PARTE 2: LA CAMPAGNA DI ERMAK-CORTES E LA RIVOLTA DELLA RIFORMA TRA LA FINE DEL XVI E L’INIZIO DEL XVII SECOLO, ATTRAVERSO GLI OCCHI DEGLI “ANTICHI” GRECI.
CAPITOLO 7: LA FAMOSA GUERRA GRECO-PERSIANA AVVENUTA NEL PRESUNTO V SECOLO A.C., OVVERO LA CAMPAGNA PUNITIVA DI SERSE IN ELLADE, È LA FALLIMENTARE GUERRA DI LIVONIA DI IVAN IL TERRIBILE.
5. LE CONTROVERSIE DEI CONSIGLIERI DI SERSE SULL'UTILITÀ DI UNA CAMPAGNA CONTRO LA GRECIA, SONO LE CONTROVERSIE ALLA CORTE DEL TERRIBILE IN MERITO ALL'ANNUNCIO DELLA GUERRA DI LIVONIA.
5.1. IL RACCONTO DI ERODOTO: LE CONTROVERSIE, LE VISIONI DI SERSE, LO SPETTRO MINACCIOSO, SERSE INSEDIA ARTABANO TEMPORANEAMENTE SUL TRONO.
Secondo Erodoto, dopo che Serse propose la campagna, prese la parola il suo comandante Mardonio. Ecco il suo lungo discorso. Egli sostiene attivamente Serse. Dice che non si può più tollerare l'OLTRAGGIO AI PERSIANI che si permettono gli Ioni che vivono in Europa. Non bisogna rimandare la punizione. I Greci sono divisi e difficilmente riusciranno a resistere all'esercito persiano, che è professionale. Pertanto, la guerra contro l'Ellade deve iniziare immediatamente.
“Dopo aver così reso accettabile il punto di vista di Serse, Mardonio tacque. Mentre gli altri Persiani restavano in silenzio e non osavano esprimere un parere contrario a quello avanzato, Artabano figlio di Istaspe e zio di Serse, prendendo coraggio dalla sua parentela, disse così …” [163], pp. 316-317.
Nelle due pagine successive, Erodoto riporta il discorso di Artabano. È due volte più lungo di quello di Mardonio [163], pp. 317-318. A proposito, Artabano è notevolmente più anziano del giovane Serse. Il senso del discorso di Artabano è questo: egli è contrario alla campagna contro l'Ellade. La costruzione di un ponte sull'Ellesponto è pericolosa, perché in caso di fallimento gli Elleni potrebbero bruciarlo e allora i Persiani, una volta attraversato il ponte verso l'Europa, si troverebbero in trappola. Gli Elleni sono un popolo coraggioso e sanno combattere. Si profila una profezia: Mardonio morirà durante una campagna in terra straniera.
Sebbene Serse abbia grande rispetto per Artabano, in questo caso egli obietta con rabbia, insistendo per la campagna militare. Accusa Artabano di codardia e non lo condanna a morte solo perché Artabano è il fratello di suo padre. Serse dice: «Che io non sia figlio di Dario... se non punisco gli Ateniesi! So bene che se manteniamo la pace, loro non la vorranno più e ci dichiareranno guerra. Lo si capisce dalle loro azioni. Hanno già dato alle fiamme Sardi, invadendo l'Asia... Non è più possibile ritirarsi. Ora si tratta di decidere se attaccare o subire l'attacco» [163], p. 318.
“Non si discusse oltre. Poi scese la notte e il parere di Artabano cominciò a tormentare Serse; nell'affidare alla notte la riflessione, scopriva che non era proprio il caso per lui di marciare contro la Grecia. Presa questa nuova decisione, si addormentò. E nella notte, raccontano i Persiani, ebbe la seguente visione; sognò che un uomo grande e bello gli stava accanto e gli diceva: "Tu vuoi cambiare parere, Persiano, e pensi di non portare guerra alla Grecia, dopo aver ordinato ai Persiani di ammassare truppe. Ma sbagli a cambiare parere e non troverai nessuno ad approvarti; su, prendi la strada che oggi hai deciso di percorrere". Detto ciò, così parve a Serse, l'uomo svanì nell'aria." [163], p. 319.
“Allo spuntar del giorno non diede peso alcuno al sogno; riunì gli stessi Persiani che anche prima aveva convocato e disse loro: "Persiani, perdonatemi se muto di colpo opinione: non ho ancora raggiunto il massimo del mio senno e del resto chi mi spinge verso quella decisione non si stacca da me nemmeno per un istante. Udito il parere di Artabano, lì per lì la mia giovane età prese fuoco tanto da indurmi a rovesciare contro una persona più anziana parole più insolenti del lecito; ebbene ora mi sono pentito e mi atterrò al suo consiglio. Insomma, non agitatevi, ho cambiato idea e ho deciso di non marciare contro la Grecia". I Persiani come ebbero udito queste parole, si prostrarono tutti contenti …
Ma, scesa la notte, ricomparve accanto a Serse dormiente lo stesso fantasma …” [163], p. 319.
Ora il tono della sua voce cambia e diventa minaccioso. Le ultime parole del fantasma sono: “Tieni per fermo questo: se non ti metti in marcia subito, ecco cosa te ne verrà: come in breve tempo sei divenuto grande e potente, altrettanto presto sarai di nuovo un poveruomo" …
Serse, terrorizzato dalla visione, balzò dal letto e mandò un messo a chiamare Artabano.” [163], p. 319.
Quando Artabano arrivò, Serse gli disse che non poteva rinunciare alla campagna, perché IN SOGNO GLI ERA APPARSO UN FANTASMA che gli aveva ordinato di marciare con le truppe persiane contro l'Ellade per punire i ribelli. Il fantasma se ne era andato lanciando minacce.
