La Conquista dell’America


di  Ermak-Cortés e la ribellione della Riforma agli occhi degli “antichi” greci

A. T. Fomenko – G.V. Nosovskiy

Nuove informazioni sulla battaglia di Kulikovo, su Ivan il Terribile e la storia di Ester, sulla famosa campagna del conquistatore atamano Ermak-Cortés e sul Periodo dei Torbidi nell’Impero del XVI-XVII secolo. Queste testimonianze costituiscono una parte significativa delle opere “antiche” di Erodoto, Plutarco e Tucidide.

Nuova edizione del 2013-2015

testo tradotto in italiano da Claudio dell’Orda

PARTE 2: LA CAMPAGNA DI ERMAK-CORTES E LA RIVOLTA DELLA RIFORMA TRA LA FINE DEL XVI E L’INIZIO DEL XVII SECOLO, ATTRAVERSO GLI OCCHI DEGLI “ANTICHI” GRECI.

CAPITOLO 7: LA FAMOSA GUERRA GRECO-PERSIANA AVVENUTA NEL PRESUNTO V SECOLO A.C., OVVERO LA CAMPAGNA PUNITIVA DI SERSE IN ELLADE, È LA FALLIMENTARE GUERRA DI LIVONIA DI IVAN IL TERRIBILE.

 

11. “L'ANTICO” TRADITORE DEMARATO ALLA CORTE DI SERSE È IL PRINCIPE ANDREY KURBSKY CHE TRADI' IL TERRIBILE.

11.1. LA NOSTRA PREVISIONE SULLA NECESSITÀ DELLA COMPARSA DEL PRINCIPE KURBSKY NELLA VITA "DELL'ANTICO” SERSE = IL TERRIBILE.

Nella storia della battaglia delle Termopoli = Fellin, c'è un fatto curioso di cui non abbiamo ancora parlato. È giunto il momento di soffermarci su questo punto.

A quanto pare, dopo la presa della città di Fellin da parte delle truppe di Ivan il Terribile, il principe ANDREY KURBSKY [362], v. 9, cap. 1, colonna 14, conversò con il Landmarschall Philipp von Bell. In seguito, Kurbsky tradirà Ivan il Terribile, passerà dalla parte dei Livoniani e guiderà persino le truppe che combattono contro i reggimenti moscoviti.

Poiché abbiamo scoperto che la caduta della tedesca Fellin è stata descritta nella letteratura “antica” come la caduta delle greche Termopili, difese dagli Spartani, viene spontaneo pensare che in questo punto delle “Storie” di Erodoto dovrebbe comparire il famoso principe Andrej Kurbsky. Naturalmente, con un altro nome “antico”. Tuttavia, dovrebbe apparire.

Seconda considerazione. Abbiamo già capito che la campagna in Ellade del re persiano Serse è in parte una replica della campagna del re persiano Cambise nell'“antico” Egitto. Inoltre, in questo punto della storia di Cambise abbiamo già visto il riflesso di Andrej Kurbsky nella figura dell'egiziano Fane, il traditore che ha voltato le spalle al suo re egiziano e si è schierato con Cambise, aiutandolo poi attivamente nella conquista dell'Egitto. Di conseguenza, deduciamo che anche qui Andrej Kurbskij dovrebbe riflettersi nella storia “antica” del re Serse.

Inoltre, possiamo trarre anche un'altra conclusione. Nel raccontare del traditore Fane sotto Cambise, Erodoto ha fatto confusione riguardo da chi è fuggito Fane = Kurbsky. Lo scrittore ha ritenuto che il traditore fosse passato dalla parte di Cambise = il Terribile, dopo aver tradito i suoi nemici. In realtà, era esattamente il contrario. Kurbsky = Fane tradì Ivan il Terribile = Cambise e passò dalla parte dei suoi nemici. Come abbiamo detto, la confusione è facilmente spiegabile. Il fatto è che Kurbsky = Fane, fu a lungo il più stretto collaboratore di Ivan il Terribile = Cambise. Quindi non sorprende che alcuni cronisti abbiano confuso la “direzione del tradimento” di Kurbsky.

Pertanto, ci si può aspettare che Andrej Kurbsky non solo compaia ora nella storia di Serse, ma che sia descritto da Erodoto anche come un traditore che è passato dalla parte del re Serse voltando le spalle ai suoi nemici. Cioè, i Greci. Inoltre, Kurbsky dovrebbe essere descritto da Erodoto come un caro amico e consigliere di Serse. Poiché, ripetiamo, il persiano Serse, come il persiano Cambise, è un riflesso di Ivan il Terribile.

La nostra previsione si rivela brillante. Infatti, accanto al re persiano Serse c'è un consigliere, un ex spartano, cioè greco, il re Demarato, che HA TRADITO I GRECI PER PASSARE AL FIANCO DEL RE DEI PERSIANI. Cioè tradì la sua patria, passando dalla parte del conquistatore. Inoltre, dà consigli a Serse durante la battaglia contro gli Spartani alle Termopili.

 

 

11.2. “L'ANTICO” TRADITORE DEMARATO AL FIANCO DI RE SERSE.

- IL TRADITORE È PASSATO DALLA PARTE DEL NEMICO.

Ecco cosa racconta Erodoto dello spartano Demarato alla corte del persiano Serse.

