, Boris Godunov a un certo punto dubita che il principe Dmitrij sia stato davvero ucciso. Si scrive quanto segue. Boris “riteneva che l'apparizione dell'impostore fosse opera dei boiardi e lo disse apertamente a loro, ma non poteva indicare con certezza nessuno”.

Godunov ordinò anche di portare a Mosca... la madre del defunto Dimitri, l'ex zarina Maria Nagaya, la monaca Marta, e le chiese insieme al patriarca Giobbe... SE SUO FIGLIO ERA VIVO O MORTO. A ciò la monaca Marta avrebbe risposto che lei stessa non lo sapeva con certezza” [578], libro 2, pag. 744.

Quindi, in entrambe le versioni vediamo i profondi dubbi del re malvagio: se il suo rivale fosse stato davvero ucciso.

- Dopo qualche tempo, secondo la versione “antica”, il re Cambise muore. La sua morte è direttamente collegata alla comparsa del falso Smerdi. Cambise salta a cavallo per guidare la campagna contro il falso Smerdi, ma inaspettatamente SI FERISCE DA SOLO con una spada alla coscia e muore poco dopo per la ferita.

Nella versione dei Romanov, poco dopo la comparsa del “falso” Dmitrij, Boris Godunov muore inaspettatamente. Una voce insistente sosteneva che fosse stato AVVELENATO dai suoi nemici. Tuttavia, è interessante notare che il veleno era stato preparato DA LUI STESSO. “Lo stato di estrema agitazione in cui versava Godunov terminò in modo del tutto inaspettato il 13 aprile dello stesso 1605. Quando lo zar si alzò da tavola, il sangue gli sgorgò dalla bocca, dalle orecchie e dal naso; morì due ore dopo... La voce attribuiva la sua morte al veleno, PREPARATO DA LUI STESSO” [578], libro 2, pag. 752. Pertanto, l'"antico" europeo occidentale Erodoto poteva benissimo ritenere che il re Cambise - qui Godunov - SI FOSSE FERITO DA SOLO, motivo per cui era morto.

In entrambe le versioni si afferma quindi che il re morì a causa della propria imprudenza.

- Le circostanze della morte del re Cambise, descritte da Erodoto, ricordano molto la morte di Basilio III, padre di Ivan IV il Terribile. Poiché, come vediamo, l'immagine “antica” del persiano Cambise ha assorbito molto dalle biografie di Ivan il Terribile e Boris Godunov, non c'è da stupirsi che Erodoto abbia potuto erroneamente aggiungere qui alcune informazioni su Basilio III, padre di Ivan il Terribile. Tanto più che nella biografia di Basilio III è presente anche la “storia di Ester”, sebbene in forma più confusa, vedi il libro “La Rus' biblica”.

Ricordiamo che, secondo Erodoto, il re Cambise morì per una ferita inflitta con una spada alla COSCIA. La ferita si infettò e si sviluppò una cancrena ossea. A causa dell'infiammazione, la COSCIA si necrotizzò e Cambise morì.

In modo del tutto analogo, secondo le fonti russe, il re Basilio III si ferì alla COSCIA durante una battuta di caccia. La malattia di Basilio III è descritta così. «Sulla sua coscia sinistra apparve una piccola piaga con una testa di spillo: non aveva né bordo né pus, ma era di colore rosso vivo», come riportato nel cosiddetto «Libro dei re», che contiene la descrizione della morte di Vasilij Ioannovič [578], libro 2, pagg. 335-336. Dopo qualche tempo la malattia si aggravò e «dalla piaga uscì più di una bacinella di pus e un ENORME BASTONE LUNGO UN PIEDE E MEZZO, ma non tutto» [578], libro 2, pag. 338.

Quindi, in entrambe le versioni, il re-zar morì a causa di una FERITA ALLA COSCIA.

- Erodoto dice che Cambise regnò per SETTE ANNI E CINQUE MESI [163], pagg. 159-160. Ciò concorda perfettamente con i dati relativi al regno di Boris Godunov, che si ritiene abbia regnato per SETTE ANNI: dal 1598 al 1605, vedi [362].