Disse Serse: “Se è un dio a mandarmelo e a lui piace davvero che ci sia una spedizione contro la Grecia, la stessa visione apparirà anche a te, dandoti identico ordine. E questo potrebbe accadere, penso, se tu prendi tutto il mio abbigliamento, lo indossi, ti siedi sul mio trono e ti addormenti nel mio letto" …
Questo gli disse Serse; e Artabano, la prima volta, non obbedì, ritenendosi indegno di sedere sul trono reale; poi, vistosi costretto, si attenne all'ordine ricevuto, dopo aver così dichiarato: "Mio re, io metto sullo stesso piano ragionare bene e dar retta di buon grado a chi dà validi consigli. Tu hai entrambe le doti, ma rischia di rovinarti la compagnia di uomini malvagi … Adesso, dunque, che hai adottato la migliore e ti appresti ad abbandonare la spedizione contro la Grecia, sostieni che un sogno, inviato da un dio, ti perseguita e non ti lascia sciogliere l'esercito. No, figlio mio, non sono messaggi divini questi, te la spiegherò io, di molti anni più vecchio di te, la natura dei sogni che capitano agli uomini: per lo più si presentano in forma di visioni notturne i pensieri che ognuno agita di giorno; e noi, nei giorni precedenti, avevamo per le mani, e pressantemente, questa spedizione militare. Ora, se le cose non stanno come io le giudico, ma vi si cela un che di divino, tu hai detto già tutto in poche parole: si mostri anche a me, come a te, a darmi degli ordini” …
Detto ciò Artabano, sperando di dimostrare a Serse l'infondatezza delle sue parole, eseguì l'ordine: si mise gli abiti di Serse, sedette sul trono reale e poi andò a coricarsi; e, mentre dormiva, la stessa immagine già vista da Serse gli apparve accanto e gli disse: "E così tu sei quello che cerca di dissuadere Serse, con la scusa di essere preoccupato per lui, dal partire contro la Grecia? Ma né in futuro né adesso resterai impunito, se tenti di stornare il destino; quello che capiterà a Serse, se non obbedisce, è già stato chiarito a lui in persona" …
Ad Artabano parve che la visione gli rivolgesse queste minacce e si apprestasse a bruciargli gli occhi con ferri roventi. Gettato un grande urlo balzò in piedi e a Serse raccontò, mettendosi accanto a lui, punto per punto, l'incubo avuto; e aggiunse: "Mio re, io, da uomo che già aveva visto molte grandi potenze cadere a opera di più deboli, non volevo permetterti di cedere in tutto alla tua giovane età; sapevo bene come sia pernicioso aspirare al troppo, ricordavo l'esito della spedizione di Ciro contro i Massageti, ricordavo anche la spedizione di Cambise contro gli Etiopi, io, poi, che ho marciato con Dario contro gli Sciti. Conscio di queste cose, ero convinto che tu, stando in pace, saresti stato inviolabile da tutti. Ma poiché una qualche forza divina ci spinge e, come pare, una rovina celeste incombe sui Greci, cambio anch'io parere e intenzione; e tu rivela ai Persiani i prodigi inviati dal dio, ordina loro di seguire le tue prime istruzioni, di prepararsi; agisci in modo che nulla manchi di quanto dipende da te, se lo concede il dio" …
Detto ciò, esaltati dalla visione, appena sorse il giorno, Serse spiegò la situazione ai Persiani, e Artabano, che prima era stato l'unico a mostrarsi contrario, si rivelò accanito fautore del progetto.” [163], pagg. 320-321.
Da quel momento, la campagna contro l'Ellade divenne inevitabile. La macchina bellica era stata messa in moto. La Persia iniziò a radunare le truppe.
5.2. LE CRONACHE RUSSE: LA DISCUSSIONE NEL CONSIGLIO DI IVAN IL TERRIBILE: CONVIENE INIZIARE LA CAMPAGNA DI LIVONIA?
Dopo la vittoria nella guerra di Kazan, Ivan il Terribile decide di entrare in guerra con la Livonia e gli Stati dell'Europa occidentale alleati con essa. La campagna era vista dalo zar come una punizione. Il primo passo provvisorio fu il seguente. Nel gennaio 1558, Ivan il Terribile ordinò alle truppe moscovite radunate a Pskov di invadere la Livonia. «Ai comandanti fu ordinato di non perdere tempo con l'assedio di fortezze e città ben difese, ma di attraversare il paese con diverse colonne fino a Reval e Riga, seminando ovunque la devastazione, secondo l'usanza di quei tempi. Questa campagna si concluse con un successo totale; i tedeschi tentarono di difendersi in alcuni punti, ma furono facilmente sconfitti ovunque a causa del loro numero esiguo. I nostri tornarono a Pskov con un bottino ricchissimo.
Il principe Andrej Kurbskij, che era tra i voivodi, a proposito di questa campagna, disse: «La terra era ricca e i suoi abitanti orgogliosi; SI ALLONTANARONO DALLA FEDE CRISTIANA, DAGLI USI E DAI BUONI COSTUMI DEI LORO ANTENATI, SI SONO GETTATI TUTTI IN UNA VITA DISORDINATA E DISORGANIZZATA, NELL'UBRIACHEZZA, NELL'INTEMPERANZA, NEL LUNGO SONNO, NELL'INDOLENZA, NELLA MENZOGNA E NELL'EFFERATO MASSACRO TRA FRATELLI”.
Anche il cronista livoniano considerava questa CAMPAGNA MILITARE intrapresa da Ivan come una GIUSTA PUNIZIONE; secondo lui, la dissolutezza nel paese aveva raggiunto un tale livello che non solo non se ne vergognavano, ma ne andavano fieri, e i governanti davano l'esempio ai loro sudditi" [578], libro 2, pp. 456-457.
Tuttavia, la decisione di Ivan il Terribile di dare inizio alla campagna universale di Livonia contro l'Occidente non fu facile e incontrò una forte opposizione da parte di una serie di personaggi influenti alla corte di Ivan il Terribile. A capo dell'opposizione si schierò il famoso sacerdote Silvestro. Probabilmente è proprio lui il modello che ispira il personaggio “antico” di Artabano descritto da Erodoto. Ecco cosa si sa di Silvestro.
Nato a Novgorod, ottenne un posto nella Cattedrale dell'Annunciazione del Cremlino. Si distingueva per la sua generosità tra la folla dei cortigiani. La sua posizione a corte gli aprì brillanti prospettive. Fu proprio Silvestro a comporre o redigere il famoso Domostroi, vedi il nostro libro “Il re degli Slavi”. Era un insegnante severo ed esigente, prese sotto la sua ala il giovane Ivan il Terribile, fig. 7.1. “Quando l'allievo (Ivan - Aut.) si ribellò alla tutela troppo invadente del suo maestro, pronunciò molte parole amare nei suoi confronti... Comunque sia, il periodo dell'apprendistato non passò senza lasciare traccia in Ivan” [776], pagg. 41-42.
E ancora: "Silvestro era una persona profondamente credente. La sua devozione alla religione rasentava l'ESALTATIONE: SENTIVA VOCI CELESTI, AVEVA VISIONI. A corte si sparlava molto del nuovo profeta. Persino Kurbsky, che lodava il tutore dello zar, rideva dei suoi «MIRACOLI». Secondo questo scrittore, Silvestro abusava della credulità di Ivan raccontandogli delle sue visioni («COME SE FOSSERO APPARIZIONI DIVINE»). Non so, osserva Kurbsky, se questi miracoli fossero veri o se Silvestro li inventasse per instillare nel suo allievo “paure fantasiose”, placare la sua violenza e correggere il suo “carattere irascibile”.
I racconti di Silvestro fecero un'enorme impressione su Ivan. Il FANATICO accese in lui la scintilla del sentimento religioso. Ivan si appassionò alla religione e ben presto eccelse in questa sua inclinazione. Seguiva con zelo tutti i riti della Chiesa. A volte, nei momenti di estrema tensione nervosa, AVEVA DELLE ALLUCINAZIONI. Sotto le mura di Kazan, la notte prima dell'assalto decisivo, il re ventitreenne, dopo molte ore di preghiera, SENTÌ CHIARAMENTE IL SUONO DELLE CAMPANE DEL MONASTERO SIMONOV DELLA CAPITALE...