Durante l'invasione della Grecia, Serse convocò Demarato, ex re di Sparta, che era passato dai Greci ai Persiani, e conversò a lungo con lui. Il greco Demarato accompagnò Serse anche durante la campagna contro l'Ellade. Su richiesta di Serse, Demarato gli racconta in dettaglio le usanze dei Greci e gli spiega le loro tecniche militari. Demarato ammette che l'Ellade, probabilmente l'Europa occidentale del XVI secolo, è un paese povero, ma che il suo popolo è orgoglioso, giusto e abile in guerra [163], p. 339. Serse non è molto soddisfatto dell'alta valutazione che Demarato dà degli Spartani. A ciò Demarato risponde: «Re! Sapevo già in anticipo che le mie parole sincere non ti sarebbero piaciute... Tu stesso, del resto, sai bene quanto ora io ami gli Spartani, che MI HANNO TOLTO GLI ONORI REGALI E I DIRITTI DI SUCCESSIONE, RENDENDOMI UN ESILIATO SENZA PATRIA...

Così rispose Demarato, ma Serse, trasformando l'intera conversazione in uno scherzo, non si adirò affatto, ma lo lasciò andare con benevolenza” [163], p. 340.

In seguito, Demarato discute nuovamente a lungo con Serse, anche durante la battaglia delle Termopili, aiutandolo con i suoi consigli.

Come abbiamo già detto, le cronache russe riportano che subito dopo la battaglia di Fellin, il principe Kurbsky ha una lunga conversazione con il Landmarschall catturato. Pertanto, sia Demarato che Kurbsky sono presenti di persona alla grande battaglia delle Termopili = Fellin.

È interessante l'atteggiamento degli altri Persiani nei confronti del traditore Demarato. L'atteggiamento è negativo, nonostante il fatto che lo spartano Demarato si schieri in quel momento dalla parte di Serse e dei Persiani in generale. Tuttavia, non è benvoluto.

Erodoto riferisce: “Dopo Demarato prese la parola Achemene, fratello di Serse e comandante della flotta, che assisteva per caso al colloquio e temeva che Serse si lasciasse convincere ad agire così: "Mio re, vedo che accetti le parole di un uomo che è geloso della tua prosperità, se addirittura non tradisce la tua causa; ed è proprio di sentimenti del genere che si compiacciono i Greci: invidiano la buona sorte e detestano la superiorità altrui …

Ecco come gli rispose Serse: "Achemene, mi pare che tu parli bene e farò così. Sì, Demarato propone quanto lui crede sia meglio per me, ma il suo consiglio è peggiore del tuo. Tuttavia non sono d'accordo con te su una cosa, che non sia favorevole alla mia causa: lo giudico da quanto mi ha detto prima e dalla realtà; è vero, un cittadino invidia le fortune di un altro e gli è ostile col silenzio: richiesto di un parere non gli darebbe i consigli che ritiene migliori; a meno di non essere un uomo di altissima virtù, e ce ne sono ben pochi. Però un ospite è molto ben disposto verso un ospite in buona fortuna: richiesto di un parere gli darebbe il migliore. Perciò ordino che per il futuro ci si astenga dall'offendere Demarato, che è ospite mio".”  [163], p. 376.

Vediamo che la scia di tradimenti che segue Demarato = Kurbsky, non dà pace ai Persiani che, nonostante la sua presunta sincera “amicizia con il re”, guardano con grande sospetto al fuggiasco re spartano.

- LA CORRISPONDENZA TRA IL TERRIBILE E KURBSKY NELLE PAGINE DELLE “STORIE” DI ERODOTO.

È molto interessante che nelle pagine dell'“antico” Erodoto troviamo tracce della famosa corrispondenza tra Kurbsky e il Terribile. Ricordiamo che dopo la fuga del principe in Lituania, essi si scambiarono diversi messaggi [651]. A loro è dedicato un numero considerevole di studi. Come abbiamo dimostrato, questa corrispondenza ha trovato riscontro anche nell'Antico Testamento, nel libro di Giuditta, che racconta anch'esso della guerra di Livonia del XVI secolo, vedi “La Rus' biblica”, cap. 8.

Nell'interpretazione di Erodoto, questa famosa vicenda si presenta così. Torniamo un po' indietro nel tempo, all'inizio della campagna dei Persiani.

“Gli Spartani furono i primi a sapere che il re stava per marciare contro la Grecia (per questo avevano inviato delegati all'oracolo di Delfi, dove ricevettero il responso da me più sopra riferito) e vennero a saperlo in maniera sorprendente. Demarato, figlio di Aristone, per quanto io credo (e la logica mi soccorre), non era ben disposto verso gli Spartani, nel suo esilio fra i Medi; a questo punto si può cercare di indovinare se quel che fece lo fece per benevolenza o invece con gioia maligna. Quando Serse ebbe deciso di muovere contro la Grecia, Demarato che si trovava a Susa e ne venne a conoscenza, volle informarne gli Spartani. Non aveva altri sistemi per avvisarli, giacché correva il rischio di essere scoperto, e quindi escogitò questo sotterfugio: prese una tavoletta doppia, ne raschiò via la cera e poi incise sul legno della tavoletta la decisione del re; dopodiché riversò della cera sullo scritto, affinché la tavoletta, non contenendo nulla, non procurasse noie a chi la portava da parte delle guardie delle strade. Quando essa giunse a Sparta, gli Spartani non riuscivano a raccapezzarsi finché un suggerimento non venne da Gorgo, figlia di Cleomene e moglie di Leonida, che ci era arrivata da sola: li esortò a raschiare via la cera e avrebbero trovato il messaggio inciso nel legno. Seguirono il suo consiglio, trovarono il messaggio, lo lessero; poi lo divulgarono fra gli altri Greci. Così si narra che sia accaduto.” [163], p. 377.