- Erodoto afferma che Cambise non aveva figli, “né maschi né femmine” [163], p. 159. Ciò sembrerebbe contraddire l'identificazione del persiano Cambise con Ivan il Terribile e Boris Godunov, che invece avevano figli. Tuttavia, va ricordato che dopo Ivan il Terribile e durante il regno di Godunov, per un certo periodo governò lo zar Fedor, che effettivamente NON AVEVA FIGLI. Questo fatto fu oggetto di accese discussioni tra i contemporanei. La “sterilità” di Irina, moglie dello zar Fedor, fu oggetto di una discussione speciale tra i boiardi. Si riporta, ad esempio, quanto segue: “Il metropolita, gli Shuisky e i loro amici, si accordarono segretamente con gli ospiti moscoviti, i mercanti, alcuni funzionari civili e militari in nome di tutta la Russia per inchinarsi solennemente davanti a Fëdor, AFFINCHÉ DIVORZI DALLA MOGLIE STERILE, LASCIANDOLA ANDARE... IN UN CONVENTO E NE PRENDESSE UN'ALTRA” [362], vol. 10, cap. 1, colonna 45. Come detto nella Bibbia, al re fu scelta una nuova moglie, la principessa Mstislavskaya. “Scrissero un documento, lo approvarono con un bacio sulla croce” [362], vol. 10, cap. 1, colonna 46. Anche questi sono elementi della stessa ‘storia di Ester’. Vedi ‘La Rus’ biblica", cap. 7.

In questo modo, nella storia dell'“antico” Cambise finirono anche alcuni frammenti della biografia dello zar russo Fëdor Ivanovič.

 

 

3. LA MONACA MARTA, MADRE DI DIMITRI E MARINA MNISHEK, MOGLIE DEL FALSO DIMITRI DEL XVII SECOLO, È DESCRITTA DA ERODOTO CON IL NOME DI FEDIMIA, LA MOGLIE DEL FALSO SMERDI.

3.1. IL RACCONTO DI ERODOTO: FEDIMIA, LA MOGLIE DEL FALSO SMERDI.

Molto interessanti sono i seguenti due episodi: quello della monaca Marta (Marfa), madre di Dimitrij, e quello della famosa Marina Mniszech, moglie del “falso” Dmitrij, che abbiamo trovato in Erodoto. Sottolineiamo che ora parleremo degli eventi dell'inizio del XVII secolo. Di conseguenza, il testo dell'"antichissimo" Erodoto che conosciamo oggi, è stato completato o revisionato NON PRIMA DEL 1610. Si tratta quindi di un'epoca piuttosto tardiva, poiché include importanti eventi della storia russa della fine del XVI e dell'inizio del XVII secolo.

Dopo la morte di Cambise in Persia, inizia un periodo di confusione. Alcuni considerano che il falso Smerdi sia il vero Smerdi, cioè Dimitrij, altri ne dubitano. Molta confusione fu creata dal cortigiano persiano Pressaspe, che dopo la morte del re Cambise decise di non rischiare e sembrò riconoscere il falso Smerdi come il vero Smerdi. Citiamo Erodoto.

“I Persiani a lui vicini non avevano creduto alla storia del potere nelle mani dei Magi: pensavano che Cambise avesse detto quello che aveva detto sulla morte di Smerdi per malanimo, per spingere alle armi l'intero popolo persiano. Credevano insomma che sul trono persiano fosse insediato davvero Smerdi figlio di Ciro, tanto più che Pressaspe negava recisamente di aver eliminato Smerdi: non era proprio una garanzia, per lui, ora che Cambise era morto, ammettere di aver ucciso il figlio di Ciro con le proprie mani. E così il Mago, alla morte di Cambise, usurpando le prerogative dell'omonimo figlio di Ciro, poté regnare tranquillamente per tutti i sette mesi che sarebbero rimasti a Cambise per completare gli otto anni di regno; in questi sette mesi acquisì grandi meriti agli occhi di tutti i suoi sudditi; e quando morì tutte le popolazioni dell'Asia lo rimpiansero, a eccezione dei Persiani. In effetti il Mago aveva notificato a ogni popolazione a lui sottomessa che intendeva concedere per un periodo di tre anni l'esenzione dal servizio militare e dal pagamento dei tributi …