Il complicarsi della situazione politica dopo la guerra di Kazan gli permise (a Silvestro - Aut.) DI ASSUMERE IL RUOLO DI MENTORE POLITICO DEL TERRINILE" [776], p. 43.
Silvestro acquisì un enorme influsso a corte. “Il redattore che teneva la cronaca ufficiale dopo le dimissioni di Silvestro, dipinse con colori vivaci il ritratto di un TECNOCRATE incline a "decidere con semplicità ogni questione". Nessuno osava fare qualcosa contro il suo volere, ma lui “aveva potere su tutto, sia sacro che profano, come un re e un santo” [776], p. 55.
E ora passiamo alla parte più interessante per noi. A quanto pare, SILVESTRO ERA CATEGORICAMENTE CONTRARIO ALLA GUERRA DI LIVONIA. Anzi, era a capo del partito dei suoi accaniti oppositori.
È noto quanto segue: "IL PARTITO DI SILVESTRO E ADASHEV (OVVERO TUTTA I BOIARDI) NON ERA CHIARAMENTE FAVOREVOLE ALLA GUERRA CON LA LIVONIA, ritenendo che fosse necessario combattere contro la Crimea; allo stesso tempo, Silvestro, uomo di indiscutibile pietà, ma molto autoritario e meschino, non solo tormentava costantemente Ivan con i suoi consigli, intromettendosi persino nei suoi rapporti coniugali, MA NON SMETTEVA DI RIMPROVERARGLI LA GUERRA CON LA LIVONIA. "È iniziata la guerra con i Livoniani", scrisse in seguito Ivan al principe Kurbsky, "Silvestro e voi, i suoi consiglieri, si è ribellato ferocemente a essa" [578], libro 2, p. 476.
È interessante notare che proprio in questo periodo l'influenza di Silvestro su Ivan il Terribile, dopo aver raggiunto il suo apice, iniziò a diminuire rapidamente. "La ragione principale del malcontento del sovrano nei confronti di Silvestro e Adashev era, naturalmente, la convinzione sempre più forte che essi, entrando in contatto con il partito dei boiardi, avessero iniziato a governare lo Stato alle sue spalle... “Egli (Silvestro) si fece amico di Adashev e cominciarono a consultarsi di nascosto da voi, considerandovi deboli di mente, e a poco a poco cominceranno a sottomettervi tutti voi boiardi alla loro volontà, togliendovi il potere”, scrisse a questo proposito lo zar a Kurbskij" [578], libro 2, p. 478.
Confrontiamo ora le cronache russe con i dati di Erodoto.
5.3. IN QUESTO CASO, SERSE È IVAN IL TERRIBILE, MENTRE IL CONSIGLIERE ARTABANO È IL SUO MENTORE SILVESTRO.
È subito evidente che abbiamo davanti a noi una corrispondenza piuttosto evidente tra Artabano e Silvestro. In effetti.
- Secondo Erodoto, la campagna contro l'Ellade progettata da Serse viene discussa in dettaglio nel consiglio reale. Ci sono opinioni diverse. Alcuni sono a favore della campagna, altri contro. Serse stesso è a favore della guerra e lo annuncia al consiglio dei nobili persiani.
Analogamente, sotto Ivan il Terribile, l'ampio dispiegamento della guerra di Livonia è oggetto di accese discussioni alla corte imperiale. Lo stesso Ivan il Terribile vuole iniziare la guerra e lo dichiara apertamente. Molti lo sostengono, soprattutto dopo la riuscita dell'invasione di prova della Livonia. Altri consiglieri sono categoricamente contrari.
- Nella versione “antica”, il persiano Artabano si oppone apertamente alla campagna contro l'Ellade. È più anziano di Serse, è suo zio e gode di grande rispetto e influenza a corte. Opponendosi a Serse, Artabano suscita l'ira del giovane re.
Secondo le cronache russe, il potente tutore Silvestro si oppone con forza e tenacia alla guerra di Livonia. È più anziano di Ivan il Terribile, lo ha cresciuto fin da bambino ed è stato suo mentore. Ha contribuito in modo significativo a formare la personalità del giovane zar. Tuttavia, ora il Terribile ha già preso coscienza della propria forza. Pertanto, l'opposizione di Silvestro, insieme ad altre circostanze, suscita la forte ira di Ivan il Terribile.
- Erodoto descrive in modo molto dettagliato il contenuto di alcune visioni avute da Serse e Artabano. In sogno appare loro un FANTASMA che chiede a entrambi di dichiarare guerra all'Ellade. Inoltre, il fantasma minaccia sia Serse che Artabano, dicendo che se non obbediranno saranno puniti. I sogni terrorizzano entrambi i persiani. È interessante notare che nelle “Storie” di Erodoto il racconto delle visioni occupa circa due pagine, ovvero uno spazio piuttosto consistente. Eppure, di molti altri eventi della storia mondiale, a volte molto più significativi, Erodoto parla in modo più breve e modesto. Di conseguenza, questa storia delle “visioni di Serse” era considerata molto importante ai tempi di Erodoto. Si dice inoltre che non si trattasse semplicemente di sogni, ma di un segno dato da una qualche divinità. In questo modo viene sottolineato un certo significato religioso delle “apparizioni del fantasma”. Forse, come dice Erodoto, non si trattava affatto di un fantasma, ma di una divinità. Non a caso si dice che il fantasma apparve come UN UOMO DI BELL'ASPETTO E DI ALTA STATURA [163], p. 319.
I cronisti russi raccontano che il fanatico religioso Silvestro era esaltato, “sentiva delle voci”, aveva delle VISIONI. Inoltre, influenzò così tanto Ivan il Terribile che anche a lui cominciarono a manifestarsi VISIONI E ALLUCINAZIONI. Silvestro assicurava che le visioni gli erano state date da Dio. Questo divenne noto alla corte di Ivan il Terribile. Kurbsky, che lodava il maestro, tuttavia rideva dei suoi “miracoli”. Si arrivò al punto che l'autore occidentale A. Schlichting incluse nel suo libro “Nuove notizie sulla Russia di Ivan il Terribile” un intero capitolo dal titolo significativo “IL TIRANNO - INTERPRETE DEI SOGNI” [336:1], p. 352. Pertanto, il tema dei “sogni di Ivan il Terribile e Silvestro” era oggetto di accese discussioni in quegli anni. Anche tra i viaggiatori stranieri.
Va detto che questa “coppia esaltata” inseparabile, composta dal giovane zar e dal suo anziano mentore, è un fenomeno unico nella storia russa. Non si trova nulla di simile in nessun altro zar russo.
Allo stesso modo, unica è la “coppia esaltata” descritta nelle “Storie” di Erodoto: il giovane Serse e il suo anziano mentore. Entrambi hanno visioni misteriose.