Sebbene il racconto di Erodoto sia piuttosto confuso, l'essenza della questione emerge chiaramente, nonostante tutte le successive distorsioni editoriali. In effetti.

Il traditore, passato al nemico, scrive una LETTERA dal campo nemico ai suoi compatrioti.

Allo stesso modo, Kurbsky, passato ai Livoniani, scrisse da lì diverse missive al suo ex re, Ivan il Terribile.

Tuttavia, Erodoto ci assicura che il traditore Demarato era “comunque un brav'uomo”. Infatti, nonostante il rancore nei confronti degli Spartani, li avrebbe avvertiti lui stesso del pericolo imminente.

La versione russa è diversa. Si sostiene che le lettere di Kurbsky fossero maligne e offensive nei confronti di Ivan il Terribile. Tuttavia, anche Erodoto accenna al fatto che Demarato scrisse la sua lettera agli Spartani PER MALIGNA

GIOIA.

Secondo Erodoto, nella lettera di Demarato si parla del PIANO DEL RE SERSE. Cioè, come già sappiamo, del piano di Ivan il Terribile. Ma questo corrisponde bene al contenuto delle lettere di Kurbsky. In esse egli discute le azioni di Ivan il Terribile, esprime il proprio disappunto e discute aspramente con lo zar.

Infine, la versione “antica” greca fa risalire la lettera di Demarato al tempo della campagna dei Persiani contro l'Ellade. Analogamente, le fonti russe fanno risalire le lettere di Kurbsky a Ivan il Terribile, proprio al periodo della guerra di Livonia. Il riflesso di quest'ultima è proprio la “antica” campagna di Serse contro l'Ellade e l'Europa.

Purtroppo, Erodoto non dice nulla sugli ultimi anni di vita di Demarato, quindi non è ancora possibile completare la sua corrispondenza con Andrej Kurbskij.

 

 

12. IL RE DI SPARTA CLEOMENE È UN ALTRO RIFLESSO DI IVAN IV IL TERRIBILE.

12.1.  LA STORIA DI ESTER ALL’INIZIO DELLA STORIA DI CLEOMENE DI ERODOTO.

A quanto pare, nelle “Storie” di Erodoto c'è un altro grande capitolo dedicato allo spartano Demarato, che permette di approfondire notevolmente la corrispondenza che abbiamo scoperto con il principe Andrej Kurbskij. Ci riferiamo al racconto di Erodoto sul re spartano Cleomene e sul suo rivale Demarato. Come vedremo ora, lo spartano Cleomene è un altro riflesso di Ivan il Terribile nella storia “antica”.

Era prevedibile la comparsa di un altro duplicato del “Terribile”. Il fatto è che, come abbiamo dimostrato nel libro “Cristo e la Rus' agli occhi degli antichi greci”, le cronache di Sparta hanno assorbito molte informazioni sulla Rus' dell'Orda del XIII-XVI secolo. È quindi del tutto naturale che anche Ivan il Terribile vi abbia trovato riscontro.

Torniamo alla figura 5.13. Qui è riportato il duplicato della “storia di Ester”, inserito nella versione dei Romanov proprio prima della nascita di Ivan IV il Terribile. Si tratta del noto conflitto nella famiglia di Basilio III, che divorziò dalla moglie sterile Solomonia Saburova e sposò Elena Glinskaya. Ricordiamo brevemente questa vicenda.

A.V. Kartashov riferisce: “L'adulazione del metropolita Daniele nei confronti del granduca (Basilio III - Aut.) si manifestò in modo particolarmente evidente in un altro caso, quando il metropolita si rivelò non solo un traditore della parola data al suo superiore, MA UN TRASGRESSORE DIRETTO DELLE REGOLE DELLA CHIESA. Si tratta del caso del DIVORZIO ILLEGITTIMO del granduca Vasilij Ivanovič dalla sua MOGLIE STERILE Solomonia Jur'evna Saburova. Il granduca aveva vissuto con lei per 20 anni e non aveva avuto figli da lei, né un erede maschio a cui avrebbe potuto tranquillamente trasferire il potere... Ovviamente, chiesero consiglio al metropolita. Quest'ultimo, trovandosi di fronte alla possibilità di COMMETTERE UN'INGIUSTIZIA, tentò di scaricare la colpa sulla coscienza altrui. Chiese ai patriarchi orientali e agli anziani del Monte Athon il permesso di concedere il divorzio al granduca dalla moglie sterile. LA RISPOSTA ARRIVÒ DALL'ORIENTE NEGATIVA. Allora il metropolita Daniele, con la sua autorità e quella del concilio a lui sottomesso, separò il principe da Solomonia e la fece entrare con la forza in convento con il nome di Sofia (qui, tra l'altro, si nota un parallelismo con la “storia di Ester” sotto Ivan III, la cui moglie era proprio Sofia Paleologa - Aut.). Il 28 novembre 1525 fu mandata in esilio... Il 21 gennaio 1526 il metropolita Daniele celebrò personalmente il nuovo matrimonio di Vasilij Ivanovič con ELENA GLINSKAJA (cioè con la biblica Ester, vedi i dettagli nel libro “La Rus' biblica” (cap. 7) - Autore) ... L'azione del metropolita Daniele PROVOCÒ UN'IMPRESSIONE MOLTO SFAVOREVOLE SU GRAN PARTE DELLA SOCIETÀ RUSSA. Persino in una cronaca, il matrimonio granducale da lui benedetto è stato definito un “adulterio” [372], vol. 1, p. 418.