Aveva diffuso il proclama subito dopo essersi installato al potere, ma in capo a otto mesi la sua identità fu rivelata dal seguente episodio. Otane era figlio di Farnaspe ed era uno dei Persiani più illustri per nascita e per condizione; Otane fu il primo a subodorare che il Mago non fosse Smerdi il figlio di Ciro e a scoprirne la vera identità: lo aveva intuito dal fatto che il Mago non usciva mai dalla rocca della capitale e non chiamava al suo cospetto nessuno dei Persiani più ragguardevoli. Colpito da questo sospetto, ecco come si comportò. Cambise si era preso in moglie una figlia di Otane di nome Fedimia: adesso apparteneva al Mago, che conviveva con lei come con tutte le altre donne di Cambise. Otane mandò un messaggio a Fedimia per sapere con quale uomo si coricasse, se con Smerdi figlio di Ciro o con qualcun altro; e lei gli rispose affermando di non saperlo: non aveva mai visto prima il figlio di Ciro Smerdi né sapeva chi fosse l'uomo con cui divideva il letto …

Allora Otane le inviò un secondo messaggio che diceva: "Se tu non conosci Smerdi figlio di Ciro, cerca di informarti da Atossa con chi convivete ora voi due. Almeno lei saprà distinguere il proprio fratello". A questo messaggio rispose ancora la figlia: "Io non posso parlare con Atossa né posso vedere alcuna delle donne che qui dimorano con me; quest'uomo, chiunque sia, appena ha assunto il regno ci ha separate alloggiandoci in posti diversi" …

Dopo tali notizie la faccenda diventava sempre più chiara per Otane. Le mandò infine un terzo messaggio di questo tenore: "Figlia mia, tu sei di nobile lignaggio e devi affrontare il rischio che tuo padre ti invita a correre; se quell'uomo non è Smerdi figlio di Ciro ma l'individuo che io credo, non deve cavarsela a buon mercato, lui che condivide il tuo letto e ha in mano sua il potere dei Persiani, ma deve pagare per la sua colpa. Ora fa' quanto ti dico. Quando sei a letto con lui, accertati che stia dormendo e toccagli le orecchie; se ti risulta che le ha, allora sii pur certa che tu vivi con Smerdi figlio di Ciro; se no, sappi che si tratta di Smerdi il Mago" …

Fedimia gli rispose che avrebbe corso un grave pericolo ad agire così; se per caso quell'uomo non aveva le orecchie e si fosse accorto che lei cercava di toccargliele, sapeva bene che l'avrebbe uccisa; tuttavia avrebbe tentato lo stesso. Promise, dunque, al padre di agire. Ciro figlio di Cambise durante il suo regno aveva fatto tagliare le orecchie al Mago Smerdi, per una qualche colpa, presumibilmente grave. Insomma Fedimia, figlia di Otane, veniva compiendo quanto aveva promesso a suo padre; quando fu il suo turno accanto al Mago (perché a turno le donne si uniscono coi mariti, in Persia), si sdraiò al suo fianco, attese che si fosse profondamente addormentato e gli toccò le orecchie. Non fu certo difficile, tutt'altro, stabilire che quell'uomo non aveva le orecchie, sicché, appena fu giorno, inviò un messaggio al padre per informarlo dell'accaduto …

Allora Otane prese con sé Aspatine e Gobria, che erano i primi fra i Persiani e, ai suoi occhi, i più affidabili, e li mise al corrente di tutta la situazione; anch'essi sospettavano la verità e accolsero la versione dei fatti riferita da Otane.” [163], pp. 160-161.

 

 

3.2. LA STORIA RUSSA DELL'INIZIO DEL XVII SECOLO: MARTA, MARINA MNISHEK E I DUE “FALSI” DMITRI.

Una volta salito al potere, il “falso” Dmitrij – ribadiamo che, secondo la nostra ricostruzione, si trattava dell'autentico Dmitrij Ivanovič – avviò importanti riforme nello Stato. Tuttavia, secondo la versione romanoviana, in una parte della nobiltà e del popolo cresceva il sospetto che il paese fosse governato da un impostore. Era necessario che fosse riconosciuto dall'ex regina Maria Nagaya, moglie di Ivan il Terribile e madre di Dmitrij Ivanovič.