È chiaro che si tratta di due racconti dello stesso evento. Vale a dire, dell'atmosfera tesa alla corte di Ivan il Terribile prima dell'inizio della guerra di Livonia. Un potente consigliere, fanatico, contrario alla campagna militare e che parla ad alta voce delle sue “visioni divine”. Il giovane zar Ivan, già fuori dall'influenza di Silvestro, ma che di tanto in tanto cade in uno stato di esaltazione, è soggetto a “visioni miracolose” ed è incline al fanatismo religioso.
- Secondo Erodoto, le visioni che hanno visitato Serse e Artabano confermano il desiderio originario di Serse di iniziare una guerra contro l'Ellade. Inoltre, Artabano, che solo poco prima si era opposto alla campagna, cambia radicalmente opinione e ora è d'accordo con il re. Quindi, la decisione di partire per la campagna è stata presa.
In generale, le fonti russe dicono la stessa cosa. Il desiderio originario di Ivan il Terribile di intraprendere una guerra su vasta scala contro la Livonia supera la tenace resistenza di Silvestro e del partito dei boiardi che lo sostiene. Silvestro è sconfitto, la sua influenza diminuisce, viene allontanato dalla corte imperiale e si ritira in un monastero. Mosca inizia a prepararsi per la campagna di Livonia.
- Erodoto dice che la maggior parte dei nobili persiani presenti al consiglio di Serse erano contrari alla campagna contro l'Ellade.
Anche le cronache russe dicono che molti pezzi grossi erano contro la campagna di Livonia di Ivan il Terribile. In particolare, c'era il partito dei boiardi guidato da Silvestro e Adashev.
- Successivamente, Silvestro e Adashev caddero in disgrazia. Silvestro si ritirò volontariamente nel monastero di Kirillo-Belozersky.
Erodoto riferisce che Artabano, dopo aver parlato con il re Serse, “cambiò idea”, accettò la campagna contro l'Ellade e, inoltre, divenne persino un fervente sostenitore di questa impresa. Tuttavia, ben presto ogni riferimento ad Artabano scompare dalle pagine di Erodoto. Tutto è chiaro: Silvestro = il persiano Artabano fu allontanato dalla corte imperiale e si ritirò in un monastero.
Quindi, sotto il nome di Serse, nelle pagine di Erodoto, cioè nel settimo libro delle “Storie”, è descritto Ivan il Terribile. Mentre sotto il nome del suo consigliere Artabano è presentato il potente tutore Silvestro, consigliere e mentore del Terribile.
Sottolineiamo ancora una volta che le ragioni reali dell'attenzione così minuziosa di Erodoto per tutti i dettagli della guerra di Livonia sono perfettamente comprensibili. Si tratta di eventi della fine del XVI - inizio XVII secolo, graditi ad alcuni autori dell'Europa occidentale. Essi descrivevano con piacere la scissione del Grande Impero. Per questo non lesinavano carta per descrivere nei minimi dettagli le “apparizioni di fantasmi” e riprodurre i lunghi discorsi dei personaggi principali di quell'epoca. Fu così che Erodoto dedicò ben tre dei suoi ultimi libri alla storia degli ultimi cinquant'anni. Inoltre, egli visse in un'epoca vicina a quella descritta. Scrisse nel XVII-XVIII secolo e aveva a disposizione un numero sufficiente di documenti, racconti, voci e cose simili. Ad esempio, sull'epoca di Andronico Cristo del XII secolo sono rimaste molte meno informazioni. Ecco perché la descrizione dei diversi periodi storici è così diversa in Erodoto. In sostanza, l'effetto è questo: più è antico, più è scarso. Il che è del tutto naturale, ovviamente.
Ma è ancora presto per abbandonare la trama dei sogni di Serse. A quanto pare, Erodoto ha inserito un'altra storia interessante dell'epoca di Ivan il Terribile. Passiamo a quella.
6. L'ASCESA TEMPORANEA AL TRONO RUSSO DI SIMEONE BEKBULATOVICH E L'ASCESA TEMPORANEA AL TRONO PERSIANO DI ARTABANO.
Abbiamo già visto che Serse chiede al suo suddito Artabano di vestirsi con abiti regali, poi di salire temporaneamente al trono reale, dopodiché gli propone persino di sdraiarsi sul suo letto regale. Artabano inizialmente rifiuta, rifiutandosi di obbedire. Tuttavia, Serse insiste e allora Artabano non ha altra scelta che occupare il trono persiano e sedersi su di esso, fingendo di essere il re.
Rimane lì per un po', poi si addormenta.
Non c'è nessun altro episodio simile nelle “Storie” di Erodoto. È talmente unico che attira immediatamente l'attenzione. Un re potente chiede al suo suddito di prendere il suo posto sul trono! Naturalmente, Erodoto capiva perfettamente tutta la stranezza di questo evento e cercò subito di trovare una spiegazione ragionevole. Ci pensò su e decise di scrivere così. Diceva che Serse pensava che il fantasma non avrebbe notato il travestimento rudimentale e la sostituzione del re sul trono e avrebbe ripetuto ad Artabano tutto ciò che aveva detto la notte precedente a Serse stesso. A quel punto Artabano, vedendo di persona la “divinità”, avrebbe creduto alle parole di Serse sull'apparizione del fantasma.
È interessante notare che Erodoto ha conservato le tracce di una discussione, probabilmente di redattori successivi, sul seguente argomento: è possibile ingannare un fantasma travestendosi? Artabano inizialmente obietta a Serse: “È una creatura spettrale che ti è apparsa in sogno... non può essere così STUPIDA da scambiarmi per te solo perché indosso le tue vesti... Tuttavia, se questa è la tua volontà... e dovrò andare a dormire nel tuo letto, così sia" [163], p. 320.
A nostro avviso, tutte queste “spiegazioni” di Erodoto sono state inserite qui già durante la revisione della vecchia cronaca. Inizialmente, molto probabilmente, non c'era nulla di simile. C'era invece il racconto che il re Serse, dopo aver organizzato una mascherata, aveva fatto salire al trono un suo suddito e gli aveva persino concesso il proprio letto per dormire. Cioè, per un certo periodo Artabano “sostituì” completamente Serse.
Ci si chiede: di cosa si tratta? Dopo le nostre ricerche, la risposta è ovvia non appena viene posta la domanda. Abbiamo davanti a noi una storia ben nota della storia russa della seconda metà del XVI secolo. Lo zar Ivan il Terribile mette sul trono russo Simeone Bekbulatovich, mentre lui stesso diventa temporaneamente suo suddito. Si tratta di un episodio unico e molto interessante nella versione romanoviana della storia russa. Nel libro “Nuova cronologia della Rus'”, cap. 8:5.4, ne abbiamo discusso in dettaglio. Noi affermiamo che in realtà “Ivan il Terribile” non è un solo zar, ma la “somma” di quattro zar. Simeone Bekbulatovich è proprio il “quarto periodo del Terribile”, che regnò dal 1572 al 1584 o dal 1575 al 1584.