Karamzin aggiunge che i boiardi erano stupiti, poiché “non pensavano che la stirpe dei TRADITORI STRANIERI (cioè i Glinski - Aut.) potesse essere degna di tale onore... Elena era cresciuta in una nobile famiglia regnante e secondo le usanze tedesche, di cui era famoso suo zio Michele...” [362], vol. 7, cap. 3, colonna 84.

Questo è l'inizio della “storia di Ester”, tragica per la Rus' dell'Orda, nel suo riflesso fantasma della prima metà del XVI secolo, immediatamente prima della nascita di Ivan IV il Terribile.

Torniamo ora a Erodoto. Come vedremo, egli racconta in generale la stessa storia del padre di Cleomene, futuro re di Sparta.
“A Sparta non c'era più a regnare Anassandride figlio di Leonte (probabilmente lo zar Basilio III - Aut.), che era morto; Cleomene, figlio di Anassandride (probabilmente Ivan il Terribile - Aut.), ne aveva preso il posto, non per merito bensì per diritto ereditario: Anassandride non aveva avuto figli dalla donna che aveva sposato e che gli era molto cara, una figlia di sua sorella. Stando così le cose, gli efori lo convocarono e gli dissero: "Se tu non ti curi di te stesso, non possiamo però non preoccuparci noi, se la stirpe di Euristene si spegne. La moglie che hai ora non ti dà figli: e allora ripudiala e sposane un'altra, e così farai cosa gradita agli Spartiati". Lui rispose che non ci pensava neppure e che loro non gli davano un bel consiglio esortandolo a scacciare la moglie che aveva e che era priva di colpe nei suoi confronti, per prendersene un'altra …

Di fronte a tali parole gli efori e i geronti si consultarono fra di loro e poi avanzarono un'altra proposta ad Anassandride: "Poiché dunque ti vediamo tanto attaccato alla moglie che hai, ecco cosa devi fare, e senza obiezioni, se non vuoi che gli Spartiati decidano ben diversamente sul tuo conto. Non pretendiamo più che tu ripudi tua moglie, continua a offrirle tutto ciò che le offri adesso, però sposati anche un'altra, che ti faccia dei figli". Anassandride accolse il loro suggerimento e in seguito visse con due mogli in due distinte case, secondo un costume niente affatto spartiata …

Non molto dopo, la seconda moglie gli generò il Cleomene in questione. E mentre costei dava alla luce il successore al trono per gli Spartiati, anche la prima moglie, sterile fino a quel momento, chissà come rimase incinta, favorita dalla fortuna. Lei era incinta davvero, ma i parenti della seconda moglie, saputolo, davano noia, affermando che si vantava a vanvera per far passare per suoi dei figli altrui. E poiché ne facevano di tutti i colori e il tempo ormai stringeva, sospettosi com'erano gli efori sorvegliarono la donna mentre partoriva stando seduti intorno a lei. Lei diede alla luce Dorieo e poi immediatamente rimase incinta di Leonida e dopo di lui, subito, di Cleombroto; si dice pure che Leonida e Cleombroto fossero gemelli. Invece la madre di Cleomene, la seconda moglie, la figlia di Prinetade figlio di Demarmeno, non riusciva più a procreare.” [163], p. 249.

IL RACCONTO DI ERODOTO È MOLTO INTERESSANTE. In esso scopriamo immediatamente la storia di Solomonia Saburova e della sua rivale Elena Glinskaya, le due mogli di Basilio III. Giudicate voi stessi.

- L'antico re spartano Anassandride non ha figli dalla moglie sterile. Si pone il problema dell'erede.
Allo stesso modo, lo zar-khan russo-mongolo Basilio III non ha figli dalla sua legittima moglie Solomonia Saburova. Si pone il problema dell'erede.

- Secondo Erodoto, il re Anassandride è costretto a prendere una seconda moglie. Egli accetta con riluttanza, ma desidera mantenere buoni rapporti con la prima moglie. In questa versione “antica greca”, il cronista mitiga il più possibile l'azione del re spartano, affermando che egli ha semplicemente iniziato a “vivere in due case”. Allo stesso tempo, si sottolinea che tale comportamento era in netto contrasto con le usanze spartane. Si deve supporre che molti fossero scontenti. Il re aveva dato un cattivo esempio, aveva violato le tradizioni.

Nella versione russa, Basilio III rompe i rapporti con la prima moglie e la manda in convento, dopodiché sposa la giovane principessa Elena Glinskaya, i cui antenati, tra l'altro, discendevano dal khan Mamai [776], p. 5. Quindi, secondo questa versione, Ivan IV il Terribile era un discendente del khan Mamai = Ivan Veliaminov. In piena conformità con la versione “antica”, gran parte della società russa era indignata per il comportamento di Basilio III, vedi sopra. Lo zar dell'Orda aveva agito in contrasto con le usanze dei suoi padri.

- Erodoto racconta che la nuova moglie finalmente dà alla luce il figlio tanto desiderato dal re spartano Anassandride. Si tratta del futuro re Cleomene. In seguito, la donna dà alla luce altri due figli per Anassandride: Leonida e Cleombroto.

Analogamente, secondo fonti russe, Elena Glinskaya dà alla luce a Basilio III il piccolo Ivan, il futuro e famoso zar Ivan IV il Terribile.