Karamzin dice: “L'esercito, il Sinclito, tutti i funzionari statali riconobbero l'impostore come Dmitrij, tutti tranne sua madre, LA CUI TESTIMONIANZA ERA IMPORTANTE E NECESSARIA, poiché il popolo, senza dubbio, la aspettava con impazienza. Già da circa un mese l'impostore regnava a Mosca, ma il popolo non aveva ancora visto la regina-monaca, sebbene ella vivesse a sole cinquanta miglia di distanza: infatti il falso Dmitrij non poteva essere sicuro del suo consenso all'inganno...

La vedova di Ivan (il Terribile - Aut.), non ancora anziana, ricordava i piaceri del mondo, della corte e dello sfarzo...

Il falso Dmitrij aveva già inviato pubblicamente nella deserta regione di Vykisinskij il Gran Mechnik, il principe Michail Vasil'evič Skopin-Šujskij, e altri nobili con una supplica convincente affinché benedicesse il suo affettuoso figlio e lo consacrasse al trono imperiale. Egli stesso, il 18 luglio, partì per incontrarla nel villaggio di Tajinskij. La corte e il popolo furono testimoni di uno spettacolo curioso, in cui l'arte ipocrita assumeva le sembianze della sincerità e della naturalezza. Vicino alla strada fu montato un ricco tendone, dove fu condotta la regina e dove il falso Dmitrij parlò con lei in privato; non si sapeva di cosa; ma si vide il risultato: il finto figlio e la finta madre uscirono dalla tenda, MANIFESTANDO GIOIA E AMORE; SI ABBRACCIARONO TENERAMENTE E PROVOCARONO NEI CUORI DI MOLTI SPETTATORI UN'ESTASI DI COMMOZIONE” [362], t. 11, cap. 4, colonne 127-128.

“Da Tainino a Mosca, lo zar camminò rispettosamente a piedi accanto alla carrozza di sua madre. A Mosca, la monaca Marta si sistemò nel monastero di Voznesenskij, dove il falso Dmitrij le faceva visita ogni giorno...

Dopo l'arrivo della presunta madre, l'IMPOSTORE fu incoronato zar” [578], libro 2, pag. 763.
L'incontro tra il ‘falso’ Dmitrij e la monaca Marta fu considerato molto importante. Venne raffigurato anche nei dipinti successivi, si veda, ad esempio, la fig. 6.5.

Gli storici romanoviani sottolineano che la certificazione dell'“autenticità di Dmitrij” data dalla monaca Marta, non era comunque del tutto completa e molto chiara. In primo luogo, al momento del loro primo incontro pubblico, entrambi stavano lontani dalla folla e si limitavano a mostrare al pubblico i loro “sentimenti teneri”. Non si sa di cosa avessero parlato nella tenda. In secondo luogo, già dopo la caduta del “falso” Dmitrij, Marta avrebbe confessato che lui era un furfante e un monaco spretato e che lei aveva agito contro la propria coscienza “per paura”. In particolare, è stato scritto quanto segue: «In seguito, davanti alle spoglie del principe Dimitrij, confessò di aver “sopportato a lungo quell'impostore e quel monaco sconfessato..., ma lo aveva fatto per la povertà; perché da quando avevano ucciso suo figlio per ordine di Boris, lei era stata ridotta in miseria e tutta la sua famiglia era stata dispersa in città lontane... E quando lui mi parlava, MI GIURÒ E MI ORDINÒ SOTTO PENA DI MORTE di non dirlo a nessuno” [578], libro 2, pag. 763.

A proposito, in molti testi romanoviani, il “falso Dmitrij” viene costantemente definito un "monaco spretato". Ricordiamo che lo spretamento è un modo per rimuovere o privare qualcuno del sacerdozio. Attraverso lo spretamento venivano espulsi dal sacerdozio coloro che erano colpevoli di crimini. L'essenza della rasatura consisteva nel fatto che, dopo aver letto al colpevole il decreto di privazione del suo rango spirituale, gli venivano tolti il saio, il sottotuta, il cappuccio, GLI VENIVANO TAGLIATI I CAPELLI E LA BARBA e veniva vestito con un semplice abito laico. Le persone sottoposte alla spoliazione erano chiamate spretate. La versione dei Romanov sosteneva che il “falso” Dmitrij fosse proprio uno spretato.