Ricordiamo che nella storia dei Miller-Romanov, Ivan IV “il Terribile” abdicò al trono nel 1575 "e mise sul trono il Khan Tartaro Simeone Bekbulatovich. Il Tartaro entrò nelle dimore imperiali (! - Aut.), mentre il “grande signore” si trasferì ad Arbat (! - Aut.). Ora girava per Mosca “semplicemente come un boiardo”, nel palazzo del Cremlino si sistemava lontano dal “grande principe” (cioè il tartaro Simeone - Aut.), seduto su un trono magnifico, e ascoltava umilmente i suoi decreti” [776], p. 195. Simeone era il capo della Duma zemskaya e aveva ORIGINI IMPERIALI [776], p. 201.
Gli storici contemporanei riflettono perplessi: “Il servitore tartaro fu chiamato a recitare il ruolo principale in una MASCHERATA ASSURDA solo perché non aveva assolutamente alcun diritto al trono russo” [776], p. 205.
Guardando queste scene assurde della versione di Miller e dei Romanov, si possono capire gli storici che interpretano queste “azioni di Ivan il Terribile” come un gesto di schizofrenia. Tuttavia, a nostro avviso, non c'è traccia di schizofrenia. Il fatto è che i documenti raccontano della vera ascesa al trono del vero Khan della Rus' dell'Orda Simeone. Dopo la vittoria dell'Orda, accanto a lui non c'è nessun “secondo zar Terribile”. C'è solo un “Periodo Terribile”, personificata in seguito dai Romanov nella figura dello “zar detto il Terribile”.
In questo modo, lo storico occidentale Erodoto dimostra ancora una volta la sua vicinanza alla versione romanoviana della storia. Probabilmente perché i Romanov di quell'epoca erano alleati dell'Occidente. Pertanto, il loro punto di vista era generalmente ben accolto in Occidente, considerato autorevole e riportato nelle cronache locali. Naturalmente, trovandosi lontano dalla corte imperiale della Rus' dell'Orda e non essendo testimone degli intrighi interni, Erodoto a volte si confonde. Ad esempio, con lo stesso nome “Artabano” descrive sia il sacerdote Silvestro, mentore di Ivan il Terribile, sia il khan Simeone Bekbulatovich, che salì al trono del “Terribile”. A proposito, il nome ARTABANO potrebbe derivare dalla combinazione di parole ARTA-IVAN o ORDA-IVAN. Cioè, si intendeva ricreare l'immagine generalizzata di “Ivan dell'Orda”, durante il quale si verificarono gli eventi citati. In altre parole, ARTA-IVAN non è un nome nel senso moderno del termine, ma semplicemente un riferimento all'epoca.
7. IL FAMOSO PASSAGGIO DI SERSE ATTRAVERSO L'ELLESPONTO. PERCHÉ IL RE COLPI' IL MARE, GETTO' NELL'ACQUA DELLE CATENE E APPOSE UN SIGILLO?
7.1. ERODOTO SULL'INIZIO DELLA CAMPAGNA DI SERSE. LA CONQUISTA DELL'ELLESPONTO E LA COSTRUZIONE DEL PONTE.
Continuiamo con le “Storie” di Erodoto. Dopo aver raccontato del consiglio dei nobili e della decisione del re di marciare sull'Ellade, lo storico passa alla prima operazione militare dei Persiani: l'attraversamento dello stretto dell'Ellesponto. Si ritiene che si tratti dell'attraversamento da parte dell'enorme esercito di Serse dello stretto del Bosforo, che separa l'Asia dall'Europa. Tuttavia, gli storici scaligeriani iniziarono a considerarlo tale solo nel XVII-XVIII secolo, trasferendo gli eventi dalla Rus' dell'Orda esclusivamente in Asia e nella Grecia odierna. Da questo punto di vista, hanno modificato il vecchio testo che avevano davanti. È molto interessante rileggere il frammento corrispondente delle “Storie” di Erodoto e capire cosa fosse realmente raccontato in origine. Cominciamo.
Erodoto scrive: “Serse iniziò a prepararsi per la campagna contro Abido. Nel frattempo, il ponte sull'Ellesponto, che collegava l'Asia all'Europa, fu costruito dai Fenici e dagli Egiziani. A Chersoneso (sull'Ellesponto)... c'è un tratto di costa rocciosa che si protende in mare verso Abido ...
Partendo dunque da Abido in direzione di questo tratto di costa, costruivano i ponti secondo gli ordini, i Fenici con funi di lino bianco, gli Egiziani con funi di papiro. Ci sono sette stadi da Abido alla costa di fronte. E quando il braccio di mare era stato ormai aggiogato, sopraggiunse una violenta tempesta, si abbatté su tutte quelle opere e le disfece …
Serse, come lo seppe, adirato con l'Ellesponto, diede ordine di infliggergli trecento colpi di frusta e di tuffare in acqua un paio di ceppi. E ho pure sentito dire che assieme a costoro inviò dei marchiatori a bollare l'Ellesponto. Ordinò poi di pronunciare, mentre lo fustigavano, le seguenti barbare e insolenti parole: "Acqua proterva, il tuo signore ti infligge questa pena, perché lo hai offeso senza aver da lui ricevuta alcuna offesa. Re Serse ti varcherà che tu lo voglia o no. A te nessun uomo offre sacrifici, ed è giusto: perché sei un fiume melmoso e salmastro". Il mare ordinò di punirlo così, e a chi sovrintendeva alla costruzione del ponte sull'Ellesponto fece tagliare la testa …
Eseguivano gli ordini coloro ai quali spettava questo spiacevole compito, e intanto altri ingegneri congiunsero le due rive. Le unirono così: legarono assieme penteconteri e triremi, 360 dalla parte del Ponto Eusino, 314 dall'altra, obliquamente rispetto al Ponto ma secondo la corrente dello stretto, affinché questa mantenesse in tensione le funi; dopodiché gettarono ancore enormi, sia verso il Ponto, per via dei venti che soffiano dal largo, sia verso ovest e l'Egeo contro i venti di Zefiro e Noto. In tre punti fra le penteconteri lasciarono un varco di passaggio, perché volendo, con imbarcazioni leggere, si potesse tanto navigare verso il Ponto che dal Ponto entrare nello stretto. Ciò fatto, da terra tesero i cavi avvolgendoli intorno ad argani di legno senza più separare l'impiego delle funi, ma destinando a ciascun ponte due cavi di lino bianco e quattro di papiro. Identici erano lo spessore e la bellezza delle funi, ma in proporzione quelle di lino erano più grevi: pesavano un talento per cubito. Una volta congiunte le due rive, segarono dei tronchi di legno in misura pari alla larghezza della struttura portante e li posarono in fila sopra i cavi in tensione; allineatili uno accanto all'altro, li fissarono, di nuovo, insieme. Infine vi misero sopra fascine di legna, che distribuivano anch'esse, per bene, e terra sopra le fascine: pressarono la terra e sui due lati del ponte alzarono uno steccato, perché gli animali e i cavalli non si spaventassero a vedere sotto di sé il mare.” [163], pagg. 324-325.