- Nella versione “antica” greca, la prima moglie di Anassandride, considerata sterile, Inaspettatamente per tutti rimane incinta e presto dà alla luce un figlio, erede al trono. Risulta quindi che Anassandride abbia ora due figli, avuti da due mogli. Tuttavia, molti non credono alla prima moglie del re, caduta in disgrazia, e la sospettano di averlo ingannato, sostenendo che stia cercando di attribuirgli un bambino che non è suo. Gli efori si riuniscono persino al suo capezzale durante il parto per osservarla e accertarsi personalmente della verità.

Anche in Russia era diffusa l'opinione che la prima moglie di Basilio III, Solomonia Saburova, considerata sterile, avesse inaspettatamente dato alla luce un figlio, e per di più dopo essere stata destituita. “A Mosca si diceva che nel monastero Solomonia avesse dato alla luce un figlio, LEGITTIMO EREDE AL TRONO, YURI VASILIEVICH” [776], p. 5. Alcuni storici ritengono queste informazioni infondate. Tuttavia, alcune fonti antiche insistono sul fatto che Ivan il Terribile avesse un fratello. Intorno a Yuri Vasilievich si sono accumulate molte leggende e voci.

Davanti a noi c'è un quadro praticamente identico a quello descritto dai “classici antichi”. Ci sono seri dubbi sull'esistenza stessa del fratello del giovane re Cleomene = Ivan il Terribile. A proposito, forse nel nome DORIEO si sente il nome YURI o Orda, cioè Dario letto al contrario.

- Inoltre, Ivan il Terribile aveva altri due fratelli. Uno di loro era suo fratello di sangue, di nome Yuri. Da non confondere con Yuri Vasilievich, figlio di Solomonia Saburova. Si ritiene che fosse “fuori di senno, privo di memoria e muto” [988:00], “Vladimir Andreevich”.

Si ritiene che Georgij o Yuri, fratello carnale del Terribile, fosse più giovane di due anni [651], p. 27. Era stato generato da Elena Glinskaya [362], vol. 7, cap. 3, colonna 96. Gli storici di solito non amano parlare di Georgij e preferiscono non menzionarlo. E se lo menzionano, aggiungono subito che era presumibilmente un incapace, un debole di mente [775], p. 110. Tuttavia, risulta che EGLI ERA IL CO-REGGENTE di Ivan IV. È possibile che un debole di mente sia stato nominato co-reggente? A questo proposito, Karamzin dice: «Questo principe, povero di intelligenza, godeva di segni esteriori di rispetto e, incapace sia alle armi che agli affari di Stato, governava a Mosca solo di nome, quando lo zar era fuori dalla capitale» [362], vol. 9, cap. 1, colonna 26.

L'altro fratello di Ivan il Terribile, Vladimir Andreevich, principe di Staritsa, era suo cugino, vissuto dal 1533 al 1569 [988:00].

Quindi, Ivan il Terribile aveva in totale TRE FRATELLI:

il fratello carnale Yuri Vasilievich, figlio di Solomonia Saburova, la cui esistenza era messa in dubbio da alcuni,

poi un altro fratello carnale, Yuri o Georgiy, “senza memoria e dalla mente debole”, figlio di Elena Glinskaya,

e infine il cugino Vladimir Andreevich.

Analogamente, anche il re spartano “antico” Cleomene aveva TRE FRATELLI: Dorieo, Leonida e Cleombroto.

Come abbiamo già detto in dettaglio in precedenza, la destituzione da parte del re della prima moglie sterile e il matrimonio con la seconda, più giovane, è l'inizio della famosa “storia di Ester”, che portò a una grave agitazione nella Rus' dell'Orda e a un colpo di Stato nell'Impero alla fine del XVI - inizio del XVII secolo.

 

 

12.2. YURI VASILIEVICH, FIGLIO DI SOLOMONIA SABUROVA E FRATELLO DI IVAN IL TERRIBILE, VIENE DESCRITTO DA ERODOTO COME L'“ANTICO” DORIEO.

A proposito, Erodoto continua a raccontare in modo abbastanza dettagliato la storia di Dorieo, fratello di Cleomene. Come abbiamo appena capito, siamo riusciti a imbatterci in un documento davvero antico che racconta dettagli molto interessanti della misteriosa storia del fratello di Ivan IV il Terribile, Yuri Vasilievich, figlio di Solomonia Saburova, prima moglie di Basilio III [163], pagg. 250-251. È evidente che Erodoto ci svela inaspettatamente una pagina molto interessante della storia russa, fortemente oscurata dagli storici romanoviani. Non a caso gli storici discutono ancora animatamente se Yuri Vasilievich, fratello di Ivan il Terribile, sia mai esistito. A quanto pare, non solo esisteva, ma compì anche molte azioni straordinarie, che presto impareremo a conoscere.

Cominciamo con una breve panoramica della vita di Yuri Vasilievich = Dorieo, secondo l'"antico" Erodoto.

L'“antico” re spartano Cleomene è descritto come un tipo un po' svitato, con una tendenza alla follia. Suo fratello Dorieo = Yuri, invece, era il migliore tra i suoi coetanei e pensava di avere tutto il diritto di salire al trono. Pertanto, quando dopo la morte del padre il trono andò comunque al fratello Cleomene, Dorieo = Yuri si adirò e non volle riconoscere Cleomene = il Terribile. Lasciò la patria e salpò per la Libia - la Terra Bianca? - dove fondò un insediamento.