Insieme alla monaca Marta, sulla scena appare anche una seconda donna direttamente collegata al “falso” Dmitrij: si tratta della famosa Marina Mniszech, sua moglie, fig. 6.6, fig. 6.6a, fig. 6.7. Poco dopo, il 1° maggio 1606, la polacca Marina Mniszech, sposa del “falso” Dmitrij, arriva a Mosca, fig. 6.8. Le fu riservata un'accoglienza solenne. “La sposa doveva vivere nella dimora della MONACA MARTA, presunta madre del zar, nel monastero di Voznesenskij nel Cremlino” [578], libro 2, p. 780. Il fidanzamento era avvenuto in precedenza a Cracovia, fig. 6.9, e il matrimonio fu celebrato l'8 maggio 1606. La fig. 6.10 mostra l'incoronazione di Marina Mniszech.

Gli storici romanoviani notano con stupore quanto segue: «Si è verificato un evento senza precedenti: Marina è stata incoronata zarina dal patriarca, cosa che nessuna delle nostre pie regine aveva mai ottenuto» [578], libro 2, pag. 786.

Dopo la tragica morte del “falso” Dmitrij nel 1606, di cui parleremo più avanti, Marina Mniszech rimase al centro dell'attenzione. Il fatto è che poco tempo dopo, precisamente nel 1607, apparve un “secondo falso Dmitrij”, che gli storici romanoviani chiamano il LADRO DI TUSHINSKIJ, fig. 6.11. In questo caso cercarono di infangarlo ancora più attivamente del primo “falso” Dmitrij. Scrivevano, ad esempio: “Nel frattempo, all'interno dello Stato di Mosca era già presente un nuovo zar di nome Dimitri, la cui apparizione era attesa con grande fervore da molti.

Si presentò nell'agosto del 1607, in una prigione di una piccola città settentrionale che portava il nome poco invidiabile di Propoiska” [578], libro 2, p. 818. Eseguendo l'ordine dei Romanov, gli storici cercarono di fare bella figura. Ecco, vi dico, la verità più vera sul falso secondo Dmitrij. Era un ex detenuto. Per di più proveniente da una cittadina dove, a quanto pare, c'erano molti ubriaconi. Non a caso la chiamavano Propoiska. Probabilmente, si dice, anche il secondo falso Dmitrij era un alcolizzato incallito, vedi sotto. Scrivevano anche così: “Ritenendo la sua causa persa, l'impostore, in preda alla disperazione, bevve un'enorme quantità di vodka e rischiò di morire, ma poi si riprese” [578], libro 2, pagg. 821-822. Inoltre, era rude e dissoluto [988:00], “Falso Dimitri II”.

A proposito, anche riguardo al primo “falso” Dmitrij, gli storici romanoviani ci suggeriscono che fosse terribilmente dissoluto. Karamzin, ad esempio, scrive: “Agendo contro le nostre usanze e il buon senso, il falso Dmitrij disprezzava le sacrosante leggi della moralità: non voleva frenare i suoi desideri più grossolani e, ardendo di lussuria, violava apertamente le regole della castità e della decenza... disonorava mogli e fanciulle, la corte, le famiglie e i sacri conventi con la sua sfacciata dissolutezza, e non si vergognava del più ignobile di tutti i suoi crimini: dopo aver ucciso la madre e il fratello di Xenia (la figlia di Godunov - Aut.), la prese come concubina” [362], vol. 11, cap. 4, colonna 131.