Passiamo ora alle cronache russe, dove, come vedremo, è contenuto l'originale di questo racconto “antico”.
7.2. PER ATTRAVERSARE IL VOLGA E CONQUISTARE KAZAN, IVAN IL TERRIBILE ORDINÒ DI COSTRUIRE LA CITTÀ DI SVIAZSK SULL'ALTRA RIVA DEL VOLGA, DI FRONTE A KAZAN.
Torniamo indietro nel tempo, prima della guerra di Livonia. La guerra di Livonia iniziò con la campagna del 1558, quando le truppe moscovite, uscite da Pskov, raggiunsero Reval e Riga (vedi sopra). Solo pochi anni prima, nel 1552, si era conclusa con successo la guerra di Kazan di Ivan il Terribile. Quindi, “guardando da lontano”, sia nel tempo che nello spazio, era facile confondere gli eventi della guerra di Kazan con quelli dell'inizio della campagna di Livonia. Probabilmente è quello che è successo a Erodoto. Torniamo ora all'eccezionale impresa di Ivan il Terribile all'inizio della guerra con Kazan. Si tratta della costruzione della nuova città di Sviyazhsk su un terreno vergine, sulla riva destra del Volga, proprio di fronte alla riva sinistra di Kazan, fig. 7.2. Ciò era necessario per attraversare il Volga in sicurezza e conquistare Kazan. Ecco come andarono le cose.
Karamzin riferisce: "Il 24 novembre (1547 - Aut.) lo stesso Sovrano partì da Mosca alla volta di Vladimir... L'inverno era terribile: la gente moriva lungo la strada per il freddo insopportabile. Il Sovrano sopportava tutto e incoraggiava tutti... Il 14 febbraio arrivarono alle porte di Kazan: Ivan con i nobili sulla riva del Lago Kaban, Shig-Aley e il principe Dmitrij Belskij con le forze principali sul campo di Arsk, un'altra parte dell'esercito oltre il Fiume Kazanka, le armi da fuoco all'imboccatura del Bulak e sul Lago Pogan. Prepararono le torri e si avvicinarono alla città...
Tuttavia, l'ultima ora di Kazan non era ancora giunta; si combatté per tutto il giorno. I russi uccisero molte persone in città... MA NON RIUSCIRONO A CONQUISTARE LA FORTEZZA. Nei giorni seguenti CI FU UN DISGELO; PIOVEVA FORTE, I CANNONI NON SPARAVANO, IL GHIACCIO SUI FIUMI SI ROMPEVA, LE STRADE ERANO INUTILIZZABILI e l'esercito, senza rifornimenti, temeva la fame. Fu necessario cedere alla necessità e con grande fatica tornare indietro. Dopo aver mandato avanti il Grande Reggimento e i pezzi d'artiglieria pesante, il sovrano stesso li seguì con la cavalleria leggera per SALVARE I CANNONI e respingere l'assalto nemico; dimostrò fermezza, non si scoraggiò... Osservava attentamente il luogo; si fermò presso l'Ust' Sviyagi, vide un'alta montagna chiamata Krugla e, prendendo con sé il re Shig-Aley, i principi di Kazan e i boiardi, salì sulla sua cima...
Si aprì una vista immensa in tutte le direzioni: verso Kazan, verso Vyatka, verso Nizhny e verso le pianure dell'attuale provincia di Simbirsk. Sorpreso dalla bellezza del luogo, Ivan disse: “Qui sorgerà una città cristiana; assedieremo Kazan: Dio la consegnerà nelle nostre mani”. Tutti lodarono la sua felice idea...
Ma ogni insuccesso sembrava colpa del popolo: scusando la GIOVINEZZA DEL RE, rimproveravano il principale voivoda, il principe Dimitrij Belskij; dicevano che... i kazani, nelle loro incursioni, avrebbero chiaramente risparmiato le proprietà di questo boiardo, per gratitudine verso la sua codardia o addirittura il suo tradimento. Morì quello stesso anno, senza essere né un traditore né un abile condottiero...
Ivan... lasciò andare Shig-Aleya con cinquecento nobili di Kazan e un forte esercito verso l'Ust-Sviagya, dove dovevano fondare una città in nome di Ivan, per la quale le mura e le chiese, abbattute nei boschi di Uglich, furono spedite su navi lungo il Volga... Tolsero al nemico tutti i traghetti sul Volga e sul Kama, tutte le comunicazioni... (L'esercito principale - Aut.) arrivò sulle navi il 24 maggio (1551 - Aut.), e con grida di gioia salutò la terra che doveva diventare la nuova Russia, e con trionfo sbarcò sulla riva, dove i reggimenti del principe Serebrjanogo-Obolenskogo erano schierati in ordine... Una fitta foresta copriva la montagna: lasciate le spade, I GUERRIERI PRESERO LE ASCE E IN POCHE ORE LA CIMA FU SCOPERTA. Designarono e misurarono il luogo, lo circondarono con croci, benedissero l'acqua, fondarono le mura, una chiesa in nome della Natività della Madre di Dio e di San Sergio di Radonez, e IN QUATTRO SETTIMANE COMPLETARONO LA CITTÀ DI SVIAZSK, CON GRANDE STUPORE DEGLI ABITANTI DEI DINTORNI, che, vedendo questa minacciosa fortezza sopra il capo del vecchio Regno di Kazan, chiesero umilmente a Shig-Aleya di prenderli sotto il dominio di Ivan.
Tutta la regione montuosa, i Chuvashi, i Mordvini, i Cheremisi, idolatri della tribù dei Finni... mandarono i loro notabili a Mosca, giurarono fedeltà alla Russia, RICEVERONO DAL RE UNO SCRITTO CON IL SIGILLO D'ORO, FURONO ASSEGNATI ALLA NUOVA CITTÀ DI SVIAZSK e furono esentati per tre anni dal pagamento dei tributi o delle imposte" [362], vol. 8, cap. 3, colonne 74-77.
Poco dopo la costruzione di Svyazhsk e la creazione di una solida testa di ponte sulle rive del Volga, Kazan fu conquistata già nel 1552. Pertanto, la costruzione nel 1551 di una nuova città per un attraversamento comodo e protetto del Volga fu un'impresa militare di estrema importanza.
Sottolineiamo ancora una volta che il primo tentativo di conquistare Kazan nel 1547-1548 fallì. A quanto pare, "quando il 2 febbraio 1548 il sovrano partì da Nizhny, il ghiaccio sul Volga si sciolse e MOLTI PONTI E CANNONI AFFONDARONO; fu inevitabile limitarsi a inviare a Kazan solo alcune truppe leggere" [578], libro 2, p. 389.
7.3. L'ATTRAVERSAMENTO DELL'ELLESPONTO DA PARTE DI SERSE E L'ATTRAVERSAMENTO DEL VOLGA DA PARTE DI IVAN IL TERRIBILE.
Confrontiamo ora le due storie: quella dell'antica Grecia e quella della Rus' dell'Orda.