In quel periodo, gli abitanti della città di Sibari - la Siberia!? - e il re Teli decisero di muovere guerra a Crotone. Dorieo prese parte alla campagna contro Sibari - la Siberia? Segue una breve descrizione della guerra contro Sibari e della morte di Dorieo.

Questo argomento è estremamente interessante e lo approfondiremo più avanti.

 

 

12.3. LA DEBOLEZZA O PERFINO LA FOLLIA DEL RE CLEOMENE È LA “FOLLIA DI IVAN IL TERRIBILE”. IL COLPO DI BASTONE IN FACCIA AL “PRIMO CHE INCONTRA”.

Come abbiamo già detto, Erodoto descrive il re Cleomene come un debole di mente, incline alla follia. Gli Spartani, a quanto pare, non amavano Cleomene. Erodoto parla molto della tirannia di Cleomene, del suo disprezzo per la religione e per le usanze degli antenati. Ecco come finì la vita del re spartano Cleomene.

“Quando gli Spartiati appresero l'operato di Cleomene, per paura lo riammisero a Sparta con le stesse prerogative con le quali regnava anche prima. Ma subito, appena rientrato, lo colpì una grave forma di pazzia (già prima non era del tutto sano di mente): ogni volta che incontrava uno Spartiata lo colpiva sulla faccia con lo scettro. Dato il suo comportamento e la sua follia, i parenti lo legarono a un ceppo di legno. Egli, imprigionato così, come vide il suo custode lasciato solo dagli altri, gli chiese un pugnale; poiché quello dapprima non glielo voleva dare, gli specificò minacciosamente, cosa gli avrebbe fatto una volta libero, finché la sentinella, atterrita dalle minacce (era infatti un ilota), gli diede il pugnale. Cleomene lo prese e cominciò dalle gambe a straziarsi. Fendendosi le carni nel senso della lunghezza passò dalle gambe alle cosce, dalle cosce alle anche e ai fianchi, fino a raggiungere il ventre, e morì così, sbudellandosi completamente. Ciò, secondo la maggior parte dei Greci, perché aveva persuaso la Pizia a dire quanto aveva detto su Demarato (probabilmente il principe Kurbsky – Aut.); secondo i soli Ateniesi invece, perché assalendo Eleusi aveva raso al suolo il recinto sacro degli dèi; secondo gli Argivi, infine, perché, avendo invitato degli Argivi scampati a una battaglia a lasciare il santuario dell'eroe Argo, dove si erano rifugiati, li aveva massacrati, e con totale noncuranza aveva incendiato persino il bosco sacro.” [163], p. 294.

Inoltre: “Questo, secondo gli Argivi, fu la causa della FOLLIA e della terribile morte di Cleomene. Gli stessi Spartani sostengono invece che la divinità non abbia alcuna colpa nella follia del re: frequentando gli Sciti (! - Aut.), egli imparò a bere vino non diluito e da ciò cadde nella follia...

Da allora, quando vogliono bere vino forte, gli Spartani dicono: “Versa alla maniera degli Sciti”. Così raccontano gli Spartani di Cleomene. Io penso invece che con questa [follia] egli abbia espiato il suo gesto nei confronti di Demarato" [163], p. 296.

Si dice che Cleomene “regnò per pochissimo tempo” [163], p. 251.

Probabilmente, in queste descrizioni “antiche” si riflettono numerose storie sulla presunta follia di Ivan il Terribile. Come abbiamo visto più volte, questo tema era estremamente popolare.

Abbiamo dimostrato nel libro “Nuova cronologia della Rus'”, cap. 8:5, che nelle cronache romanoviane sotto il nome di “Ivan il Terribile” sono riuniti in realtà quattro sovrani. Vale a dire:

1. Ivan IV Vasil'evič come primo zar del “periodo del Terribile”, che governò nel 1547-1553.

2. Il giovane Dmitrij Ivanovič come secondo zar del "periodo di Ivan il Terribile", che governò dal 1553 al 1563. Il vero governo del Consiglio eletto.

3. Il giovane Ivan Ivanovich come “terzo periodo di Ivan il Terribile”, che governò nel 1563-1572. L'ascesa al potere degli Skharievtsy-Zakharyin, cioè dei Romanov. L'eresia dei giudaizzanti, la storia di Ester. Il terrore. L'Oprichnina. La feroce lotta della Zemshchina, il biblico Sansone, contro l'Oprichnina.

4. Simeone Bekbulatovich come il “quarto periodo del Terribile”, che governò nel 1572-1584.

Riteniamo che nel 1553 lo zar Ivan si ammalò gravemente, si ritirò dagli affari e divenne un sant'uomo. Ciò fu favorito dalla sua particolare devozione, di cui abbiamo già parlato. La parola BASILIO significa semplicemente RE = Basileus. Quando Ivan = Basilio il Beato, cioè il RE BEATO, morì, la sua morte fu naturalmente registrata nei documenti ufficiali del Razryadny Prikaz. Fu sepolto con grandi onori e alla presenza di una grande folla. Non seppellivano semplicemente un pazzo, ma un ex zar! Successivamente Ivan IV = Basilio il Beato fu canonizzato. Oltre a Basilio il Beato, il taumaturgo di Mosca, nei libri dei santi è menzionato anche Ivan il Beato, il taumaturgo di Mosca, di cui non si conosce quasi nulla. Si ritiene che sia morto nel 1589 a Mosca e che «il suo corpo fu sepolto con grandi onori nella chiesa di Vasilij Blagojevich» [362], nota 469 al volume 10. Cioè NELLO STESSO DUOMO DI VASILIJ BLAGIOVICH. È possibile che si tratti dello stesso Ivan = Vasilij Blazhennyj, inserito due volte nel calendario dei santi con i suoi due nomi: Basilio e Ivan.