Tutte queste accuse vanno prese con cautela. Probabilmente si tratta di propaganda aggressiva dei Romanov, diretta a un pubblico credulone. Secondo la nostra ricostruzione, il secondo “falso” Dmitrij è lo stesso primo “falso” Dmitrij, ovvero il vero zar-khan dell'Orda Dmitrij Ivanovič, figlio di Ivan il Terribile. Egli è stato “diviso” sulla carta, sotto la penna dei redattori romanoviani, in “due falsi Dmitrij”. Vedi i dettagli nel libro “Nuova cronologia della Rus'”. Allo stesso tempo, anche nei documenti redatti dai Romanov sono rimaste tracce sufficienti del fatto che molti contemporanei consideravano il secondo “falso” Dmitrij come il vero figlio di Ivan il Terribile, il vero Dmitrij Ivanovič [578], libro 2, pagg. 819-820. Ma ora non ci interessano tanto le distorsioni dei Romanov nella biografia del secondo “falso” Dmitrij, quanto la sorte di Marina Mniszech. A quanto pare, LEI RICONOSCE NEL SECONDO “FALSO” DMITRIJ IL SUO PRIMO MARITO E DIVENTA SUA MOGLIE. Ecco cosa viene riportato.

Nel 1608, il secondo “falso” Dmitrij stabilì il proprio quartier generale nel villaggio di Tushino, a 13 verste a nord-est di Mosca.

Nel “1608 ... Marina Mnishek, convinta da Rozhinsky e Sapieha, riconobbe il secondo falso Dmitrij come suo marito e, per placare i rimorsi della coscienza, si sposò segretamente con lui” [988:00], “Il falso Dmitrij II”.

Si scrive anche questo: “Il 16 settembre, alla presenza di tutto l'esercito dei LADRI (si vede che anche gli storici romanoviani hanno cercato di scegliere la terminologia in modo molto accurato - Aut.), si è svolto l'AFFETTUOSO INCONTRO DEI FALSI SPOSI, Marina e il Ladro, e quattro giorni dopo un prete gesuita li ha sposati in segreto...

Il matrimonio di Marina con il nuovo zar alimentò anche le speranze dell'alto clero cattolico di introdurre l'unione nella Russia...

TUSHINO iniziò rapidamente a essere edificata... Per il Ladro e Marina furono costruite grandi dimore nel mezzo dell'insediamento” [578], vol. 2, pp. 827, 829. Mostravano persino la casa di Kaluga dove, a quanto pare, avevano vissuto per un certo periodo il secondo “falso” Dmitrij e Marina Mniszech, fig. 6.12.

Molte persone accorrevano dal secondo “falso” Dmitrij, tra cui anche esponenti dell'alta nobiltà. Egli riuscì più volte a sconfiggere le truppe di Vasilij Šujskij.

“Sapieha e Lisowski si unirono al secondo falso Dmitrij; I COSACCHI CONTINUAVANO AD ACCORRERE A LUI IN MASSA, tanto che aveva fino a 100.000 uomini; nella capitale e nelle città circostanti la sua influenza continuava a crescere” [988:00], ‘Il falso Dmitrij II’.

La lotta durò a lungo. “Morì per vendetta del tataro battezzato Urusov, che lo aveva sottoposto a punizioni corporali. L'11 dicembre 1610, quando il secondo falso Dmitrij, scortato da una folla di tartari, uscì a caccia mezzo ubriaco, Urusov gli tagliò la spalla con la sciabola e il fratello minore di Urusov gli mozzò la testa” [988:00], ‘Il falso Dmitrij II’.

Quindi, entrambi i “falsi” Dmitrij furono uccisi. Marina Mnishek era la moglie di entrambi e quando sposò il secondo “falso” Dmitrij, dichiarò pubblicamente di riconoscerlo come suo primo marito, il primo “falso” Dmitrij.

Nel 1611-1612 apparve un terzo “falso” Dmitrij, ma le fonti romanoviane riportano informazioni molto scarse e vaghe su di lui [988:00].

Nella fig. 6.13 è riportata la presunta firma del “Falso” Dmitrij in latino. Si noti che al posto di “Imperator” è scritto “In Perator”. Abbiamo già sottolineato più volte che in passato le lettere latine N e M potevano sostituirsi a vicenda.

Nella fig. 6.14 è riportata un'altra firma del “Falso” Dmitrij su un documento del 1604. Queste firme sono chiaramente diverse. Perché? Non è da escludere che entrambi i documenti siano falsi tardivi dei Romanov.