- Il re persiano Serse intraprende una grandiosa campagna militare contro l'Ellade.
Analogamente, lo zar-khan della Rus' dell'Orda Ivan il Terribile parte in campagna contro Kazan e, poco dopo la vittoria, partirà anche per la Livonia. In entrambi i casi, lo zar invia grandi forze militari. Entrambe le spedizioni militari sono considerate molto importanti per l'Impero.
- All'inizio dell'invasione, il re persiano deve attraversare lo stretto dell'Ellesponto. Si noti che nel testo di Erodoto l'Ellesponto è chiamato FIUME, vedi sopra.
Nella versione russa, le truppe di Ivan il Terribile devono attraversare l'ampio fiume Volga. Il Volga è il fiume più grande d'Europa. Pertanto, alcuni autori potrebbero benissimo averlo chiamato “mare” o “stretto”, come vediamo in Erodoto. A proposito, non a caso egli parla della notevole CORRENTE presente nell'Ellesponto, che doveva essere presa in considerazione durante l'attraversamento dello “stretto”.
A proposito, il nome stesso ELLESPONTO potrebbe essere apparso da Erodoto a causa di una confusione, intenzionale o meno, con il nome VOLGA-PONTO o LUGA-PONTO. Ricordiamo che le parole VOLGA, LUGA, LEZU, come pure l'inglese LAKE = lago, “lago LEZHIT”, derivano dallo stesso ceppo semantico, ovvero dal russo VLAKA (umidità). Vedi i dettagli nel nostro Dizionario dei parallelismi nel libro “Ricostruzione”. Inoltre, la parola PONTO in passato significava “mare” - “PO DNU”, lungo il fiume, poiché in passato DON indicava un fiume in generale, vedi il libro “Nuova cronologia della Rus'”.
Perciò, in questo punto delle “Storie” di Erodoto, il nome ELLESPONTO potrebbe indicare il fiume VOLGA.
- Secondo Erodoto, la PRIMA “costruzione del ponte” attraverso il fiume-stretto dell'Ellesponto finì con un insuccesso. Scoppiò una tempesta che “spazzò via e distrusse tutta la costruzione”.
Secondo le cronache della Rus' dell'Orda, anche il PRIMO tentativo di conquistare Kazan' finì con un fallimento. Ci fu un forte disgelo, il ghiaccio sul Volga si ricoprì d'acqua e molti cannoni e archibugi caddero sotto il ghiaccio. Ivan il Terribile dovette ritirarsi.
Si tratta, molto probabilmente, della stessa cosa. In entrambi i casi si parla di condizioni meteorologiche avverse che impedirono alle truppe persiane-russe di superare l'ampia barriera d'acqua.
- Erodoto riferisce che il “primo ponte” fu costruito dagli EGIZIANI e dai Fenici. Inoltre, viene menzionato ABIDO, meta delle truppe di Serse. Tuttavia, si ritiene che nell'antichità esistessero DUE CITTÀ DI ABIDO. La prima era “Abido, antica città della Misia in Asia Minore” [988:00]. La seconda Abido era un'antica città dell'Alto Egitto, situata, secondo quanto si ritiene, nell'Egitto africano [988:00]. Ma in tal caso viene da pensare che qui Erodoto confonda le “due Abido” e, parlando della campagna di Serse, la “incolli” alla campagna EGIZIANA di Cambise. In altre parole, i frammenti citati di entrambe le “antiche” campagne sono riflessi dello stesso evento del XVI secolo. Non a caso il ponte per Serse viene costruito dagli EGIZIANI. Ma abbiamo già dimostrato che la campagna di Cambise in Egitto è il riflesso della campagna di Ivan il Terribile a Kazan. Ne consegue che anche ora, parlando dell'inizio della campagna di Serse, Erodoto in realtà si riferisce alla stessa campagna di Ivan il Terribile a Kazan. In molti punti delle “Storie” di Erodoto, come del resto nell'Antico Testamento, il paese dell'Egitto è la Rus' dell'Orda e, in particolare, il Regno di Kazan di quell'epoca. Vedi il libro “La Rus' biblica”.
- Secondo Erodoto, Serse si adirò terribilmente quando seppe che il “primo ponte” sull'Ellesponto era stato distrutto e ordinò che fossero giustiziati i responsabili della sua costruzione. L'ordine fu immediatamente eseguito.
Nella versione della Rus' dell'Orda si dice che le critiche per il fallimento della prima traversata del Volga furono rivolte al voivoda Dmitrij Belskij. Fu persino accusato di tradimento. MORÌ NELLO STESSO ANNO. Tuttavia, non si sa nulla della sua morte violenta. Inoltre, nel XVI secolo, gli europei occidentali, osservando attentamente da lontano i tumultuosi eventi che si svolgevano sulle rive del Volga, potevano benissimo pensare che le persone responsabili del primo tentativo fallito di attraversare il fiume fossero state punite. Tanto più che circolavano molte voci sulla crudeltà di Ivan il Terribile.
- Nella versione “antica” greca, durante la costruzione del ponte sul fiume-stretto, si fa menzione alla COSTA ROCCIOSA sulla riva dello stretto, di fronte ad Abido. Su questa costa rocciosa fu costruito il “ponte”.
Le cronache russe riportano che proprio di fronte a Kazan, sull'altra riva del Volga, si trovava un'ALTA MONTAGNA, sulla quale iniziò la costruzione della città di Sviyazhsk. A quanto pare, questa MONTAGNA è stata descritta da Erodoto come una COSTA ROCCIOSA, che ebbe un ruolo importante nell'attraversamento dell'Ellesponto.
- Successivamente, Serse costruisce un ENORME PONTE per far attraversare il suo esercito attraverso lo stretto.
Analogamente, Ivan il Terribile costruisce una NUOVA CITTÀ, SVIAZSK, per garantire il passaggio attraverso il Volga. Sviazhsk è indicata sulla mappa della campagna di Ivan il Terribile, riportata sopra, vedi fig. 5.14. Si trova proprio di fronte a Kazan, fig. 7.3.
Di conseguenza, parlando della costruzione di un “ponte enorme” per invadere con successo l'Ellade, Erodoto sembra riferirsi in realtà alla costruzione dell'intera città di Sviazhsk, necessaria per difendere il passaggio attraverso il Volga e conquistare Kazan. In senso abbastanza chiaro, la nuova città servì davvero da “ponte” per l'attraversamento.