L'identificazione di Ivan IV, conquistatore di Kazan, con Basilio il Beato è indirettamente confermata dal fatto che il famoso Duomo di Pokrovsky sulla Piazza Rossa a Mosca, costruito in onore della conquista di Kazan, è ancora oggi chiamato IL DUOMO DI BASILIO IL BEATO.

Pertanto, con il nome del re spartano Cleomene, Erodoto descrisse il “Primo Terribile”, che poi divenne Basilio il Beato. Egli regnò davvero poco, solo sei anni: dal 1547 al 1553. Quindi Erodoto osservò correttamente che Cleomene regnò per un periodo molto breve.

Da Erodoto sono sopravvissute anche alcune altre tracce della biografia di Ivan il Terribile. Ad esempio, sappiamo tutti bene che lo zar Ivan IV, dopo la sua presunta “ascesa al potere”, uccise il proprio figlio Ivan, sferrandogli un colpo mortale alla tempia con un bastone. Questa famosa scena è stata riportata da Erodoto in questo modo: il re spartano Cleomene, dopo essere tornato sul trono di Sparta, COLPIVA CON UN BASTONE IN FACCIA la prima persona che incontrava. Ricordando vagamente l'essenza della vicenda, l'antico Erodoto descrisse il colpo inferto con lo scettro al volto del figlio del re come “un colpo con un bastone in faccia” al PRIMO che incontrava.

A proposito, perché il PRIMO? Per il semplice motivo che il figlio Ivan, morto per il colpo, era il PRIMOGENITO del “Terribile” e suo EREDE. Come pure il suo riflesso fantasma, il principe Ivan il Giovane, figlio maggiore di Ivan III il Terribile, presumibilmente nel XV secolo. Probabilmente Erodoto fraintese il significato della parola russa PERVENEZ. Lo zar sferrò un terribile colpo in faccia al suo primogenito. E Erodoto scrisse che il re colpì con un bastone in faccia il PRIMO che incontrò. Oppure, un redattore successivo distorse intenzionalmente il significato della scena.

I dettagli della morte di Basilio il Beato ci sono sconosciuti. Non è escluso che sia realmente accaduto qualcosa di simile a quanto descritto da Erodoto in merito alla morte di Cleomene. Le fonti della Rus' dell'Orda, per ovvie ragioni, preferirono non diffondere i dettagli macabri degli ultimi giorni dell'ex zar Ivan = Basilio il Beato. Tuttavia, alcune voci potrebbero essere giunte all'orecchio dell'europeo occidentale Erodoto, che le riportò nella sua cronaca.

 

 

12.4. L'EMPIA DISTRUZIONE E L'INCENDIO DEL SANTUARIO DA PARTE DEL RE CLEOMENE, SONO LA DISTRUZIONE DEL TEMPIO ALLA MORTE DI SANSONE-ZEMSCHINA, OVVERO LA BARBARA DISTRUZIONE E L'INCENDIO DEL TEMPIO DA PARTE DI IVAN IL TERRIBILE.

Erodoto racconta la seguente storia che, secondo lui, ebbe una grande influenza sul destino del re Cleomene. A causa di essa, egli cadde in preda alla follia.

“Effettivamente consultando l'oracolo a Delfi aveva appreso dal responso che avrebbe conquistato Argo. Quando poi, alla testa degli Spartiati, giunse sul fiume Erasino, che proviene, si dice, dal lago di Stinfelo, (l'acqua di questo lago precipitando in una voragine nascosta riaffiorerebbe in Argo e di là poi verrebbe ormai chiamata Erasino, dagli Argivi), Cleomene, dunque, giunto sulle rive di questo fiume, in suo onore offrì sacrifici. Poiché i presagi non risultarono minimamente propizi per varcare il fiume, egli, dichiarò che ammirava l'Erasino, non disposto a tradire i suoi concittadini, ma che gli Argivi neppure così avrebbero avuto di che rallegrarsi. Poi fece ripiegare l'esercito e lo condusse a Tirea; qui, dopo aver sacrificato un toro in onore del mare, con delle navi portò gli Spartani nel territorio di Tirinto e di Nauplia …

Gli Argivi, saputolo, corsero verso il mare a difendersi …

Gli Argivi, sentendo il segnale del rancio, si erano messi a mangiare; gli Spartani piombarono su di loro e ne uccisero molti; e accerchiarono il bosco sacro ad Argo, in cui moltissimi si erano rifugiati …

A quel punto ecco come agì Cleomene: avendo a disposizione dei transfughi ricavò da loro le necessarie informazioni, poi, tramite un araldo, chiamò fuori gli Argivi asserragliati nel santuario invitandoli per nome; li convinse a uscire affermando di possedere già il loro riscatto (il riscatto a Sparta è fissato in due mine da pagarsi per ogni prigioniero). In tal modo Cleomene trucidò una cinquantina di Argivi, stanandoli uno per uno. Gli altri rimasti all'interno del sacro recinto non si erano minimamente accorti di quanto accadeva; il bosco era molto fitto, e da dentro non potevano scorgere cosa facessero gli altri, di fuori, finché uno di loro non salì su un albero e vide quanto stava succedendo. A quel punto, pur continuando a venir chiamati, non uscirono più …

Allora Cleomene ordinò a ogni ilota di accatastare della legna intorno alla selva, e quando essi ebbero obbedito, appiccò il fuoco al bosco. Mentre ormai bruciava, chiese a uno dei transfughi a quale dio quel luogo fosse consacrato; e quello rispose che apparteneva ad Argo. Appena udita la risposta Cleomene molto si dolse ed esclamò: "Apollo, dio dell'oracolo, come mi hai ingannato bene affermando che avrei preso Argo; mi rendo conto che il vaticinio mi si è già compiuto".”  [163], p. 295.

Secondo molti, fu proprio per questo atto crudele che il re “antico” Cleomene fu punito dagli dei e ridotto alla follia. Torniamo ora alla storia della Rus' dell'Orda.
Abbiamo già visto che la storia russa della seconda metà del XVI secolo ha dato origine ai racconti dell'Antico Testamento sul potente Sansone. La Bibbia dice che il guerriero Sansone ABBATTÉ UNA GRANDE CASA, morendo sotto le sue macerie e uccidendo con sé migliaia di uomini (Giudici 16:30). Cosa accadde realmente nella Rus' dell'Orda del XVI secolo? Cosa ci racconta il libro biblico dei Giudici? Abbiamo già dato una risposta nel libro “Ricostruzione”, cap. 22:2.16. Si tratta della distruzione e dell'incendio del tempio per ordine di Ivan il Terribile durante la lotta tra l'Oprichnina e la Zemshchina. Ricordiamo l'essenza della questione.

Andrej Kurbski racconta che l'ALTO TEMPIO, cioè il grande tempio o la grande casa, PIENA DI SEGUACI DI CHELYADNIN, capo della Zemščina, FU FATTA SALTARE IN ARIA E DISTRUTTA DAGLI OPRICHNIKI.

Kurbsky scrive precisamente quanto segue: «Ho sentito da un testimone oculare che quando lo zar durante il viaggio bruciava i villaggi e le fattorie di Ioann Petrovich (il cavaliere Fedorov) con i loro abitanti, trovò un TEMPIO MOLTO ALTO, chiamato POVALISHA, nelle camere più alte, e ordinò di legare saldamente in essa quell'uomo” (Iv. Boris. Kolycheva) ”e sotto quella CASA, così come sotto le altre vicine, C'ERA MOLTA GENTE RACCOLTA E RINCHIUSA, ORDINÒ DI METTERE DIVERSI BARILI DI POLVERE DA SPARO, e lui stesso si mise a distanza, in formazione militare, come se aspettasse sotto una pioggia nemica, PER QUANDO LA CASA FOSSE ESPLOSA. E QUANDO LA FECERO ESPLODERE E SI DISPERSERO, allora lui con tutti i suoi scagnozzi, con tutto quel reggimento DIABOLICO, tutti gridando a gran voce, con tutti i freni dei cavalli allentati, si precipitarono a vedere i corpi dilaniati"" [362], commento 194 al t. 9, cap. 2, colonna 42.

Pertanto, gli oprichniki di Ivan il Terribile radunarono in una grande chiesa - “hramina zelo vysoka” - e in alcuni edifici vicini un gran numero di cittadini, riempirono delle botti di polvere da sparo e le fecero esplodere. Molte persone morirono nell'incendio. Questo drammatico evento del XVI secolo è riportato nelle pagine dell'Antico Testamento nel libro dei Giudici.

Si tratta del massacro organizzato dagli oprichniki del “Terribile” nelle vaste proprietà dello scudiero Chelyadnin, presumibilmente a Bezhetsk, non lontano da Tver [776], p. 138.

Ma abbiamo appena trovato una trama molto simile nell'antichissimo Erodoto. In effetti.

- Secondo Erodoto, il re Cleomene è in guerra con gli Argivi. La guerra è molto cruenta.

Nella versione della Rus' dell'Orda, lo zar Ivan “il Terribile” è in guerra con la Zemshchina. Si tratta in realtà di una vera e propria guerra intestina tra l'Oprichnina e la Zemshchina. Il conflitto è molto cruento.

- Secondo la versione “antica”, le truppe del re Cleomene circondano il santuario degli Argivi, suoi nemici. Nel santuario, probabilmente in un tempio, si sono barricati diverse centinaia di Argivi.

Le fonti russe dicono che il Terribile, a capo degli oprichniki, ha partecipato personalmente alla distruzione di un gran numero di sostenitori della Zemshchina. Per salvarsi, molti di loro si sono chiusi in una grande chiesa, o sono stati portati lì apposta dagli oprichniki. Poi le truppe del Terribile hanno circondato l'edificio.

- Secondo Erodoto, il re Cleomene riuscì con l'inganno ad attirare fuori dal santuario e uccidere immediatamente circa 500 Argivi. Poi il santuario fu dato alle fiamme e gli Argivi rimasti bruciarono vivi. I contemporanei considerarono questo gesto di Cleomene come sacrilego e atroce. Inoltre, proprio per questo Cleomene sarebbe poi impazzito. Si diceva che fosse stata una punizione divina.

Secondo le fonti russe, il Terribile ordinò ai soldati di circondare “una chiesa molto alta”, dove si erano nascosti gli assediati o erano stati condotti appositamente. Poi sotto le mura furono portati dei barili di polvere da sparo che furono fatti esplodere. L'esplosione distrusse l'edificio e le persone morirono bruciate. Un atto brutale. Si ritiene che il Terribile fosse soggetto a attacchi di follia.

Abbiamo davanti a noi una buona corrispondenza tra la versione “antica” e quella medievale.