- È molto interessante la descrizione di Erodoto della costruzione del “ponte sull'Ellesponto”. Abbiamo riportato questo racconto sopra. Viene descritto un gran numero di navi ormeggiate sulle rive del fiume-stretto, il tiro delle funi, il taglio di numerosi tronchi. Poi vengono posate le assi, legate le travi trasversali, portato il fascio di tronchi e ricoperto di terra, costruiti i parapetti e così via. Si parla di animali da soma e cavalli. Tutto questo ricorda molto la costruzione di una CITTÀ. Vale a dire: vengono erette fortificazioni di legno, le mura vengono ricoperte di terra, nelle case vengono rinforzate le travi e così via. I redattori successivi di Erodoto hanno erroneamente concluso che fosse stato costruito un ENORME PONTE SULLO STRETTO. Hanno interpretato la grande portata della costruzione di un'intera CITTÀ come la costruzione grandiosa di un PONTE. Tuttavia, ribadiamo che il termine “ponte” poteva essere utilizzato in questo contesto in modo del tutto sensato. In effetti, la città di Sviazhsk ha svolto il ruolo di “ponte” che ha aiutato ad attraversare con successo il Volga. Ma in senso figurato, non letterale. Gli “scrittori” dell'Europa occidentale hanno invece dipinto l'evento reale con toni fiabeschi.
- A proposito, Erodoto aggiunge che nelle vicinanze era stato “scavato un canale” [163], p. 325. Probabilmente, inizialmente si trattava del fiume Sviaga, relativamente piccolo, che sfocia nel Volga, alla foce del quale fu costruita Sviazhsk.
- Secondo Erodoto, SERSE GETTÒ NEL CANALE-FIUME UNA COPPIA DI CATENE. Probabilmente erano fatte di FERRO. Di cosa si tratta?
Probabilmente qui si dice che durante il primo tentativo fallito di attraversare il Volga da parte delle truppe di Ivan il Terribile, MOLTE ARMI DA FUOCO E CANNONI AFFONDARONO NEL FIUME. I cannoni, ovviamente, sono fusi, ma anche il termine “forgiati” è del tutto appropriato in questo contesto. Di conseguenza, le “catene antiche” sono probabilmente cannoni di ferro forgiato. Sono proprio questi che sono affondati, “le catene sono sprofondate nell'acqua”. Ancora una volta, un evento reale - la perdita in acqua di pesanti cannoni forgiati - è stato trasformato dalla penna dei cronisti dell'Europa occidentale in una sorta di atto simbolico: si dice che Serse, infuriato, abbia gettato in acqua “catene di ferro” per spaventare e punire l'Ellesponto.
- Inoltre, la versione “antica” greca dice che SERSE ORDINÒ DI FUSTIGARE L'ELLESPONTO, PER CUI FURONO INFLITTI 300 COLPI DI FRUSTA. Una comprensione letterale del testo è chiaramente priva di senso e può essere percepita solo come un atto simbolico o aneddotico. È difficile credere che un re onnipotente fosse così sinceramente turbato da ordinare ai carnefici di entrare in acqua fino alle ginocchia e fustigarla con le fruste. E che numerosi soldati osservassero con un sorrisetto quella scena bizzarra, stupiti dalle stranezze del loro signore?
A nostro avviso, non c'era nulla di divertente in questo. Qui si riflettevano in modo distorto le parole della cronaca russa, secondo cui i soldati di Ivan il Terribile PRESERO LE ASCE E INIZIARONO A TAGLIARE IL BOSCO SULLA MONTAGNA, SULLA RIVA DEL VOLGA, per fare spazio alla futura città di Sviyazhsk. Il cronista ha usato proprio le parole: ASCE, TAGLIARE. Erodoto invece ha erroneamente deciso che i carnefici “TAGLIARONO l'acqua”. A proposito, diventa chiara anche la precisazione di Erodoto che furono inferti molti colpi, precisamente “trecento”. Tutto esatto. Come riportato nella cronaca, i soldati di Ivan il Terribile TAGLIARONO IL BOSCO PER DIVERSE ORE, finché non ripulirono una vasta area. Erodoto, ovviamente, non sapeva quanti colpi fossero stati inferti con le asce e decise che furono TRECENTO. Insomma, molti. Moltissimi.
In questo modo, la scena strana e divertente di Erodoto acquista un senso assolutamente naturale e logico. Vediamo che l'ordine di Serse = il Terribile, non era affatto assurdo. Al contrario, era molto ragionevole.
Non è escluso che i redattori successivi del XVII-XVIII secolo abbiano volutamente trasformato un serio episodio militare in un aneddoto, per prendere in giro i persiani-russi. Vedete, dicono, cosa hanno combinato! Hanno frustato un mare che non è né un mare né un fiume. Barbari, in una parola. Non certo nobili, molto civili e riservati come gli elleni = gli europei occidentali.
- Successivamente, Erodoto riferisce di un altro ordine apparentemente assurdo di Serse: “marchiare l'Ellesponto con un sigillo”. Cioè, come se si volesse mettere un TIMBRO, un marchio sullo stretto-fiume. Qualcuno voleva chiaramente ridere ancora una volta dei persiani-russi poco intelligenti. Ma non c'è da ridere. Ricordiamo che in quel periodo, secondo le cronache russe, gli abitanti dei dintorni che avevano giurato fedeltà a Ivan il Terribile «ricevettero dal re una carta privilegiata con un SIGILLO D'ORO, furono assegnati alla nuova città di Sviyazhsk e liberati per tre anni dal pagamento dei tributi», vedi sopra. Tutto torna al suo posto. Il “marchio di infamia” di Erodoto è il sigillo d'oro che convalida il decreto dello zar. Anche in questo caso il quadro diventa assolutamente logico e non suscita sorrisi.
- In entrambe le versioni viene sottolineata la partecipazione personale del re all'operazione militare per superare lo stretto-fiume. Sia Serse che Ivan il Terribile partecipano direttamente alla campagna. I “classici antichi” consideravano l'attraversamento dell'Ellesponto da parte di Serse come un'operazione militare eccezionale.
Anche gli storici russi successivi hanno apprezzato molto l'idea di Ivan il Terribile di costruire Sviazhsk per attraversare il Volga. “È stata fatta una cosa importante: il sovrano si è fermato alla foce dello Sviyaga e qui ha fondato una nuova fortezza, Sviazhsk... Sviazhsk, situata a 20 verste da Kazan, avrebbe dovuto avere un'IMPORTANZA ENORME per la conquista di Kazan in futuro. Qui potevano essere conservati i cannoni e tutte le munizioni da fuoco, e qui dovevano radunarsi le truppe e le provviste per l'avanzata su Kazan. Allo stesso tempo, la costruzione di Sviazhsk TAGLIÒ fuori Kazan dalle sue regioni occidentali, situate sulla riva destra del Volga” [578], libro 2, p. 390.
CONCLUSIONE. All'inizio della campagna di Serse, cioè della guerra di Livonia di Ivan il Terribile, Erodoto inserì la descrizione dell'attraversamento del Volga durante la presa di Kazan. Cioè descrisse l'evento che precedette immediatamente la guerra di Livonia. È vero, lo spostò leggermente nel tempo.
In particolare, Erodoto ripeté qui la trama già menzionata in precedenza nella biografia del re persiano Cambise come la conquista dell'egiziana Menfi, cioè Kazan.